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Autore: dirkfelpy89    03/12/2021    5 recensioni
Natale, periodo dove si sta uniti e dove si pensa inevitabilmente anche al passato,a chi non c'è più. Una domanda a bruciapelo del giovane Hugo Weasley metterà in seria difficoltà il padre, Ron Weasley, e farà affiorare in lui il ricordo di qualcuno che non c'è più ma che gli salvò la vita.
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per paige!
[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Ferisce più la penna.]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dobby, Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Conchiglie, Domande e Pensieri

 



"Papà, sai perché c'è la tomba di un elfo domestico a Villa Conchiglia?"

La domanda di Hugo arriva repentina, improvvisa e senza avvisaglie, come solo un bambino pieno di curiosità sul mondo che lo circonda riesce a fare. Colpisce Ron allo stomaco come un pugno ben assestato, lasciandolo senza parole in quella sera della vigilia di Natale.

Sono quasi arrivati a casa, mancano pochi passi alla porta, e sarebbe più saggio affrontare quegli argomenti dentro, al calduccio e al riparo dagli spifferi di un passato che ancora lo turba e ogni tanto lo sveglia nella notte, ma allo stesso tempo Ron sa che non appena entreranno a casa quel momento intimo tra padre e figlio si potrebbe spezzare. E sono così pochi e rari quei momenti che rovinare quell’occasione sarebbe una cosa davvero disdicevole.

"Come avete fatto... "
"È stato Louis a trovarla e a farmela vedere, oggi pomeriggio."
Tipico, quelle due pesti sono praticamente inseparabili. Louis è più grande di due anni, chissà come farà Hugo senza di lui quando l’anno prossimo il suo migliore amico partirà per Hogwarts!
Immagina già le scenate…

"Victoire era da Teddy, Dominique a fare spese per la scuola a Diagon Alley insieme a zio Bill e zia Fleur... a lei non piace parlare di questi argomenti, glielo abbiamo chiesto ma si è subito rabbuiata e non ci ha detto nulla," spiega Hugo.
"Si, a lei non piace ricordare quello che è successo durante la guerra. A nessuno di noi in realtà piace ma a Fleur in particolar modo," risponde Ron, alzando le spalle.
"E quindi..." Hugo si rivolge al padre, osservandolo con sguardo malandrino. É chiaro che vuole saperne di più e i balbettii insicuri del padre non basteranno. Non questa volta.

Ron a questo punto non può non provare una strana sensazione, un immediato flash, nella mente, di lui che alla stessa età di suo figlio assillava il padre e la madre per sapere che cosa era successo a quei suoi due zii così tosti e interessanti che purtroppo non c'erano più e che erano morti da eroi durante la guerra.
E allora sua madre immediatamente si rattristava e suo padre, un po' imbarazzato, glissava sulla domanda.
Non è la prima volta che i suoi figli gli chiedono qualcosa della guerra, entrambi hanno raggiunto l'età dov'è naturale chiedere la storia della propria famiglia, capire il loro posto nel mondo, ma mai nessuno prima di allora gli aveva chiesto una singola informazione su Dobby.

"Dobby era un elfo domestico libero, nel senso che gli erano stati dati dei vestiti al suo padrone. Era un tipo eccentrico, diverso da tutti gli altri elfi che ho mai avuto occasione di conoscere, ma era un tipo a posto, lavorava a scuola e tante volte ci ha dato una mano nelle nostre avventure, " esordisce con molta difficoltà. Come fai a raccontare la tragica storia di Dobby a un ragazzino?
Come fai a riassumere tutte le loro disavventure?

"E come mai è sepolto a Villa Conchiglia?" Lo incalza Hugo.
"Durante una delle nostre avventure, insomma finimmo in trappola,” risponde Ron, insicuro di come avrebbe introdotto l’argomento. “Ecco, se non fosse stato per Dobby io e mamma, così come zio Harry, Dean e Luna saremmo insomma... non saremmo qui," aggiunge, provando inaspettatamente un groppo alla gola, ripensando a quelle terribili ore. Parlare, esprimere con vuote parole quello che avevano provato allora risulta improvvisamente una prova molto dura da superare.

"Davvero?" Chiede suo figlio, lo sguardo ammirato.
"Oh sì, puoi chiedere a Bill la prossima volta perché Dobby ci ha salvato e ci ha portato a Villa Conchiglia,” esclama Ron, sorridendo amaro. “Però ecco le cose non sono andate proprio benissimo e Dobby purtroppo è venuto a mancare poco dopo il nostro arrivo."
Hugo abbassa la testa e mormora: "che storia triste però, povero Dobby."
"Già, le storie purtroppo non hanno sempre il lieto fine,” risponde l’uomo, “però grazie a lui oggi siamo qui e perciò non passa un giorno che non ringrazi quel povero elfo per averci salvato la vita," conclude Ron, scarruffando i capelli del figlio che nel frattempo è rimasto in silenzio, evidentemente processando nella sua mente la mole di informazioni ricevute quella sera.
"Ora è tempo di entrare dentro sennò tua madre mi uccide e allora il sacrificio di Dobby non sarà servito a niente!"



/ / / / / / /

Non era vero, era un bugiardo.
Ron si rigira nel letto, quasi esasperato: non è riuscito a prendere sonno, il pensiero che andava costantemente al povero Dobby.

Era un bugiardo perché subito dopo la guerra e in tutti quegli anni non aveva quasi mai rivolto il suo pensiero a quell'elfo domestico che gli aveva salvato la vita.
Quando pensava al passato vedeva solo la faccia di Fred, i corpi di Lupin e Tonks e Piton e Colin e tutti gli altri…

Certo, ogni tanto visitava la sua tomba quando si recava a Villa Conchiglia, e se con la mente andava a quella giornata a Villa Malfoy non poteva non ringraziare dentro di sé l’arrivo di Dobby e il suo sacrificio. Ma non c’era lo stesso coinvolgimento emotivo che provavano in quelle occasioni Harry o Hermione.
Sì, Dobby appariva nei suoi sogni o incubi, ma meno nei suoi pensieri e solo adesso, nel suo letto al calduccio, sentiva quanto fosse stato ingiusto tutto ciò e l'oppressione, questo atavico senso di colpa, lo divorava impedendogli di dormire.

L'alba trova Ron già sveglio e vestito, la moglie e i figli ancora tra le braccia di Morfeo, la casa immersa nella pace.
Quello che sta per fare è una cosa sciocca, senza senso, soprattutto nel giorno di Natale, ma l'uomo capisce anche che se non l'avesse fatto, quella giornata non avrebbe avuto senso o compimento.

Sceso a pianterreno, dopo un ultimo sospiro, Ron si smaterializza.

/ / / / / / /

Villa Conchiglia è immersa da sempre in un'atmosfera idilliaca: le lunghe spiagge incontaminate che la circondano rendono lo scenario mozzafiato e rilassante allo stesso tempo. C’è calma, ma allo stesso tempo vita e movimento.
L'uomo osserva l'orologio. Sono le sette di mattina, non c'è ovviamente nessuno nei paraggi. Ron avanza nella sabbia con sicurezza, diretto verso alcuni cespugli che crescono vicino al mare, il luogo dell'eterno riposo di Dobby.
Arrivato nei pressi della piccola tomba l'uomo rimane in piedi, senza parole, sentendosi allo stesso tempo un po' stupido ma anche e soprattutto sollevato.

C'è pace, Un silenzio di pace interrotto ogni tanto da qualche onda che si infrange sulla riva sabbiosa. Con un singolo gesto della bacchetta l'uomo evoca un mazzo di fiori verdi, come il maglioncino preferito dell'elfo; buffo che si ricordi ancora di quel particolare.

"Non so perché sono qui, ed effettivamente il tutto mi sembra abbastanza patetico e strano allo stesso tempo, ma per qualche ragione mi sei entrato nel cervello, la notte scorsa, e non sono riuscito a dormire neanche un minuto ripensandoci," borbotta, posando i fiori accanto alla piccola pietra tombale.
'Qui giace Dobby, un elfo libero'

La scritta è ancora visibile, sebbene corrosa dalla salsedine. Leggendo le parole che il suo migliore amico aveva tracciato oramai molti anni prima, Ron si rialza con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
"Beh grazie, amico, senza di te quel giorno non ce l'avremmo mica fatta, sai. Se non fossi venuto per aiutarci le nostre avventure si sarebbero concluse in quella patetica Villa Malfoy, " sussurra l'uomo, ripensando a quella giornata che ancora, ogni tanto, si ripresenta nella sua mente e nei suoi sogni. Sogni dove Dobby non arriva, dove Voldemort uccide tutti.

"È anche grazie a te che io e Hermione ce l'abbiamo fatta, abbiamo formato la nostra famiglia e adesso abbiamo due fantastici figli,” ammette.
Si osserva intorno, gli è parso di sentire un rumore in lontananza, ma poi torna a concentrarsi sulle scritte corrose.
“ Il prezzo di tutto questa felicità è stata anche la tua vita e so che non puoi sentirmi, e so anche che non mi sono comportato al meglio nei tuoi confronti, avrei dovuto venire qui più spesso, ma se in qualche oscura piega del tempo e dello spazio, tu ci sei e puoi sentirmi... grazie"

"Ron."
L'uomo si volta, aspettandosi di trovare il fratello maggiore o sua moglie, persino qualche nipote ma invece no, davanti a lui si trova Hermione.
"'Mione..." balbetta Ron, confuso, "cos... cosa, cioè come..."
"Come facevo a sapere che eri qui?" chiede la donna, avanzando fino ad arrivare al fianco del marito.
"Perché, quando ieri sera ho messo a letto Hugo, lui mi ha raccontato tutto," risponde prontamente Hermione. "Poi ho sentito che non sei riuscito a dormire neanche un minuto durante la notte e la mattina te ne sei uscito prestissimo e in silenzio. Perciò sono andata alla Tana, poi da Harry ma non c'eri. Così ho pensato a quel che mi ha detto Hugo ieri sera, alla tua reazione durante la notte e così ti ho cercato qui ed a quanto pare ti ho trovato."
Sorride timidamente e Ron non può non stupirsi, per l’ennesima volta, di quanto sia fortunato ad avere Hermione. A quanto lo capisca senza nemmeno parlare.

"Però, non sapevo di essere così prevedibile!" borbotta l’uomo, facendo finta di essersi offeso.
"Oppure di avere una moglie così eccezionale..."
"No quello lo so!" esclama l'uomo, attirando Hermione e baciandola dolcemente.

"Buon Natale Ron," sussurra la donna, staccandosi dal marito. Poi, osservando la tomba di Dobby aggiunge: "e buon Natale anche a te, Dobby, ovunque tu sia."


/ / / / / / /

Allora prima di tutto Mi ha fatto davvero piacere scrivere questa piccola storia per page, voleva una Ron Hermione e ho pensato di scrivergliela ma a modo mio xD

In effetti mi sono sempre immaginato i figli degli eroi intenti a vagabondare per Villa Conchiglia e trovare la tomba di un elfo sconosciuto, perciò spero che la cosa possa essere abbastanza plausibile :D

  
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