(Don’t Look) Just Run ;

Corre Bokuto: il fiato corto, la gola in fiamme, le gote arrossate e bollenti.

Corre, inseguendo l’alba, lasciando dietro di sé le ultime briciole della notte, insieme a nuvole di vapore che scivolano dalla sua bocca insieme ai suoi ansimi, sempre più profondi e concitati.

Corre, nel silenzio delle strade del quartiere ancora addormentato, sentendosi come l’ultimo uomo sulla Terra, solo e incapace di fermarsi, di guardarsi indietro.

Ha paura di voltarsi, di sentire quel senso di vuoto nel petto quando ad incontrare i suoi occhi affaticati e impastati di sonno non trova nessuno, se non la sua ombra.

Inspira, respira e continua a correre.

Ad andare avanti.  

Scaccia l’ultima traccia di malinconia che gli annebbia la vista e gli stringe il cuore, e alza lo sguardo, fissandosi sul panorama di fronte a sé: lo skyline di una Tokyo ancora addormentata, docile e tenue nelle sfumature pallide di un’alba sempre più vicina, pronta a sbocciare e a inondare di colori la lunga giornata che lo attende.

Gonfia il petto: si prepara a fare il primo passo, a riprendere il ritmo.

Un ritmo che un giorno – ne è sicuro – qualcuno sarà in grado di raggiungere.

E di mantenere.

Cancellando l’unica paura che rallenta la sua corsa.

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N O T E
 
Credo che passerà ancora molto tempo prima che mi stanchi davvero di studiare – anzi, vivisezionare – quella meraviglia di uomo e personaggio che è Bokuto. Io ho pochi fave veramente FAVE e quando mi fisso mi piace studiarli a fondo, tracciandone ogni possibile sfumatura, soprattutto quelle che possono passare inosservate. Ecco, secondo me, Bokuto ha una bella dose di malinconia e solitudine nascosta sotto strati e strati di allegria, vivacità, entusiasmo e ogni cosa bella che trasuda da ogni sua risata ed esclamazione. È qualcosa che Furudate accenna quando fa vedere il passato di Bokuto pre-Fukurodani (che è la parentesi temporale in cui è ambientata questa flashfic) e che mi ha stregato proprio per il fatto che stride così tanto con il Bokuto che conosciamo, ma che è fondamentale per comprenderlo appieno.

Se non si capisce tra le righe: per me la paura più grande per Bokuto è quella di rimanere solo; secondo me è da questo trascorso pre-liceo dove viene "abbandonato" dai suoi compagni che non riescono a tenere il suo passo che nasce il Bokuto bisognoso di attenzioni ed emotivo. Una versione di sè che si lascerà alle spalle quando troverà la squadra giusta capace di supportarlo, di tenere il suo ritmo <3

Fatemi sapere che ne pensate, e grazie di cuore per il vostro tempo e attenzione!

<3