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Autore: Soly_D    07/12/2021    0 recensioni
#01. Happy 2nd wedding anniversary
#02. Red – as Christmas, as Ian Gallagher
#03. A night to remember
«Oggi a pranzo mi è bastato fingere di piangere di fronte a lui. Mi ha chiesto cosa avessi e io gli ho accennato di noi. Alla fine l’ho impietosito talmente tanto che è stato lui stesso a promettermi quel lubrificante. Solidarietà tra gay, suppongo».
[Raccolta di flashfics/oneshots Gallavich♥]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jack Daniels and orange juice
mix better than I would have imagined. 



#02. Red – as Christmas, as Ian Gallagher

Quando quel pomeriggio Mickey sentì suonare alla porta, tutto si sarebbe aspettato tranne che di trovarsi di fronte il volto lentigginoso di Ian Gallagher incorniciato da un ridicolo cappellino di lana rosso – rosso come i suoi dannati capelli, le sue guance sbarbate e il suo naso infreddolito. Un vero e proprio tripudio di rosso. Rosso come il Natale. Che festa di merda. Che colore di merda.
«Mandy non c’è», annunciò Mickey prontamente, perché non poteva assolutamente credere che Ian si fosse presentato a casa sua per lui senza invito e senza preavviso il giorno di Natale. Che cazzo di motivo avrebbe avuto per farlo?
«In realtà sono qui per te», disse invece Ian piegando l’angolo della bocca in un mezzo sorriso e sgretolando tutte le sue certezze. «Buon Natale, Mickey», aggiunse, e nel farlo tese verso di lui le mani guantate che fino ad allora aveva tenuto nascoste dietro la schiena e che ora esibivano orgogliosamente un sottile pacchetto ben incartato, il quale aveva tutta l’aria di essere un fottutissimo regalo di Natale.
«Ma che cazzo, Gallagher! Sei serio?!», sbottò Mickey fulminandolo con lo sguardo. L’ultima volta che aveva ricevuto un regalo di Natale era stato da parte di Terry tre o quattro anni prima – la sua prima vera pistola. Ah, che bei ricordi. Ma quello… quel regalo da parte di Ian, qualunque cosa fosse, non aveva il benché minimo senso. Non stavano mica insieme. Accettarlo sarebbe stato da froci.
«Siamo amici, no?», tentò Ian come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mickey avrebbe voluto specificare che no, non erano affatto amici, se mai trombamici, ma Ian gli ficcò letteralmente il pacchetto nelle mani e «Forza, aprilo!», lo incoraggiò.
Mickey guardò prima il pacchetto, poi il volto luminoso di Ian e poi ancora il pacchetto, stavolta con malsana curiosità. Chissà che cazzo conteneva, chissà se gli sarebbe piaciuto… Oh, ‘fanculo, si disse scartandolo, o meglio stracciandolo rudemente fino a tirarne fuori la scatola di quel nuovo e costoso videogioco di sparatorie che entrambi desideravano ardentemente. Era proprio un bel regalo, cazzo. Di sicuro gli era costato la paga di almeno due o tre giorni di lavoro al Kash and Grab, e di sicuro non aveva comprato una copia anche per sé. Sarebbe stato troppo.
«Non ti dirò grazie, se è quello che stai aspettando», mise in chiaro guardando di sottecchi il volto di Ian.
«L’hai appena detto», gli fece notare lui con un sorrisetto sghembo, al che Mickey sbuffò irritato. «Allora io vado, poi fammi sapere com’è», concluse Ian mettendo le mani nelle tasche del giubbotto e voltandosi.
Si era allontanato giusto di qualche passo quando Mickey decise che non poteva lasciarlo andare così e, stringendo il videogioco tra le dita con più forza del dovuto, trovò il coraggio di richiamare Ian.
«Lo proviamo?». Insieme. «Mio padre è fuori a bere».
Un paio di minuti dopo, si stavano sparando a vicenda a colpi di joystick e parolacce sul divano scomodo e consunto di casa Milkovich, passandosi di tanto in tanto una sigaretta e una lattina di birra.
Un’ora dopo, la sigaretta era diventata un mozzicone, la lattina giaceva per terra vuota insieme ai due joystick e su quel divano ci stavano scopando con i vestiti addosso, perché nessuno dei due aveva avuto la pazienza di spostarsi in camera da letto ma Terry o Mandy sarebbero potuti tornare da un momento all’altro.
Ad un certo punto, con la faccia spiaccicata contro il bracciolo del divano, l’odore del tabacco nelle narici e il culo impegnato ad accogliere le spinte intense e profonde di Ian, a Mickey parve di udire un «Grazie» appena sussurrato.
«Grazie per… cosa?», ebbe la forza di chiedere.
«Per aver ricambiato il regalo».
«Ma io non ti ho fatto nessun…», ribatté Mickey stordito, ma Ian affondò dentro di lui con ancora più veemenza facendogli ben intendere a cosa si riferisse e quella frecciatina ironica bastò a infiammargli le guance (e il bassoventre) come una stupida checca. Menomale che Ian, in quella posizione, non poteva vederlo.
«Coglione».
Il Natale non era poi così male, dopo tutto. E nemmeno il rosso.









Note dell'autrice:
Okay, questi due mi stanno facendo impazzire. Oltrettutto mi sono resa conto che due terzi di tutto ciò che ho scritto è Mickey centric, il che mi porta a pensare che amo la sua personalità più di quanto io possa amare i pettorali di Ian AHAHAH.
Grazie a chi vorrà lasciare un commento <3

Soly








  
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