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Autore: eddiefrancesco    03/12/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Edward prese in braccio Octavia e, mentre si avviava verso le scale, girò la testa. «Harry... Vedete cos'è successo ad Arandez. Dubito che si possa fare qualcosa per lui, ma dategli un'occhiata. Non lasciate che le ragazze si avvicinino al corpo! E accompagnate il dottore in camera di Octavia non appena sarà arrivato.» Edward portò Octavia lentamente su per le scale. L'adagio' sul letto, la copri' e si inginocchio' accanto a lei. Per un attimo affondò il viso tra le coperte, poi proruppe con voce rotta: «Mio Dio, Octavia, non lasciarmi ora! Non proprio quando ho scoperto quanto significhi per me!» Le ciglia di Octavia fluttuarono. Ma lei rimane immobile. Lui guardò il suo viso pallido e aggiunse in tono ancora più disperato: «Dannazione, non devi morire! Senza di te non c'è felicità, non esiste gioia. Devi vivere! Devi darmi il tempo di dirti cosa sei per me! Voglio sposarti, prendermi cura di te, vivere con te per sempre! Ti amo. Non credo che potrei affrontare la vita senza di te! Ti prego, svegliati!» Octavia aprì gli occhi. «Edward» sospirò beata. «Ho sentito bene? Hai detto che vuoi sposarmi?» Lui stava per dirle quanto lo desiderasse, ma si fermò e la guardò meglio. «Che imbrogliona! Hai sentito tutto!» «La maggior parte» ammise lei con un sorriso. «Vuoi dirmi che mi hai lasciato credere che fossi gravemente ferita, forse in punto di morte, quando per tutto il tempo...» «Credo che tu me lo dovessi. Sono stata gravemente ferita. Ma da te, non da Arandez.» Si alzò a sedere. «Cos'è successo a Harry?» Lui tornò a spingerla contro i guanciali. «Harry sta bene, a parte una leggera ferita. Lisette è con lui. E Arandez è morto.» «Morto? Lo hai...» «No, non l'ho ucciso. Ti racconterò tutto dopo. Suppongo che tu dirai che è stata la casa a farlo. Ma ora devi riposare fino all'arrivo del dottore.» Lei avrebbe protestato, ma in quel momento arrivò Mrs. Dutton con il medico ed Edward dovette uscire. Le domande di Octavia gli avevano rammentato che aveva delle cose da chiarire e scese di sotto. I domestici gli dissero che gli uomini di Arandez si erano ripresi ed erano scappati, per tornarsene presumibilmente nei bassifondi di Londra. Il dottore aveva esaminato il corpo di Arandez e lo aveva fatto portare via. Il candelabro era stato spostato, anche se intonaco e polvere erano ancora per terra. Edward alzò gli occhi verso il soffitto. «Non so come sia potuto accadere, sir» disse Mrs. Dutton con voce lacrimosa. «Dopo quello che è successo a Mrs. Barraclough, gli uomini hanno controllato tutto, compreso quel candelabro. Non sarebbe dovuto cadere così. In cucina stanno dicendo che è stata una punizione. Era un uomo malvagio, sir. Avrebbe potuto uccidere la Contessina Octavia. Credete che sia stata la vecchia Mrs. Carstairs?» Edward scosse la testa. «No. Mrs. Dutton» negò con fermezza. «Non c'è niente di soprannaturale in quello che è successo. Guardate.» Tra le macerie sul pavimento c'era un pezzo del supporto del candelabro. Qualcosa vi aveva praticato un buco tondo nel mezzo. «È un foro di pallottola. Quando la pistola di Arandez ha sparato in aria, qui è finito il colpo. Il caso, forse. Niente di soprannaturale.» Mentre si avviava verso le scale, sentì Mrs. Dutton borbottare: «Be', potete anche chiamarlo caso, se volete, Mr. Barraclough, ma è stato un caso molto strano davvero, e io so cosa pensare!» Edward sorrise e salì al piano superiore. Lisette, Pip e Harry erano già con Octavia, che era seduta sul letto, pallida, ma molto vigile. Il medico stava per scendere a cercarlo. Octavia, disse, era viva per miracolo. Era scossa, ma lui non aveva riscontrato alcun danno serio. Riposo e tranquillità per qualche giorno sarebbero bastati. Se ne andò con la promessa di tornare a controllarla l'indomani. Edward si avvicinò al letto e disse con calma: «Ora che tutti hanno visto che non sei morta, Octavia, immagino che vorrai che Lisette e Pip mostrino la casa a Harry. Ho bisogno di parlarti.» Lei eresse ancora di più la schiena. «No!» proruppe con una certa agitazione. «Non voglio... Pip può restare...» «Non può» si oppose Edward con fermezza. «Ho promesso di raccontarti cos'è successo e intendo farlo. Senza pubblico.» Harry sorrise a Lisette. «Credo che vostro zio sia molto determinato. E dopo averlo visto in azione oggi pomeriggio, mi dispiacerebbe mettermelo contro.» «Bravo ragazzo» approvò Edward. «A menare le mani non sei male neanche tu. Chiamami Edward, se vuoi. A più tardi.» Pip lanciò un'occhiata astuta a suo zio. «So perché volete liberarvi di noi, Edward. Ho sentito cosa avete detto quando pensavate che fosse morta. E non mi dispiace andare, se significa che la sposerete. Ho sempre pensato che avreste dovuto farlo.» Lisette rise e la trascino' via. Quando furono soli, Edward si sedette sul letto e mormorò dolcemente: «E ora, amore mio, faremo una piccola chiacchierata.» «Riposo e tranquillità. Questo ha detto il dottore.» «Avrai tutto il riposo e la tranquillità che desideri» le promise Edward. Octavia fece un'espressione delusa. «Oh.» «Ma non prima di avermi detto due cose. La prima è perché hai finto di essere svenuta.» «Sono rimasta priva di conoscenza per un po'. E poi quando mi sono risvegliata stavi dicendo delle cose tanto belle... Volevo sentirne altre.» «Per esempio?» chiese lui. «Che mi amavi. Che volevi sposarmi. Anzi, mi piacerebbe proprio sentirle di nuovo...» Edward disse con fermezza. «Non prima che tu mi abbia detto la seconda cosa che voglio sapere.» «Quale sarebbe?» Lui le posò una mano sulla guancia, molto serio. «Che mi perdoni per essere stato un tale sciocco. Che mi ami a dispetto di tutto.» «Sei davvero uno sciocco, Edward!» sussurro' lei dolcemente. «Certo che ti amo! Non avrei potuto comportarmi in modo così... così impudico con nessun altro.» Lui fece una risata trionfante e la prese tra le braccia. «Mia carissima, dolcissima Octavia! Non trovo parole per dirti cosa la tua impudicizia mi abbia fatto! Ma ora voglio molto di più. Voglio dividere la mia vita con te, invecchiare con te, avere dei figli... I tuoi figli.» «Ma, Edward, avevi detto...» «So cosa ho detto, sono tutte cose che non avrei mai considerato. E c'è solo una donna al mondo che può avermi fatto cambiare idea. Tu. Tu solo e ti adoro.» Le prese una mano e la bacio'. «Sposami, Octavia, e giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per renderti felice.» Le guance pallide di Octavia erano ora soffuse di colore. «Certo che ti sposerò, carissimo Edward! Lo desidero con tutto il mio cuore.» Si protese a baciarlo su una guancia, poi si ritirò e sorrise. «A dire la verità, non oso dire di no! È stata la zia Carstairs a portarti qui. Pensa cosa potrebbe fare Wychford se ti rifiutassi.» Dolcemente, con molta delicatezza, Edward si chino' in avanti e le diede un lungo, struggente bacio. Un sospiro, un alito, lieve come uno zefiro di primavera e profumato di erbe aromatiche, passò attraverso la casa e uscì nell'aria estiva. Wychford era finalmente appagata. ______________________________FINE__________________________
   
 
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