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Autore: MedusaNoir    03/12/2021    1 recensioni
Slice of life dei Perao (Percy/Ferao) del Ferusaverse.
Partecipa all'iniziativa "Calendario dell'Avvento" di Writing Games.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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L'appuntamento (im)perfetto

«Aspetta, potresti ripetere?»

«Un primo appuntamento. Non è così strano.»

«Invece sì, Perce: stiamo insieme da mesi

«Senza avere nemmeno un appuntamento.»

Percy stava diventando sempre più rosso, eppure Fera non accennava a capire. Non era tanto difficile, la sua era una richiesta perfettamente legittima. Sospirò, si sistemo gli occhiali sul naso appuntito e guardò la sua espressione smarrita, preparandosi a spiegare il suo piano.

«Da quando ci siamo… da quando siamo diventati una coppia, la nostra relazione è rimasta più o meno la stessa.»

«Se vederti con il pigiama di flanella significa questo…»

«Mi riferisco alle nostre uscite, Fera. Lavoriamo, ci scriviamo lettere e, se abbiamo qualche notizia importante da comunicarci, ci Smaterializziamo al Paiolo Magico.»

«Vorrei soltanto farti notare come appariamo in questa descrizione…»

«Amici.»

«No: colleghi. Ci vedevamo e ci vediamo ancora anche per stare insieme, lo sai. Per Priscilla, abbiamo dormito nello stesso letto!»

«Posso concedertelo, ma agli occhi di tutti non sembriamo una coppia.»

Fera sollevò un sopracciglio. «Agli occhi di chi, per esattezza?»

Le orecchie di Percy avvamparono di nuovo; per fortuna, la sua ragazza fu abbastanza perspicace per capire.

«Oh, no, no… Tu non parli di Catherine e Paul… Tu parli dei tuoi genitori!» esclamò reprimendo una risata. «Ti vergogni perché quando vengo a trovarti ci comportiamo come sempre.»

«Non è esattamente questo…»

«Vorresti che ti baciassi davanti a tutti?» lo canzonò. «Che ti prendessi per mano? Vorresti mangiare la torta dal mio piatto?»

«Voglio che andiamo a cena fuori!» sbottò infine lui. «Voglio fare qualcosa che non abbiamo mai fatto. Ti vengo a prendere, ti porto al ristorante e ti riaccompagno a casa. Non mi sembra di chiedere molto.»

Fera sorrise. «Perché no? D’accordo, allora, vada per questo venerdì.»

 

Due giorni dopo Percy si trovava di fronte all’appartamento che Fera aveva preso in affitto a Londra. Teneva in mano un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini acquistati a Diagon Alley, ma non si sentiva a disagio: amante delle regole, stava solo cercando di seguire i dettami dell’appuntamento perfetto. Mentre saliva le scale, si trovò di fronte proprio Fera.

«Che ci fai qui?»

«Ti vengo incontro.»

«Dovevo bussare alla porta!»

«Ah, ok… Se proprio devi… Torno indietro?»

«Non prendermi in giro. Tieni.»

Le consegnò fiori e cioccolatini con meno gentilezza di quanto avrebbe voluto, così per recuperare tossì, si chinò in avanti e la baciò sulla guancia. Fera sorrise divertita.

«Sai già dove andare?»

«Certamente. Ho prenotato a Soho.»

Lei strabuzzò gli occhi. «Hai scelto un ristorante babbano?»

«Pensavo ti facesse piacere.»

«Oh, sì… Sì, certo. Andiamo allora.»

Nonostante la buona volontà, la sua decisione si rivelò poco fruttuosa, e poteva capirlo anche dalle espressioni infastidite di Fera che lei tentava di dissimulare, ma che il ragazzo, dopo oltre sette anni di conoscenza, sapeva riconoscere immediatamente.

In primo luogo, al posto della neve che gli sarebbe piaciuto trovare in quel periodo dell’anno, si era alzata una nebbiolina che aveva appannato i suoi occhiali, facendolo finire con i piedi dentro una pozzanghera. Nel ristorante che un collega del Ministero gli aveva consigliato – forse per fargli un brutto tiro – non c’era un bagno a cui recarsi, quindi Percy non poté usare un incantesimo per asciugare pantaloni, scarpe e calzini, mentre Fera partì con un’invettiva contro il proprietario, che per legge doveva tenere un bagno nel suo esercizio. Solitamente Percy le avrebbe dato il proprio sostegno, ma quella sera voleva soltanto un appuntamento da manuale, e temeva che il ristoratore gliela avrebbe fatta pagare durante il pranzo.

Riuscì – non senza problemi – a convincere Fera a mettere una fine a quella discussione e a trascinarla in un locale vicino, un pub irlandese che sul momento credette potesse piacere alla ragazza, date le sue origini; al contrario, si ritrovarono avvolti in una cappa di fumo, tra Babbani che avevano alzato troppo il gomito e un cameriere alle prime armi, che confuse la loro ordinazione con quella di una coppia che non vedeva l’ora di litigare. Mantenendo la calma, Percy aveva risolto il disguido e aveva mandato giù una brodaglia insulsa, che fece storcere le labbra anche a Fera, la quale tuttavia decise di tenere per sé il proprio disappunto. Per concludere il pranzo in bellezza, Percy dovette chiederle aiuto dopo essersi confuso alla cassa con i soldi babbani, perché la proprietaria del pub stava iniziando a perdere le staffe.

Quando uscirono da lì erano ormai le quattro del pomeriggio, avevano entrambi ancora fame e non vedevano l’ora di mettere fine a quell’appuntamento disastroso.

«Ehi, guarda» esclamò d’un tratto Fera, indicando la via su cui si trovavano. Erano finiti su Charing Cross Road, a qualche edificio di distanza dal Paiolo Magico.

Sospirando mesto, Percy le propose di fermarsi a prendere un tè. «Andiamo da Fortebraccio, però» aggiunse. «Bill mi ha detto che ora vende gelato caldo. Giusto per cambiare un po’ aria.»

Fera acconsentì. Si stavano dirigendo da Fortebraccio quando qualcosa attirò l’attenzione della ragazza, che si fermò di fronte a una vetrina. La vetrina.

«Vuoi fare un giro al Ghirigoro?» le propose.

Annuendo, Fera lo precedette all’interno della libreria, conducendolo verso la pila del Nuovo Manuale di Legislazione Magica – Riveduto e Aggiornato. Stava sfogliando il libro quando la sentì sbuffare, inveire contro il curatore, chiedersi se avesse studiato a Beauxbatons. Alzò lo sguardo su di lei e la vide persa completamente nel proprio mondo, un mondo in cui lui ora aveva una parte importante, e sorrise nonostante tutto.

   
 
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