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Autore: jarmione    10/12/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ammetto che avrei voluto cancellarla questa storia, ma l’altro giorno la stavo rileggendo e mi è tornata l’ispirazione.

Io spero sempre di non aver fatto qualcosa di troppo osceno o caotico e resto sempre disponibile a critiche e quant’altro.

Buona lettura

 

 

 

Con Jareth fuori dai piedi, la città sembrava essersi calmata.

La maggior parte delle famiglie si erano già ricongiunte mentre altre attaccavano volantini in giro per il centro con caricature alla buona del famigliare o amico di loro interesse.

Tutto era ripreso a scorrere come se niente fosse, anche se molti cercavano ancora una risposta sul perché non erano tornati a casa.

Amy si era ricongiunta con la sua intera famiglia e per KITT...viste le sue dimensioni avevano dovuto trovare un’alternativa.

Risultato? Dormiva nel garage dell’officina di Bonnie.

Michael era tornato al suo vecchio posto di sceriffo e con lui anche Luke.

Erik era rimasto, uno del suo calibro faceva comodo vista la situazione e visto il prigioniero.

Erano passati alcuni giorni ed Amy non aveva più visto né Sarah ne Marceline.

La prima era arrabbiata con lei, ma non sapeva il perché e non aveva modo di mettersi in contatto con la ragazza per saperlo.

La seconda badava a Simon, il re ghiaccio, tanto da non avere più una vita sociale.

Considerando che era una vampira e non usciva di giorno, la sua attività notturna era limitata.

L’unica con cui si vedeva ancora era Evelyn la quale viaggiava sempre in compagnia di uno dei fratelli, solitamente Averell.

Amy aveva faticato non poco per memorizzare i reali nomi di tutti quanti, specie quelli dei quattro fratelli di Evelyn.

Era giunta al punto che, per sbaglio, aveva dato a Joe il nome del minore e le reazioni non erano state simpatiche.

La ragazza stava bene, per fortuna, ma era arrabbiata con Luke e lo evitava in ogni modo.

Lui le lasciava spazio ma non smetteva, comunque, di tenerla d’occhio.

Da quando si era risvegliata, però, Amy si rese conto di non aver più visto molta gente...tra cui Sherlock.

Aveva provato ad andare a casa sua, attendere anche due ore, ma di lui non vi era traccia.

Sapeva, tramite il padre, che si erano divisi poco prima del caos alla villa di Jareth e da all’ora non l’avevano più visto.

Ovunque fosse, pregò che stesse bene, ma aveva voglia di rivederlo.

Ad ogni modo, le sue giornate erano un continuo dividersi tra il lavoro con lo zio Devon ed Evelyn.

Insieme all’amica cercavano ancora di capire come muoversi, cosa fare e come agire.

Sentivano che c’era qualcosa di pronto e che a breve sarebbe scoppiato.

“Evelyn, lasciatelo dire…” disse Amy “Tu dovresti dare retta a Luke e andartene” questo fece arrabbiare di più Evelyn “Non fare quella faccia, sono stata la prima a proporlo”

“Primo, scordatelo, non me ne vado e di certo non con Luke visto quello che ha fatto” precisò “Secondo, il confine è bloccato, nessuno lascia la città e lo sai”

Amy sospirò e cercò sostegno da William, che alzò le spalle sospirando a sua volta e continuando a pulire le tazze di caffè.

“Non pensi al tuo bambino?”

“E tu non pensi a me? Ai miei fratelli e la mia vita?” ribatté lei “Accidenti, sembri Luke!”

“Forse gli do ragione”

“Forse sei completamente sciroccata, tanto da far sembrare Averell intelligente”

Era inutile discutere con Evelyn, non avrebbe cambiato idea.

Amy finì di bere il suo tè e pagò a William quanto spettante, lanciandogli uno sguardo misto tra grazie dell’aiuto che non mi hai dato ed il fai qualcosa, ti prego.

Ma cosa poteva fare lui? Nessuno poteva fare niente.

Amy fece per uscire, lasciando Evelyn con il fratello, ma si bloccò quando vide la porta aprirsi.

“Ehi, Will, una birra, grazie” disse chi era entrato.

Amy, grazie alla sua memoria, abbinò subito il nome corretto.

“Logan?”

L’uomo si voltò verso di lei e le fece un piccolo sorriso “Ehi, ragazzina”

“Sei sparito nel nulla, dove sei stato?” domandò Amy

“Nella miniera e...al confine”

Per fortuna erano solo lei ed Evelyn in quel locale, altrimenti il silenzio che si era creato sarebbe stato glaciale.

“Che facevi al confine?” domandò Evelyn, avvicinandosi

“Stiamo cercando un modo per varcarlo e capire quale magia lo stia bloccando” rispose Logan “Ovviamente non abbiamo scoperto nulla”

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata interrogativa.

Abbiamo? Lui e chi altro?

“Quanti siete?” domandò Amy

“Non farmici pensare” sorseggiò la sua birra “Sono circondato da un branco di idioti e poi, come fai a non saperlo, visto che il tuo ragazzo è con me?”

Amy sgranò gli occhi “Sherlock?”

“Non lo sapevi?” domandò Logan ed Amy scosse la testa “Oh, beh, adesso lo sai”

Bevve ancora, tutto d’un fiato, poi posò il boccale, pagò ed uscì senza dire altro.

Amy restò immobile qualche istante, poi si scusò ed uscì di corsa.

“Logan” lo fermò appena in tempo e non servì parlare, lui aveva già capito perché era lì.

“Va a casa, ragazzina, non è luogo per te il confine”

“Non lo è per nessuno” ribatté Amy “Portami con te”

“Tu sei pazza” Logan salì sul suo pick up e mise in moto.

“Aspetta” Amy si appoggiò al finestrino “A differenza vostra, io sapevo chi ero e ho cercato di farlo capire anche a voi”

Logan sospirò

“Potrei esservi di aiuto”

“Potrebbe essere pericoloso” disse Logan “E non ci serve una ragazzina senza poteri o simili”

“Sherlock non ha poteri e nemmeno tu hai poteri adatti a combattere qualcosa di magico” allungò la mano e prese quella di lui, passando delicatamente le dita sulle cicatrici fra le nocche “Tu vuoi sapere cosa blocca il confine per liberarti di questo”

Logan si incupì, ritirò la mano “Sta alla larga dal confine, ragazzina” e partì.

“Logan!” ma lui non la poteva più sentire.

Nel frattempo, Evelyn era uscita e si era messa vicino a lei “Amy…”

“Odio gli adulti” disse “Se divento così, sei autorizzata a spararmi”

“Non ho ammazzato Joe, figurati se ammazzo te”

 

*****

 

La situazione al confine era in fase di stallo.

Nessuno osava superare il cartello che segnava la fine della città e più che chiacchiere non si faceva altro.

“Vi rendete conto che stare qui a fissare la strada non ci porta da nessuna parte?” domandò sarcastico Loki, ricevendo un’occhiataccia da parte di tutti.

“Hai idee migliori?” domandò Michael, ben sapendo che nessuno sapeva esattamente cosa fare o cosa potesse accadere.

Ciò che li fermava era la paura di finire uccisi e, dato che tutti ci tenevano alla propria vita, era ovvio che nessuno si muovesse.

“Sta arrivando Logan” comunicò Luke, indicando alle sue spalle.

Il pick up si fermò non molto distante dal gruppo e Logan scese, avvicinandosi.

“Alla buon’ora lupetto” disse Loki “Si era detto un orario e tu arrivi adesso?”

“Scommettiamo che prendo quella tua faccia e la spiaccico sull’asfalto, rifacendo le strisce?”

Loki mosse le mani e fece apparire dei pugnali “Provaci”

“Basta, smettetela!” ordinò Michael, mettendosi in mezzo ai due “Vi sembra il caso?”

“Parla col compagno lingua lunga” disse Loki, facendo salire a Michael la rabbia.

Ma questi non fece in tempo a ribattere, che si udì uno sparo.

Luke, con il braccio alzato, aveva fatto partire un colpo per zittirli tutti.

“Il prossimo non do garanzie” disse e questo fece placare gli animi.

Accanto al cartello, c’era Simon.

Egli osservava sia in cielo che in terra, alla ricerca di qualche indizio che lo aiutasse a capire cosa bloccasse il confine.

Lui non aveva poteri, a meno che non metteva la corona la quale, per ragioni di sicurezza, aveva Charles nel suo studio.

Avevano provato a lanciare oltre l’insegna qualunque cosa.

Sassi, terra e persino una penna, che nessuno osò recuperare e che tanto era scarica.

Logan, una volta, aveva proposto di lanciare Loki per vedere gli effetti, ma la situazione era degenerata e alla fine erano andati via.

“Avverto qualcosa” disse Simon “Ma non riesco a vedere nulla”

“E’ magia e nessuno la può vedere” si intromise Loki “nemmeno io...è fastidioso”

“Possibile che siamo qua in sette e nessuno riesce a venirne a capo?” domandò Michael “E’ assurdo”

“Se riuscissi a trovare il TARDIS sarei in grado di dirvi di più” si rammaricò il Dottore “Ho recuperato solo il mio cacciavite sonico ma non funziona come dovrebbe”

“In che senso?” domandò Logan “Non dirmi che non avvita bene”

“Ah ah, divertente” borbottò il Dottore, tornando a spiegare a chi lo avrebbe capito “Rileva tutto, ma quando lo punto verso il confine non rileva nulla e...smette di funzionare”

“Tu cosa ne pensi?” domandò Luke rivolto a Sherlock.

“Abbiamo tentato con oggetti, ma non abbiamo considerato le persone”

“A parte lui” disse il Dottore riferendosi a Logan, che voleva tentare con Loki.

“E’ vero...le persone!” Sherlock guardò gli altri e si batté le mani sulla fronte “Come ho potuto essere così cieco!”

“Se ti esprimessi con più specifiche, forse capiremo anche noi” disse Logan, incrociando le braccia.

“Ma come fate a non capire? È così ovvio!”

“Io sono un Dio, non un cervellone” commentò Loki

“Appunto! Tu sei un Dio!”

Loki sgranò gli occhi e mormorò a Michael “Non so se considerarlo un complimento oppure no”

“Ragionate” disse Sherlock, cercando di mantenere tutti sulla sua stessa lunghezza d’onda “Il tuo...la tua macchina” disse rivolto a Michael “E’ alta tecnologia, qualcosa di sofistico e sanno tutti che la scienza e la magia non sono mai andate d’accordo, lei...lui, infatti ricorda tutto, tu…” si rivolse poi al Dottore “Tu non sei del tutto umano e grazie a questa tua caratteristica, la tua mente non era stata compromessa del tutto, infatti hai ricordato prima di molti di noi e Loki...beh, non serve dire perché ricordi”

“Peccato” commentò Loki “Mi sarebbe piaciuto sentire elogi alla mia persona”

“Amy era dentro KITT quando è accaduto” realizzò Michael, dando a Sherlock la prova di aver capito dove volesse andare a parare “La sua memoria è rimasta intatta grazie a lui”

“Esatto!” esclamò Sherlock “Se la maledizione non ha avuto effetto su di loro, forse sono anche gli unici che possono varcarlo”

Loki, essendo uno degli interessati, fece un passo indietro e agitò le mani avanti “Scordatelo” disse “Solo perché non ha avuto effetto, non significa che non ne abbia adesso”

“Io non ricordavo nulla fino all’arrivo di Amy” precisò il Dottore “E’ rischioso per tutti ed io non intendo mettere a rischio nessuno”

“KITT adesso è...è poco tecnologico e non voglio rischiare che gli succeda qualcosa e non intendo mettere a rischio Amy”

“Chi tra loro è meno a rischio di perdita?” domandò Sherlock, ben sapendo che la risposta alla sua domanda era ovvia.

Tutti si voltarono verso Loki.

“No...non ci penso nemmeno”

“Loki, ascolta” tentò di intermediare Michael “Tu sei veramente l’unico che non ha subito attacchi alla memoria e questo per via del tuo essere”

“Quindi sacrificare me aiuterebbe voi a capire qualcosa?” domandò Loki, scuotendo la testa “Grazie, ma no grazie, preferisco restare chiuso in questa squallida città piuttosto che darvi una mano”

Luke sospirò.

Loki sarebbe stato un valido aiuto e lui voleva sapere cosa c’era oltre il confine e...capire come oltre passarlo.

Era ancora intenzionato a portare via Evelyn e se Loki non voleva collaborare...si dovevano usare le maniere forti.

Abbandonò il suo lato ragionevole e guardò Logan.

Questi sorrise e si schioccò le dita “Era parecchio che desideravo farlo”
Senza preavviso e con immensa soddisfazione, Logan prese Loki per il colletto e la parte dietro della giacca e lo lanciò come se fosse un sacco di patate.

Con un grido, Loki volò oltre il confine, uno strano bagliore illuminò il valico ed infine il Dio cadde a terra.

Dopo un attimo di panico, Loki si rialzò in piedi.

Osservò le sue mani, il suo corpo e si toccò ovunque per essere sicuro di non avere niente di rotto.

“Loki?” Michael si preoccupò.

Loki non risposte subito, si passò le mani alla testa e, lentamente tornò indietro.

Non appena fu di nuovo dall’altra parte, fece dei respiri profondi e guardò Logan “Tu...tu me la pagherai e anche cara”

“Intanto sei stato di aiuto”

“Allora?” domandò Sherlock, smorzando sul nascere qualunque tipo di litigio fra i due.

Loki sbuffò e si rivolse agli altri “C’è qualcosa, è la stessa cosa che cercava di penetrarmi nella mente quando è giunta la maledizione” disse “probabilmente un meccanismo che cancella la memoria o altro, ma con me pare non funzioni”

“Questo perché sei un Dio” disse Sherlock “Ora che sappiamo qualcosa di più in merito, possiamo parlare solo con una persona”

“Se parli del biondino impomatato che ci ha portato qui, sappi che quello non dirà una parola” gli ricordò Logan.

“A noi no” Sherlock guardo Michael “Ma ad Amy sì”

Michael sentì cedere il terreno sotto ai suoi piedi.

  
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