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Autore: jarmione    14/12/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ehilà! Come va?

Vorrei ricordare che non segue esattamente quello che è accaduto nella serie originale da cui ho tratto ispirazione (C’era na volta) quindi ciò che accade lì non è detto che accada anche qui.

Infatti, come potrete leggere, spiegherò chiaramente come far sbloccare il confine senza usare quello che fanno nella serie TV.

Spero che vi piaccia lo stesso.

Buona lettura.

 

 

 

“Prego?” Amy guardò suo padre con aria scioccata “Parlarci? Già che ci siamo potreste chiedermi di andarci insieme”

“Amelia Jean Knight, non usare questo tono e linguaggio con tuo padre” la rimproverò Bonnie

“Tanto non mi darebbe retta” precisò Amy, ignorando bellamente il rimproverò “Avreste dovuto chiedere a Sal...Sarah, lei è la diretta interessata”

“A lei ci sta parlando Sherlock, ed io parlo con te” disse Michael, al che Amy si zittì.

Sherlock non si era fatto vedere per giorni e adesso si scopre che stava parlando con Sarah per convincerla ad andare da Jareth.

Perché non era venuto da lei invece che andare da Sarah?

E perché lei era così gelosa?

Fece un profondo respiro e poi, senza dire nulla, uscì da casa e corse fuori.

Ignorò i richiami di suo padre e gli ordini di fermarsi della madre, voleva solo uscire e andare altrove.

Quanto le mancavano le discussioni familiari dei fratelli di Evelyn, erano forse meno invadenti dei suoi genitori.

Appena fuori, corse a più non posso fino a che non svoltò l’angolo.

Lì rallentò ed iniziò a vagare per le strade senza meta.

Però si accorse di non essere sola.

“Anche se ormai sono tutti abituati alla tua presenza, non credi che sia strano seguirmi in quel modo?” domandò a chi stava dietro di lei.

“Almeno adesso posso entrare nella maggior parte degli edifici” disse KITT, avvicinandosi e facendola sorridere “Amy, dovresti dare retta a Michael”

“E scendere a patti con Jareth? No grazie, ho già dato e guarda in che situazione siamo” sospirò Amy, sedendosi sulla prima panchina che trovò “KITT, questa situazione è colpa mia”

“A me risulta che sia stato Jareth e portarci tutti qua” disse KITT “Nella mia memoria non ho nulla che ricolleghi tutto questo a te”

“Eppure lo è” ribatté Amy “KITT, mentre ero in giro a tentare di salvare tutti, ho rischiato di dividere una famiglia e far passare per pazzo un Dio e...ho fatto impazzire Sherlock”

Amy non si era scordata di quanto accaduto a casa del detective.

Sherlock non voleva e non vuole compromettersi e lei, ancora ragazzina, si era invaghita di lui e tutt’ora sentiva di esserne totalmente persa.

Però era vero, tra lei e Sherlock c’era la stessa differenza di età che correva tra Luke ed Evelyn e loro avevano già avuto problemi.

Amy si era informata, da dove provengono loro l’età di Evelyn era perfetta per un matrimonio e persino per avere figli.

Non avrebbe mai rischiato di andare contro la legge come succede da dove viene lei e tanti altri.

Amy non voleva sposarsi, non adesso per lo meno e non voleva neanche dei figli.

Sentiva solo impulsi tipici dei ragazzi della sua età e...e la voglia di avere Sherlock accanto.

Ma perché non si era fatto più vedere?

Amy si convinse in tutti i modi che fosse semplicemente impegnato, ma a volte credeva che la evitasse proprio per non incappare in sentimenti strani.

Ed ora ci si metteva pure Jareth.

Magari, se parlava con lui, poi lo avrebbe rivisito.

Ma se così non fosse?

“KITT...secondo te, mi odia?”

Non serviva tecnologia a KITT per capire a cosa si riferisse Amy “Perchè non lo chiedi a lui?” e con il muso le fece cenno di guardare avanti.

Sherlock era lì, davanti a lei, vestito con il suo solito impermeabile.

“Sherlock…” Amy si alzò e gli corse incontro, non resistendo alla voglia di stringerlo.

Grazie a Dio venne ricambiata.

Rimasero stretti a lungo, Amy respirò il suo profumo e ne rimase inebriata.

Lo tenne stretto perché temeva che lasciandolo lui sarebbe scomparso di nuovo.

“Perché sei sparito?” domandò Amy “Ho provato a contattarti per giorni ma tu sei sparito nel nulla”

“Ho lavorato al confine” rispose lui, continuando anch’egli a tenerla stretta “Sappiamo che non agisce tutti ma non sappiamo come togliere la maledizione”

Amy sospirò e poi si divisero “Pensi che parlare con Jareth servirà?”

Sherlock scosse la testa “No, ma servirà ad avere maggiore chiarezza”

“E Sarah?” chiese poi Amy “Lei perché dovrebbe parlare con Jareth?”

“Lei per altri motivi diversi dal confine e, infatti, sta già provvedendo” rispose Sherlock “Amy, mi dispiace”

Amy sospirò “Non fa niente” disse abbassando lo sguardo “Però non sparire più...ti prego”

Sherlock annuì e le posò un dolce bacio sulle labbra.

Un bacio tanto agognato e meraviglioso come il primo.

Quando le loro labbra si divisero, Amy lo sentì tremare appena.

“Amy…”

“Scusami” si staccò da lui “Hai ragione, scusami”

“Senti, che ne dici di fare quello che ti ha detto tuo padre?”

Amy sbuffò e poi guardò verso KITT, ma questi era già andato via senza che lei se ne accorgesse.

Sapeva essere in buona mani.

Grazie tante pensò Amy, maledicendolo. Avrebbe preferito avere anche lui accanto.

“Tu verrai con me...vero?” domandò e Sherlock annuì e, prendendola per mano, si avviarono verso la centrale.

 

*****

 

Jareth se ne stava all’interno della sua cella in silenzio.

Seduto in modo scomposto sulla brandina, come se fosse sul suo amato trono, osservava con uno strano sorriso stampato sul volto Sarah la quale, dopo aver parlato con Sherlock, si era ritrovata a tentare di far cambiare idea al re di Goblin.

Ma lui non sembrava ascoltarla, era intento solo a fissarla e pensare.

“Mi stai a sentire?” chiese ad un certo punto Sarah, obbligandolo a prestarle attenzione.

“Certamente” rispose lui, anche se non era vero.

“Quindi?” domandò di rimando Sarah “Che mi rispondi?”

Jareth si alzò e si avvicinò pericolosamente alle sbarre, facendo indietreggiare Sarah di un passo.

Anche se non era sola, ma con Luke che supervisionava, aveva comunque timore.

Nonostante i loro trascorsi e quello che aveva passato, Sarah aveva ancora timore di quel re tanto bello quanto crudele.

Ancora sentiva strane morse alle stomaco all’incrocio di quegli occhi penetranti e freddi come il ghiaccio, nonostante la loro eterocromia.

“So che non sei qui di tua spontanea volontà” disse Jareth “Non mi incanti, Sarah Williams, tu non hai cambiato idea su di me”

Sarah deglutì e cercò di guardarlo con aria di sfida “Io so solo che mi hai fatto passare ore dentro ad un labirinto per il solo gusto di vedermi impazzire”

“Sei stata tu a sfidarmi, io ho solo eseguito il tuo ordine” le ricordò Jareth “Tu mi hai chiesto di rapire Toby ed io l’ho fatto, mi hai sfidato e ti ho assecondata, mi hai rifiutato ed ho provato a farmene una ragione, ma tu…” si morse le labbra “Tu hai rifiutato la mia unica richiesta, il mio solo desiderio e questo non posso perdonartelo”

“Il tuo desiderio è folle” sentenziò Sarah “Tu sei folle”

“Folle?” sorrise Jareth “Può darsi e, in effetti, non hai tutti i torti” e lì, Sarah iniziò a tremare “Sono un folle, perché ho fatto qualunque cosa fosse in mio potere per averti, persino questa maledizione doveva essere un modo per vendicarmi e averti, ma tu no...sei stata più furba e poi si è messa in mezzo quell’altra umana e non sono riuscito ad ottenere ciò che voglio!” esclamò, facendo allarmare Luke, il quale si avvicinò a Sarah.

Ma lei lo tranquillizzò e lasciò che Jareth proseguisse “Tutto quello che hai voluto io l’ho fatto, ho sovvertito l’ordine del tempo e ho messo sotto sopra il mondo intero…”

Sarah fece un profondo respiro “Ed ora sei stremato di vivere in funzione di ciò che mi aspetto da te?”

Jareth sembrò infuriarsi, ma fece di tutto per usare il suo famigerato autocontrollo “Tu non sai cosa significa” disse “E non mi serve la pietà di un umana che viene qua per farmi cambiare idea, dicendo frasi come se fosse una scolaretta che ripete la lezione” Jareth sapeva di averla in pugno “Non sei sincera, Sarah, perciò vattene, in questo momento sei tu a non avere alcun potere su di me”

Sarah si sentì spalle al muro.

Era vero...era tutto vero.

Stava ripetendo la lezione, nemmeno aveva idea di cosa dire sul serio e, come sempre, stava dando tutto per scontato.

Voleva provare a ribattere, ma non fu in grado e Luke, capendo che il discorso era ormai finito, accompagnò Sarah fuori.

“Mi dispiace” disse “Non sono riuscita a convincerlo”

“Non fa niente” la tranquillizzò Luke “Hai fatto del tuo meglio e sei stata bravissima”

“Si ma…”

“Ora vai a casa, non pensarci e vedrai che una soluzione si trova”

Sarah sospirò e fece per andarsene, ma si bloccò quando vide Sherlock ed Amy arrivare.

Il suo sguardo si incupì ed Amy avvertì un brivido lungo la schiena.

“Ehi, Sarah, tutto ok?”

“No” rispose secca “Non è ok, Jareth non mi ha dato retta”

“E adesso?” domandò Amy

“Perchè non ci provi tu?” la voce di Sarah era tagliente “Magari ti da retta vista la tua difesa”

“Sarah, perché fai così?”

“Guarda come ci ha ridotti? Perché lo difendi?”

“E tu perché eri dalla parte di chi lo voleva morto?” chiese Amy di rimando.

“Non sono affari tuoi”

“Anche Luke era dalla sua parte, ma lui non lo guardi male e nemmeno Sherlock” quest’ultimo, insieme a Luke, si erano messi in disparte.

Non volevano finire in mezzo a due donne che discutevano.

“Loro…”

“Loro cosa, Sarah?” la zittì Amy “Pensi che sia stato facile per me avere memoria e vagare per strada sapendo che nessuno mi conosceva? La mia famiglia, mio padre...io li conoscevo ma loro no, tu eri con la tua famiglia, tu non sei stata divisa”

Sarah abbassò lo sguardo ed Amy, sapendo di aver esagerato, sospirò e si avvicinò alla ragazza.

La strinse forte, cercando di infonderle tutto il bene che le voleva.

“Io non posso conoscere i vostri trascorsi, ma tu sei davvero l’unica che può aiutarci” disse Amy “tu sei la chiave per risolvere questo mistero ed io farò qualunque cosa in mio potere per aiutarti”

Poco dopo, Amy avvertì Sarah ricambiare la stretta e la sua voce sussurrarle all’orecchio Jareth è innocente.

Poi si divisero e Sarah se ne andò, rivolgendo un piccolo sorriso ad Amy, che ricambiò.

“Le donne resteranno sempre un mistero” commentò Luke, con l’approvazione di Sherlock “Da qui ci penso io” aggiunse, con l’intenzione di far entrare Amy in centrale.

“Aspetta, Sherlock vieni con me” ma lui scosse la testa

“Attenderò qui, ma non posso entrare” ma lei non era convinta “Non me ne vado, sarò qui quando uscirai”

Sarah si lasciò guidare da Luke fin dentro alla centrale.

Rivedere quelle celle non era piacevole e non si era scordata la sua permanenza al loro intero, anche se breve.

Giunta davanti alla cella di Jareth, questi nemmeno la osservava e già sapeva con che intento era lì.

Amy non sapeva come iniziare il discorso e nemmeno cosa dire esattamente.

Preferì optare per il caso e lasciar fare a lui il suo corso.

“Ci sono stata anche io lì dentro” disse Amy “Anche se con una permanenza più breve”

“Se sei venuta per deridermi, sappi che sei capitata male e che non sei gradita” rispose Jareth, senza neanche guardarla.

Aveva lo sguardo fisso verso il basso e nella sua mente vi era un solo pensiero. Sarah.

Quella ragazza sapeva tormentarlo con un solo sguardo.

Sapeva provocare in lui emozioni forti che mai in vita sua aveva provato e che mai credeva di poter avere.

Lui aveva davvero forti sentimenti per lei, ne era davvero innamorata come diceva quel dannato libro.

Amy non conosceva a fondo i loro trascorsi, anche se ne aveva letto qualcosa, ma sapeva molto bene che Jareth non era cattivo come lo descrivevano e come lui stesso cercava di apparire.

“Prima che la maledizione si spezzasse…” cominciò Amy “Ho fatto qualunque cosa fosse in mio potere per attirare l’attenzione della mia famiglia e dei miei amici, il tutto per poter porre fine a tutto...” sospirò “a tutto quello che hai creato tu per attirare l’attenzione”

Jareth sorrise nervosamente “Pensi che voglia attirare l’attenzione, ragazzina?” domandò sarcastico “Ti comunico che per avere attenzione non ho bisogno di scagliare maledizioni, quindi non perdere tempo e vattene anche tu”

“No” rispose risoluta Amy “Non me ne vado”

Jareth a quel punto si alzò e si avvicinò alle sbarre, con l’intenzione di incutere timore.

Ma Amy non si mosse, non indietreggiò e non sembrava avere paura.

Vedendo che Jareth rimase spiazzato da questo comportamento, decise di proseguire.

“Tu hai scagliato questa maledizione con l’intenzione di vendicarti” disse “ma a quale scopo? Sarah non avrebbe mai saputo chi eri e tu avresti vissuto con la memoria intatta...con il rimorso eterno”

“Ma sarei stato un mortale” specificò lui “La mia stessa vendetta mi avrebbe ucciso, che vantaggio ne avrei tratto secondo te?”

“Che il tuo dolore avrebbe avuto una fine” rispose Amy “Una fine che non sarebbe esistita se tu non avessi lanciato la maledizione”

Jareth rimase colpito e non solo nel vivo.

Amy aveva la stessa età di Sarah ed entrambe erano ragazze indipendenti, con la testa sulle spalle, ma che non avrebbe mai immaginato essere così mature.

Sarah lo aveva rapito, in tutti i sensi, mentre Amy era e sarebbe stata un ottima alleata se solo le avesse dato ascolto tempo addietro.

“Jareth, so che lo hai fatto per lei” proseguì Amy “Ma Sarah non ha bisogno di questo come dimostrazione che tu ancora pensi a lei”

Jareth fissò i suoi occhi in quelli di Amy “Che dovrei fare?”

“Dirci come spezzare la maledizione al confine” rispose lei “Sappiamo solo che su Loki non ha alcun effetto, ma se dovesse passare Sarah lei verrebbe di nuovo catapultata nella vita che tu hai scelto per lei e si dimenticherebbe di nuovo di te”

Jareth scosse la testa “L’unico modo per spezzare l’incantesimo sul confine è che in questa città arrivi un nuovo abitante, ma questa città non esiste sulle mappe e non esisterà fino ad allora”

Amy aveva avuto modo di vedere l’ubicazione esatta di Storybrooke e, di fatti, secondo le matte si trova nel bel mezzo di una foresta e che per caso sfocia sul mare.

Ma sia da terra che da acqua, nessuno ci poteva passare in quanto il giro delle navi, mercantili e non, era tutt’altro.

Storybrooke era isolata totalmente.

A causa di ciò, Amy non capì come potesse qualcuno entrare in città “Se Storybrooke non esiste e se il confine è bloccato...come può qualcuno accedervi?”

Jareth scosse la testa “Io non ho mai detto che arriva dall’esterno”

Amy riuscì finalmente a capire, si voltò verso Luke e questi prese la sua giacca ed uscì.

  
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