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Autore: manga reader    30/11/2021    0 recensioni
[Blue Reflection]
Le Reflector sono delle maghette che traggono i propri poteri dai sentimenti e dalle emozioni delle persone. Molte di loro fanno riferimento alla AASA, l'organizzazione che studia il Common. Il mondo generato dalle emozioni delle persone.
La AASA ha appena aperto, ovviamente sotto copertura, un nuovo centro operativo in una nuova città e sta cercando Reflector da reclutare. Presto però si verifica un evento molto particolare: qualcuno sta scambiando i sentimenti delle persone. Sarà compito delle eroine indagare e venire a capo della situazione.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mancavano pochi minuti alla pausa pranzo. La lezione però non sarebbe stata interrotta prima di allora, anzi probabilmente la professoressa avrebbe continuato per un altro po’ a parlare, spiegando loro le parti da studiare nel libro.
Una studentessa dai capelli marrone chiaro aspettava di poter uscire presto. Era seduta in una delle ultime file, proprio vicino al muro dove vi era la porta. La sua posizione, proprio a lato della sedia, lasciava intuire che era quasi pronta a scattare.
Certo, purtroppo avrebbe dovuto aspettare anche dopo l’inizio, fino a che l’insegnante non avrebbe dato il permesso di alzarsi. La professoressa Rei Takakoi era nota per essere severa. Non era una persona cattiva e non l’avrebbe annoverata neppure tra le frustrate, ma era eccessivamente rigida! La ragazza qualche volta l’aveva pure stuzzicata, così come era solita fare con tutti, ma sapeva che se avesse esagerato, la donna non si sarebbe limitata a brontolare e rimproverarla, ma avrebbe potuto prendere provvedimenti più seri. Soprattutto, non voleva entrare in conflitto in quel periodo, dato che ciò che le interessava era provare quell’anello magico che aveva trovato.
Finalmente arrivò la pausa pranzo e come previsto, la signora Takakoi li lasciò seguire le sue parole ancora per un po’. Finalmente disse che potevano andare e allora la fanciulla si precipitò fuori dalla porta. La sua destinazione era il bagno. Voleva capire come funzionava quello strano anello e il modo migliore era farlo dove non rischiava di essere vista. Continuò spedita, mentre la gente stava uscendo nei corridoi. Era stata la prima ad andarsene e le era parso di sentire persino Rei sospirare, presumibilmente perché non amava che fremesse di lasciare la scuola o l'aula per avere una pausa. In effetti non era mai piaciuto ai professori quella sua abitudine, ma lei non ci aveva mai fatto troppo caso.
Continuò per i corridoi, mentre le lunghe trecce si muovevano a ritmo dei suoi passi. Era curiosa di esplorare meglio il giardino fatato. Si era così stupita quando era finita lì la prima volta! Era riuscita a capire come entrare e come uscire. Ora però voleva conoscere meglio quel luogo.
Arrivata finalmente al bagno delle ragazze, andò dentro una delle stanze con il water e chiuse la porta.
Controllò l’anello all’indice, quindi chiuse gli occhi e si concentrò.
Quando riaprì le palpebre, non si trovò però nel giardino così pieno di fiori e grazioso, bensì in una foresta tetra. Qualcosa non andava! Come mai era finita lì quella volta? Il suo primo impulso fu quello di concentrarsi di nuovo per andarsene, la curiosità però fu troppa. Aveva provato solo poche volte ad usare l’anello e ancora non sapeva come funzionasse. Avrebbe fatto meglio ad esplorare quel posto, per capirci di più.
Si guardò introno. Gli alberi erano privi di foglie e dall’alto filtrava solo una tenue luce. Il suolo era coperto solo ogni tanto da erba secca. Prese una direzione andò avanti. Dopo un po’ intravide in lontananza degli strani esseri, ma decise saggiamente di tenersi lontano da essi.
La fanciulla dalle trecce marroni, svoltò a destra, camminando lungo un troco d’albero, per passare da un punto diverso da quello in cui si trovava, separato da un dislivello.
Ignorava che posto fosse quello, come da quale stato d’animo fosse dominato. Una reflector con un addestramento basilare lo avrebbe riconosciuto subito, così come avrebbe capito cosa fossero gli esseri che aveva giustamente evitato, per lei però tutto ciò era nuovo.
Dal canto suo la ragazza si era spesso chiesta se i suoi viaggi con l’anello fossero solo uno strano songo, eppure ogni volta le sembrava tutto così realistico da farle escludere che stesse sognando, sia le volte in cui era stata portata nel giardino, sia quando si era trovata inaspettatamente nella foresta.
Iniziò a sentirsi stufa, ma proprio allora qualcosa attirò la sua attenzione. Un oggetto luminoso, che fluttuava a mezz’aria. Si avvicinò. La forma ricordava quella di una stella, ma a vederlo poteva sembrare un cristallo. Se ci fosse stata una reflector esperta avrebbe potuto spiegarle che fosse un "fragment", ma la ragazza era da sola. La curiosità fu molta. Allungò la mano verso esso e quando le sue dita furono a pochi centimetri da quella strana stella, sentì una voce.
‹ Non posso permettermi di essere indulgente. Devo farmi rispettare. Devo fare rispettare le regole. Altrimenti finirà come l’altra volta. Devo far vedere chi comanda. ›
Indietreggiò di un passo. Gli occhi si spalancarono. Era a bocca aperta. Totalmente stupefatta dalla cosa.
“Professoressa?”
Quella era la voce della signora Rei Takakoi!
Lì per lì la ragazza fu indecisa sul da farsi. Le sarebbe piaciuto rimanere sul posto per capire meglio cosa stesse avendo davanti. Le venne però un dubbio. E se quella fosse una cosa che stava accadendo nella sua scuola?
Di nuovo si concentrò, chiuse gli occhi e si ritrovò nel bagno delle ragazze. Corse subito fuori. Doveva fare in fretta. Che cos’era quello che aveva appena sentito? Pensieri? Doveva verificare subito se stesse accadendo qualcosa che potesse corrispondere alle parole udite.
Col fiatone, la fanciulla arrivò presso la propria aula.
“Il manga non lo può portare a scuola, signorina Nao. Glielo ho già detto varie volte.”
Era proprio la sua insegnante e sembrava proprio in pieno di uno dei suoi rimproveri. La compagna di classe della fanciulla dai capelli marrone chiaro provò a giustificarsi, dicendo che non lo leggeva a lezione, ma solo nelle pause.
“Non mi interessa, me lo dia.”
Sembrava intenzionata a sequestrarglielo e lo avrebbe ritrovato solo nella sala dei professori. Non sarebbe stata un’esperienza piacevole per Nao. Insomma, tutte quelle storie per un manga.
“Ci sono delle regole qui. Vanno rispettate.”
Insistette la Takakoi.
Questa volta la tentazione di intervenire della ragazza con le trecce fu più forte della prudenza.
“Ma insomma, glielo lasci tenere!”
La professoressa di volse verso di lei.
“Signorina Fujita, non sto parlando con lei in questo momento.”
Tentò di zittirla freddamente. La donna avrebbe potuto iniziare a prendersela con lei e farle un cazziatone solo per quell’intervento.
La ragazza però non si lasciò intimorire e anzi sorrise in maniera beffarda.
“Lo so che le vengono i complessi di inferiorità se non riesce ad ottenere quel manga, ma non ha fatto niente di male.”
Forse stava facendo qualcosa di stupido. Non poteva essere certa di aver sentito i suoi pensieri e magari l’avrebbe fatto solo arrabbiare. La professoressa parve però esitare.
“Mica la rispettano di più se glielo porta via. Non ha senso un rimprovero del genere in questo caso. La regola dice che non si possono portare i manga perché la gente li legge a lezione, ma se lei li legge durante le pause rispetta in realtà il comportamento che si vuole indicare.”
Ormai, se l’aveva fatta arrabbiare, l’aveva già combinata grossa, quindi tanto valeva non trattenersi.
“Ho capito che non l’hanno rispettata in passato, ma non lo abbiamo fatto noi.”
Detto ciò uscì di nuovo dalla classe. I compagni lì presenti si guardarono l’un l’altro, aspettandosi che la professoressa prendesse provvedimenti. Pure la ragazza dai capelli marroni se l’aspettava, eppure la professoressa rimase immobile, come una statua. Solo dopo diversi secondi si destò e uscì dall’aula, senza proferire parola, dimenticandosi di requisire il manga.
Forse la studentessa aveva colto nel segno e forse era stata persino cattiva. Aveva probabilmente ferito quella brontolona e magari sarebbe stato meglio confortarla.
   
 
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