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Autore: Enne2003    06/12/2021    1 recensioni
Nel 2040,un uomo inviato dalla Terra è stato incaricato di stabilirsi Marte e di esplorarne la superficie per garantire ai futuri colonizzatori la totale conoscenza della loro nuova casa.A partire dalla partenza,l'uomo descriverà tutto ciò che pensa e che vede nel suo diario,in modo da far conoscere all'umanità futura ogni singolo gesto del primo uomo terrestre su Marte.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 Febbraio 2041
Dopo mesi,posso finalmente dirlo:è l'alba.
I colori sono diversi,così come le sensazioni che trasmette:se il caldo colore dell'alba terrestre suscitava poesia,il gelido azzurro di cui è tinta l'alba marziana non fa altro che aumentare il disagio che vive in me da quanto sono finito su questo pianeta.
Le colline sono ancora poco illuminate e il Sole sembra una impotente sfera bianca grande quanto una pallina da golf (niente a che vedere con il Sole terrestre,è chiaro).
La temperatura là fuori si aggira attorno ai meno sessanta gradi.
Oggi mi dedicherò alla preparazione per la partenza di domani.

Ho passato la maggior parte del tempo a studiare il percorso che dovrei fare per raggiungere la cupola.I preparativi sono pronti e,come al solito,ho avvisato la Terra che avrei abbandonato la navicella.
Guardando il suolo marziano privo di luce mi è sopraggiunta una sensazione di panico.Mi chiedo se la paura del buio non sia l'unica paura ad essere interplanetaria.

25 Febbraio 2041
Sono le tre e quarantuno di mattina dell'orario terrestre e circa mezz'ora fa sono stato svegliato di soprassalto da dei forti picchettii provenienti dal finestrino.
Non mento se dico che ho preso lo spavento più grande di tutta la mia vita.
In pochi attimi,mi sono passati per la testa tutti i peggiori scenari calcolati e non dall'uomo:alieni,mostri,pioggia di detriti...
Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato alla lastra di vetro che mi separava dal pericolo ignoto.
Con mia grande sorpresa riconobbi il robot che mi avrebbe accompagnato nella mia nuova vita marziana.A quanto pare,gli è stato comandato di venirmi a prendere per evitare che mi perdessi durante il tragitto.
E' un ammasso di metallo bipede che non ha nulla a che fare con l'immagine dell'uomo:è alto due metri e largo quanto un armadio a due ante,con una cassaforte (si,una cassaforte) incastrata nei circuiti pettorali.
Adesso mi sta attendendo al di fuori della navicella.Conto di partire per le quattro sperando che la tuta riesca a riscaldarmi a dovere.
Sarà la nostra prima passeggiata insieme.

Sto scrivendo questo paragrafo subito dopo aver ufficialmente toccato il suolo marziano.Il terreno è sofficie e ad ogni passo si alza un leggero polverone rossastro.

Durante questa camminata sto avendo modo di raccogliere pietre e campioni di sabbia.So che l'uomo già conosce la loro composizione,ma avevo voglia di raccogliere la prima pietra marziana mai tenuta in mano da un essere umano.
Il robot procede ad un ritmo tranquillo,come se si stesse godendo la passeggiata.
Il cielo tende al rosso e mi fa venire nostalgia dell'allegro azzurro dell'atmosfera terrestre.
Non nascondo che ci sono anche dei momenti in cui il disagio viene offuscato dalla curiosità:ho provato a sollevare pietre che,sulla Terra,non sarei mai riuscito a sollevare.Io stesso riesco a fare dei salti olimpionici.
Il panorama è godibile,con le colline e piccoli ammassi rocciosi degni di essere oggetti di studi,ma il robot sembra non volerne sapere di rallentare e devo necessariamente avanzare con lui.
Ho deciso di chiamarlo Tom.
La tuta sta funzionando alla perfezione e il casco è talmente leggero da farmi dimenticare di averlo addosso.

Ho preso una pietra e l'ho lanciata.E' interessante osservare quanto diamo per scontato il fatto che ogni oggetto sia destinato a cadere,anche su Marte.

Sono le sei di mattina dell'orario terrestre e intravedo una cupola bianca in mezzo ad una vallata.In questo momento mi trovo in cima ad una collina e la temperatura si aggira attorno ai meno cinquanta.

Abbiamo impiegato mezz'ora per raggiungere la cupola,che ho scoperto esser stata denominata "Casa Bianca".Possibile che anche su Marte l'uomo abbia l'ossessione di macchiare gli oggetti con i nomi?Ho deciso,quindi,di rinominarlo "Igloo".

Sono appena entrato nella mia nuova dimora.La temperatura non supera i venticinque gradi.
L'igloo è diviso,da quel che vedo,in vari settori:la cucina,con tutto il necessario per sfruttare al meglio ogni minima risorsa donatami dal prossimo settore che vi esporrò;il giardino,un'immensa area verde dotata,a mia sorpresa,di un circuito ideaulico con acqua esportata dalla Terra.Sono presenti alberi di ogni tipo e vari campi già preparati dai robot dove potrò,prossimamente,cominciare a piantare i semi.Questi semi sono contenuti nel terzo settore,il magazzino,l'area più importante di tutto l'igloo.Se per qualsiasi motivo il suo contenuto dovesse andar perduto,la mia missione e la mia vita potranno esser reputate finite.Poi è presente la sezione dedicata all'igiene,quella dedicata alla meccanica,quella alla ricerca ecc...
Questi vari settori sono raggiungibili grazie ad una serie di corridoi percorribili a bordo di un rover.
In fondo al corridoio principale c'è il garage,dove sono tenuti al sicuro i veicoli che dovranno aiutarmi a percorrere la superficie marziana.
Tom è andato a mettersi in carica,da solo.Funziona un pò come noi umani,che quando ci sentiamo stanchi andiamo a dormire.
Nell'igloo sono presenti un altro robot,più minuto di Tom,incaricato di svolgere le manzioni minori come analizzare ciò che riporterò dalle escursioni e tutelare la mia salute quando non indosso la tuta,e un sistema d'intelligenza artificiale che regola automaticamente le condizioni necessarie per lo sviluppo e la crescita del giardino.
Il primo l'ho denominato "Fil",la seconda "Ann".
La mia stanza si trova vicino all'area igiene.

Sono passate molte ore da quando ho descritto l'igloo.Ho utilizzato tutta la giornata per ambientarmi all'interno di questa cupola.Attualmente sono le ventuno dell'orario terrestre e il Sole è appena tramontato,spegnendo l'ombra di rosso presente in cielo e lasciando spazio alle stelle.Da qui si vedono meglio rispetto alla Terra,ma non è niente a che vedere con la vista nello spazio.
Tom,Fil e Ann sono le uniche forme di intelligenza con cui posso interagire.
Trovo che parlare con i robot sia più piacevole che parlare con gli uomini:sono come i cani,non hanno doppi fini e non nascondono nulla.
I miei programmi per domani sono provare il veicolo,che non ho ancora avuto modo di vedere,e raggiungere la navicella per recuperare gli ultimi oggetti rimasti.
Ho già piantato semi di carote,patate,legumi vari e frutta varia.Il grano non l'ho ancora tirato fuori dal magazzino,ma è vietato utilizzare l'acqua se non per bere o a beneficio del giardino,quindi niente pane.
La terra presente nel giardino appartiene al pianeta da dove provengo e,oltre a quei pochi ettari,non c'è nient'altro che me lo ricordi.
   
 
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