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Autore: ineffable    27/11/2021    1 recensioni
Questa breve storia è il seguito di "Il demone che non aveva smesso di pregare."
Diciamo che risolve un piccolo mistero lasciato in sospeso nell'altra storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.





Grazie



<< Angelo? Ricordi che molto tempo fa ti dissi che dovevo parlarti? >>
Azraphel alzò gli occhi dal libro che stava leggendo puntandoli sul demone.
<< Ma certo caro. >>
<< Penso sia arrivato il momento che io ti dica quella cosa. >>
L'angelo chiuse il libro e lo posò sulle sue gambe.
<< Oh va bene, ti ascolto. >>
Crowley deglutì, si sentiva nervoso perché non aveva idea di come l'angelo, ora il suo angelo, avrebbe reagito a quella notizia, certo per lui era di poco conto ma per Azraphel come sarebbe stata? Smise di tergiversare dentro la sua testa, si era sempre detto che le cose andavano affrontate sul momento, che l'attesa le avrebbe solo ingigantite.
<< Beh ecco vedi... molto tempo fa, moltissimo tempo te lo assicuro, ero ancora un angelo...- >>
<< Questo lo so caro >> lo interruppe l'angelo.
Azraphel non voleva darlo a vedere ma era terrorizzato, l'ultima volta che Crowley aveva espresso il desiderio di parlargli si erano separati per mesi ed avevano sofferto terribilmente.
<< Chiudi la bocca e lasciami finire >> sbottò il demone.
Certo forse era stato troppo rude ma non voleva assolutamente perdere il coraggio, e sentiva che già gli stava venendo meno.
<< Quando ero ancora un angelo io e... >> prese un respiro profondo.
<< Io e Gabriele eravamo, noi ci conoscevamo. >>
Azraphel stava per dire qualcosa ma Crowley lo zittì allungando il dito verso di lui.
<< Quello che voglio dire è che eravamo molto uniti, ci legava qualcosa, per farti capire io e lui.... stavamo insieme. Però non come io e te ora angelo, non fraintendere, gli angeli non le conoscevano queste cose a quei tempi >> ridacchiò nervosamente.
<< Conoscevano solo l'amore >> disse Azraphel, il tono eccessivamente piatto.
Crowley annuì.
<< Sì ma era diverso, non puoi paragonarlo a quello che abbiamo noi due. E comunque io e te non ci conoscevamo nemmeno, sono sicuro che se avessi conosciuto prima te non lo avrei nemmeno guardato Gabriele >> continuò il demone ostentando indifferenza.
<< Quindi voi vi amavate >> quella che pose l'angelo non era una domanda.
<< Sssi. >>
Crowley con quel sì appena accennato voleva dire molte cose, in primo luogo che l'amore a cui si riferiva non era l'innamoramento, era un amore angelico ed era convinto che i suoi sentimenti per Gabriele si avvicinavano molto all'idolatria, era vero che lo seguiva ovunque andasse, ma perché desiderava apprendere da lui e magari un giorno diventare anch'esso un arcangelo. Però non sapeva trovare le parole giuste per spiegarlo all'angelo, non poteva dirgli che era amore ma allo stesso tempo non lo era, era diverso e basta, ma se gli avesse detto questo lo avrebbe confuso ancora di più.
<< Oh >> rispose l'angelo.
<< D'accordo >> aggiunse.
<< Ma adesso è finita, è da parecchio che noi non...- >>
Tentò di giustificarsi Crowley, non lo sapeva ancora ma la risposta secca dell'angelo lo aveva lasciato più che turbato.
<< Ma certo caro >> disse alzandosi dalla poltrona con il libro tra le mani.
<< Se non ti dispiace ho alcune cose da fare. >>
Detto questo si avviò verso gli scaffali lasciando il povero demone sconvolto, confuso e anche un po' deluso, certo non si aspettava una scenata di gelosia, non sapeva nemmeno lui che cosa si aspettava realmente ma non di certo il nulla assoluto.
I giorni passavano e le stranezze continuavano ad aumentare, l'angelo era diverso, non cercava più Crowley, se ne stava sempre per i suoi e se il demone tentava di avvicinarsi anche solo per un bacio l'angelo si scostava con una scusa "è entrato un cliente", "non hai fame caro?", "le piante non le hai ancora innaffiate" e quando Crowley aveva tentato di affrontarlo Azraphel si era difeso dicendo che non era vero niente e che in lui non c'era nulla che non andava.
Ma qualcosa c'era e il demone lo aveva compreso, era seduto sulla poltrona di dubbia fantasia mentre osservava l'angelo spolverare un vecchio libro, guardava le sue labbra soffiare via la polvere in eccesso per poi terminare il lavoro con un pennello, lo teneva stretto con quelle sue dita affusolate, dita che più non lo cercavano, Crowley sospirò, gli mancava ed erano nella stessa stanza.
Verso sera il demone decise di ritirarsi.
<< Angelo ti aspetto a casa. >>
<< Oh, temo proprio di non riuscire a venire questa sera >> rispose l'angelo senza guardarlo.
Crowley si spostò dalla porta, irritato come non mai raggiunse Azraphel.
<< Perché? >> chiese.
<< Non lo vedi Crowley sono molto impegnato >> rispose l'angelo in tono acuto.
<< Ma se è da stamattina che pulisci lo stesso stramaledettissimo libro! >> sbottò.
<< Questo non è affatto vero >> rispose Azrapel arricciando le sopracciglia e guardando il demone per poi riprendere a spennellare.
Crowley che di pazienza ne aveva avuta fin troppa gli prese il pennello e il libro di mano appoggiandoli malamente sulla scrivania.
<< Lascia perdere questa roba un secondo! >>
<< Ma Crowley se non lo faccio si rovinerà! >> il tono di Azraphel era particolarmente acuto.
<< Andiamo angelo questo libro è talmente pulito che ci si può mangiare. >>
Azraphel tentò di rimettere le mani sul libro ma Crowley lo bloccò mettendo una mano sulla sua.
<< Angelo guardami. >>
Ma Azraphel non alzò lo sguardo di un millimetro.
<< E tu saresti uno che non ha niente che non va, non riesci nemmeno a guardarmi in faccia >> disse Crowley ferito.
<< Questo non è vero >> la voce dell'angelo era appena udibile.
<< E allora guardami per l'amor di... di...- >>
<< Io non voglio più stare con te >> buttò fuori Azraphel continuando a guardare tutto tranne che lui.
A Crowley si gelò il sangue nelle vene, rimase immobile, in silenzio, sentiva la sua pelle divenire sempre più fredda sarebbe stato anche normale data la sua natura da rettile, ma quella sensazione era diversa, era orribile.
<< An... Azr... i-... t-tu non... >>
Uscirono solo frasi sconnesse dalla bocca del demone, guardò le loro mani una sopra l'altra sulla scrivania, accarezzò con un dito il mignolo di Azraphel sentendo il metallo freddo dell'anello che portava sempre.
<< Azraphel >> riuscì infine a dire.
L'angelo non aprì bocca, continuava a tenere lo sguardo lontano e in quel momento a Crowley sembrò come se gli stesse scivolando via, era distante, c'era una barriera tra l'oro che forse, involontariamente, aveva eretto proprio lui, spostò la mano e con entrambe prese il viso dell'angelo, lo fece spostare di modo che finalmente lo guardasse. Azraphel sembrava un burattino nelle sue mani e Crowley lo stava detestando in quel momento, voleva che urlasse, che gli parlasse, che gli facesse una scenata se era necessario ma quel silenzio, quel arrendersi lo stava mandando nei matti.
<< Parlami angelo >> lo supplicò avvicinandosi alle sue labbra.
Ma Azraphel mantenne il silenzio, Crowley chiuse gli occhi ma non si spostò di un centimetro.
<< Allora dimmi di andarmene. >>
Disse muovendo le labbra che sfiorarono quelle dell'angelo.
<< Cacciami via. >>
Disse ancora con voce roca, lo sfioramente delle labbra portò Azraphel a dischiudere involontariamente le sue, Crowley si trattenne dal sorridere.
<< Dimmi che non mi vuoi più angelo e ti giuro che tiro su i tacchi e me ne vado, ma voglio sentirlo da te. >>
Labbra contro labbra, fiato che si mescolava ad altro fiato, Azraphel era un miscuglio di elettricità e sensazioni, sentiva le labbra del demone che sfioravano le sue, gli facevano il solletico, pelle che sfiorava altra pelle e lui che stava per impazzire, il respiro era affannato, cominciava ad aumentare e il cuore si dibatteva come un uccellino in trappola.
<< Io... ti voglio >> mugugnò l'angelo.
<< Allora baciami. >>
<< Angelo baciami. >>
Azraphel deglutì.
<< N-non posso >> disse.
Si allontanò di scatto da quella presa.
<< Io non posso mi dispiace. >>
Sul volto del demone comparì un'espressione di pura sofferenza mescolata alla rabbia che aveva provato negli ultimi giorni.
<< Non è vero che ti dispiace! A te non interessa nulla di me, io non so più cosa fare, che cosa vuoi da me angelo eh che cosa vuoi!? >>
Aveva cominciato ad urlare, agitava le braccia e la sua voce era pregna di disperazione, non voleva rivivere tutto quel dolore e quella sofferenza, quando si erano riconciliati aveva creduto che da quel momento avrebbero vissuto solo momenti felici, certo con qualche battibecco ma non aveva mai pensato che si sarebbero ritrovati nuovamente in una situazione di stallo. Lo prese per la camicia e l'angelo lo lasciò fare.
<< Io ti ho dato tutto, tutto me stesso >> disse.
Lo lasciò andare e mentre ansimava guardando l'amore della sua vita divenire sempre più lontano si tirava la camicia come se fosse diventata improvvisamente troppo stretta, lo stava soffocando.
<< Io ti ho amato da... dall'inizio dei tempi, ti amo, ti amo e ti ho consegnato ogni briciolo di inferno che era rimasto in me. Mi hai tolto tutto anglelo, non mi è rimasto più niente, non sono un angelo, né un demone e nemmeno un umano. Ero qualcosa solo grazie a te! >>
Azraphel se pur con il cuore a pezzi guardava quella scena straziante, Crowley gli stava aprendo il suo cuore, gli stava donando una parte di sé che mai nessuno avrebbe potuto vedere, non era un essere infernale quello che aveva davanti, era una creatura che stava soffrendo per amore, che soffriva per lui e per lui soltanto.
<< Che cosa devo fare, dimmi che cosa devo fare angelo >> sospirò il demone con la voce spezzata, infranta in mille pezzi d'amore.
L'angelo esitò ancora torturandosi le dita mentre il demone lo fissava sconfitto, distrutto, il petto si abbassò in un ultimo respiro desolato, guardando l'angelo che non pronunciava parola Crowley abbassò la testa, si girò e stava per andarsene, era l'unica cosa che poteva fare per mantenere quel briciolo di dignità che ancora gli era rimasta.
<< Aspetta >> lo chiamò Azraphel.
<< N-non voglio tu vada via. >>
Crowley alzò e abbassò le braccia rimanendo voltato di spalle.
<< Cos'è che vuoi allora? >>
<< I-io non riesco a sopportare che tu sia stato con Gabriele, non ce la faccio Crowley. >>
Il demone si voltò non troppo stupito da quella rivelazione.
<< Che cosa cambia? Perché ti da tanto fastidio? >> gli chiese mantenendo la calma.
<< Io credevo... >>
<< Credevo di essere stato il primo per te. >>
All'angelo costò molto dire queste parole, si sentiva egoista ma gli pesavano nel petto come un macigno e doveva assolutamente liberarsene o sarebbe impazzito.
<< Azraphel te l'ho già spiegato, quello che ho avuto con lui non c'entra assolutamente niente con quello che...- >>
<< Lo so! Lo so! Ma comunque c'era qualcosa Crowley, e non riesco a capire come tu riesca ad amare me dopo aver amato lui, un arcangelo! E la cosa che più mi terrorizza è che tu ami me perché non puoi più amare lui. >>
La voce dell'angelo ora era molto più acuta e piena di amarezza.
<< E perché di grazia io non potrei più amarlo? Io posso amare chi mi pare angelo mettitelo in testa >> ora era davvero arrabbiato.
<< Se tra voi è finita un motivo c'è >> disse l'angelo dispiaciuto per averlo ferito.
<< Sì perché io sono caduto, ma sarebbe finita ugualmente te lo assicuro >> sbottò Crowley agitando le braccia.
<< Non puoi saperlo con certezza e lo sai bene. >>
L'angelo abbassò lo sguardo, la conversazione era conclusa o almeno così credeva ma il demone lo stupì di nuovo, colpendolo così forte nel cuore da fargli dubitare di essere ancora vivo.
<< Se avessi conosciuto prima te non sarei mai caduto. >>
Azraphel alzò il viso di scatto puntando lo sguardo in quello di Crowley, voleva credere alle parole del demone, lo desiderava con tutto se stesso ma dall'altro lato una voce gli ripeteva che lui non era abbastanza, che non poteva permettersi di paragonarsi a Gabriele e così scosse semplicemente la testa.
<< Anche questo non...- >>
Crowley chiuse gli occhi, strinse i pugni e poi tornò a guardare l'angelo.
<< Sai perché lo dico? Perché la vita in paradiso non sarebbe stata così noiosa con te al mio fianco, perché non sarei mai stato così stupido da abbandonarti, da preferire l'inferno a te. Io ho detto che non volevo cadere ed è vero ma non c'è stato nulla di così forte da impedirmi di farlo, nemmeno Gabriele o Dio. >>
Azraphel scosse le mani e la testa.
<< Non puoi paragonarmi a Dio Crowley ma ti senti!? >>
Il demone gli puntò un dito contro.
<< Io non ti sto paragonando, sto semplicemente cercando di dirti che non c'è stato nulla di tanto forte da farmi desistere, ma tu angelo hai reso la mia via sulla terra così fantastica da farmi desiderare di non andare pià via. Per questo motivo so con certezza che non avrei mai lasciato il paradiso se ci fossi stato tu al mio fianco. Non hai idea di quanto ti ami angelo, tu... tu non te lo puoi immaginare, hai reso un demone in grado di amare te ne rendi conto? Credi che se ci fosse stato un altro angelo al tuo posto le cose sarebbero state le stesse? >>
Azraphel sospirò.
<< Avresti salvato comunque la terra >> disse cercando di ignorare il pizzicore che sentiva salirgli alla gola.
<< Può darsi ma come sarebbe stata la mia vita? Un vero inferno, avrei continuato a sentirmi solo come mi sentivo in quel buco pieno di zolfo e come mi sentivo in paradiso. >>
L'angelo strinse le lebbra, gonfiò il petto e lasciò andare l'aria.
<< Com'era? >> gli chiese.
<< Cosa >> domandò Crowley.
<< Stare con Gabriele >> rispose l'angelo guardandolo negli occhi.
Crowley scosse la testa, non capiva il motivo di quella domanda, ma se serviva a far stare tranquillo il suo angelo gli avrebbe risposto, avrebbe fatto anche quello per lui.
<< Noi due beh... io creavo delle stelle e poi gliele mostravo, volevo fosse fiero di me, desideravo che si complimentasse, che mi facesse sentire importante, che mi facesse sentire qualcuno. >>
<< E succedeva? >> domandò l'angelo.
Crowley scosse appena il capo.
<< No, nemmeno una volta. Più mi elogiava più io desideravo lo facesse, sentivo un vuoto dentro di me che con lui a mala pena riuscivo a colmare. Forse la cosa che più mi allettava era essere apprezzato da un arcangelo, io volevo solo... volevo solo essere amato e amare alla stessa maniera ma non ci sono mai riusicto, finché non sei arrivato tu. Passavamo il nostro tempo a passeggiare immersi nei campi celesti, parlavamo del creato, dei caduti che iniziavano ad essere sempre maggiori, forse il nostro rapporto era più vicino ad un'amicizia. >>
<< Ma tu hai detto di averlo amato >> disse l'angelo.
<< Sì ed è così, ma come ti ho detto non era l'amore che pensi tu. >>
Azraphel deglutì, abbassò lo sguardo e si avvicinò a Crowley riempiendo quella distanza che si era fatta insopportabile per entrambi, il demone piegò la testa appena di lato, allungò piano le braccia posandole sul petto dell'angelo che tanto amava, si avvicinò alle sue labbra, i loro nasi si sfioravano.
<< Angelo mi stai uccidendo con la tua freddezza. >>
Azraphel aprì le labbra catturando quelle di Crowley, lo baciò intensamente carezzandogli il viso spigoloso, il demone chiuse gli occhi lasciandosi beare da quelle labbra che avevano il potere di mandarlo in estasi, di distruggere tutte le sue difese.
Quando Azraphel si staccò Crowley non disse nulla, rimase ad osservare quelle labbra ora rosse di passione, lucide di lussuria e candide come il paradiso.
<< Tu sai che io continuerò a tornare tutte le volte che mi chiamerai, che ti bacerò ogni volta volta che lo vorrai e che mai, mai rifiuterò un tuo tocco >> disse il demone muovendosi appena avanti e indietro.
<< Perché ti fai questo Crowley? Sarei egoista se ti allontanassi e poi ti rivolessi con me, dovresti dirmi basta ad un certo punto, dirmi di smetterla. >>
La voce dell'angelo era soffocata dal magone che ancora tratteneva.
<< Non posso... non posso >> sussurrò il demone sulle labbra dell'angelo.
<< Se ti lasciassi per sempre firmerei la mia condanna a morte, preferisco essere usato da te che vivere un giorno lontano dalle tue labbra. >>
<< Crowley ti prego smettila >> lo supplicò.
Azraphel gli prese la testa tra le mani e lo fece appoggiare sulla sua spalla, il demone si lasciò guidare rimanendo inerme.
<< Io non sono degno, non sono paragonabile a Gabriele, sono debole, non posso darti quello che ti dava lui io... mi dispiace. >>
L'angelo chiuse gli occhi e una lacrima solcò la sua guancia morbida. Il demone alzò il viso e vi posò un bacio.
<< E' questo il problema? Ti senti inferiore a Gabriele? >> gli domandò a fil di voce.
Azraphel annuì facendo una smorfia, le labbra gli tremarono appena ma lui le tenne serrate, non voleva piangere.
<< Non ho il potere di convincerti del contrario, ma posso ricordarti che tu hai salvato il pianeta, hai dato via la tua spada di fuoco per proteggere due umani che avevano disobbedito a Dio. Quale angelo fa questo? >>
<< Uno che evidentemente ha voglia di cadere >> disse l'angelo con un sorrisino ironico.
Anche Crowley sorrise.
<< E' così difficile pensare che Lei possa apprezzarti? >> gli domandò Crowley.
<< E' difficile credere che qualcuno possa farlo >> rispose l'angelo con lo sguardo macchiato dalla tristezza.
<< Angelo... >>
<< Lascia stare Crowley, faresti meglio a smetterla di perdere tempo con me. >>
Il demone si allontanò da lui di qualche passo, annuì.
<< Bene, se è questo che vuoi. >>
Girò le spalle e si allontanò, uscì dalla libreria, l'angelo rimase fermo con una mano appoggiata allo scaffale a guardare verso la porta, si sentiva un idiota, senza cuore e un debole, aveva lasciato andare la persona che più amava e che lo amava a sua volta, tirò su col naso e deglutì, gli occhi gli si riempirono di lacrime.
<< Idiota credevi davvero che me ne sarei andato? >>
La voce alle sue spalle lo fece sobbalzare, si alzò di qualche centimetro da terra per lo spavento e per poco non gli spuntarono le ali, si girò di scatto con una mano premuta sul petto nel tentativo di impedire al cuore di uscire fuori, di fronte a sé il demone dalla chioma rossa lo guardava con un sorrisetto sghembo.
<< Crowley... ma sei impazzito? >> strillò con voce acuta.
<< Sì sono pazzo angelo, pazzo di te. Tu mi hai reso così. >>
<< Non esagerare adesso sciocchino. >>
<< Oh stiamo migliorando con gli insulti >> disse il demone in tono ironico.
Azraphel sorrise arrossendo, Crowley si avvicinò a lui e gli slacciò il farfallino, l'angelo tremò appena e tentò di balbettare qualcosa mentre il demone gli slacciava i primi bottoni della camicia.
<< C-che cosa fai? >> balbettò l'angelo.
<< Niente >> rispose Crowley con voce roca baciandogli un pezzo di pelle del collo.
Azraphel ansimò.
<< Q-questo non mi sembra... niente >> mugugnò l'angelo.
<< Se può servire a rassicurarti >> disse Crowley assaggiando di nuovo un pezzo di pelle << ti sto mostrando quanto tu sia indegno di me e quanto io non ti ami e non ti desideri con tutto me stesso >> succhiò più forte facendo gemere l'angelo in fibrillazione sotto il suo tocco.
Azraphel ansimava appoggiato allo scaffale, la testa piegata all'indietro e le mani che stringevano le spalle di Crowley.
<< Lo senti angelo? Senti quanto disinteresse provo nei tuoi confronti. >>
Oh Azraphel lo sentiva eccome, il disinteresse di Crowley premeva proprio sulla sua gamba sinistra.
<< S-sì lo... lo sento >> riuscì ad ansimare con la gola secca.
<< Dimmi qualcosa angelo, qualcosa di cattivo. >>
Azraphel deglutì.
<< Sei... un birichino. >>
Crowley si fermò e alzò la testa, Azraphel divenne rosso come un pomodoro.
<< T-troppo? >> chiese ingenuamente.
Il demone scoppiò in una risata, poi lo guardò mordendosi le labbra.
<< Sssi angelo, lo sai cosa mi fanno le parolacce che escono dalle tue labbra >> tornò a divorargli il collo lasciandogli scie umide ovunque.
<< I-io non credo sia... sia una parolaccia >> si difese l'angelo, non gli piaceva molto usare termini scurrili ma per Crowley avrebbe sempre fatto un'eccezione.
Crowley gli sollevo una coscia con la mano, cominciò a strusciare il bacino su quello dell'angelo mandandolo in estasi, Azraphel ansimava stringendo la sua spalla, si aggrappò con una mano allo scaffale, qualche libro scivolò in avanti finendo per far cadere anche gli altri, Azraphel deglutì spostando una mano sui capelli di Crowley, li strinse.
<< Cr... Crow... i libri... si ro...vineranno >> gemette quando il demone gli lambì il lobo dell'orecchio.
<< Rimetterò tutto a posto angelo, te lo prometto. >>
Crowley ansimava mentre pronunciava quelle parole, non capiva nemmeno come fosse riuscito a parlare, aveva Azraphel completamente in balia dei suoi tocchi, tutto ciò che voleva era farlo sentire amato e desiderato. L'angelo iniziò a muovere anche lui il bacino verso quello di Crowley, i loro movimenti ora erano sincronizzati, Azraphel chiuse gli occhi preso dall'estasi del momento, ansimava così forte che se si fosse sentito se ne sarebbe di sicuro vergognato e Crowley gli gemeva nell'orecchio, insieme producevano i suoni della vera eccitazione. Erano entrambi pronti, rossi in viso e chiaramente eccitati, desideravano l'uno il corpo dell'altro e Crowley era deciso a portare l'angelo sopra i maggiori livelli di soddisfazione, spinse il bacino verso il suo in maniera più forte facendo uscire un piccolo grido ad Azraphel.
<< Angelo? >> gli chiese il permesso con la voce più bassa e roca che fosse mai riuscito ad utilizzare.
Azraphel ansimò un paio di volte cercando di trattenere il suo piacere che minacciava di lasciarlo proprio sul più bello, strinse la giacca di Crowley con una mano.
<< Sì... Sì >> sospirò ormai privo di ogni controllo.
Crowley lasciò andare la gamba dell'angelo, avvicinò le mani e prese i lembi dei pantaloni dell'altro, Azraphel mugolò facendo sorridere Crowley, stava per slacciarglieli quando uno scampanellio gelò entrambi sul posto, il demone guardò l'angelo temendo il peggio.
<< Non può esssere >> sibilò.
<< Un... un cliente >> disse l'angelo deglutendo a fatica.
Il demone sorrise in maniera sporca.
<< Pensa se ci becca qui, ridotti in questo stato. >>
L'angelo sul momento ridacchiò ma la sua risata divenne presto isterica.
<< No! >>
<< Sarebbe inopportuno. >>
Allontanò a malincuore Crowley da sé.
<< Dobbiamo fermarci >> sussurrò.
<< Che cosa!? >> strillò il demone.
<< Shh abbassa la voce, vuoi che ci senta? >>
<< Sai quanto può interessarmi >> disse Crowley schioccando le dita.
Azraphel alzò le sopracciglia.
<< Che hai fatto? >> gli chiese sospettoso.
<< Niente, l'ho solo messo fuori gioco per un po' >> rispose Crowley irritato ed ancora molto eccitato.
<< Ma è ancora di la? >> chiese scioccato l'angelo.
<< Sì >> rispose il demone.
Azraphel sgranò gli occhi.
<< Noi non... non possiamo fare. I-io ho un immagine da mantenere. >>
<< Sì, di non venditore di libri >> disse il demone frustrato
<< Che cosa penseranno le persone se mi trovassero qui dietro a tubare fra i libri. >>
<< Tubare? >> Crowley rise.
<< Beh in qualunque modo si chiami quello che stavamo per fare >> rispose sulla difensiva.
<< Sssesso angelo >> lo corresse Crowley con l'aria di chi si stava divertendo molto.
<< Shh. Potrebbe ancora sentirci >> disse l'angelo buttando un'occhiata verso destra.
Sul viso del demone si aprì un ampio sorriso.
<< Temi ci senta sco...- >>
L'angelo si fiondò sulle sue labbra, lo baciò come mai aveva fatto prima per poi staccarsi leggermente, si morse le labbra e guardò gli occhi gialli e languidi di Crowley.
<< D'accordo ammetto che non è carino da parte mia interrompere tutto in maniera così drastica, ma possiamo fare un accordo >> Azraphel lo guardò speranzoso.
Crowley alzò un sopracciglio.
<< Un accordo? Che genere di accordo? Sai... >> arricciò il naso con finta noncuranza << non credo mi convenga stipulare un patto con un angelo. >>
Azraphel si leccò le labbra, abbassò volutamente la voce cercando di renderla morbida e suadente.
<< Già ma potrebbe essere molto conveniente per entrambi. Per esempio se io ti dicessi che una volta terminato con il cliente chiuderò la libreria, e tu potrai fare con me tutto ciò che vuoi. >>
Crowley sollevò le sopracciglia, considerò bene l'offerta.
<< Potrebbe andare ma voglio una prova di ciò che dici >> disse facendo un sorrisetto.
Azraphel arrossì agitandosi un poco.
<< Beh per cominciare io... io potrei... >>
Si avvicinò al demone allungando le braccia verso il centro del suo piacere, stava per toccargli il bacino con una mano quando Crowley lo fermò con la sua. Azraphel alzò gli occhi su di lui. Crowley sorrideva, non c'era più traccia di malizia in quel sorriso, solo puro e sincero amore.
<< Ti aspetto di sopra angelo. >>
Si avvicinò per rubargli un bacio casto.
<< Che farai mentre mi aspetti, leggerai uno dei miei libri? >> domandò l'angelo sorridendo.
Crowley fece una smorfia disgustata.
<< Non ci pensare nemmeno. >>
Azraphel rise e mentre guardava il demone allontanarsi lo fermò.
<< Crowley? >>
Il demone si voltò.
<< Dimmi angelo. >>
Azraphel sorrise.
<< Grazie >> disse soltanto.
Crowley sorrise a sua volta annuendo con il capo, poi sali le scale e sparì nella stanza di sopra.





Note:
Il titolo riprende l'ultima cosa che Azraphel dice a Crowley non lo ringrazia solo perché Crowley ha accettato il suo patto ma gli dice grazie per averlo capito, per non averlo abbandonato, per essere rimasto lì con lui nonostante tutto. Gli dice grazie perché Crowley è stato capace di allontanare i dubbi su se stesso, è stato in grado di farlo sentire davvero amato, lo ha fatto sentire importante e questo Crowley lo sa e risponde al suo grazie con un semplice sorriso, perché a volte le parole non servono soprattutto se ci si ama come si amano loro.
Spero che questo pezzettino di storia vi sia piaciuto, un grazie a tutti.

Ineffable.






   
 
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