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Autore: Nao Yoshikawa    05/12/2021    7 recensioni
[Good Omens x Shadowhunters]
Aziraphale e Crowley si amano ma non stanno insieme. Deciso a dichiararsi, il demone gli propone un viaggio a New York.
Magnus e Alexander, felicemente sposati, durante la ricerca delle decorazioni di Natale, fanno un incontro inaspettato…
«Alexander, giusto?»
Alec si lasciò andare ad un “mmh?” e poi si irrigidì. Si sentiva un po’ in soggezione all’idea di star parlando con un angelo.
«Sì?»
«A quanto pare i nostri rispettivi compagni si sono dimenticati di noi. Mi spiace, forse abbiamo rovinato i vostri piani.»
Alec si rilassò appena, sentendo l’alcol che aveva assunto poco prima bruciare in gola. Aziraphale sembrava molto umano per essere un angelo.
«No, va tutto bene. Sono solo un po’ teso perché il tuo ragazzo sembra starci provando con mio marito e sto cercando di trattenere la mia gelosia.»
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Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Un demone, un angelo, uno stregone, uno shadowhunter entrano in un bar
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Per Crowley era stato difficile convincere Aziraphale a mollare il lavoro per concedersi una vacanza. L’angelo era diventato un vero stakanovista e si era fatto pregare parecchio prima di accettare. Dopotutto, gli ultimi tempi erano stati impegnativi, non era da tutti fermare l’Apocalisse.
In realtà c’era anche un altro motivo per cui Aziraphale ci aveva pensato tanto prima di dare una risposta: un po’ temeva e un po’ era curioso di scoprire cosa sarebbe successo durante quel viaggio. Tra lui e Crowley c’era qualcosa di non detto e qualcosa gli diceva che, con la scusa di portarlo in un’altra città, il demone avrebbe potuto fargli una sorta di dichiarazione. Aziraphale avrebbe anche dichiarato i propri sentimenti di sua iniziativa, ma si era reso conto che l’amore faceva molta più paura della fine del mondo.
E poi, non c’era mai stato nulla di esplicito. Come poteva essere certo di non aver frainteso? Crowley aveva forse i suoi stessi dubbi? Il loro rincorrersi dopo seimila anni stava forse per finire?
Non lo sapeva ancora, ma alla fine aveva accettato ed era già qualcosa. Crowley aveva cercato di trattenere l’entusiasmo, comunicandogli la meta che aveva in mente.
«Pensavo a New York. È un po’ che non ci torniamo, vero?»
«Sì, poco più di cento anni» aveva risposto Aziraphale sorseggiando una tazza di tè.
Si era detto di non lasciare andare a troppe fantasie, perché se c’era una cosa che aveva imparato nel corso della sua immortale vita, era che spesso niente andava come previsto.  Ma quando si era innamorati era un po’ difficile ascoltare la ragione.
Partirono i primi di dicembre, in modo da tornare a Londra prima di Natale. L’angelo adorava quella festività e ci teneva a fare dei regali a tutti.
Il viaggio era durato un’eternità per Crowley, che non apprezzava molto i viaggi in aereo, ma aveva taciuto e aveva sopportato quelle lunghe ore di agonia, bambini urlanti e hostess fastidiose.
 
Quando erano arrivati, avevano trovato New York già imbiancata e Aziraphale non aveva perso tempo. Doveva assolutamente andare in giro per negozi e librerie e poi gli era anche venuta voglia di un corn-dog.
«Staremo qui per due settimane, non possiamo riposare?» gli aveva chiesto Crowley. Avrebbe volentieri fatto una dormita nella lussuosissima suite che aveva prenotato, in cui tra l’altro c’era solo un letto. Di questo Aziraphale se n’era accorto e se poteva dubitare di tante cose, non poteva di certo dubitare della palese tensione sessuale tra loro.
«Sei un demone, non dovresti avvertire la stanchezza. Però, se sei stanco posso pur sempre andare da solo» disse Aziraphale, un po’ subdolo.
«Eh? No, ma che stanco. Dicevo solo per dire. Pff» si era arreso il demone.
Così i due uscirono insieme e alla fine si divertirono anche molto. Alle volte bastava qualcosa di semplice come un viaggio in un’altra città per rendere tutto speciale. E aveva anche ripreso a nevicare. Molto romantico, si era detto Crowley. Ora doveva solo trovare il momento giusto e dire ciò che si ripeteva in mente da mesi.
 
Magnus Bane e Alec Lightwood avevano deciso di iniziare la ricerca dei regali di Natale con un po’ più di anticipo rispetto al solito. Almeno non si sarebbero ridotti all’ultimo minuto, come l’anno prima.
«Magnus, siamo d’accordo. Niente regali strani, giusto?» chiese Alec rivolto al marito.
«Ci provo, ma non te lo posso promettere, zuccherino» rispose ammiccante, facendolo arrossire. A volte trovava incredibile il come si ritrovasse ancora ad avere quelle reazioni, anche se erano sposati.
«Comunque devo comprare delle decorazioni per il soggiorno di casa nostra, quelle dell’anno scorso non vanno più bene» disse Alec indicando un negozio dall’insegna luminosa.
«Sì, mi ricordo molto bene la fine che hanno fatto quelle dell’anno scorso» disse Magnus ripensando ai giochi erotici del Natale precedente. Suo marito gli passò davanti, con lo sguardo basso.
«Giuro che ti lascio indietro, adesso.»
Il negozio all’interno era molto più grande di quanto Alec pensasse e, senza che se ne rendesse conto, lui e Magnus avevano finito col perdersi di vista. Ma lo avrebbe ritrovato, si era detto, prima doveva pensare a comprare le lucine per l’albero.
Forse era meglio comprare delle decorazioni in più, onde evitare imprevisti molto piacevoli. Prima però si avvicinò allo scaffale che esponeva quelle palline trasparenti con dentro la neve finta. Dentro a qualcuna di esse c’erano anche delle mini-casette in legno.
«Un giorno mi piacerebbe vivere in una casa del genere» disse qualcuno ad un tratto.
Alec alzò lo sguardo sulla coppia accanto a lui e si rese conto subito che non si trattava di una coppia di umani. Anche se era uno Shadowhunter ed era abituato a tutto, non gli succedeva tutti i giorni di incontrare un demone e un angelo insieme, che facevano compere come esseri umani qualsiasi. E quei due in particolare sembravano affiatati, probabilmente stavano insieme. Crowley si rese conto di essere osservato e guardò Alec.
«Ti sei perso, ragazzo?»
Alec sussultò, arrossendo. Era una situazione un po’ atipica per lui, avrebbe dovuto fare finta di niente?
«Un angelo e un demone insieme…? Qui…?» credette di aver formulato quella domanda nella sua testa, invece lo avevano sentito entrambi.
«Aspetta, ma come fai a sapere che…?» Crowley lasciò la frase in sospeso quando vide un ragazzo avvicinarsi ad Alec e stringersi a lui.
«Mi hai davvero lasciato indietro!» lo rimproverò scherzosamente, senza guardare i due davanti a lui. Crowley si tolse gli occhiali, incredulo.
«Magnus Bane?!»
Lo stregone assunse un’espressione molto sorpresa.
«Crowley…?»
 
 
Nel corso della sua vita Alec ne aveva viste davvero tante, eppure aveva ancora la capacità di sorprendersi per tutto. In realtà non era così strano che Magnus conoscesse un demone. Anzi, non lo era per niente, però si sentiva comunque in imbarazzo.
Aziraphale condivideva senza saperlo il suo stesso stato d’animo. Quante possibilità c’erano che, venendo a New York, Crowley incontrasse un suo amico? O, per meglio dire, sperava si trattasse solo di un amico. Sapeva che era sciocco farsi prendere dalla gelosia, ma Crowley non gli aveva mai parlato di lui, poteva giurarci.
Dopo i soliti convenevoli “Che ci fai tu qui?” “Non ci vediamo da una vita?”, era arrivato il momento di presentare i rispettivi consorti.
«Lui è mio marito Alexander. Alec per gli amici» disse Magnus circondandogli le spalle con un braccio. Crowley inarcò le sopracciglia.
«Ti sei sposato, tu?»
Alec, se possibile, arrossì ancora di più. Era davvero così strano il fatto che Magnus fosse sposato? Che avesse sposato lui?
«Lui invece è Aziraphale» per fortuna Crowley cambiò subito discorso. «Il mio, emh…il mio…»
Aziraphale si schiarì la voce.
«Siamo amici. Circa.»
Ovvio, come no. Magnus non era certo uno sciocco, era palese che fra quei due ci fosse un qualche forte legame. Aveva creduto che fossero sposati anche loro.
Man mano che la conversazione andava avanti, Aziraphale e Alec si resero conto che Crowley e Magnus dovevano essere stati amici, un tempo. Anzi, molto più che amici e questo era molto imbarazzante. Quindi, riepilogando, Alec aveva incontrato un angelo (un angelo!) e un demone e quest’ultimo conosceva suo marito per qualche strano motivo. Era tutto così atipico che non riusciva a spiaccicare una parola e l’angelo era nella sua stessa situazione.
«Ho saputo quello che è successo con l’Apocalisse. Ma non pensavo che in mezzo ci fossi tu» ammise Magnus, divertito.
«Ah. L’hai saputo anche tu, eh?» Crowley parve in imbarazzo. «Che vuoi farci, la vita tra gli umani mi piace troppo, ma dopotutto tu sai di che parlo.»
«Oh, ci puoi contare.»
Aziraphale si strinse al braccio di Crowley. Si sentiva minacciato e quando si sentiva minacciato, attaccava. Anche se, dal suo aspetto angelico, nessuno lo avrebbe detto.
«Crowley, caro. Mi dispiace interromperti, ma ti ricordo che abbiamo delle cose da fare.»
«Oh, angelo, dammi tregua» disse con tono lamentoso. «Non ci siamo fermati un attimo da quando siamo arrivati e inizio a essere esausto.»
Magnus allora colse l’opportunità per proporre di andare in un locale molto tranquillo lì vicino dove, a detta sua, preparavano dei cocktail incredibili. Aziraphale avrebbe preferito qualcosa di più dolce e quando seppe che in quel posto servivano anche cioccolate calde e tè, decise di accettare. Anche se non era molto entusiasta della cosa.
 
Il locale era già stato decorato a tema Natale e già solo per questo Aziraphale avrebbe dovuto adorarlo, ma in verità adorava ben poco di quei momenti. Quella vacanza aveva preso una strana piega e ciò che avrebbe voluto era prendere da parte Crowley e domandargli come, quando e dove quei due si fossero conosciuti. Dopotutto si conoscevano da seimila anni, per l’amor di Dio.
Alec, chiuso nel suo mutismo, non capiva perché dovesse darsi tanta pena. Magnus conosceva tanta gente, ma l’idea di ritrovarsi un potenziale ex lo disturbava. Anche se nessuno dei due aveva accennato ad una relazione di tipo romantico in passato.
Ma da come parlavano, da come scherzavano (nonostante fossero passati secoli dall’ultima volta in cui si erano visti), sembravano essere molto in sintonia.
Aziraphale quasi si scottò con la sua cioccolata calda e rivolse poi lo sguardo al giovane shadowhunter. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che ne aveva visto uno. Alec gli dava l’idea di essere un ragazzo dolce e timido, un po’ gli ricordava sé stesso.
«Alexander, giusto?»
Alec si lasciò andare ad un “mmh?” e poi si irrigidì. Si sentiva un po’ in soggezione all’idea di star parlando con un angelo.
«Sì?»
«A quanto pare i nostri rispettivi compagni si sono dimenticati di noi. Mi spiace, forse abbiamo rovinato i vostri piani.»
Alec si rilassò appena, sentendo l’alcol che aveva assunto poco prima bruciare in gola. Aziraphale sembrava molto umano per essere un angelo.
«No, va tutto bene. Sono solo un po’ teso perché il tuo ragazzo sembra starci provando con mio marito e sto cercando di trattenere la mia gelosia.»
Adesso ad agitarsi era stato Aziraphale. E ad accaldarsi.
«C-Crowley non è il mio… lui… E poi non ci sta provando!» li guardò. Crowley e Magnus parlavano vicini di chissà cosa. «Tu hai idea di come si siano conosciuti?»
«No. Rispetto la privacy di Magnus, ma dato che sono suo marito, adesso glielo chiedo.»
Alec afferrò il braccio di suo marito, attirandolo a sé con una certa foga.
«Tesoro, tutto bene?»
Gli sorrise, anzi, si sforzò di sorridere.
«Io e Aziraphale ci stavamo solo chiedendo come vi siete conosciuti. Non ci avete mai parlato l’uno dell’altro, a quanto pare.»
«Sì, Crowley. Com’è successo?» domandò l’angelo, trattenendo il nervosismo.
Crowley, che era stravaccato sulla poltroncina, assunse una postura rigida.
«È stato… ad una festa, mi pare. Che secolo era?» domandò con tono strascicato.
«Sedicesimo. Gran bell’epoca quella» disse Magnus guardandolo mentre beveva un liquido rosa dal bicchiere. Alec serrò le labbra, dandogli una gomitata alle costole e facendolo lamentare. Magnus non avrebbe flirtato con nessuno, ma sapeva che c’era – che c’era stato – qualcosa sotto.
 «Ma perché mi hai colpito?» domandò massaggiandosi le costole.
«Non me ne sono reso conto» Alec decise di rivolgersi a Crowley. «Immagino che gli stregoni e i demoni vadano d’accordo, vero?»
Aziraphale si fece attento. Crowley era un po’ alticcio a causa dell’alcol, doveva stare attento a quello che diceva.
«Sì, beh. Io e Magnus abbiamo molto in comune. Lui è sempre stato uno… con un certo stile.»
«Oh, beh, tu non sei di certo da meno» rispose lo stregone, poggiando le labbra sul bicchiere e ricevendo, intanto, un’altra gomitata alle costole.
Alec guardò Aziraphale in un certo modo, come se volesse dirgli “O glielo chiedi tu, oppure lo faccio io”.
L’angelo sentì il colletto ad un tratto troppo stretto. Non avrebbe mai domandato una cosa del genere a Crowley, non era da lui.
No…
«Voi siete stati insieme?» domandò senza neanche sentirsi. Magnus alzò gli occhi al cielo, un po’ in imbarazzo e Crowley si lasciò andare ad uno strano verso indefinito.
«Beh. È stato una volta sola.»
Era calato un silenzio che definire imbarazzante sarebbe stato un eufemismo. Alec era arrossito e aveva avvertito una morsa allo stomaco. Non capiva perché dovesse provare gelosia, conosceva i trascorsi di Magnus, sapeva che in passato si era molto divertito. Una cosa era saperlo, un’altra era vedere con i propri occhi e rendersi conto che una persona come lui poco aveva a che fare con Magnus.
Erano diversi, diversi in tutto.
E Aziraphale la pensava come lui. Lui non credeva che gli opposti si attraessero, ciò era vero solo fino ad un certo punto. C’era anche bisogno di avere qualcosa in comune. Ed entrambi capirono di sentirsi quasi fuori posto.
«Ahi, Alec… mi stai facendo un po’ male» gemette Magnus. Suo marito, infatti, gli stava stringendo con forza il braccio, ma mollò la presa dopo qualche istante.
«Io… io devo prendere aria.»
«Sì, anche io» disse Aziraphale, composto, educato, ma comunque infastidito.
Crowley lo guardò, non capendo.
«A-angelo, aspetta. Ma che ho detto, perché se ne vanno?»
«Non credo siano stati felici di sapere che siamo stati insieme» disse Magnus, facendo ruotare il poco del liquido che rimaneva nel bicchiere.
«Ma è stato una volta sola! Tuo marito è uno Shadowhunter e mi odia, non sono sicuro che la cosa mi piaccia» ammise.
«Ad Alexander ci penso io. Tu dovresti preoccuparti del tuo angelo.»
Crowley arrossì.
«Non è il mio angelo.»
«Santo cielo, sei sempre stato un insicuro» sbuffò Magnus, annoiato. «Perché credi che si sia infastidito tanto? Voi vi piacete, probabilmente vi amate anche. Quindi ti prego, smettila di girarci attorno e dichiarati.»
Se c’era una cosa che Crowley non sopportava di Magnus Bane (e che non aveva mai sopportato) era il suo saper capire tutto.
Però aveva ragione. Dopotutto era venuto fin lì con un’idea in testa e l’ultima cosa che voleva era rovinare tutto.
 
 
«Mi dispiace» Aziraphale esordì così arrivando alle spalle di Alec. Era già calato il buio e le strade erano illuminate. Un’atmosfera allegra, dolce e tuttavia malinconica.
«Non ce l’ho con te» lo tranquillizzò, mentre si sistemava la sciarpa. «Mi sento molto stupido, io e la mia gelosia.»
Aziraphale poteva capirlo benissimo. Almeno loro erano sposati. Lui e Crowley erano… beh, non lo sapeva ancora.
«Ti capisco, però… Magnus sembra davvero pazzo di te. O almeno, da come ti guarda, è questa l’impressione che ho avuto.»
Alec avrebbe desiderato sprofondare. Era sempre stato molto insicuro e talvolta gli bastava davvero poco per far riemergere le sue insicurezze.
«Dici? Non pensi che io c’entri poco con lui?» domandò.
Parlare con un angelo, si rese conto, era rassicurante. Aziraphale sorrise.
«Davvero me lo chiedi? Io sono un angelo, ti ricordo. E quello lì dentro è un demone. Se c’è qualcuno che dovrebbe preoccuparsi, quello sono io.»
Il ragazzo scosse la testa. Lui e Aziraphale avevano molto in comune, le stesse insicurezze e innamorati di qualcuno che era tanto opposto quanto complementare a loro.
«So che non sono il migliore per dare consigli, però… dovresti buttarti. Se andrà male, andrà male. Ma non puoi saperlo se non ci provi. Vi ho appena conosciuti, ma sembrate avere un legame molto forte, esclusivo. E ti prego, non chiedermi perché lo so… io non so perché lo so, però lo so!»
Nella voce di Alec c’era impazienza e imbarazzo. Se solo fosse stato bravo a seguire i suoi stessi consigli, non avrebbe avuto nessun problema. Aziraphale sorrise, guardò verso l’alto e poi, come se gli avesse letto nel pensiero, disse:
«Siamo più bravi a dare consigli ad altri che a noi stessi.»
«Già. Sarei volentieri tuo amico, anche se sono molto arrabbiato con il tuo demone.»
Aziraphale stava per puntualizzare che Crowley non era affatto il suo demone, quando Magnus uscì.
«Alexander, possiamo parlare. E tu» disse indicando Aziraphale. «Credo che il tuo demone ti voglia.»
Ancora con quella storia. Si schiarì la voce e fece un canno ad Alec.
Quest’ultimo guardò Magnus con un certo imbarazzo. Si sarebbe mai stancato di doverlo sempre rassicurare?
«Il tuo dissenso mi è arrivato chiaro e tondo» disse Magnus massaggiandosi le costole. «Sei arrabbiato?»
«Infastidito. Venire a sapere che quel tipo è il tuo ex e che siete così uniti, dopo tutto questo tempo…» disse velocemente, quasi si vergognasse.
«Oh, d’accordo tesoro, parliamone. Crowley non è il mio ex, siamo stati insieme una volta sola ed eravamo anche brilli. Noi funzioniamo più come amici» ci tenne a precisare. Alec si rilassò appena. Perché a volte era una persona così irrazionale e illogica?
«Ma voi siete simili. Cioè, così pare. Siete più simili voi che noi due.»
Aveva sempre saputo che fossero diversi, ma vederlo con i propri occhi era diverso. Magnus si avvicinò, prendendo le sue mani gelide tra le proprie.
«Oh, Alexander.»
«C-cosa? Ti prego, mi sento già abbastanza stupido così.»
«Non sei stupido e se devo ripeterti una cosa mille volte prima che tu ci creda, lo farò senza problemi. Chi è che ho sposato?»
Lui. L’aveva scelto, si erano scelti. O forse certe cose capitavano e basta.
«Me» sussurrò. I fiocchi di neve gli si erano posati tra i capelli.
«Esattamente. Perché amo quello che sei e non lo cambierei per nessun’altro al mondo. Nessuno è te, Alexander.»
Alec abbassò lo sguardo e rise. Adesso si rendeva conto di quanto quelle sue reazioni risultavano buffe. Forse non avrebbe mai smesso di provare gelosia e forse non avrebbe mai cancellato quel lato insicuro del suo carattere. Ma aveva ben altre certezze a cui aggrapparsi.
«E nessuno è te, Magnus.»
«Oh, meno male. Tu e Aziraphale siete simili, non è che devo essere io quello a preoccuparmi?» scherzò, un po’ imbronciato.
Alec lo strinse in un abbraccio, mentre si avvicinava alle sue labbra.
«Possiamo essere amici. Preferisco gli stregoni disinibiti e sexy.»
 
Aziraphale rientrò nel locale e fu invaso da una sensazione di calore. Crowley si era alzato, non sembrava molto instabile sulle proprie gambe
«A-Angelo. Dobbiamo parlare.»
Che imbarazzo. Aziraphale si sentiva davvero uno stupido, così tanto che non aveva il coraggio di guardarlo in viso. Si voltò e decise di uscire – sì, di scappare come un idiota! – ma Crowley gli andò dietro.
«Aspetta, non ignorar-diamine che freddo!» borbottò, ritrovandosi sotto la neve. «Ehi, senti, Aziraphale. Mi dispiace se ti ho infastidito. È vero, io e Magnus siamo stati insieme, ma come ho già detto è stato una volta sola e tanto tempo fa e…»
Aziraphale, rigido, gli concesse un sorriso amaro.
«Oh, Crowley. Perché ti giustifichi? Noi due non stiamo insieme, no?»
No, in effetti no. Ma al diavolo, esattamente cosa stava aspettando?
«Io… no. Ma è per questo che ti ho portato qui, io…» Crowley si portò una mano tra i capelli. Aveva pensato per settimane alle parole giuste da dire e magari si era immaginato un momento più romantico. «Tu mi piaci, Aziraphale. Anzi, non è che mi piaci e basta, direi che sono pazzo di te e… perché è così difficile parlare?»
Crowley era troppo impegnato a farsi prendere dal panico per accorgersi di Aziraphale, che aveva recepito tutto forte e chiaro.
«Tu sei pazzo di me?» sussurrò.
«Sì!» disse esasperato. «Pensavo fosse evidente. Ho insistito per fare questo viaggio perché volevo dichiararmi in modo figo, invece ti sei arrabbiato e questo non lo avevo previsto e…»
«Sei pazzo di me?» ripeté Aziraphale, che ancora non riusciva a metabolizzare le sue parole. «Anche se sono diverso da te, anche se sono un angelo?»
Per due come loro c’era la possibilità di un futuro.
Crowley lo guardò, con un’espressione un po’ sorpresa e un po’ divertita.
«Io ti amo perché sei tu. Non vorrei altro.»
Ti amo. Addirittura lo amava?
«Crowley, io…»
«Mi spiace, forse ho esagerato, ma quando inizio a parlare non riesco a fermarmi e…»
«Misericordia, adesso ti fermo io. Aziraphale, perché non zittisci il tuo demone con un bacio, magari?»
Magnus era comparso dietro di loro, con Alec attaccato al suo braccio. Non avevano idea se fossero effettivamente comparsi all’improvviso o se per il tutto tempo erano rimasti in silenzio ad osservarli. Ma per la prima volta Aziraphale si ritrovò a provare simpatia nei suoi confronti.
«Ha ragione lo stregone. Fa silenzio e ascoltami bene. Ti amo anche io, scusa se ci ho messo tanto.»
Ci era voluto un attacco di gelosia acuta per smuovere le cose. Aziraphale lo baciò con dolcezza e passione e Crowley non fu da meno. Avevano bramato un momento del genere per tanto tempo.
«Oh» Alec distolse lo sguardo. «Secondo te da quanto si inseguivano?»
Magnus rise.
«Secondo me da qualche migliaio d’anni.»
 
Non fu una vacanza come Crowley si era aspettato, fu addirittura meglio. Alec e Aziraphale divennero grandi amici, ma questo non sorprese né Crowley né Magnus, in realtà. In quelle due settimane si ritrovarono molto spesso a passare del tempo insieme. Per la gente comune forse apparivano normali, addirittura banali. Ma in realtà era un gruppo piuttosto atipico.
Il tempo passò in fretta, come molto spesso accadeva quando ci si divertiva e ben presto arrivò per Aziraphale e Crowley il momento di tornare a casa.
«Un regalo per me? Ma non dovevi, dico sul serio.»
Aziraphale aveva finito col fare amicizia anche con Magnus, dopotutto era un tipo. molto simpatico, anche se totalmente diverso da lui.
«Credimi, sono certo che ti piacerà. E che Crowley apprezzerà, se le utilizzerai nel modo giusto.»
L’angelo non aveva idea di cosa ci fosse in quella scatola impacchettata, ma a giudicare dal tono di Magnus, doveva avere a che fare con il sesso.
«Mi raccomando, Alexander. Tieni d’occhio tuo marito, ha la tendenza a cacciarsi nei guai» disse Crowley.
«Ehi. Non ero io quello coinvolto nel boicottaggio dell’Apocalisse» rispose lo stregone, piccato.
Ah, questo gliel’avrebbe rinfacciato a vita. Intanto, Alec stava ridendo.
«Ovvio, ci teniamo d’occhio a vicenda. La prossima volta verremo noi a trovarvi…»
«Chissà, magari parteciperemo ad un matrimonio. Nel caso, Crowley, se non sceglierai me come testimone, mi riterrò offeso.»
Alec avrebbe voluto intimare a suo marito di tacere, ma vedere quei due così timidi e impacciati era divertente.
«Sì, d’accordo, Bane. Come vuoi. Comunque rischiamo di perdere il volo» borbottò Crowley. Aziraphale aveva visto il rossore sulle guance. Un matrimonio, chissà.
Magari un giorno.
«Ci vediamo presto» salutò l’angelo, trascinandosi dietro l’altra valigia, piena invece di doni di Natale.
Alec sollevò una mano. Aveva trovato un nuovo amico, ed era un angelo. E per una frazione di secondo aveva desiderato uccidere un demone.
Guardò Magnus.
«Amh… ma cos’hai regalato ad Aziraphale?»
Magnus alzò gli occhi al cielo.
«Oggetti per il loro piacere personale.»
Alec arrossì.
«Magnus Bane! Non mi dire che hai regalato loro un sex toy strano!»
Quello non era affatto un regalo adatto alla situazione.
«Suvvia, tesoro. Non sono così banale. Gli ho regalato delle semplici decorazioni natalizie. Che possono anche essere meglio dei sex toys, ma tu questo lo sai già.»
Alexander nascose il viso dietro una mano e rise, rosso in viso. In cielo, intanto, un aereo si dirigeva verso l’Inghilterra, dove un demone e un angelo avrebbero cominciato la loro vita insieme, come coppia.
 
Nota dell’autrice
Intanto ringrazio Pampa, che ha letto la storia in anteprima, rassicurandomi sulla caratterizzazione di Alec e Magnus e indicandomi alcuni errori nel testo.
Secondo punto: onestamente ce li vedo troppo delle amicizie fra Crowley e Magnus e Alec e Aziraphale (e poveri quest’ultimi due, immaginiamo QUANTI GUAI se Crowley e Magnus si unissero).
Terzo punto, ma non meno importante: Questa storia la dedico a Koa, sia per Natale che per il suo compleanno. Adora i Malec e gli Ineffabili, quindi perché non unirli in un’unica storia? Oramai non scrivo spesso commedie, ma ogni tanto ci sta, anche perché volevo qualcosa di allegro. Spero abbiate gradito la lettura 😊
 
Nao
   
 
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