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Autore: Maqry    13/12/2021    4 recensioni
We are most scared when we are lost
Di quattro volte in cui Mal si perde, e di quando non gli può capitare più.
{ Mal/Alina | Spoiler finale "Rovina e Ascesa" }
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alina Starkov, Malyen Oretsev
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Warning: spoiler su tutta la trilogia Grisha (finale di “Rovina e Ascesa” incluso) e sulla serie tv Shadow and Bone.
Bonus: 
consiglio la lettura con l'accompagnamento di questa canzone, che ha ispirato la stesura e il titolo: "Find my way back" di Eric Arjes

 

Find my way back to you
 
 
 
 
 
 
A Leila,
thanks for all the fangirling and
for being the best Lee Jordan ever.


 
 
 
 
We are most scared when we are lost.[1]
Di quattro volte in cui Mal si perde, e di quando non gli può capitare più.
 






 
 
Ci sono tante parole di cui Mal non sa il significato.

Alcune per ora sono troppo difficili – Ana Kuya dice che le impareranno da grandi –, altre sono parole che un orfano deve dimenticare – mamma, papà… –, altre ancora sono, semplicemente, incomprensibili per lui. Come perdersi: è Malyen Oretsev, a Keramzin scherzano tutti sulla bussola che deve aver ingoiato con i pel’meni[2].

Eppure, quando lui e Alina non si parlano per giorni, dopo che non l’ha aspettata per scendere al villaggio alla festa di Sankt Nikolai, sfidato ad arrivare primo dagli altri ragazzi, si sente senza direzione.

E fa un po’ paura.
 

 
*

 
Ci sono troppe cose a cui un soldato deve adattarsi.

A non avere un letto – e ringraziare di poter comunque dormire tra venti gelidi e una vecchia coperta –, a marciare per tutta Ravka – e sperare di non oltrepassare i confini –, a uccidere – e ripetersi sarebbe toccato a me per provare a conviverci. Essere separati dagli amici dovrebbe essere parte del programma, la cosa più facile.

Eppure, quando la carrozza dell’Oscuro trascina via Alina e lui per mesi non riceve nemmeno due parole in risposta – sto bene, basterebbe (forse) questo –, Mal non riesce più a trovare il Nord[3].

E ha paura.

 
*
 

Ci sono troppi intrighi in una guerra civile.

Da una parte i Grisha – e lui solo un otkazat'sya, fango sotto le suole –, dall’altra i nobili di corte – e lui solo un popolano, divertimento da quattro stracci –, a incombere su tutti l’Oscuro. Ma non importa, perché Mal segue un’altra fazione: Alina è la sua direzione sulla mappa, anche se dovrà camminarle sempre tre passi dietro.

Eppure, quando l’errare per i freddi corridoi del Piccolo Palazzo li porta sempre più lontani e lui incespica tra mostri passati e futuri senza Alina, Mal perde il suo posto nel mondo.

E fa troppa paura.
 

 
*

 
Ci sono responsabilità che bisogna prendersi.

Far saltare in aria un camino per ridare la luce ad Alina – e quanto è bella, quando le stelle la rivestono –, guidare un gruppetto sgangherato – e andare per primo, perché si conta meno –, scalare montagne per trovare vecchie leggende. Allora, guidarsi un coltello nel cuore – donarle quel poco che ha perché salvi Ravka – è solo la strada giusta da percorrere.

Eppure, quando Alina pian piano sbiadisce e si spegne, come le candele che implorava Ana Kuya[4] di lasciargli sul comodino, in tutto quel buio Mal perde la via di casa.

E fa comunque paura[5].

 
*
 

Il sole è alto, sopra il cielo d Keramzin, e i bambini giocano a ricorrersi nei boschi dietro la grande villa del Duca.

È servito tempo per renderla accogliente, e fatica, ma a lui e Alina non è mai pesata nessuna delle casse trasportate su per le scale o dei mattoni impilati per alzare nuove stanze. A volte si sono fermati nel mezzo dei lavori, si sono asciugati il sudore nella manica della camicia lisa e hanno riso della treccia sfatta di una e delle mani piene di tagli dell’altro. Non è perfetta – non ancora, ripete Alina sognando una nuova modifica ai dormitori –, ma è casa.

Due bambini tirano Mal perché vada a insegnar loro come trovare le tracce delle lepri, e lui si lascia convincere, le loro manine agili ed entusiaste che scacciano qualsiasi orma di malinconia. È ancora il suo bosco, quello, anche se non riesce più a udirne il richiamo come un tempo.

Mal si volta un poco, alla ricerca degli occhi di Alina che, lo sa, lo stanno seguendo: non importa se a volte sbaglierà strada, perché quella per tornare da lei, a casa, non la può perdere mai più.

E non ha nemmeno più paura.


 
 
[400w + 200w]
 


 
 

Note alla storia: questa brevissima storia (più una flash, a momenti), è il mio piccolo regalo di Natale per leila91. So che non è molto natalizia, e nemmeno tutto questo sprizzare di gioia (per lamentele in questo senso rivolgersi alla Bardugo: ha dato lei una vita grama a ’sti due, io per una volta sono innocente), però ha l’happy ending e si cita Sankt Nikolai che è la cosa più vicina al natale che abbiano a Ravka. Penso di aver detto tutto nelle note, perdonate il voler infilare riferimenti ovunque.
Sono un filino timorosa a lasciarla qui, vuoi per la coppia trattata non proprio delle più amate (ma proprio per questo volevo regalarne una a leila, dato che sono la sua otp della trilogia e le storie su di loro scarseggiano), vuoi perché approcciarsi a un nuovo fandom è sempre un grosso lancio del vuoto. Spero comunque di aver fatto un lavoro passabile, per le caratterizzazioni.
Insomma, tutta sta tiritera per arrivare alle cose importanti: buon Natale, Lee del mio George!
 

[1] Tratta da “Shadow and Bones”, serie tv. Onestamente non mi pare che sia anche nei libri, ma calzava giusto a pennello per la mia idea.
[2] Ravioli ripieni – tipicamente russi – che si mangiano a Ravka.
[3] Il riferimento può essere sia semplicemente metaforico per indicare il sentirsi perso di Mal, che una sottile (mica tanto, ahahaha) citazione alla serie tv, quando Mal parla della differenza tra il Nord cardinale, un punto su una mappa, e il Vero Nord, casa, dove ci si sente sicuri e amati (e che per lui è Alina).
[4] Riferimento alla paura di Mal per il buio quando era piccolo. Alla luce anche del dialogo con Alina su cosa ha visto dopo essere morto, ovvero solo buio.
[5] Credo che Mal, quando decide di sacrificarsi per donare ad Alina il terzo amplificatore, sia sicuro della sua scelta, che sia la cosa giusta per salvarla e salvare tutta Ravka, ciò nonostante non credo che questo possa togliergli la paura: di morire, e di perderla per sempre.
   
 
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