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Autore: Altair13Sirio    10/12/2021    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Hachi si abbandonò alla poltrona e si massaggiò la fronte, esausto. La debole luce della lampada sulla scrivania illuminava a malapena i documenti che era rimasto a scrivere e revisionare, posti vicino alla pila di quelli che aveva dovuto leggere e approvare per la commissione dell'I.P.U. Le sue ricerche non avevano ancora avuto risultati, quindi lì in mezzo non avrebbe trovato risposte, ma leggeva comunque tutto quello che si trovasse davanti con fare ossessivo.
Sentiva di avere poco tempo, il che era paradossale per una persona il cui tempo era letteralmente infinito. Quattro mesi erano passati in un attimo e adesso si ritrovava a pregare perché ci fosse qualche giorno in più, anche solo qualche ora di preparazione in più…
In fondo, perché avrebbe dovuto essere così sicuro delle previsioni degli Stridiosauri? Loro non avevano modo di sapere cosa stesse succedendo al di fuori del loro pianeta; magari avevano sbagliato data…
Questo ragionamento avrebbe potuto funzionare quattro mesi fa, non ora. Su quei fogli appena firmati sulla sua scrivania c'erano i rapporti degli astronomi di tutto il mondo che avevano tenuto sotto controllo i cieli per mesi, e tutti riferivano la stessa cosa: i VIRM stavano arrivando. Fino a poco tempo prima era stato difficile esserne sicuri al cento percento, ma una volta superata la cintura degli asteroidi era arrivata la conferma che una flotta di ricognizione VIRM stesse per raggiungere la terra; ci avrebbero messo pochi giorni con la tecnologia di cui disponevano, e arrivati là avrebbero dispiegato le loro forze su tutto il pianeta.
Una prima offensiva generalizzata, decisa a mandare un messaggio più che a creare danni veri e propri: volevano che l'umanità sapesse che quegli esseri che li avevano soggiogati un millennio prima stavano tornando a finire il lavoro.
Hachi si alzò di scatto e raggiunse la finestra, fermandosi ad osservare la vista sul lago che circondava l'edificio. Fu tentato dall'uscire, fare una passeggiata nel parco per distendere i nervi, svuotare la mente per pochi minuti, ma rimase concentrato; perdersi in leggerezze come queste non era da lui, specie alla vigilia di una missione così importante.
Avrebbero finalmente ricevuto le risposte che cercavano, ovvero se i ragazzi che avevano scelto sarebbero stati all'altezza delle aspettative; lui ne era certo, non poteva essere in alcun modo dopo aver visto tutto quello che erano riusciti a fare quei ragazzini.
Chiuse gli occhi ripensando a Nakamura, Sato e allo Iustitia. Aveva promesso a Nana che non si sarebbero lasciati distrarre da tutte quelle coincidenze, ma non poteva smettere di pensarci pur volendo; adesso avevano anche scelto Kya come caposquadra, sembrava veramente tutto girare attorno a loro… Oppure erano loro, i due adulti che dovevano occuparsi di loro, a far girare tutto attorno a quei ragazzi?
Un rumore in arrivo dal comunicatore portatile che aveva lasciato sulla scrivania lo fece trasalire. Chi poteva cercarlo in quel momento, nel cuore della notte? L'ologramma attivo mostrava un messaggio: "CONNESSIONE A IDENTIFICATIVO SCONOSCIUTO."
Un fascio di luce violetta si aprì dal basso facendo sparire il messaggio di prima; non comparve nessun ologramma, però era udibile un leggero ronzio di fondo a segnalare che ci fosse qualcuno in attesa dall'altra parte.
Ci fu silenzio ancora per un po', poi una voce distorta fece aumentare i battiti cardiaci di Hachi.
<< Lo so che sei lì, ti vedo perfettamente. >>
L'uomo deglutì un momento prima di fare qualche passo in direzione della scrivania. Aveva riconosciuto quella voce, non avrebbe mai potuto dimenticare quanto fosse irritante e come fosse capace di gelargli il sangue nelle vene in un attimo.
<< Il tuo segnale vitale è riconoscibilissimo anche dopo tutti questi anni. >>
<< Padre. >> Disse con tono aggressivo, ma mantenendo uno sguardo tranquillo. << Non credevo che avrei mai più sentito la vostra voce. >>
La voce dell'alieno arrivava a fatica al comunicatore di Hachi; era già incredibile che fosse riuscito a mettersi in contatto con il comunicatore di Hachi, e inoltre il segnale aveva dovuto viaggiare da un punto lontano nello spazio prima di agganciarsi a lui.
<< Ci chiami ancora in quel modo? >> Fece la voce con tono ironico. Hachi non sapeva come altro chiamarli, in fondo era sempre stato quello il loro nome. La differenza era che tutte quelle voci che Hachi aveva imparato ad attribuire a individui diversi, adesso sembravano essersi unite, parlavano una sopra all'altra e all'unisono, dando l'impressione di star parlando con una folla di gente. << Ti abbiamo condizionato talmente bene? >>
<< Avete una bella faccia tosta a farvi rivedere! >> Disse trattenendo a stento l'astio nella voce. << Non eravate morti? >>
La voce non notò minimamente la rabbia montare su di lui e rispose come se avesse tutto sotto controllo. << Può mai morire un'entità condivisa e interconnessa, anche se priva di un corpo e di un mondo a cui tornare? >>
Parlava per indovinelli? Era decisamente il vecchio Padre, quel saccente e borioso personaggio che non faceva che nascondersi dietro a una maschera d'oro, riempiendosi la bocca di parole di elogio per quelli che mandava a morire per un ideale incomprensibile.
<< Abbiamo subito un duro colpo, umano. Ma la nostra razza è forte, ci siamo ripresi in tempi record anche dopo aver perso il nostro pianeta. >>
<< Quello è stata colpa vostra. >> Reagì Hachi, sentendo un moto di orgoglio. << Avete scherzato con la gente sbagliata! >>
Una risata, o qualcosa che vi somigliava arrivò attraverso i piccoli altoparlanti del comunicatore di Hachi e gli raggelò il sangue. Era un suono così privo di umanità che sarebbe stato difficile attribuirlo a qualunque cosa esistente.
<< Su questo devo darti ragione. Il nostro piano avrebbe funzionato alla perfezione se solo non avessimo incontrato degli esseri così testardi. Quei sentimenti di cui andavate tanto fieri alla fine vi sono tornati utili… >>
<< Che cosa volete? >> Tagliò corto Hachi. Dover sentire parlare quell'essere disgustoso era già abbastanza fastidioso senza che continuasse a sminuire tutto ciò che rappresentava. La voce tremò per un momento quando il VIRM riprese a parlare.
<< Stiamo venendo a prendervi, umani. Non importa quale risposta abbiate preparato o quanti nemici dovremo affrontare; avete distrutto la nostra casa e ci avete costretti a ricominciare da zero, e ora stiamo venendo a restituirvi il favore. Non ci fermeremo finché ogni singolo umano non sarà stato sterminato; la nostra missione non è più l'assimilazione, ma l'annientamento totale. E quando avrete finito di dimenarvi e non sarete altro che polvere, toccherà agli Stridiosauri che hanno lottato al vostro fianco.
<< Non aspettatevi di poter vincere, non sperate nella pace tra le nostre razze. Non potete ucciderci, noi non ci fermeremo mai, quindi non avete altra scelta che arrendervi al vostro destino.
<< Ma… Se proprio siete decisi a combattere, allora fate in modo di rendere la cosa divertente. >>
Senza aspettare la risposta dell'umano, la connessione si interruppe e la luce violetta dell'ologramma si estinse. Hachi rimase in silenzio, al buio nel suo studio, lo sguardo fisso in una smorfia di disappunto. Così si erano fatti vedere semplicemente ostentare la loro superiorità e mettergli pressione? Era ovvio che sarebbero stati così sicuri di sé, ma non si aspettava che sarebbe stato contattato direttamente dai VIRM. Per loro mettere paura negli umani era tanto più importante che sfruttare un ipotetico effetto sorpresa?
Credeva di aver agito bene, ma era sicuro che le sue parole non avessero impressionato gli alieni mentre questi stavano già gongolando all'idea di avergli incusso il terrore necessario a farlo cedere; ma non lo conoscevano abbastanza, e soprattutto non conoscevano la sua squadra!
 
*
 
La nave madre della flotta di ricognizione VIRM si era divisa in tante piccole unità che si erano sparse per il globo, atterrando un po' ovunque sulla Terra. Le squadre Parasite erano state allertate per tempo e dispiegate ognuna nelle zone di atterraggio previste; alcuni avrebbero operato assieme unendo le forze a causa della loro posizione, altri avrebbero dovuto contare solo su sé stessi.
Kya scrutò il cielo con disappunto vedendo sbucare dalle nuvole la nave viola che confermava l'arrivo degli alieni nella zona. Pur essendo nel corpo dello Iustitia, si sentiva immensamente piccola di fronte a quella nave; forse la vista da uno Stridiosauro come il Gaia o l'Aros sarebbe stato diverso, ma era sicura che anche i suoi compagni di squadra provassero quella stessa sensazione.
Era dall'inizio di quella giornata che non riuscivano a trattenere la propria ansia. Già al risveglio quella mattina sapevano che avrebbero dovuto affrontare i loro nemici; la connessione era andata senza problemi, anche meglio del solito perché nessuno era abbastanza concentrato per accorgersi dei soliti fastidi che si presentavano alla guida degli Stridiosauri. Tuttavia, quel subbuglio nello stomaco che aveva colto almeno metà dei ragazzi faticava ad andarsene anche dopo essere arrivati fin lì.
Era la prima vera prova per loro, ormai non si poteva più tornare indietro; era naturale sentirsi tesi. Hachi aveva provato a fargli un discorso motivazionale prima di salire a bordo degli Stridiosauri, ma anche lui sapeva che non era possibile governare le emozioni tanto facilmente. L'unica cosa da fare a quel punto era fidarsi dei ragazzi.
La nave sarebbe atterrata in una zona vuota, lontano dalla città. Gli Stridiosauri stavano osservando l'area da una posizione sopraelevata, pronti ad avvicinarsi al primo segno di ostilità. Per fortuna non avevano dovuto occuparsi di evacuare l'area, o la situazione sarebbe stata molto più frenetica.
<< Sei pronto, Ryo? >> Domandò la ragazza, facendo tremare l'area con la sua voce amplificata dallo Iustitia. Ryo non rispose, le mandò solo un cenno pensieroso che lei avvertì attraverso la connessione; era uno di quei momenti in cui riuscivano a leggersi nella mente e potevano carpire entrambi le sensazioni che attraversavano i loro corpi. Paura, ansia, risentimento, senso del dovere…
<< Avviciniamoci un po' alla zona di atterraggio! >> La ragazza fece cenno agli altri di seguirla, mantenendo una buona distanza da ogni unità per poter minimizzare le vie di fuga per i nemici.
Gli Stridiosauri avanzarono scendendo dalle colline su cui avevano trovato un piccolo vantaggio e seguirono i movimenti della loro caposquadra, rimanendo sempre concentrati sulla nave nel cielo. Sembrava che stesse rallentando adesso.
<< Non sembra che si schianteranno. >> Disse la voce di Hachi, in collegamento dalla sala di controllo alla base. << Probabilmente non vogliono rischiare di perdere il proprio vantaggio in manovre brusche. >>
<< Finché non saranno a terra, non attaccate! >> Gli raccomandò Nana. Era comunque inutile tentare un attacco contro un bersaglio così grande e lontano.
I ragazzi risposero affermativamente al messaggio della loro coordinatrice e andarono avanti. C'era tensione sia sul campo che nella sala di controllo; assieme ai due adulti che osservavano la scena dagli occhi degli Stridiosauri e dai droni dispiegati nell'area, anche i tecnici che dovevano occuparsi della salute dei ragazzi e monitorare il funzionamento delle macchine avevano il loro bel daffare. Si trovavano finalmente faccia a faccia con il nemico e il risultato di quella prima battaglia sarebbe stato di un'importanza colossale per delineare le loro mosse future.
Quando furono un po' più vicini, i Parasite notarono dei movimenti dalla nave dei VIRM: il suo frontale si stava aprendo, mostrando un gigantesco vano di trasporto. Con lentezza, la nave si aprì lasciando cadere verso terra grappoli di macchie scure dalle forme e dimensioni più disparate: almeno una decina di figure eguagliavano se non superavano gli Stridiosauri più grossi in termini di grandezza, mentre gli altri erano poco più alti dei classe Mohorovičić. Era ormai chiaro che quelle fossero le unità che i VIRM avrebbero schierato in battaglia, e in quel momento stavano scendendo a velocità costante verso il suolo.
Gli alieni toccarono terra sollevando una grossa nuvola di polvere che iniziò a disperdersi grazie al vento nell'area. L'impatto fu avvertito dai Parasite attraverso delle leggere vibrazioni nel terreno e a quel punto fu che i ragazzi avrebbero dovuto rivedere la loro strategia, non aspettandosi che la nave madre rimanesse in cielo.
Momo avvertì la respirazione e i battiti del proprio partner cambiare; l'agitazione di Hoshi era cresciuta alla vista di quei giganti. Fu tentata dal chiedergli se stesse bene, ma esitò un momento di troppo e quando le comunicazioni con i coordinatori si riaprirono, non ne ebbe più la possibilità.
<< Hanno deciso di attaccare a distanza. >> Constatò Hachi.
<< Signore. >> Chiamò la voce di Suzuko, intromettendosi nelle riflessioni dell'uomo. << E' possibile riuscire a capire se le loro forze siano tutte qui? Oppure la nave sta nascondendo altri nemici? >>
Sorpresi dall'accuratezza della ragazza, gli adulti esitarono un momento a rispondere. << Purtroppo i nostri scanner non rilevano niente. Dovrete combattere aspettandovi la possibilità che i nemici abbiano dei rinforzi. >>
<< Noi non ne abbiamo, vero? >> Chiese Yoshiki, già conoscendo la risposta. Sembrava quasi che volesse pungere i suoi istruttori con una simile domanda, ma era giusto che la ponesse.
<< No. >> Rispose dopo una lunga pausa lo stesso Hachi. << Temo di no. >>
<< Ricevuto. >> Si limitò a rispondere il ragazzo, e si fece un po' più avanti con l'Anthurium.
Ormai la polvere si era definitivamente posata sul terreno, lasciando visibili i VIRM anche dalla distanza. I più somigliavano a macchine umanoidi, corazzate in modo simile agli Stridiosauri, ma alcuni modelli assumevano delle forme sempre più astratte, lontane da quelle antropomorfe; in particolare i giganteschi nemici che torreggiavano sopra agli altri modelli più piccoli, somigliavano più a dei muri muniti di arti, per non parlare degli esseri più piccoli pieni di braccia e corpi snodati.
<< Naho, Rin! >> Chiamò Kya, assumendo pienamente il ruolo di caposquadra. << Spostatevi seguendo una traiettoria circolare e raggiungete l'altro lato del campo; proveremo a circondarli. >> Doveva ammettere che quella situazione la eccitava un po'; l'idea non solo di poter dare degli ordini ai suoi compagni, ma anche quella di avere di fatto le sorti del mondo in mano, le dava una strana sensazione…
Le due ragazze risposero prontamente agli ordini della caposquadra e, assieme ai loro partner, iniziarono a muoversi seguendo due direzioni diverse. I VIRM sembravano totalmente indifferenti ai loro spostamenti.
<< Io vado a dargli supporto. >> Continuò dopo un po' la caposquadra, sorprendendo gli altri. << Il piano è di disporci a distanze uguali per coprire l'intera area, per poi chiudere il cerchio poco per volta. >>
<< Sicura che non sia meglio restare uniti? >> Intervenne Suzuko, non molto convinta di quella strategia. Alcuni modelli come il suo o quello dei fratelli Okagawa rendevano meglio quando erano in squadra; se si fossero isolati come suggeriva Kya, avrebbero rischiato di avere troppi squilibri in battaglia.
Kya non sembrò infastidita da quell'intervento. Sorrise al Gaia con fare incoraggiante. << Aspettiamo di vedere come si muovono, prima. Non sappiamo ancora di che tipo di armi dispongono, né se proveranno a fuggire per raggiungere la città. >>
Iustita si voltò un'altra volta e riprese a camminare in direzione dell'Animus, ma poi si fermò di nuovo rivolgendosi alla sua compagna di stanza.
<< Un'ultima cosa, Momo: tieniti pronta a sorvolare la zona e a far piovere fuoco sui VIRM, se necessario. Ma al momento rimani a terra! Non vorrei che vi bersagliassero con qualche arma che non conosciamo. >>
Sentendosi chiamare in causa, la sua amica rispose prontamente all'avvertimento, ma dentro di sé non era sicura se sarebbe riuscita a soddisfare le aspettative; già non era la più abile della squadra, e poi il suo partner aveva cominciato a trasmetterle uno stato di demoralizzazione che avrebbe rischiato di affossare le loro prestazioni…
Il suo partner. Il respiro di Hoshi si era fatto pesante sin dalla comparsa dei VIRM e la ragazza aveva sentito chiaramente la sua coscienza affievolirsi all'interno della connessione. Prima non era riuscita a dire niente, ma se lo avesse lasciato così presto avrebbero avuto seri problemi!
<< Hoshi, rimani tranquillo! >> Lo richiamò lei, cercando di dosare la voce. Il ragazzo fu sorpreso di sentirsi chiamare e per un attimo, Momo poté notare una variazione nel suo battito cardiaco.
<< Abbiamo detto che combatteremo assieme, ti ricordi? >> Gli disse sforzandosi di sorridere.
Il battito di Hoshi si fece più veloce per qualche motivo, poi il ragazzo sembrò rilassarsi per un attimo e disse:<< Va bene, ci sono! >> Ma dal tono di voce e dalle sensazioni che avvertì attraverso la connessione, Momo pensò che non fosse del tutto onesto.
Il loro Stridiosauro avanzò lentamente nel campo, portandosi di poco più vicino ai VIRM che attendevano in fila. L'Aros non era molto comodo da pilotare a terra; era buffo mentre camminava, i suoi movimenti erano lenti e imprecisi, mentre per aria poteva veramente dire di avere la situazione sotto controllo. Però l'idea che i VIRM potessero avere qualche arma a lungo raggio da usare contro di loro non era da escludere e in quel frangente Hoshi non avrebbe mai azzardato un rischio simile, né tantomeno Momo lo avrebbe incoraggiato.
Aros si bloccò. Un rumore attraversò l'aria ed entrò nelle teste dei piloti, destabilizzandone i sensi per un buon minuto. Fu come un fischio ad altissima frequenza, una vibrazione che attraversò i loro corpi e fece tremare violentemente i loro timpani; inutile provare a tapparsi le orecchie, fu come ricevere un chiodo dritto nel canale uditivo, seguito da un trapano che inveiva su di loro, ma alla fine del rumore tutti loro sentirono come se le loro teste si fossero alleggerite, seppur pulsanti per il dolore.
Poi una voce iniziò a suonare direttamente nei loro pensieri.
Umani. Sono passati secoli dal nostro ultimo incontro. Ci aspettavamo di ricevere un'accoglienza più impegnativa, e invece scopriamo che questa è la vostra linea di difesa? Siete veramente più deludenti di quanto ci aspettassimo: abbassarvi a lottare con coloro che un tempo avete tentato di sterminare, pur sapendo di non avere speranze di vittoria, e per di più mettendo dei bambini alla loro guida…
L'affronto che ci avete recato mille anni fa verrà ripagato solo con il vostro sangue. Non aspettatevi alcuna pietà!
Così come era comparsa, la voce svanì e i VIRM iniziarono a muoversi. Era ancora incredibile come, per alcuni istanti, Naho avesse sentito una voce che non apparteneva a lei dentro la propria testa.
<< Bastardi! >> Esclamò all'improvviso la voce alle sue spalle; Yoshiki sembrava fuori di sé. Non poteva voltarsi, ma era sicura che il suo volto fosse deformato da una smorfia piena di rabbia.
<< Non osate entrare di nuovo nella mia testa! >> Urlò di nuovo il ragazzo, che con uno strattone diede il comando di avanzare all'Anthurium, cogliendo di sorpresa la propria partner.
Lo Stridiosauro attraversò in breve tempo una grossa fetta del campo di battaglia e puntò a testa bassa contro i VIRM. Naho tentò di far tornare il buon senso al proprio partner senza riuscirci e per un attimo pensò veramente che si sarebbe scontrata con i nemici in quel modo.
Improvvisamente poi, Yoshiki sembrò tornare in sé quasi dal nulla e ascoltò le parole della ragazza fermando di colpo lo Stridiosauro.
Il serpente meccanico bloccò bruscamente la propria avanzata e cambiò direzione, tornando il più in fretta possibile alla sua postazione iniziale. Quando l'Anthurium si fu fermato, arrivarono rimproveri da alcuni membri della squadra, Naho compresa; Yoshiki però li zittì tutti, dicendo di avere qualcosa di importante da dire.
<< Ascoltate! >> Annunciò interrompendo le voci degli altri. << I nemici sono molti di più di quanto pensassimo: sulle spalle dei VIRM più grandi ci sono numerosi corpi di piccole dimensioni, forse a decine per ogni unità! >>
L'avvertimento fece subito alzare le difese degli altri Stridiosauri. Se c'erano veramente dei nemici di piccola taglia, avrebbero dovuto fare attenzione a non farsi prendere alla sprovvista; nei racconti di Nana e Hachi, al primo scontro con i VIRM le squadre Parasite sul campo furono decimate a causa del fattore sorpresa, oltre alla superiorità numerica degli avversari. Loro erano divisi in sei coppie e avrebbero dovuto affrontare tutti quei nemici; era di vitale importanza che ponderassero ogni decisione con la massima cautela.
<< Sei stato uno sconsiderato! >> Lo rimproverò Nana attraverso il collegamento dalla sala di controllo. << Non permetterti mai più di fare un'idiozia del genere! >> Il ragazzo non provò nemmeno a giustificare il suo comportamento.
<< Lo so, mi dispiace. >> Rispose. << Non so cosa mi abbia preso. >>
<< Vedete di tenerlo d'occhio d'ora in avanti! >> Disse poi la donna rivolgendosi agli altri, che non sapevano come interpretare quell'ordine. Kya si mise a riflettere.
<< E' vero che Yoshi ha fatto un errore, ma grazie a questo suo errore abbiamo scoperto un'informazione in più sui nemici… Questi modelli di piccole dimensioni sono anche più piccoli di un classe Mohorovičić, quindi in teoria farli fuori non dovrebbe essere troppo difficile… >>
<< Ehi! >> Intervenne Hoshi contrariato. << Non cercare di giustificarlo! Ha rischiato di mettere in pericolo sé stesso e Fukuda senza alcun motivo! >>
Lo Iustitia alzò una mano in direzione dell'Aros, talmente distante da non poter neanche notare quella sua mossa, e rispose:<< Hai ragione! >> Quindi Kya incaricò lo Xenomorphus di restare vicino all'Anthurium per potergli fornire supporto in caso di necessità.
<< Perché noi? >> Domandò Kaoru, più spaventato che altro. L'idea di essere responsabile di qualcun altro non lo entusiasmava in quella situazione così delicata.
<< Perché siete piccoli e veloci e potete coprire l'Anthurium nei suoi punti ciechi. >> Rispose la ragazza dall'altra parte del campo di battaglia. << Tuttavia, se le cose vanno come speriamo, non ci sarà bisogno di preoccuparsi di Yoshi. >>
<< Mi dispiace, Matsumoto. >> Si scusò Yoshiki. << D'ora in poi mi assicurerò di riflettere, prima di agire! >>
La comunicazione si chiuse con Kaoru che deviava quel tentativo di scuse e una volta soli, Naho poté rivolgersi privatamente al proprio partner per fargli una tirata di orecchie.
<< Ma che ti è saltato in mente? >> Sbottò voltandosi quel tanto che bastava per poter avvistare il viso del ragazzo.
<< Mi dispiace. >> Rispose lui a denti stretti. Naho fu subito colpita da come reagì il ragazzo al suo commento; sembrava vergognarsi della propria azione e faticava a sostenere il suo sguardo, quando di solito non aveva alcun problema anche a risponderle per le rime se necessario.
Dopo un attimo di smarrimento, la ragazza si voltò in avanti per tornare a riversare la propria coscienza interamente all'interno dello Stridiosauro.
<< Questo non è da te! >> Gli disse. << So che è una situazione particolare, ma devi rimanere concentrato! >>
Yoshiki non rispose questa volta e rimase in attesa. I VIRM avevano cominciato a muoversi; forse incitati dal quasi attacco dell'Anthurium si erano finalmente decisi ad avanzare e a parte le poche unità più grosse, tutti quanti gli alieni iniziarono ad avvicinarsi agli Stridiosauri. I modelli più piccoli, che da lontano non si riuscivano neanche a vedere, scesero dalle spalle dei più grandi e incominciarono a correre in direzione dei loro nemici, formando una chiazza viola e disomogenea che ricoprì il terreno, seguendo le movenze di un'onda pronta a schiantarsi sulla riva.
Questi non avevano molto di umano: i loro agili corpi erano sfilati e muniti di numerosi arti che si diramavano in altrettante appendici simili a dita; era impossibile dedurne la pericolosità finché non si avvicinavano, ma l'ideale sarebbe stato di non farsi avvicinare affatto.
I VIRM più piccoli erano anche i più veloci: puntarono dritto contro gli Stridiosauri e Kya si mise in posizione difensiva.
<< Preparatevi a rispondere all'attacco! >> Ordinò mentre Ryo impugnava la lancia dello Iustitia. << Non lasciate che vi circondino! >>
Quindi lo Stridiosauro scattò in avanti azionando i retrorazzi. Passò rapidamente in mezzo all'ondata di piccoli VIRM e li evitò tutti con agilità per non inciampare e perdere lo slancio; mosse la lancia rasoterra come la lama di un rasoio, falciando più nemici possibile e osservando le loro reazioni. Gli alieni rimbalzarono e vennero lanciati lontano dal colpo, altri morirono fatti a pezzi dal taglio dell'arma, altri ancora tentarono di aggrapparsi alla lancia dello Iustitia, ma senza successo grazie alle agili movenze di Ryo.
Un dettaglio che i ragazzi non si aspettavano, che saltò fuori quando iniziarono a combattere, era che i corpi dei VIRM non erano meccanici come quelli degli Stridiosauri – che comunque conservavano una parte organica in sé – ma, almeno gli esseri più piccoli, sembravano essere composti da tessuti simili alla carne degli umani, benché al loro interno non sembrasse esserci niente se non uno strano liquido violetto.
Mentre le unità di Stridiosauri più piccole ingaggiavano i nemici a viso aperto, capaci di muoversi agilmente in mezzo al campo di battaglia, gli Stridiosauri più grandi si tenevano a distanza e sfruttavano le proprie abilità per respingere i nemici: l'Anthurium poteva rintanarsi sotto terra ogni volta che voleva per sfuggire agli attacchi dei VIRM, e grazie all'elettricità accumulata nelle sue scaglie aveva un'ottima difesa contro gli attacchi nemici; il Gaia aveva sviluppato una tecnica per continuare a provocare esplosioni a catena senza consumare tutto il gas in una volta, dividendo in sezioni la sacca sopra la sua testa, mentre con i suoi tentacoli teneva a distanza i nemici; l'Aros, infine, aveva sfruttato le proprie ali per tenersi sollevato in aria, facendo piovere magma sulla testa dei VIRM. Era lo Stridiosauro che stava recando più danni all'offensiva VIRM in quel momento, ma continuare a sorvolare l'area era faticoso per Momo, nonché rischioso per entrambi i piloti.
La concentrazione dello Stamen del dragone continuava a calare ogni secondo di più durante il volo. Momo aveva sperato che andando avanti nella battaglia il ragazzo si sarebbe tranquillizzato un po', ma invece aveva iniziato a faticare sempre più ai comandi fino a perdere la concentrazione. La prima ondata di VIRM di piccole dimensioni si era esaurita, così la ragazza propose di scendere a terra per recuperare le energie.
<< Non abbiamo ancora finito! >> Disse una volta atterrati. << La strategia di volare sopra le loro teste è buona! Possiamo occuparci dei nemici in tutta tranquillità così… >>
Ma Hoshi non condivideva il suo ottimismo. Il ragazzo ansimava, esausto oppure terrorizzato; un errore in quelle circostanze avrebbe significato provare un dolore inimmaginabile o addirittura morire seduta stante.
<< Pensi davvero che… Potremmo occuparcene così facilmente? >>
<< Ma certo! >> Fu la risposta carica di ottimismo della ragazza, ma poco dopo fu interrotta dalla voce di Kya, che aprì una nuova comunicazione.
<< Non distraetevi! >> Disse. << Questo era solo un primo assalto, adesso arrivano i nemici più forti. >>
Quando sentirono queste cose, Momo si accorse che in lontananza anche i VIRM di medie dimensioni avevano cominciato a muoversi; questi somigliavano di più a grosse macchine e avevano delle forme più concrete, alcuni si muovevano a quattro zampe reggendosi sugli arti superiori, altri avevano delle movenze simili allo Iustitia e brandivano armi di varie forme e dimensioni, altri ancora strisciavano e rotolavano al suolo. Un'orda di esseri mostruosi e spietati, che non temevano la morte; alla loro vista, il pilota dell'Aros sentì una morsa al petto e il respiro tornò a farsi più pesante.
<< Non devi lasciarti intimorire, Hoshi. >> Gli disse la ragazza. Lei, incredibilmente, non sembrava minimamente impaurita. Come faceva a riporre così tanta fiducia nelle sue capacità, dopo che aveva sentito anche lei le parole di quell'alieno?
<< Non… >> Hoshi deglutì. << Non sono intimorito. >>
Mentiva, ed entrambi lo sapevano.
<< Voglio solo essere sicuro di fare le cose per bene, senza rischi eccessivi. >>
Momo sorrise mestamente. Sapeva che il suo partner stesse cercando di mascherare la paura per lei; lo sentiva nella connessione che Hoshi era spaventato. Apprezzava il suo tentativo per non farla preoccupare, ma temeva che questo comportamento fosse deleterio per lui; non c'era bisogno che cercasse di mostrarsi così forte, ma finse di credergli per permettergli di ricomporsi e affrontare la seconda ondata.
<< Ascoltate! >> Tuonò la voce di Suzuko nelle comunicazioni, mettendo in allerta tutti quanti. << I nemici più piccoli tenteranno di salirvi addosso e colpirvi dall'interno, distraendovi da quelli più grossi che stanno per arrivare e che potranno provocare i veri danni! >>
<< Ottima analisi, Suzu. >> Rispose Kya soddisfatta. << Qualche consiglio? >>
Suzuko, che non si aspettava quella domanda, fu molto felice di poter intervenire di nuovo. << Dovremmo fare squadra, combattere almeno in coppie per poterci guardare le spalle a vicenda! >>
Bastò un attimo di valutazione e Kya accolse quella proposta con entusiasmo:<< Molto bene! Allora tu e Momo combatterete insieme! Kaoru, tu ed Aiko rimanete vicini a Naho e Yoshi e state pronti ad entrare in azione! >>
<< Possiamo saltare sulla schiena dell'Anthurium? >> Domandò eccitato il ragazzo che era stato appena interpellato. Alla sua domanda rispose la Pistil del serpente, piuttosto categorica.
<< Solo se dobbiamo muoverci in fretta! >> Non le piaceva la sensazione di avere qualcuno che le correva sulla schiena, e visto che i suoi sensi erano così amplificati durante la connessione avrebbe preferito evitarlo il più possibile.
Kya annuì con soddisfazione e si voltò a guardare l'Animus, poco distante da lì. << Rin, noi ci occuperemo dei nemici da questo lato! >> Disse prima di impugnare saldamente la lancia e prepararsi a combattere. Dall'Animus arrivò solo un cenno, quindi anche i due fratelli si prepararono a rispondere all'offensiva.
Tuttavia Suzuko non era del tutto convinta di quegli abbinamenti. Provò a discuterne con la caposquadra, ma ormai i VIRM stavano arrivando e quello avrebbe abbassato la concentrazione, rischiando di fargli perdere la battaglia.
Non aveva senso dividere la squadra in coppie di quel tipo: da una parte c'erano tutti i classe Gutenberg, dall'altra i Mohorovičić, e in mezzo l'abbinamento Anthurium e Xenomorphus; se tutti i modelli più piccoli fossero stati messi in coppia con quelli più grandi, avrebbero potuto distribuire la potenza offensiva e difensiva in modo equo, ma così c'era un grosso squilibrio nella loro formazione, per non parlare del fatto che alcuni di loro avrebbero potuto finire per intralciarsi viste le dimensioni simili.
<< Non stare troppo ad arrovellarti! >> Disse Tetsuya, sorprendendo la ragazza e tirandola fuori da quei ragionamenti.
<< Ma se non mi concentro, non troveremo la tattica migliore per vincere la battaglia! >> Protestò lei voltandosi, che per un attimo si era dimenticata di essere in simbiosi con il proprio partner, che probabilmente aveva sentito i suoi ragionamenti.
<< Lo so, e so anche che vuoi avere sempre la situazione sotto controllo. Ma hai notato le coppie che ha creato Kya? Non ti ricordano niente? >>
Suzuko alzò lo sguardo e tornò ad osservare il campo di battaglia; Animus e Iustitia, Gaia e Aros, Anthurium e Xenomorphus: quelle erano le coppie dell'esame per la scelta del caposquadra.
<< Sicuramente Nakamura ha pensato che le persone che si sono affrontate nelle battaglie simulate conoscano meglio degli altri i propri punti di forza e debolezze. >> Disse il ragazzo facendo spostare il Gaia in direzione dello Stridiosauro più vicino. Pensare che Nakamura potesse aver pensato a una cosa simile lasciò Suzuko sconcertata, che non si aspettava una tale attenzione ai dettagli dalla sua caposquadra, e alla fine decise di non lasciarsi distrarre oltre e si concentrò sui nemici, ormai alle porte.
Con la capacità di volare del Gaia, Suzuko e Tetsuya potevano restare al sicuro e continuare a colpire i nemici con i loro tentacoli, ma le loro esplosioni avevano poco effetto sui nemici a terra; una strategia più rischiosa ma estremamente efficace sarebbe stata quella di abbassarsi completamente e far detonare le proprie sacche per spazzarli via tutti in un colpo solo, ma voleva veramente provare una strategia così pericolosa? Gli serviva qualcosa di diverso…
Con un movimento a forbice, Tetsuya chiuse due tentacoli ed eliminò un gruppo di VIRM di piccole dimensioni, ma proprio quando credeva che il suo attacco si sarebbe concluso senza intoppi, i suoi tentacoli cozzarono violentemente contro un VIRM più grosso senza sortire alcun effetto.
L'alieno strinse i tentacoli nelle sue mani artigliate e tirò con una forza che Suzuko non si sarebbe mai aspettata da un esemplare di quelle dimensioni, che era comunque molto più piccolo del Gaia; lo Stridiosauro si sbilanciò, ma grazie al proprio centro di gravità e alla sua capacità di fluttuare rimase a distanza dal nemico e l'Aros poté mettersi in mezzo e aiutare i compagni, respingendo il VIRM con un calcio.
<< Ci pensiamo noi a quelli grossi! >> Disse Hoshi facendo voltare l'Aros per guardare il Gaia. << Voi pensate ai… >>
<< Attenti! >> L'urlo di Suzuko arrivò un attimo prima che questa prendesse il controllo dello Stridiosauro e desse un rapido colpo di frusta con un tentacolo sulla schiena del dragone, dove un certo numero di piccoli VIRM avevano cominciato ad arrampicarsi. I piloti dell'Aros si spaventarono e Momo credette di aver ricevuto un violento schiaffo all'altezza delle scapole, ma quando si resero conto di quello che stava succedendo, ringraziarono la compagna di squadra.
<< Sì, ci occupiamo noi di quelli piccoli. >> Rispose alla fine Suzuko, leggermente seccata dall'idea di essere stata relegata a un compito tanto banale. Sapeva di avere le potenzialità per poter fare molto di più e lo aveva appena dimostrato tirando fuori dai guai l'Aros!
Voltandosi a guardare il resto del campo di battaglia per un momento, vide lo Xenomorphus che saltava da un fianco all'altro dell'Anthurium per difenderlo dagli attacchi dei VIRM, con quest'altro che si voltava rapidamente colpendo i nemici con la coda e il corno frontale. Dall'altro lato, Iustitia e Animus sembravano eseguire un perfetto gioco di squadra mentre affrontavano i nemici di piccole e medie dimensioni, rimanendo sempre vicini e guardandosi le spalle a vicenda.
Diede un altro colpo di frusta a un gruppetto di VIRM che si avvicinavano e vide che alcuni di loro erano rimasti schiacciati dal suo tentacolo. Sembrava quasi ingiusto che dovessero affrontare dei nemici così indifesi, arrivò quasi a chiedersi se fosse moralmente giusto, finché non vide uno di quelli più grossi, fino a quel momento in disparte, farsi avanti e iniziare a correre proprio nella sua direzione: il suo corpo sembrava una montagna, con una corazza frontale e frastagliata, con enormi spuntoni sulle spalle e le braccia. Avrebbe dovuto incuterle paura, ma pensare che quell'essere avesse scelto proprio lei come sua avversaria la riempì di eccitazione.
<< Aros! >> Chiamò Suzuko, facendo voltare il dragone che stava finendo di fare a pezzi un modello un po' più grosso di quelli eliminati dal Gaia.
Senza commentare, Tetsuya indicò il VIRM con un tentacolo e i piloti dell'Aros sembrarono spaventati.
<< Oh no! >> Esclamò Momo, preoccupata.
<< Dobbiamo affrontare quel coso? Proprio ora? >> Hoshi sembrava quasi infastidito, come se quell'interruzione fosse un semplice inconveniente. Ma Suzuko tranquillizzò entrambi con voce ferma.
<< Ce ne occupiamo noi! >> Disse.
<< Che cosa?! >> La risposta arrivò contemporaneamente dai due piloti dell'Aros e dal suo partner, che era stato preso alla sprovvista quanto gli altri. Per tutta risposta al suo compagno, Suzuko ghignò.
<< Voi pensate a coprirci le spalle! >> Disse facendo segno a Tetsuya di avanzare. << Eliminare uno dei pesci grossi metterà finalmente le cose in chiaro. >>
Ancora increduli, i ragazzi dell'Aros si misero in posizione e iniziarono ad attirare i nemici più piccoli per lasciare spazio al Gaia; spazio che questo si prese tutto, distendendo i suoi tentacoli in tutte le direzioni e gonfiando le sue sacche al massimo.
<< Come pensi di affrontarlo? >> Domandò Tetsuya, che pur non essendo sicuro di quella mossa voleva fidarsi della ragazza.
Suzuko aveva stampato n volto un sorriso sicuro di sé da quando era comparso il VIRM. << Un attacco frontale! >> Disse. << Lo colpiremo con tutta la nostra potenza di fuoco quando ci verrà addosso: verrà spazzato via! >>
Non capendo esattamente cosa intendesse, Tetsuya si preparò a far detonare tutto il gas presente nella membrana del Gaia mentre lasciava a Suzuko il controllo dei tentacoli. Lei inspirò a fondo e provò a muoverli: era proprio come se fossero parte del suo corpo, li sentiva ritrarsi e distendersi secondo il suo volere, e nonostante fossero molti di più degli arti che era abituata a controllare, non aveva la minima difficoltà a muoverli con sapienza.
<< Fatti sotto. >> Sussurrò rivolta al VIRM, ormai vicino, che la stava caricando come un animale feroce.
Lo schianto fu potente, lo Stridiosauro fu spinto indietro e se non fosse stato per il fatto che poteva volare, sarebbe andato giù, finendo per essere schiacciato dal peso del VIRM. Per fare in modo che quel piano funzionasse, dovevano avvicinarsi il più possibile al nemico e renderlo innocuo, così Suzuko iniziò a stringere i tentacoli attorno al corpo del VIRM, bloccandogli gli arti e impedendogli la visuale mentre Tetsuya portava la testa del Gaia così vicina a quella del nemico da quasi inglobarla dentro di sé.
La sacca sopra di loro sfiatò violentemente, liberando gas in grandi quantità. A Suzuko girò la testa per un momento quando avvertì l'improvvisa mancanza di ossigeno, ma non si lasciò distrarre e lanciò un urlo per costringersi a rimanere concentrata, quindi quando fu sicura che il VIRM fosse avvolto dalla stessa membrana che accumulava il gas, iniziò a produrne ancora, quasi oltre la capacità massima che poteva contenere.
L'esplosione arrivò quasi un attimo prima che Tetsuya diede il comando. Forse qualcosa all'interno della membrana aveva innescato la reazione, producendo le fiamme; in ogni caso, quello fu esattamente il risultato sperato dalla Pistil del Gaia, che quando sentì il gas bruciare provò una sensazione di estrema beatitudine, potendosi finalmente liberare di quel peso che l'aveva quasi schiacciata, ma anche un improvviso vuoto che partì dal petto e si diramò nel resto del suo corpo.
Tuttavia, nonostante l'esplosione fu veramente terrificante, la spinta esercitata dal VIRM non diminuì e il Gaia si ritrovò ad avere molta meno forza rispetto a prima.
<< Cosa?! >> Esclamò Suzuko, vedendosi comparire di fronte il volto quasi carbonizzato ma ancora intatto del gigantesco VIRM, la cui faccia sembrava una caricatura meschina di quelle nate per mettere paura.
Con un violento scossone, l'alieno portò a terra il corpo del Gaia e lo immobilizzò. Suzuko si sentì come se improvvisamente le avessero afferrato la gola mentre le mani enormi di quell'essere stringevano proprio alla base della sacca del gas, che in questo modo non poté gonfiarsi di nuovo.
Impotente di fronte alla sua partner che soffocava, Tetsuya non poté fare altro che chiedere aiuto ai suoi compagni. I più vicini erano Hoshi e Momo, che scattarono all'istante quando videro le difficoltà del Gaia.
Con un balzo, l'Aros si librò in volo e raggiunse il VIRM assestandogli un'artigliata nelle spalle, caricando tutto il proprio peso su di esso per spingerlo via, liberando il Gaia dalla sua morsa.
Suzuko tornò a respirare e si sentì sollevare in aria. Quando tornò a vedere quello che stava succedendo fuori dalla cabina di pilotaggio, scoprì che l'Aros aveva preso in braccio quel che restava del Gaia e si era sollevato nuovamente in aria per sfuggire all'assalto dei VIRM. Il volo durò pochi istanti, interrompendosi quando l'Aros atterrò rovinosamente nelle vicinanze dell'Anthurium e dello Xenomorphus, che avevano continuato a collaborare fino a liberare la propria area dalla seconda ondata di VIRM.
<< Suzuko! >> Esclamò allarmato Tetsuya, che però si ritrovò ad essere zittito dalla sua stessa compagna.
<< Non è il momento di preoccuparsi per me! >> Disse scuotendo la testa, tornata nel pieno delle sue facoltà ma ancora tremante. Tetsuya la fissò perplesso mentre il Gaia recuperava le forze e si sollevava nuovamente in aria, poi la ragazza chiese a tutti i presenti quale fosse la situazione.
<< Grosso mostro incavolato, dritto di fronte a noi! >> Rispose Kaoru urlando. Il suo Stridiosauro era il più piccolo nel gruppo, quindi l'immagine incombente del gigante che aveva affrontato il Gaia dovette fargli una bruttissima impressione.
Senza aspettare che nessuno dicesse niente, Yoshiki e Naho si lanciarono contro il mostro e iniziarono a vorticare in modo caotico attorno a lui, arrestando la sua corsa e distraendolo dal gruppo; entrambi avevano capito di non poter lasciare che il VIRM si avvicinasse ai loro compagni dopo che era stato in grado di metterli in ginocchio con tanta facilità.
<< Dobbiamo aiutarli! >> Esclamò Aiko, che nonostante non sopportasse di restare a guardare lo scontro a distanza, non riuscì a trovare la forza per inserirsi nella battaglia.
<< Dove sono Iustitia e Animus? >> Domandò frettolosa Momo, guardandosi intorno. Dall'altra parte del campo di battaglia riuscì a identificare gli altri due Stridiosauri, molto distanti e impegnati a lottare contro i VIRM di piccole e medie dimensioni; tuttavia c'era un altro gigante al pari dei classe Gutenberg in avvicinamento.
<< Oh no! >> Bisognava avvertirli. Il campo si stava rapidamente riempiendo di una terza ondata di VIRM di piccole dimensioni; una volta circondati sarebbe stato impossibile occuparsi dei modelli più grossi.
<< Aros! >> La voce di Sentakami raggiunse Momo, che si voltò tanto velocemente da avere quasi un capogiro; sentì la connessione vacillare per un momento. << Voi siete gli unici in grado di raggiungerli velocemente e in sicurezza. Dovete sfruttare la vostra fisicità contro quei giganti! >>
Momo capì cosa le stesse dicendo di fare Suzuko, ma protestò ugualmente pur sapendo di non avere alternative. << Non possiamo lasciare voi indietro! >>
Le condizioni del Gaia non erano ottimali dopo il colpo ricevuto; le sue sacche si stavano lentamente rigonfiando, ma oltre ai danni subiti bisognava mettere in conto anche la fatica sostenuta dalla sua Pistil, che tuttavia continuava a ignorare quella situazione.
<< Forse prenderemo dei rischi, ma distribuire le nostre forze in modo equo piuttosto che lasciare gli altri da soli ci permetterà di avere più possibilità di vittoria! >> Rispose Suzuko, che non voleva perdere altro tempo. Diede un rapido sguardo allo scontro tra giganti che stava avendo luogo non lontano da lì e cercò di mettere pressione alla compagna di squadra per convincerla ad allontanarsi prima che fosse troppo tardi.
Momo era interdetta. Attraversare il campo in volo sarebbe stato facile, ma lei e Hoshi potevano veramente fare la differenza una volta allontanati dal resto della squadra?
No, no! Questi pensieri non erano i suoi, non era da lei essere così pessimista, specie in una situazione tanto critica e…
<< Momo! >> Questa volta fu Naho a chiamarla mentre l'Anthurium sferzava il gigantesco VIRM con la parte finale della coda. Il serpente meccanico si fermò per un istante portandosi alla larga dal nemico e si girò verso l'Aros.
<< Lo sai che puoi farcela! >> Disse sostenendo il suo sguardo in modo intenso, poco prima di tornare a lottare con il mostro alieno.
Momo non seppe come rispondere: i suoi amici le stavano affidando quell'incarico, riponevano la loro fiducia in lei sicuri che fosse la cosa giusta da fare… Un tempo si sarebbe ritirata in sé stessa, incapace di sopportare tutta quella pressione; la Momo di adesso però aveva affrontato così tante cose e per la prima volta si ritrovava ad avere il controllo sul proprio destino. Ad essere sincera, aveva ancora un po' di paura; ma sapere che gli altri si fidavano di lei la rendeva più forte.
<< D'accordo, ragazzi! >> Esclamò preparandosi a spiccare il volo per raggiungere gli altri Stridiosauri. << Ci penso io a K…! >>
Una scossa interruppe i suoi pensieri e la ragazza si sentì scaraventare fuori dalla connessione. L'Aros si fermò definitivamente con un suono meccanico e Momo arcuò la schiena istintivamente per prendere aria, rendendosi conto che la visione era tornata ad essere quella della cabina di pilotaggio dello Stridiosauro; i loro compagni erano spariti, i VIRM all'esterno non si sentivano per niente e l'unico suono che si percepiva era l'affannoso respiro di lei e del suo partner.
<< Che è successo? >> Domandò preoccupata provando a riattivare la connessione, senza successo. << Hoshi! Dobbiamo sbrigarci, gli altri stanno…! >>
Hoshi la interruppe con voce assolutamente flebile, come se avesse finito le energie. << No. >> Disse. << E' inutile, non va. >>
Aveva lo sguardo basso e rassegnato; il ragazzo era accasciato sul proprio sedile e sembrava aver completamente abbandonato i comandi. Momo si voltò contrariata, ma quando lo vide in quello stato, il suo disappunto svanì; l'ansia della battaglia fu sostituita dalla preoccupazione per il suo partner e la ragazza rimase in attesa ad ascoltare cosa avesse da dire.
<< Non ci riesco… Dannazione, non ci riesco! >> Quella voce sconsolata e spenta mutò rapidamente in una carica di rabbia e frustrazione. Il ragazzo alzò le mani come se volesse portarsele alla faccia, ma poi strinse i pugni con forza e le abbassò di nuovo. << Non ci riesco, è inutile! Non sono in grado di pilotare! Sono un incapace buono a nulla! >>
Il ragazzo batté un pugno sul lato del sedile e si coprì il volto con l'altro braccio, spostando con poco garbo gli occhiali che gli caddero sulle ginocchia. Il suo respiro si fece più pesante, talmente rapido da far spaventare Momo; lei provò ad avvicinarsi per cercare di farlo calmare, ma quando fu abbastanza vicina poté vedere che stava piangendo. Fiumi di lacrime nervose iniziarono a rigargli il volto e a colargli da sotto al mento.
<< Non ce la faccio… >> Piagnucolò con un filo di voce, incapace di spostare le mano per guardarla negli occhi.
Hoshi si sentiva un verme; dopo aver fatto passare tutte quelle sofferenze a Momo, adesso la stava deludendo di nuovo. Ma lei non era delusa né arrabbiata; era solo confusa. Uscì dalla sua postazione e si mise a sedere rivolta verso di lui, guardandolo come se fosse lei ad avere qualcosa di cui farsi perdonare.
I pianti si fecero più silenziosi e dopo qualche istante la voce del ragazzo esordì con:<< Io mollo. >>
<< Hoshi… >> Momo assunse il tono di una madre comprensiva che voleva far ragionare il figlio, ma non ebbe il tempo di dire nulla.
<< Mi arrendo! Non posso andare avanti così. >>
<< Hoshi, non dire queste cose… >>
<< Non riesco a reggere la pressione, non sono in grado di pilotare come vorrei… Riesco a malapena a stabilire una connessione e anche quello mi viene male! Sono sicuro che ci sarà qualche Stamen più adatto a pilotare con te… Io non sono semplicemente all'altezza. >>
<< Non è questo il problema. >> Disse lei pazientemente, rendendosi conto che il ragazzo fosse troppo sopraffatto dalle emozioni per poter ragionare; capì anche finalmente il perché di tutti quei pensieri ed esitazioni che avevano oscurato il suo giudizio durante la battaglia: appartenevano ad Hoshi, che stava proiettando le sue insicurezze su di lei attraverso la connessione.
Hoshi però sembrò solo irritarsi di più quando Momo provò ad essere paziente con lui. << Non è questo il problema?! E quale sarebbe allora? Dobbiamo salvare il mondo, mi spieghi come dovrei essere in grado di farlo quando non riesco nemmeno a seguire i ritmi della battaglia? In questo modo non faccio che trattenerti dall'esprimere il tuo vero potenziale!
<< Io ci ho provato ad essere un buon partner, Momo… Ma non ce l'ho fatta, è semplicemente impossibile per me…! >>
Senza pensarci due volte, Momo si alzò e si avvicinò rapidamente alla postazione di Hoshi. Non sapeva ancora come aiutarlo, non sapeva cosa dire e tutte le sue parole sembravano perdersi senza essere ascoltate; generalmente quando agiva di impulso finiva per combinare guai, ma questa volta non si curò minimamente di ciò che sarebbe potuto succedere.
Uno strattone sbloccò Hoshi dalla sua posa passiva con il braccio davanti alla faccia e aprendo gli occhi riuscì a vedere solo la tuta blu della ragazza a occupare il suo campo visivo, e lei che lo abbracciava adagiando con gentilezza la sua testa al proprio petto.
Il ragazzo esalò un respiro che fece volare via tutta la sua confusione di quel momento e rimase immobile. Riusciva a sentire il battito della ragazza vicino a sé; sembrava essere sincronizzato al suo, mentre il calore del suo corpo si trasmetteva a lui. Hoshi avrebbe voluto allontanarsi per cercare l'aria che gli mancava, ma allo stesso tempo sentiva di non volersi sottrarre a quell'abbraccio così caldo…
<< Non dire queste cose di te. >> Mormorò la ragazza con tono triste. << Non è solo colpa tua; gli Stridiosauri si pilotano in due, e io ho cercato di farmi carico di tutto nel tentativo di lascarti il tuo spazio, ma così facendo ho solo peggiorato la situazione. Non capivo che quello di cui avevi bisogno non era una strada spianata, ma un percorso da affrontare di pari passo, insieme.
<< Pensavo che dopo esserci detti la verità le cose sarebbero migliorate tra noi, ma eravamo ancora lontani da quel livello. Mi dispiace di non essermene accorta prima; se avessi notato qualcosa, adesso non saremmo arrivati alla nostra prima vera battaglia con tutta questa pressione… >>
La ragazza non stava negando le colpe di Hoshi nel non essere riuscito a pilotare con lei, ma le stava ridistribuendo per fare in modo che il suo partner non dovesse sopportarle da solo. Aveva poca importanza di chi fosse la colpa della loro crescita tardiva: il loro obiettivo era uno solo da quando si erano finalmente chiariti e credeva che supportandosi a vicenda avrebbero superato quelle difficoltà.
Le parole di Momo fecero aumentare le lacrime di Hoshi, che però sentì il peso che portava dentro farsi più leggero.
La ragazza allentò la presa sull'abbraccio a Hoshi e arretrò, abbozzando un sorriso amorevole, ma carico di malinconia. Poi lo sguardo le cadde sugli occhiali che erano finiti sulle gambe del ragazzo e li raccolse.
<< Io credo in te, Hoshi. E anche tu dovresti. >> Disse posandoglieli sul naso. << Puoi farcela, non abbatterti così finché non avremo dato entrambi il massimo! >>
Senza controllare il proprio corpo, Hoshi per un po' alzò una mano e afferrò uno dei polsi della ragazza, sorprendendola un poco. Era ancora confuso, ma adesso poteva sentire con chiarezza una cosa che aveva ignorato per tutto il tempo e che solo quell'abbraccio lo aveva aiutato a comprendere: lei stava tremando, troppo per una qualsiasi spiegazione spicciola. Poi le parole di una loro compagna gli tornarono alla mente: La connessione è difficile da raggiungere se non c’è un buon equilibrio tra i due partner, e in caso contrario può essere dolorosissima per la femmina.
Che stupido che era stato! Momo era allo stremo delle forze, aveva sopportato i suoi piagnistei e le sue incertezze senza mai far trasparire le difficoltà che provava alla guida; era la stessa cosa che era successo quando si erano conosciuti, lui aveva continuato a comportarsi da idiota e lei aveva sopportato in silenzio. Era quell'incontrollabile tremore che adesso si era trasmesso anche alla sua mano a dirgli tutto quanto della loro situazione.
Momo lo aveva aspettato, cercando di non far pesare su di lui le responsabilità, sopportando la sua poca concentrazione e la pessima motivazione, e aveva finito per ridursi in quello stato. E adesso provava anche a prendersi la colpa di quello che stava succedendo?
Era questo, tra tutte le cose cattive che Hoshi aveva detto e fatto alla sua compagna di squadra, a farlo sentire veramente un verme.
<< Momo… >> Mormorò sollevando l'altra mano per posarla su quella che le aveva afferrato. Lei lo guardò perplessa mentre lui gliela stringeva, aiutandola a controllare il tremore.
Finalmente tornò a guardarla negli occhi: fu un momento intenso, che però durò solo un momento. Provava una vergogna enorme, non per la vicinanza a lei ma per ciò che aveva fatto, ma era deciso a rimediare.
La fissò con le sclere rosse e le guance umide e disse con la determinazione negli occhi:<< Diamoci da fare! Non ti deluderò più, te lo prometto! >>
Fu la prima volta che Hoshi la vide sorridere veramente.
   
 
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