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Autore: Lita_85    02/12/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Le grida sguaiate della malcapitata Crudelia, fecero il giro di tutta la sala attirando l'attenzione di tutti. Il trenino allegro e spensierato che si era mostrato davanti ai nostri occhi fino a pochi minuti prima, si era trasformato in una tragedia greca con tanto di dea incazzata nera. Mirko, ancora in modalità bambina dell'esorcista, ci guardava esterrefatto immobile come una statua di cera. Lo recuperammo  tra le grida scomposte della Drag Queen e gli schiamazzi della gente incredula presente. Uscimmo velocemente fuori correndo verso l'auto di Saverio ridendo tutti come dei pazzi. D'improvviso Mirko cominciò a ridere a squarciagola facendoci voltare dalla sua direzione. Sembrava davvero la bambina dell'esorcista.

« Le ho fatto la doccia!! », proclamò Mirko tra le risate appoggiando le mani sulle gambe chinandosi in avanti.

« Già… », rispose Saverio tra le risate poggiando una sigaretta sulle labbra. 

« E mi hanno visto tutti!! »

« Esattamente… », continuai aprendo la portiera posteriore accompagnandolo all'interno per la testa facendo attenzione a farlo capitolare all'interno per bene.

Chiusi la portiera creando un tonfo sordo, per poi cercare lo sguardo di Saverio al di là della macchina.

« E adesso che facciamo?! », chiesi a quest'ultimo facendomi lanciare il pacchetto di sigarette con annesso accendino.

« Cerchiamo un night come si deve e, gli facciamo strizzare i gioielli di famiglia da una strafiga! », affermò sorridendo con la sigaretta che ondeggiava sulle sue labbra.

Risi di gusto a quell'affermazione. Era davvero un'ottima idea, e Mirko non sembrava in grado di intendere o di volere. Entrammo tutti e due in macchina trovando Mirko più gasato di prima. E la cosa iniziò a preoccuparmi.

« Allora, dove andiamo adesso?! », domandò il santo saltando sul posto e sbattendo le.mani sul sedile. Aveva anche cambiato espressione, totalmente un'altra faccia. Sembrava posseduto.

« Dottor Testi, cos'è tutta questa fretta? », lo interrogò Saverio accendendo l'auto. 

« L'avete detto voi che devo divertirmi no?! Mi portate in uno Streep Club?! »

« Che?! », mi voltai allibito verso Mirko e alla sua richiesta illegale. 

« Avanti! È una vita che vi vedo scopare a destra e manca e spupazzarvi la ragazza di turno! Io ho solo toccato Claudia in tutta la mia vita! Voglio toccare anche io altro! »  

« Dottor Testi! Per quello che hai detto devi fare penitenza! »

« Ma dall'alto dei cieli dove risiedi, non è sacrilego quello che stai dicendo? Guarda che vai all'inferno! », continuai ridendo con il discorso fatto da Saverio.

« Ma non rompete il cazzo! Mi state facendo la morale?! »

« Noi? La morale? Ma non sia mai! », esclamai guardandolo sottecchi.

« Noi non sappiamo neanche cosa sia la morale! Soprattutto Dario! »

« Lo sai che sei davvero un bastrardo?! », esclamai guardando verso Saverio sorridendo.

Lui ricambiò il sorriso, e guardando verso lo specchietto retrovisore disse:

« Ti porto io in bel posticino dove potrai "toccare con mano"! », esclamò Saverio portandosi la sigaretta alla bocca lanciandomi uno sguardo divertito.

Mirko, che aveva perso completamente la sua santità, iniziò ad ululare neanche fosse un lupo in calore.

Accesi la radio su una stazione a caso facendo risuonare per tutto l'abitacolo Splendido Splendente di Donatella Rettore gasando ulteriormente Mirko. Iniziò a cantare la prima strofa della canzone tamburellando sul sedile guida dove sedeva Saverio.

« Invitante, tagliente
Splendido splendente
Pa ra pa pa pa ra
Pa ra ra pa pa pa ra
Pa ra pa pa pa ra », la voce a ritmo di Mirko mi fece davvero uno strano effetto. Iniziai a ridere a più non posso fumando la sigaretta che era quasi finita. Seguiva il ritmo gesticolando e tamburellando sui sedili di noi, una Donatella Rettore al maschile.

Sicuramente la vista di Mirko il peccatore invogliò anche Saverio, che si lanciò anche lui in un assolo.

« Splendido splendente
Come sono affascinante
Faccio cerchi con la mente », cantava Saverio toccandosi il colletto in modo sexy per poi continuare. 
« Mi distinguo fra la gente
Tutto relativamente
Grazie a un bisturi tagliente », enfatizzando le parole indicando il suo pacco regalo.

Cercai di trattenere le risate con quella sigaretta in bocca. Mi riusciva difficile non ridere quando venivano fuori le sue doti canore e di amatore seriale. 

Mirko si dimenava come un pazzo, dando anche lui sfogo a quell'energia che sembrava avesse represso da una vita. 

Seguitammo a ridere e cantare a squarciagola gola neanche fossimo stati dei tenori, quando all'improvviso qualcosa cambiò rompendo l'idillio.

« Sa, per favore fermati sto per vomitare! », esclamò Mirko tappandosi la bocca cercando di evitare il peggio.

« Cazzo no!!! »

Saverio preso dalla disperazione di quell'affermazione inchiodò l'auto con una frenata che fece volare il santo Mirko sul cambio. Mi alzai di scatto dalla mia postazione e tirandolo verso di me lo accompagnai " delicatamente" fuori tirandolo per le braccia. Quello che accadde dopo, rimarrà nell'immaginario collettivo di tutti noi. Mirko, tipo fontana di Trevi, vomitava come se non ci fosse un domani. Forse avevamo esagerato un tantino con l'alcol, ma una volta sapeva tenere meglio l'alcol. L'auto si fermò nei pressi del parco Sempione regalandoci una vista notturna che non avevamo conosciuto fino in quel momento. Nelle nostre serate all'insegna dell'alcol e delle donne disinibite, non avevamo mai assaporato appieno la città in cui vivevamo. Le luci che ci preparavano al Natale imminente e il freddo serale sembrarono trasformare tutto. Feci tre passi allontanandomi dallo scempio che stava accadendo alle mie spalle con occhi sognanti. Infilai le mani nelle tasche del cappotto blu e guardandomi intorno pensai a lei. Avrei voluto camminare per questi luoghi con lei. Assaporare la vita di tutti i giorni, assaporare quel sorriso che mi aveva rubato il cuore, assaporare il gusto dei suoi baci. Sospirai forte abbassando lo sguardo. Non avrei mai avuto il coraggio di fare il grande passo, a chi volevo darla a bere. 

« Scusami Cristoforo Colombo?! Puoi venire qui ad aiutarmi invece di scrutare tutto come se avessi trovato l'America?! » Mi voltai verso Saverio che nel frattempo si era chinato verso "Mirko il rubinetto aperto". « Cerchiamo una panchina per farlo sedere! Io in queste condizioni non lo voglio in macchina! »

Sorrisi per l'accuratezza e l'affetto con cui Saverio trascinava un Mirko sottoshock. Riuscimmo a trovare una panchina non molto lontana e, sedendoci tutti e tre a schiera, aspettammo che la nausea che aveva travolto lo sposino si affievolisse. 

« Ragà, io ho bisogno di stendermi… », asserì il malcapitato portandosi una mano alla fronte.

« Fallo pure! Abbiamo kilometri di erba fresca e bagnata che ti attendono! », affermò Saverio prendendo il pacchetto di sigarette dalla tasca del suo cappotto color cammello.

« Lo sai che sei un bastardo?! », affermò contrariato Mirko alzandosi in piedi.

« Lo so, e me ne vanto! », continuò imperterrito buttando il fumo che aveva in bocca. Quando voleva sapeva essere stronzo. Ma, nonostante tutto non smetterò di ridere alle sue battute idiote.

Il povero Mirko esitò un attimo prima di sdraiarsi lentamente sul prato gelido davanti a noi. Lo guardai appoggiando i gomiti sulle ginocchia stringendo le mani in un pugno. Come si era ridotto. Mi faceva pena.

« Mi, appena ti senti meglio entriamo in macchina ok? », proposi cercando di dargli un po' di conforto. Eravamo davvero due bastardi.

« Ne vuoi una? », chiese Saverio porgendomi il pacco di sigarette portando il suo ginocchio all'altezza del petto buttando fuori quel fumo. 

Risposi solo con un leggero cenno del capo e, portando la sigaretta alla bocca, mi appoggiai allo schienale dietro di me. Sopra di noi le stelle di un cielo blu cobalto ci tenevano compagnia in quella folle serata. Una serata che era andata diversamente da quello che avevamo pensato.

« Sapete, la sera che ho fatto l'amore per la prima volta con Claudia, c'erano queste stelle… Le riconosco, sono le stesse… » ci stupì Mirko portando il braccio destro sotto la sua testa continuando ad osservarle. « Lei era bellissima, e i suoi occhi azzurri brillavano insieme ai miei… non dimenticherò mai quegli occhi, come non dimenticherò mai quelle stelle. Non ho bisogno di toccare altro, o di desiderare altro, lei è tutto quello che voglio… Lei è tutto per me. So che voi non sarete d'accordo con me, ma io non voglio rimanere un giorno di più senza essere suo marito…senza essere il padre dei suoi figli... », quelle parole quasi sussurrate mi destabilizzarono.

Sentii come una doccia fredda scendere giù lungo la schiena paralizzandomi. Rimasi senza parole e senza respiro. Guardavo Mirko che nel frattempo ci aveva lanciato uno sguardo carico di emozioni e di domande. Lo guardai corrucciando la fronte, come a voler reprimere quelle sensazioni scaturite dalle sue parole. Come se volessi dire a Mirko: "No Mirko, tu non sai niente! Io non so niente! Non capivo, anzi il problema era proprio l'opposto. Capivo benissimo. Sentivo perfettamente il suo amore per lei. Lo leggevo chiaramente nei suoi occhi verdi. Era come se, senza dire una parola, avesse scavato nel mio cuore. Mi sentii subito male. Cominciai a tremare e a imprecare mentalmente tornando alla mia posizione iniziale. No, io non mi sentivo ancora pronto. Non avevo quell'amore che aveva Mirko. Lui era migliore di me, in tutto. Era riuscito ad amare per tutti quegli anni una donna. E io, io povero stolto, non riuscivo nemmeno a tenerne una tra le braccia senza dare di matto. Sì, ero sicuramente impazzito, ma non nel modo giusto.

Quello che aveva detto Mirko portò in quella serata caotica, una strana stasi. Non so per quanto tempo restai con il capo tra le mani, quando all'improvviso Saverio si appoggiò sulle sue gambe con i gomiti guardando nella mia direzione.


« Sai che ti dico, io mi butto… », mi voltai verso di lui congiungendo le mani che avevano tenuto sul mio viso un attimo prima. Lo guardai ancora una volta con lo sguardo di chi non voleva capire un cazzo. « Mi sono stufato di fare i giochetti… sono stufo di tutte queste donne senza senso nella mia vita. Hai avuto sempre ragione tu, non è la casualità del cazzo...io amo Ginevra… » Si appoggiò nuovamente allo schienale della panchina sorridendo emozionato. « Lei è entrata nella mia vita con un prorompenza che mi ha spiazzato, te lo confesso. Non avrei mai creduto di dire queste cose, o farle… Ma io voglio farlo, e se poi lei mi sbatterà la porta in faccia, me ne farò una ragione, ma almeno avrò potuto dire di averci provato… »

« Sa… », sibillai cercando il suo sguardo perso nelle stelle.

« Da, mi ha fatto un buco nel cuore, quando di solito sono io a trapanare… », continuò sorridendo guardando dalla mia parte. 

Non seppi cosa dire. Anche lui in quella notte stellata aveva capito quando tenesse a Ginevra, anzi quanto l'amava. Rimasi di pietra. Non sapevo bene cosa volesse dire con quelle parole, ma non ebbero un bel effetto sulla mia persona. Iniziai a tremare nuovamente, e con le mani sudate iniziai una a sfregarle tra di loro nella speranza di non andare di matto.

« Da, lo so che ti fa paura, lo capisco, ma non puoi continuare così in eterno… »

« No, tu non capisci! Io non riesco! Lo capisci che non riesco?! », gridai senza volerlo alzandomi in piedi.

« Ma vuoi smetterla?! Non è vera neanche una parola! », continuò lui imperterrito alzandosi anch'egli.

Ad un tratto sentii il mio cellulare vibrare dentro la tasca del cappotto. Lo guardai d'impulso cercando di evitare lo sguardo inquisitore di Saverio. Quello che apparve davanti ai miei occhi aveva qualcosa di mistico, perché mai avrei pensato di trovare un suo messaggio. 

" Ho voglia di sentirti… "


Una frase eloquente che richiamava quello che gli avevo scritto dietro il mio biglietto da visita. Fissai senza parole quello schermo luminoso non so per quanto tempo, per poi essere attirato da quello che disse Saverio. 

« È un segno delle stelle… », non so se mi fece più effetto la frase ad effetto di Saverio, o il fatto che avrei rivisto da lì a poco Anita. 
 
« Corri da Lei… ci penso io allo sposino! », propose Saverio guardando Mirko che nel frattempo si era addormentato. 

Annui come un cretino, e correndo verso l'uscita cercai di attirare l'attenzione del primo taxi disponibile. 

Non sapevo cosa sarebbe successo una volta che l'avrei rivista, non sapevo come avrei reagito incontrando nuovamente i suoi occhi blu-verdi, ma di una cosa ero certo, volevo stringerla tra le mie braccia e guardare insieme a lei quelle stelle rivelatrici. Quelle stelle che ci avevano rivelato quando fossimo innamorati. 


Note: Capitolo Quarantasette. Prima parte di questa serata di festeggiamenti e confessioni. I nostri ragazzi si sono lasciati trasportare dalle loro emozioni e dai loro sentimenti… ma c'è qualcuno che non è molto convinto… Dario come sempre ha quella paura che sarà non vuole abbandonarlo. E adesso cosa succederà? Andrà da Anita? E come si comporterà? Eeeeeeeeh 🤐 Come vedremo cosa succederà dalle ragazze! Anche lì ci aspettano tante emozioni e confessioni! ♥️ Grazie sempre a chi mi segue e alla prossima ♥️

 
   
 
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