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Autore: Spensieratezza    14/12/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Dean si era risvegliato in una camera d’albergo, modesto, che non riusciva a riconoscere. Non era certamente l’albergo in cui risiedevano lui e Sam. Quello era un albergo super lussuoso, mentre questo…

Dean lo guardò bene, non era solo modesto, era…anacronistico..si mise a studiare la stanza e decise che chiunque possedesse quella casa o qualunque cosa fosse, era un tipo antiquato, di certo era una stanza che richiamava diversi decenni.

Sul tavolino c’era una lampada arancione molto carina ma che sembrava un ufo, anche la tivù era decisamente un modello molto vecchio, il tappeto uguale, ma il pezzo forte era la tivù, che sembrava proprio un pezzo da museo.

Guardò infine il letto che non aveva la testiera ma due semplici materassi attaccati. Era carino, tutto sommato, anche quello piuttosto umile.

Sì, ma Sam?

“Saaaaaaaaaam!!” stava per andare nel panico, si ricordava di tutte quelle volte che Sam era sparito e lui non sapeva dove fosse, era stato malissimo, non voleva che si ripetesse.

Gabriel!! Figlio di puttana, dove ci hai mandati??”

Nessuna risposta, ma quella consapevolezza, che fosse stata tutta colpa dell’arcangelo, paradossalmente lo tranquillizzò, Gabriel era loro amico, se era stato lui come immaginava, voleva dire che si stava solo divertendo e quindi non avrebbe fatto loro del male.

Sì, ma adesso era importante trovare Sam.

Aprì la porta e si rese conto di trovarsi in un albergo, scese le scale chiedendosi cosa avrebbe trovato e a ogni passo fu cosparso da una nuvola di stupore.

I quadri appesi alle pareti, la scala, tutto sembrava riportarlo indietro nel tempo.
 
Quando infine scese la scala e notò il pavimento e le pareti, credette di capire.

Gabriel ci ha spediti nel passato? Ma..perchè?
 
Si avvicinò titubante alla donna dietro il bancone.
“Mi scusi..”

“Ah, sei tu, giovanotto, come stai adesso?”
“Lei mi conosce?”
La donna lo guardò perplessa.

“Per dinci, dovevi essere proprio messo male, neanche ti sei reso conto che il tuo amico ti ha portato qui.”

“Il mio amico..sta parlando per caso di un tipo buffo, riccioli biondi e occhi verdi e con una gran voglia di fare lo spiritoso?”

“Proprio lui, mi disse che avevi esagerato con il bere, ragazzo, e avevi bisogno di rimetterti. Gli ho consigliato la stanza e poi lui se n’è andato, ha pagato la tua stanza.”

Dean rimase di sasso, l’ingenuità della donna era disarmante.
“Ehm..signora, avrebbe per caso un calendario?”

“Per dinci, giovanotto! Non dirmi che hai bevuto così tanto da dimenticare che giorno è.  Tra tre giorni è Natale!”
A Dean girava la testa.

“Sì, lo so che tra tre giorni è Natale..ma io..vede, dovrei fare un regalo a un amico e avrei proprio bisogno di consultare un calendario, è una cosa importante.”

La donna sbuffò perplessa, poi sorrise intenerita.
“Paul, abbiamo un calendario qui?”
“Guarda nello stanzino.”
“Aspetta qui.”
Tornò con un pacco di fogli tra le mani.

“Ecco, te ne regalo uno, così non scorderai più che giorno è!” disse porgendogliene uno.
“Per la miseria..” disse Dean scioccato.
“Sì, lo so, è bello, vero? Quello con gli angioletti è il migliore. Te lo cedo volentieri, io ne ho altri sei!”
 
Dean non seppe cosa rispondere. Era ancora fermo alla data che aveva letto.
1970
 
 
 
 
 
 
*

Castiel si era risvegliato sentendo l’aria frizzantina invernale, un vento gelido e ad attenderlo una posizione scomoda su qualcosa di legno.
Aprì gli occhi e realizzò di trovarsi su una panchina.
In un parco.
“Ehi, lo straniero si è svegliato, Paul.” Disse una voce.

“Bene! Chiedigli se vuole aiutarci e in cambio gli offriamo gelati gratis!” disse lui.
“Ma dove..cosa…”
“Ehi, straniero, va tutto bene?”
“Dove mi trovo, cos’è questo posto?”

“È stata dura la sbornia ieri notte, eh? Ti abbiamo trovato così, che dormivi su una panchina, non abbiamo voluto disturbarti.”
“Ma voi chi siete?”
“Sweet cold, ci piace spostarci di città in città!”

Castiel volse lo sguardo per vedere e lo sguardo si fermò su un camioncino con un sacco di gelati.
“Vendete gelati.”

“Ci piace vendere dolcezza, sì e siamo anche piuttosto bravi a farlo, però questo è un periodo molto gelido, ti andrebbe di darci una mano?”
“Veramente, io dovrei cercare un mio amico..non so dove si trova e..”

“C’è più di uno ridotto come te?” chiese un ragazzino lentigginoso.

“Steve, non fare il maleducato! Senti, perché non provi a chiamarlo al telefono?”
“Oh, vero, non ci avevo pensato, però, ecco..non ho più il telefono!”
“Ecco, prova a chiamarlo.” Disse l’altro, porgendogli un telefono.

Castiel glielo ridiede dopo un po’.
“Dice che non esiste.”
 Probabilmente un errore o forse il tuo amico ha il telefono rotto. “
“Se è così, ha bisogno di aiuto, devo..”

“Ehi, fermo, fermo, se stai cercando il tuo amico, avrai bisogno di soldi, se no come lo trovi?”
“Suppongo che tu abbia ragione.” Disse Castiel.

“Se accetti di aiutarci, ti paghiamo e ti offriamo anche il nostro camioncino più piccolo.”
 
"Accetto!"
 
 
Qualche ora dopo, Castiel riceveva delle banconote come pagamento per il servizio, rimaneva lì a guardare i soldi, paralizzato.

“Amico, sembra che tu non abbia mai visto dei soldi in vita tua.” Disse un ragazzo rossiccio.
“Ehm..no, scusate, stavo pensando ad altro.”
“Non vedi l’ora di raggiungere i tuoi amici eh? Va bene, direi che è ora di salutarci, vieni qui.”

Il ragazzo lo portò dietro il furgone e fece scendere un camioncino più piccolo, delle dimensioni di un carretto ma che ricordava una vespa. Castiel non aveva voglia di fare polemiche e non disse nulla.

"Te l'avevo detto che gli sarebbe piaciuto, Paul, è rimasto incantato a fissarlo."

“Solo cerca di averne cura e se hai voglia di farci sapere com’è andata, questo è il nostro numero e se perderai anche questo, ci trovi nelle Pagine Gialle.”

“Vi ringrazio infinitamente.”
Pagine gialle?
 
 
 
 
*

Castiel già da un po’ stava pedalando come in trance, fino a quando non intravide una sagoma familiare e praticamente urlò.

Deeeeeeeeeeean!!!”

“Castiel? CASTIEEEEEEEL!!!”

Castiel si fermò di botto e lo guardò costernato.
“Dove diavolo vai a piedi?”
“E tu dove cavolo vai con il furgoncino dei gelati??”
Ci fu un momento di silenzio e poi entrambi scoppiarono  a ridere.
 
“Gabriel questa volta ce la pagherà cara!!” disse Castiel.

“Sai almeno che ci ha spedito negli anni 70, vero?” chiese Dean ancora divertito.
Castiel fece una faccia stupita.

“Ecco perché mi sembrava tutto così antiquato e d’altri tempi e le persone sospettosamente fiduciose verso il prossimo!”

“Amico, ma davvero non lo sapevi? Che razza di angelo sei? Io ho chiesto un calendario dopo un minuto che mi sono svegliato!”

“Scusa Dean, se preoccuparmi troppo a pensare dove voi foste, mi ha tolto temporaneamente sagacia!”

“Gli anni settanta ti fanno più simpatico, lo sai? E cos’hai fatto nel mentre che ci cercavi? Facevi gelati?” chiese Dean guardando il veicolo.

“Dovevo pur guadagnarmi un mezzo! A proposito, dov’è Sam, perché non è con te?”
“Credo che quello stronzo di Gabriel ci abbia sparpagliati tutti e tre in posti diversi, se non troviamo Sam entro 24 ore, dovrà affrontare la mia tremenda vendetta.”
“Da quanto cammini?”

“Non lo so credo ore e ho una fame da lupi, fammi salire!” disse Dean, andando dietro al carretto.
“Cas, come hai fatto a trovarmi? O è stato solo un colpo di fortuna?”
“Ho seguito i cartelli stradali.”
“Che??”

“Continuavo a trovare cartelli con scritto: per trovare lo scoiattolo Dean ancora 4 km, ancora 6 km e accompagnato alla scritta c'era una sagoma con una chioma gialla.”
Dean strabuzzò gli occhi, poi scoppiò a ridere.
“Non è divertente!”

“Sì, invece, sono ansioso di che cartelli ha messo per trovare Sam.”
 
Come se Gabriel lo avesse sentito, comparve un cartello con scritto:
Per trovare l’alce Sam, ancora 8 chilometri, il tutto accompagnato da una sagoma con una chioma castana e le gambe esageratamente lunghe.

Dean scoppiò a ridere. "Ha disegnato Sam o Rufy di Once Piece?"

“Sei stranamente allegro per aver passato chissà quante ore al freddo.” Disse Cas.

“Beh, a mia discolpa, posso dire che non capita tutti i giorni di fare un viaggetto nel passato, perché non ce la godiamo quindi, finchè possiamo?”
“E come dovremmo fare per godercela?”

“Amico, intendo di vivere attimo per attimo, spingendoci al limite!”
“Al limite eh??” chiese Cas con un sorriso.

All’improvviso Dean notò una strana energia riscaldarlo, si voltò e vide inorridito un'energia azzurra provenire dal corpo dell'angelo e dopo pochi istanti, fece prendere velocità al veicolo e sgommarono  a tutta velocità.
 
“Ma che…Caaaaaaaaaaaaaaaaaaaaas!




Sam si risvegliò sentendo un gran frastuono di musica e di chitarra, contornato da qualcuno che cantava.
Si alzò piuttosto confuso, dalla camera in cui si trovava, notando subito quanto sembrasse antica.
“Dean! Deeeeean!”

No, non l’avevano separato da Dean, non di nuovo!

Poi si ricordò le frasi dell’arcangelo poco prima di farli sparire e si sentì un po’ più tranquillo.
“Ma non potevi farci sparire nello stesso luogo eh? “ si domandò scuotendo la testa.
 
Scese le scale di quello che sembrava un albergo e notò un gruppetto di ragazzi che suonavano dei tamburini.
Nonostante la bizzarria di quella situazione, gli sovvenne un piccolo sorriso.
Era tutto così allegro.
“E mi ritrovai sotto un prato di mille e mille fiori e recitavo mille e mille soli…”
Che cosa assurda, Sam, stai buono..la cosa migliore che puoi fare è scappare e…no, che sto facendo?
 
Sam si ritrovò senza quasi volerlo, a ballare quella stramba ma anche bella canzone, a ballare come se nessuno lo stesse guardando.
Peccato però che poi la canzone finì e lo avevano visto tutti.
“Ehm..”
Un applauso sgorgò da tutti gli spettatori e Sam si sentì avvampare.
“Ma guarda, abbiamo qui un estimatore e talentuoso ragazzo, come ti chiami?” chiese un uomo dalla nera barba.
“Sam…Wesley.” Disse lui, tentennante.
“Sam, sembri avere del talento, che ne dici di unirti alla banda dell’amore più famosa degli anni 70??”
 
Sam si sentì quasi svenire.
Anni settanta?
 
 
 
 
*
Sam si trovava su un treno con i suoi nuovi amici che non la smettevano di cantare canzoni che dovevano essere un inno alla poesia e all’amore, ma lui ne era contento, gli impedivano di finire nel panico per il fatto che non sapeva dove fossero Dean e Castiel.

Ai suoi nuovi amici aveva raccontato che si era ubriacato e non ricordava più cosa aveva fatto nelle ultime ventiquattr’ore e che aveva degli amici che probabilmente lo stavano cercando, loro non sembravano averlo preso per uno matto, anzi, lo avevano invitato a unirsi a loro, fintanto che loro non lo avessero contattato.

Sam non era così ottimista sul fatto che sarebbero riusciti  a contattarlo, visto che avrebbero dovuto cercare di chiamarlo su un numero che esisteva solo in quegli anni con un cellulare che sarebbe esistito soltanto fra vent’anni, ma non disse niente in proposito.

“Non risponde? Non preoccuparti, Sam, vedrai che prima o poi il segnale tornerà!” gli avevano detto, sempre positivi.
 
“E andiamo solari e ardenti, signori, a combattere con l’amore nel cuore e il sole nelle ossa, sì, andiamo..venite con noi, venite sempre con noi, fratelli.”

Sam sorrise, l’entusiasmo di quegli anni per la libertà e l’amore ti arrivavano dritti al cuore.
E dentro di me, sussulto e ringrazio il cielo, le stelle e la luna perché sono vivo!” recitò Sam, ricalcando la stessa strofa che avevano appena cantato.
“Ehi, ragazzo, piangi?”

“Io..no..mi è entrato qualcosa nell’occhio.” Disse Sam, asciugandosi l’occhio frettolosamente.
La sottile perplessità del ragazzino era quasi commovente, non potevano sapere loro che..
 
“Il mio  cuore è l’unica cosa che conta e pascola selvaggiamente  orgoglioso, saltellando e cantando!”
 

Non potevano sapere che questi ideali di amore e libertà non sarebbero contati più niente qualche decennio più tardi.
Quello erano i favolosi anni settanta.
Pieni di idealismo che non trovavano posto nel futuro.
 
 
Sam piuttosto scoraggiato, dopo che erano scesi alla fermata e stavano per prendere un altro treno, nel momento in cui era già salito, sentì una voce gridare.
Sam, Saaaaaaam!!”

“Deeeeeeean!!”

No, il treno stava prendendo velocità, non era possibile, non poteva perderlo di nuovo.
“Dove state andando?? Dove state andando???” chiedeva Dean cercando di rincorrere il treno.
Uno dei suoi amici si affacciò al finestrino.

“Stiamo andando a Manhattan per la manifestazione, vicino alla statua bianca!!
Sam vide Dean rallentare e guardarli perplessi.
 
“Alle sedici comincia la manifestazione!!” continuò il ragazzo.
 
Sam sospirò e si buttò sul sedile del treno, sfinito.

“Sam, hai visto, i tuoi amici sono riusciti a trovarti, è meraviglioso!” disse il ragazzino con i capelli rossi.
“Già..meraviglioso. Peccato che li ho persi di nuovo!” sospirò lui.
“Li hai persi solo fino alla prossima volta.” Disse fumando una canna.

Sam lo guardò. Se tutti nel futuro avessero ragionato in quel modo, era certo che si sarebbero trovati in un mondo migliore.
Si perse di nuovo a guardare il finestrino, vedendo le città sfrecciare via.
Di tanto in tanto qualcuno correva nei vagoni, allegro a parlare di cose sconosciute, a entusiasmarsi per cose futili.
 
No, non sono cose futili…siamo noi che abbiamo smesso di stupirci e siamo diventati così vuoti..forse Gabriel non ha solo voluto fare lo stronzo, facendoci finire qui..
 
“Adesso ti faccio vedere io!”
“Sì, dai, fammi vedere che sai fare!”

Sam fu attirato da quelle grida e vide due che giocavano con un cerchietto di metallo che levitava a pochi metri da terra, passandoselo come un pallone.
Sam si alzò.
“Tra i due litiganti il terzo gode!!”
“Che ha detto?”
“Non so, parlava di uno che andava a prostitute?”

Sam, possessore temporaneo del dischetto, scoppiò a ridere e mai l’aria che gli era sembrata così fresca e il sole così luminoso.




















Note dell'autrice: per carretto dei gelati guardate su google il modello vespa ahhah cmq siccome credo che un veicolo del genere non può accelerare di molto, mi sono immaginata che con i suoi poteri Cas potesse farlo andare più veloce xd per il resto è da quando Gabe ha nominato gli anni 70 nel deserto, che desidero scrivere questo capitolo quindi mi perdonerete se allungo di qualche capitolo la storia, ma vi prometto capitoli super divertenti!!

Rufy di One Piece è il famoso ragazzo di gomma

ci tengo a dire una cosa, nessuno fa domande strane riguardo all'abbigliamento dei nostri eroi, perchè l'ho sempre trovata una mossa un po troppo arguta nei film, voglio dire, noi anche se vediamo uno vestito con cose di decenni fa, mica andiamo a pensare che questo viene dal passato LOL
   
 
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