«Voi
ricchi avete il lusso di vivere nel passato.
Il
resto di noi può permettersi solo il presente».
«C'è
solo il passato, Jonah. Si ripete in continuazione:
con
nuovi giocatori, in nuovi tempi, che sperano
in
un risultato differente».
Hunters
Familie kommt zuerst
È
stato Albert a crearmi.
Me
lo ricordo come se fosse ieri, nonostante siano passati quasi tre
secoli.
Era
arrivato dalla Germania a soli tre anni, un esserino gracile con due
grandi occhioni azzurri e spauriti. Karoline lo aveva accolto come un
figlio e lo aveva cresciuto con tutto l'amore che era in grado di
donare.
Molto
poco, a dir la verità, ma Karoline era fatta così: considerava le
emozioni una debolezza.
Allora
io non esistevo ancora, ero solo una parete di nuda pietra. Passavo
inosservato quando qualcuno entrava nella stanza e lasciava scorrere
lo sguardo sui muri ricoperti di scaffali colmi di libri.
Quando
Karoline aveva deciso di dire addio per sempre alla
Renania-Palatinato e trasferirsi nel North Yorkshire, aveva
acquistato senza esitazione questa abitazione. Non so che cosa abbia
visto in un rudere mezzo diroccato di epoca Lancaster, ma l'ho vista
impiegare diversi mesi con la Trasfigurazione per scrostare i muri
ammuffiti e sistemare i soffitti mezzi crollati, trasformando il
tutto in stanze maestose, arredate con mobili pregiati e con quel
calore tipico che sa di casa.
Albert,
quasi un decennio dopo la morte di Karoline, si era reso conto che la
famiglia necessitava di una memoria, di un documento che testimoniava
da dove i Rosier erano nati – almeno il ramo inglese – e cosa
avevano fatto per sopravvivere.
Doveva
anche essere un monito alle nuove generazioni per onorare il dovere
che gli era stato tramandato. Il dovere di prosperare, di vivere e di
creare una dinastia che sarebbe sopravvissuta ai secoli.
Credo
che abbia scelto la parete della Biblioteca perché è stato qui, in
questa stanza rettangolare dal mobilio mogano, che Karoline gli aveva
insegnato a leggere. Era stata lei a trasmettergli l'orgoglio per il
nome, cosa fosse il dovere e quella fierezza che lo aveva
contraddistinto anche nella maturità.
Credo
che si sia ispirato all'arazzo dei Black.
Non
lo so, queste sono solo mie ipotesi.
Quello
che posso dire è che aveva studiato attentamente i volumi di
Trasfigurazione presenti in casa per incidere sulla nuda pietra il
cognome dei Rosier, sotto il quale ha scritto il motto di famiglia,
attraverso un Incantesimo Indelebile.
Familie kommt zuerst.
E
sotto queste tre parole il suo, di nome. Così da creare una dinastia di maghi e
streghe nelle cui vene scorresse il più puro e antico sangue magico.
Dopo
di Albert, sono venuti Hans e Karoline.
E
dopo di loro, i loro figli.
E
i figli dei loro figli.
La
mia parete ha cominciato a riempirsi di linee, nomi e date di nascita
e morte.
A
testimoniare che stavamo fiorendo.
All'inizio
del XX ho rischiato di vedere la mia famiglia spazzata via.
Baldric
stava gettando nelle fiamme tutto quello che Albert aveva
faticosamente costruito. Denaro e tenute perse per una mano sbagliata
di carte. Il nostro nome deriso e umiliato, schiacciato sotto i piedi
della peggior feccia del mondo magico.
Ringrazio
Merlino che un infarto se lo sia portato prima del tempo.
Edric,
suo figlio, era una delusione come il padre: pigro, vizioso, debole,
totalmente inadatto al comando.
Fortuna
che c'era Julian.
È
stato lui che ha scrostato il nome dei Rosier dalla vergogna,
riportandolo all'antico splendore.
Forse
lo ha fatto con crudeltà, poco importa.
Ha
lottato perché la mia famiglia sopravvivesse.
Si
era preso cura di Evan, lo aveva cresciuto come se fosse suo e gli
aveva inculcato nella testa cos'era il dovere. Ed Evan, che lo ha
succeduto per poco tempo, non aveva esitato a mettere in pratica
quegli insegnamenti.
Povero
ragazzo, meritava di vivere più a lungo.
Ho
visto con il cuore sanguinante e un groppo in gola la mia famiglia
venir piegata dalla ferocia della Prima Guerra Magica. Era
sopravvissuto solo un bocciolo di rosa, piccolo e delicato, tanto che
ho temuto di assistere alla caduta definitiva dei Rosier nell'oblio.
Emmeline,
che si era presa cura di quello che restava come se fosse il suo, di
nome, aveva fatto di tutto per far in modo che ciò non accadesse.
Credo che in cuor suo condividesse la mia stessa paura, tanto che,
allo scoppio di un nuovo conflitto, aveva saggiamente suggerito che
la famiglia non si schierasse da alcuna parte.
Lei
lo aveva fatto, i Rosier no.
Dopo
la caduta di Voldemort, c'è stata finalmente la pace che tanto avevo
bramato.
La
mia famiglia è rifiorita. Come un roseto le cui radici sono
saldamente piantate nel terreno, così da procurarsi nutrimento, sono
nati altri boccioli candidi.
Con
un sorriso di gioia, ho osservato queste stanze vuote riempirsi di
bambini e sentito il trillo delle loro risate. Dove una volta c'erano
mute occhiate di apprezzamento e gesti misurati, ora ci sono
abbracci, baci e parole di affetto pronunciate senza vergogna.
Non
sono mancati sguardi sospettosi – Evan si è guadagnato una tetra
fama durante la guerra che, inevitabilmente, si è riversata sui
discendenti – e chiacchiere velenose, che forse avevano e hanno
l'unico scopo di ferirci.
Chiacchiere
che non hanno mai turbato il mio padrone. Anzi, credo che sotto
quella maschera di acciaio con la quale si mostra al mondo, sia
divertito dal sapere che, nonostante i decenni, siamo ancora tanto
temuti.
E
infine, da un matrimonio felice, è arrivato Lance.
Il
suo nome è scritto in fondo all'albero, a rappresentare il
primogenito della nuova generazione.
È
in lui che abbiamo riposto il nostro futuro.
«Possono
provare a reciderci
ma
noi ricresciamo sempre».
Sono
un po' emozionata e un po' preoccupata.
Emozionata
perché non ho mai scritto una raccolta e mi intriga l'idea di
strutturare i capitoli in maniera diversa rispetto ad una long.
Preoccupata perché ho un'idea talmente precisa di cosa raccontare
che non vorrei accorgermi di non riuscire a rendere su carta quello
che ho in testa.
Dunque,
benvenuti in questa raccolta sui Rosier.
A
parte Evan, il cui nome è stato creato dalla Rowling, tutti gli
altri personaggi sono farina del mio sacco. Sì, anche la storia di
Evan – perché di lui sappiamo solo che era un Mangiamorte e che ha
mutilato Malocchio – proviene dal mio headcanon.
Vorrei
dedicare un capitolo ad ogni membro della famiglia, così da
mostrarvi anche diversi periodi storici e approfondire tutti gli intrecci che non avranno spazio in Condannati. Il primo personaggio trattato sarà Julian, poi
ci saranno Evan e Lance.
(In
realtà ho progettato quattro capitoli ma devo vedere se il quarto
personaggio è fattibile da usare in questo contesto)
Se
volete approfondire un attimo i vari Rosier, vi dico che:
-
Evan e Julian compaiono sia in Baratro che nella mini long
Condannati.
-
Lance nella serie Someone you loved (siamo
nella Nuova Generazione).
Vorrei
ringraziare Paige che è stata così gentile da darmi una spietata –
vai, tesoro, è così che mi piaci – opinione su questo capitolo.
E
niente, spero che questo prologo non vi sia sembrato troppo strano e
che vi abbia incuriosito.
A
presto,
Blue
Familie kommt zuerst: la famiglia prima di tutto.