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Autore: Nocturnal Valex    29/11/2021    0 recensioni
Il corpo di Snape non fu mai ritrovato nella Stramberga Strillante, dove Harry era sicuro di averlo visto morire, ma sei anni dopo quel giorno Harry ha ben altro a cui pensare: qualcuno ritornerà dal passato, e tra amori vecchi e nuove minacce, Harry deve riuscire a mantenere insieme i pezzi della sua vita.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry non arrossiva mai davanti a lui, eppure quando Severus mise piede in quella stanza di ospedale le guance dell’ex Gryffindor si tinsero di un adorabile colore rosso mentre sorrideva timidamente. Snape si chiese se non avesse davvero preso una botta in testa, perché quello non era il ragazzo che solo qualche giorno prima gli aveva imposto di farlo suo, noncurante delle conseguenze.
Ma non era nemmeno da Snape sorridere come un idiota quando vide finalmente il suo Harry osservarlo con occhi carichi di… qualcosa a cui ancora non si sentiva pronto a dare un nome.
-Ti sei svegliato- mormorò, incapace di avanzare verso di lui e ancora fermo sulla soglia della porta.
-E voi vi siete rincoglioniti tutti con sta frase. Mi sembra ovvio che io sia svegli, è inutile continuare a notarlo- sbottò Harry divertito.
Severus roteò gli occhi e finalmente gli andò vicino. -Il solito impertinente- borbottò senza però aria di rimprovero -Eravamo tutti preoccupati per te, scusaci se ora non riusciamo a declinarti Shakespeare- e ad uno sguardo perplesso e confuso del ragazzo sbuffò -È un poeta inglese babbano, lascia perdere-.
Harry annuì e lasciò cadere il discorso. -Ron mi ha detto che sei stato qui praticamente tutto il tempo-
-Sì, poi Draco mi ha costretto ad andare a Grimmauld Place dicendo che puzzavo di morto. Probabilmente aveva ragione. Mi sono perso il tuo risveglio però- si sedette sua stessa poltrona che lo aveva ospitato per ore.
-Avevo paura di non trovarti al mio risveglio, pensavo che saresti scappato dopo… l’ultima volta- gli occhi di Harry si riempirono di lacrime e Snape capì che quella era una paura reale e profonda per il ragazzo, ed era tutta colpa sua.
Allungò una mano e la posò sul volto di Harry, asciugando una lacrima solitaria, poi si chinò verso di lui. -Non me ne vado più, te lo prometto, resto finché lo vorrai- e posò la fronte contro quella di Harry.
Non parlarono più per qualche minuto, poi finalmente il minore, memore di quanto fosse breve la loro vita, si decise a toccare le labbra di Snape con le proprie, in un bacio leggero e dolce come non se ne erano mai dati.
-Prima di svenire ricordo di aver sentito qualcosa- mormorò Harry, interrompendo quel contatto ma senza mai staccare gli occhi verdi da quelli neri del maggiore. -Pensavo di avere le allucinazioni, perché mai avrei immaginato Severus Snape implorarmi di stare con lui- sorrise divertito e dolce allo stesso tempo.
-Sì, credo tu abbia avuto le allucinazioni Potter- rispose facendolo ridere.
Quel momento magico venne interrotto da un leggero bussare alla porta. Severus tornò seduto sulla poltrona, senza lasciare la mano di Harry, mentre quest’ultimo invitava ad entrare quella che si rivelò essere Ginny con in braccio un bambino.
Severus guardò Harry, che a sua volta aveva spalancato la bocca come a voler dire a Ginny qualcosa, così andò in suo aiuto. -Tranquillo, so già di James, la signorina Weasley mi ha raccontato alcune cose qualche giorno fa-.
Harry ancora non disse nulla, alternando lo sguardo spaventato tra Ginny col figlio in braccio e Severus, che lo guardava con un misto tra divertimento per quella situazione e calma, per cercare di trasmetterla al ragazzo accanto a lui.
Alla fine Potter si rilassò e fece cenno a Ginny di avvicinarsi. Lasciando la mano di Snape allungò le braccia e prese il piccolo James, appoggiandoselo al petto. Snape lo osservò e vedere l’amore con cui Harry guardava il piccolo gli scaldò il cuore. Non si sarebbe mai abituato alla dolcezza del ragazzo e alla quantità di amore che era in grado di dispensare. Sperava che una piccola parte fosse riservata a lui.
Con quei pensieri si isolò, ignorando la conversazione che Ginny ed Harry avevano intrapreso. Si ritrovò a chiedersi come sarebbe stata la sua vita da quel giorno in avanti. Avrebbe vissuto a Grimmauld Place? Sarebbe tornato ad insegnare ad Hogwarts? Cosa voleva veramente?
Sì, si disse, gli sarebbe piaciuto tornare ad Hogwarts, per quanto improbabile, ma non avrebbe mai voluto vivere nella casa di Sirius Black.
Perso com’era nei suoi pensieri si accorse che Harry lo stava chiamando solo quando questo gli schioccò le dita davanti al naso. Si riscosse per notare il ragazzo ridere lievemente, e anche se stava ridendo di lui si ritrovò a ricambiare.
-Sev, ti presento James Sirius- disse Harry e in quel momento Snape non capì più nulla. Harry lo aveva chiamato non solo per nome, ma con un diminutivo; inoltre lo guardava con un’emozione negli occhi che Severus era convinto avere anche lui, ma che in quel momento gli fece paura. Ultimo, Harry gli stava presentando suo figlio, un frugoletto molto simile a lui ma con gli occhi scuri, e lo stava invitando silenziosamente a prenderlo in braccio.
Esitò un secondo di troppo ed Harry fraintese -Non sei obbligato- mormorò, mascherando facilmente quella punta di dolore che Snape vide correre nei suoi occhi -Scusa, sto correndo troppo, hai ragione- e si strinse nuovamente al petto il bambino.
-No, va bene, scusami tu- si affrettò a dire Severus, alzandosi in piedi per raggiungere il letto e sedersi sul bordo. Solo in quel momento notò che in stanza c’erano solo loro tre, la Weasley doveva essere uscita mentre lui era distratto. -Scusa, tutto questo è nuovo, non so come comportarmi-.
Gli occhi di Harry si illuminarono nel vedere Severus allungare le braccia e prendere il bambino che gli stava passando. Lo fece con una tale facilità e bravura che Harry si chiese se non l’avesse già fatto prima. Snape capì le sue perplessità, ma le mise fuori contesto. -Sono il padrino di Draco, Harry. L’ho visto crescere, gli ho insegnato a camminare e a correre, stai tranquillo che non lo faccio cadere-.
-No no, mi chiedevo solo dove nascondessi tutta questa delicatezza con i bambini- gli rispose Harry avvicinandosi a lui e posando la testa sulla sua spalla. Insieme contemplarono il viso felice del piccolo James.
Rimasero così qualche minuto, crogiolandosi nel silenzio rotto solo dai mugugni del bambino che ogni tanto cercava di afferrare le ciocche dei capelli di Severus. Harry era talmente felice di vedere suo figlio adorare l’uomo che amava che non riuscì a trattenersi -So che è presto e tutto, ma ho pensato ad una cosa, in questo esatto momento- esordì iniziando a torturarsi le mani. -Non lo faccio per metterti fretta e sei liberissimo di dirmi di no, ti giuro che non ci rimango male né faccio storie o…-
-Harry- lo interruppe Snape con tono a metà tra il serio e il preoccupato. -Dimmi e basta, possiamo parlarne  qualsiasi cosa sia-.
Vide Harry prendere un profondo respiro, poi guardò James come se da lui raccogliesse la forza per parlare. -Ho fatto ricostruire la casa dei miei genitori. Pensavo di andarci a vivere finite le indagini e di fare una camera per James così che possa stare in una casa confortevole. Mi chiedevo, dato che la casa dei tuoi genitori è andata distrutta, se ti andasse di…-
-Sì- lo interruppe di nuovo Snape con sguardo serio, mentre dentro di lui si sentiva esplodere di gioia.
Harry, che aveva tenuto lo sguardo fisso sul figlio fino a quel momento, alzò gli occhi fino ad incontrare quelli di Severus. -Ma non sai nemmeno cosa stavo per chiederti- obbiettò.
-Di venire a vivere con te a Godric’s Hollow. La risposta è sì- e Snape ringraziò di avere in braccio il bambino, perché vide Harry riempirsi velocemente di felicità prima di esplodere in un pianto liberatorio, alternativa all’abbraccio compulsivo in cui sarebbe stato coinvolto se non ci fosse stato James.
-Per Godric, Severus- pianse Harry e Snape iniziò a preoccuparsi per la sanità mentale del ragazzo perché non era normale ridere e piangere contemporaneamente -Ero certo che mi avresti detto di no, che saresti scappato di nuovo- e gli appoggiò la fronte sulla spalla.
Snape a quel punto si sentì sciogliere e, dopo aver sistemato il bambino in modo tale da riuscire a tenerlo bene con un solo braccio, con quello libero circondò le spalle di Harry e se lo strinse addosso, attento a non muoverlo troppo per non peggiorare la ferita alla gamba. -Te l’ho detto Harry, non scappo più, ti amo troppo per lasciarti nuovamente andare.
 
Dopo che Snape ebbe lasciato la stanza  e riconsegnato il bambino a Ginny, i Weasley, dopo un attimo di sgomento dovuto alla scena di Severus Snape con in braccio il loro nipote, si erano dati i cambi per entrare da Harry a salutarlo.
Chi rimaneva fuori si guardava a metà tra il perplesso e il curioso, ma alla fine George fu il primo a sedersi accanto a Severus e scambiarci qualche parola. Non parlarono di chissà che, ma al termine della chiacchierata erano giunti ad un patto: Snape avrebbe preparato alcune delle pozioni necessarie al negozio dei Tiri Vispi e in cambio avrebbe ricevuto gratuitamente tutti i dolciumi che piacevano ad Harry. Gli sembrava uno scambio equo.
Dopo il primo passo di George tutti i Weasley si presentarono davanti a lui con la mano tesa in segno di pace, che Severus strinse rilassato e sicuro che questo gesto avrebbe fatto piacere al suo Harry. Si sentì a disagio quando Molly Weasley dapprima gli chiese scusa per averlo creduto un traditore e averlo odiato, e poi lo implorò tra le lacrime di trattare bene quello che per lei era un figlio.
-Tranquilla Molly, ci ho messo del mio per farmi odiare- rispose Severus in piedi davanti a lei, spostandosi a disagio da un piede all’altro. Troppe lacrime per lui quel giorno. -E non farò più soffrire Harry, gli devo la mia vita- e quelle parole la fecero esplodere in singhiozzi, così Arthur Weasley, dopo avergli lanciato un imbarazzato sorriso di scuse, la prese per le spalle e la abbracciò. La donna iniziò a soffocare i singhiozzi nella giacca marrone dell’uomo, lasciando libero Snape.
Pian piano i Weasley lasciarono l’ospedale, compresa Ginny con James, e Severus negò a se stesso di aver sentito una morsa allo stomaco quando aveva visto il bambino allontanarsi con la madre, così per soffocare quella sensazione tornò da Harry, trovandolo stravolto immerso nelle coperte.
-Tra poco è Natale- disse quando Snape si fu chiuso la porta alle spalle.
Severus non ci aveva pensato, erano anni che non festeggiava il Natale, ma quella gli sembrava una buona prima possibilità. -Me ne stavo scordando, con tutto quello che è successo- ammise sedendosi sulla poltrona e iniziando a passare le mani tra i capelli corvini dell’altro. -Avevi qualcosa in mente?-
Harry scosse la testa. -Fino all’anno scorso lo passavo con i Weasley, probabilmente quest’anno non sarà diverso dato che io e Ginny siamo rimasti in buoni rapporti. Vuoi venire?- lo guardò di sfuggita, temendo una reazione negativa alla proposta.
-Harry…- esordì Severus. Non sapeva cosa dire, era tutto troppo quel giorno. -Facciamo che ci penso un attimo okay? Non so se mi sento pronto a tutto quel casino, a quelle persone di cui molte delle quali le ho viste crescere e morire. Ricordati che fino ad un mese fa io ero morto per tutti, ormai mi ero abituato a quella vita. Ci metterò un attimo a tornare alla normalità-.
Harry annuì e Snape fu felice di non vederlo rimanerci male per le sue parole. -Sì certo, pensaci con calma. Tanto sarebbe solo il giorno di Natale, possiamo passare insieme tutti gli altri giorni, se vuoi alla Vigilia possiamo anche invitare Draco e Astoria a cena, che ne pensi? Così stai anche con la tua famiglia-
Snape rise sommessamente e annuì. Aveva perso tutto nell’ultimo mese: Lucius, Narcissa, la casa dei suoi genitori… ma aveva guadagnato un uomo che amava e che voleva la sua felicità, anche a costo di invitare a cena un ragazzo con cui aveva passato gli anni di Hogwarts a litigare. -Mi sembra una buona idea piccolo- e lo guardò arrossire per quel nomignolo. Non riuscì a resistere e lo baciò dolcemente. -E che ne pensi se dopo Natale prendiamo James e andiamo a farci un bel viaggio da qualche parte? Tanto con quella gamba non rientrerai a lavoro tanto presto-.
Gli occhi di Harry si illuminarono e questa volta gli gettò le braccia al collo come un bambino davanti ai regali di Natale. -Penso che sarà il Natale più bello dell’ultimo decennio. Grazie Sev- mormorò sulla pelle sfigurata del suo collo, senza lasciarlo andare.
-Grazie a te per non esserti arreso-.
   
 
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