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Autore: Kim WinterNight    10/12/2021    3 recensioni
[Scritta per il compleanno di Price ♥]
Price, in piedi davanti allo scaffale, è indeciso su cosa scegliere.
Nonostante non sia un tipo romantico, ci tiene a festeggiare il primo mese insieme a Joe.
Vuole farlo nel modo migliore, anche se sa già che finirà per combinare qualche casino; eppure Joe sa com’è fatto, non se la prenderà.
Scandaglia file e file di candele profumate, sistemandosi nervosamente gli occhiali sul naso. Quelle che ha a casa non lo convincono, a dire il vero sono piuttosto banali e inadatte a un momento come quello che sta progettando. [...]
«Joe…» Tira teatralmente su col naso, tappandolo per risultare più credibile. «Ho il raffreddore, credo di avere la febbre alta. Ti prego… vieni ad aiutarmi?»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Price, Joe Langridge-Brown, Philip Blake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You taught me how to love'
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Price, in piedi davanti allo scaffale, è indeciso su cosa scegliere.
Nonostante non sia un tipo romantico, ci tiene a festeggiare il primo mese insieme a Joe.
Vuole farlo nel modo migliore, anche se sa già che finirà per combinare qualche casino; eppure Joe sa com’è fatto, non se la prenderà.
Scandaglia file e file di candele profumate, sistemandosi nervosamente gli occhiali sul naso. Quelle che ha a casa non lo convincono, a dire il vero sono piuttosto banali e inadatte a un momento come quello che sta progettando.
Il suo emporio di fiducia – non tanto distante dal suo appartamento – è stato più volte una scialuppa di salvataggio, e stavolta non sarà diverso.
«C’è troppa scelta» bofonchia.
Sta per allungare una mano per afferrare una candela aromatizzata alla menta, quando qualcuno gli molla una pacca sulla schiena.
Il batterista si volta e si ritrova faccia a faccia con Phil.
«Scusa per il ritardo, sono riuscito solo ora a liberarmi del tuo fidanzato. Mi ha costretto a una sessione di allenamento lunghissima, sembrava posseduto dal demonio!» scherza il bassista, sorridendogli.
«Dal demonio, mmh?» insinua Price in tono malizioso.
«Eviterò di risponderti. Allora? Hai scelto le candele per stasera?»
Price scuote il capo e sospira, tornando a rivolgere la propria attenzione allo scaffale straripante. «Neanche per idea. Che ne pensi di questa alla menta?»
«Troppo estiva e fresca» replica Phil, inspirando a pieni polmoni la mistura di troppe fragranze tutte insieme – a dire il vero gli danno alla testa, ma vuole resistere per aiutare il suo amico.
«Giusto, è vero. Nocciola e zenzero?»
«Eh?» Phil si stropiccia appena il naso. «Ma che razza di abbinamenti sono?»
«Sono particolari, non fare l’orso! Allora?»
Phil si china per annusare e solleva le sopracciglia, storcendo la bocca. «Fa cagare, amico.»
Price si guarda attorno e gli fa cenno di abbassare la voce. «Vuoi per caso farmi fare una figura di merda con il proprietario? Vengo spesso a comprare da lui!»
Phil si stringe nelle spalle. «Quella sembra invitante: vaniglia e miele.»
«Non sarà troppo dolce?» si interroga Price, prendendo tra le mani la candela dall’odore decisamente zuccherino.
«Oh, c’è anche sciroppo d’acero e burro d’arachidi!» esclama il bassista. «Dio, che schifo!»
«Phil, non gridare! Mmh… mela e cannella?»
«Sembra una torta. Non mi ispira. Però, guarda qua: cocco e fave di cacao. Sentiamo…» Phil inspira e i suoi occhi si illuminano. «Che buona!»
Price lo guarda scettico, poi annusa a sua volta e si rende conto che il suo amico non ha tutti i torti: l’aroma ha delle note dolci tipiche del cocco, ma c’è anche qualcosa di più robusto e intenso che rende l’abbinamento vincente. «Questa non l’avevo mai vista» mormora.
«Hai scelto?»
Il batterista sorride all’amico e annuisce. «Sì. Ne compro venti.»


Accendere venti candele senza rischiare di incendiare la casa: ecco qual è l’obiettivo di Price.
È sempre stato abituato a usarle, ma le ha sempre posizionate in punti strategici, sicuri e soprattutto non nei pressi del divano o del tappeto.
Eppure stavolta è diverso: vuole che l’atmosfera sia perfetta, per comunicare a Joe ciò che non riesce mai a dirgli a parole.
Vuole fargli capire quanto sia speciale come persona, quanto sia bello e unico per lui.
Ha preparato anche uno stupido biglietto, ma non è riuscito a scrivere qualcosa di sensato o intelligente. Spera che Joe possa apprezzare lo stesso.
Comincia a posizionare le candele e le accende con cura, stando ben attento a non combinare disastri. Le appoggia sui bordi del tappeto, sul tavolino di fronte alla TV, sulle mensole.
L’odore intenso di cocco e cacao si diffonde per l’appartamento, riscaldando in breve l’atmosfera.
Una volta terminata l’operazione, Price afferra il telefono e ordina la cena per lui e Joe, poi sogghigna e comincia a registrare un audio indirizzato al suo ragazzo.
«Joe…» Tira teatralmente su col naso, tappandolo per risultare più credibile. «Ho il raffreddore, credo di avere la febbre alta. Ti prego… vieni ad aiutarmi?»
Invia il vocale e ridacchia, avvicinandosi allo stereo per mettere su un po’ di musica mentre aspetta il fattorino della consegna a domicilio.
La risposta di Joe arriva poco dopo: Arrivo, stai tranquillo.
«Perfetto» esulta Price, cominciando a smistare i propri CD in cerca di qualcosa di adatto.
Non vede l’ora di rivedere il suo piccolo Kurt.


Il campanello suona e Price sobbalza appena, lasciandosi quasi cadere di mano il cellulare.
Il fattorino è passato da almeno dieci minuti, quindi non può essere che Joe.
È contento che sia arrivato, anche perché questo significa che può ignorare i messaggi molesti in cui Dom pretende di sapere ogni dettaglio di ciò che ha preparato per il suo ragazzo.
Si alza dal divano e, tappandosi il naso, solleva la cornetta del citofono. «Chi è?» esala, fingendosi ancora raffreddato.
«Sono io, apri, altrimenti saremo in due a essere malati» dice Joe dritto nel suo orecchio – e, nonostante la voce gli giunga metallica e un po’ distorta, riesce a spedirgli un brivido lungo la schiena.
«Sali» bofonchia, poi riaggancia e preme il pulsante per permettergli l’accesso al portone del palazzo.
Si precipita alla porta e la schiude, per poi indietreggiare di alcuni passi e spegnere la luce.
Piomba in una meravigliosa penombra, mentre le fiammelle delle candele profumate tremolano appena e il loro aroma pare ancora più intenso.
La musica in sottofondo – ha scelto cinque album tra i preferiti di Joe, tra cui The Bends dei Radiohead – rende il tutto ancora più intimo e in un certo senso romantico.
Spera di non aver sbagliato qualcosa.
Spera di non risultare ridicolo.
Spera di fargli capire quanto tiene a lui.
La porta si apre un po’ di più e Price trattiene il fiato.
Ci siamo.
«Price? Perché sei al buio?» Joe fa il suo ingresso e il batterista lo vede arrestarsi di botto nel bel mezzo dell’uscio, un’espressione confusa e sorpresa a dipingersi sul bel viso. «Oh, cazzo» mormora. «E questo?»
Price si scioglie in un sorriso intenerito e lo raggiunge, intrappolandolo in un abbraccio mentre affonda il viso tra i suoi capelli.
Il chitarrista ricambia senza esitare, affondando le dita tra i suoi riccioli scuri.
Rimangono stretti l’uno all’altro per un tempo indefinito, mentre il chiarore pallido delle candele li avvolge e la voce di Thom Yorke si diffonde nell’aria.
Joe è il primo a scostarsi, cercando gli occhi scuri del padrone di casa mentre le sue mani – ancora coperte dai guanti in lana – scivolano sulle sue guance. «Perché?»
Price si stringe nelle spalle e gli circonda la vita con le braccia. «Un mese fa hai deciso di fare una follia: ti sei messo con me.»
Joe sorride dolcemente e si sfila i guanti, poi gli prende il viso tra le mani e si accosta per baciarlo teneramente a fior di labbra. «In fondo sei un romanticone, Price.»
«Non direi…» bofonchia il batterista, tentando di sottrarsi al suo sguardo.
«Grazie» sussurra il biondo, tornando a baciarlo – stavolta con più intensità, ricercando la sua lingua e stringendolo a sé con trasporto.
Si perdono in quel contatto lento e caldo finché non si scostano per riprendere fiato.
Price lo prende per mano e gli sorride. «Ho ordinato da mangiare, vieni.»
«Price?»
«Sì?»
Joe gli rivolge un’occhiata intensa ma non dice niente, e Price sente che non serve alcuna parola: il suo cuore perde un battito e una nuova cascata di brividi lo investe.
Si sporge per baciare il biondo sulla guancia. «Sei coraggioso, piccolo Kurt.»
«Perché?»
Price gli sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio e ridacchia. «Un mese fa hai fatto una follia e non hai ancora smesso» replica con un filo di imbarazzo.
Joe scrolla le spalle e lo trascina con sé fino al divano.
Ricadono tra i cuscini soffici e finiscono intrappolati in un bacio maldestro, mentre Price tenta di non bruciare i pantaloni della tuta con una delle candele più vicine.
«E chi ti dice che voglio smettere?» sussurra Joe, sfiorando il lobo del suo orecchio con le labbra.
Price sospira e lo tiene stretto tra le braccia.
«Le candele sono bellissime» commenta il biondo, sollevando pigramente lo sguardo per farlo scorrere tutt’attorno.
«Le ho scelte con Phil.»
«Quando?»
«Oggi, dopo il vostro allenamento.»
Joe emette un sibilo e gli tira appena una ciocca di capelli. «Ecco perché aveva tanta fretta, quel bastardo!»
Price ride. «È colpa mia, povero Phil. Comunque le candele sono al cocco e fave di cacao. Ti piacciono?»
Il biondo annuisce. «Anche se l’odore del pollo fritto è più invitante in questo momento.»
Il batterista gli regala un buffetto sulla guancia e si alza per recuperare la loro cena, ma prima di allontanarsi si ferma a osservarlo per un istante: abbandonato sul divano, con ancora indosso il cappotto, Joe è bellissimo; i capelli leggermente scompigliati sparsi sulla spalliera, la pelle diafana rischiarata dalle candele, le labbra arrossate per i baci di cui le ha ricoperte.
Per Price è ancora difficile accettare che quel meraviglioso ragazzo sia suo.
Si china a baciarlo sulla fronte e sussurra: «Auguri, mio piccolo Kurt».
E, mentre si dirige verso la cucina, sente che in fondo non c’è niente di sbagliato in ciò che ha organizzato.
Basta la presenza di Joe per rendere tutto più luminoso.
Sorride tra sé: non vede l’ora che la serata prosegua.






♥ ♥ ♥

AUGURI PRIIIIIIIIIIIIIIICE *________________*
Lettori, non potevo mancare all’appello per il compleanno del nostro adoratissimo batterista dei NBT!
E non potevo neanche evitare di scrivere una Joice, dato che 1) ero in astinenza e 2) Carmaux mi ha dato come prompt quelle candele che vedete nel banner in cima, per cui ringrazio sempre Carmaux che l’ha pazientemente creato apposta per me ♥
Beh, che ne pensate del nostro Price alle prese con qualcosa di pseudo-romantico per il suo piccolo Kurt? :3
Per chi non lo sapesse, in questa mia serie “piccolo Kurt” è un nomignolo con cui Price è solito rivolgersi a Joe, vista la somiglianza del chitarrista dei NBT a Kurt Cobain in certe foto XD
Spero che la storia vi abbia almeno strappato un sorriso, a me è piaciuto un sacco tornare a scrivere di questi due pandori – dato che siamo in periodo XDD
Piccola nota e poi vi lascio in pace: ho pescato un album a caso dei Radiohead perché so che piacciono a Joe e ai NBT in generale, ma io sono ignorantissima in materia, quindi abbiate pietà di me XD
E ovviamente era necessario fare un tributo ai miei Martin&Joe con la candela sciroppo d'acero e burro d'arachidi, non siete d'accordo? AHAHAHAHAHAHAHAH ma che roba è, poi? (A proposito di ciò, ho inventato tutti gli aromi delle candele, dato che ormai in giro si trova di tutto e non mi sembrerebbe poi troppo strano se esistessero davvero XD)
Grazie ancora a Carmaux per prompt e banner e a chiunque sia giunto fin qui ^^
Alla prossima e ancora buon compleanno al cuore pulsante dei Nothing But Thieves ♥
  
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