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Autore: ChrisAndreini    15/12/2021    2 recensioni
Leonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, cavalieri, spie di città nemiche e disapprovazione dei nobili e paesani.
Ma oh, uno deve sopravvivere come può, e se diventare il cuoco reale potrà allungargli la vita di qualche giorno, vale la pena ricevere occhiatacce.
Dopotutto, la via più veloce per il cuore di qualcuno passa per il suo stomaco, giusto?
Non che Leonardo, dichiaratamente omosessuale, abbia intenzione di fare stragi di cuore, sia mai!
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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Non posso prendermi una cotta per il principe in questo mondo eteronormativo!!

 

La prima cosa che Leo aveva fatto quando era tornato nella camerata, dopo il suo viaggio al tempio, era stata provocare Lionel al massimo delle sue possibilità, perché se provava ad ucciderlo, Leo sarebbe stato per sempre immune a lui, e quindi non avrebbe più potuto bullizzarlo.

Purtroppo la notizia che Leo fosse stato benedetto da Jahlee in persona si era già diffusa nel palazzo, quindi Lionel lo evitava come la peste.

Leo era irritato dal non poterlo provocare più di tanto, ma poi Alex gli aveva fatto notare che se Lionel lo evitava non poteva bullizzarlo, e Leo si era dato dello stupido, e aveva accolto questo cambiamento con una certa soddisfazione.

La seconda cosa che aveva fatto dopo essere tornato, era stato organizzarsi con Mildred per il compleanno di Anna, e la cuoca era stata un po’ restia ad accettare il favore del principe di usare tutti gli ingredienti, ma alla fine aveva acconsentito.

Pertanto la terza cosa che Leo aveva fatto, era stata prepararsi per la festa di una delle più care amiche che si era fatto lì dentro, i giorni successivi alla visita al tempio.

Beh, a due feste di due carissime amiche, perché dopo quella di Anna, che sarebbe stata quella sera, si avvicinava anche il compleanno della principessa, e in quel momento, a ora di pranzo, Leo stava sottoponendo alla famiglia reale le sue idee per il banchetto.

Era un banchetto reale, per il compleanno di una principessa, al quale sarebbero state presenti (quasi) tutte le famiglie reali dei sette regni, e probabilmente anche alcuni semidei… insomma, era la prova culinaria più ambiziosa alla quale Leo avesse partecipato da quando era lì. Masterchef, levati, che non sei nessuno!

Se Leo un giorno fosse riuscito a tornare a casa e a partecipare a Masterchef (sogno della vita, ricordiamolo), era convinto che avrebbe vinto a mani basse, con tutta la gavetta che stava facendo a palazzo.

Certo, sarebbe stata una vittoria immeritata, dato che legalmente gli aspiranti cuochi del programma non potevano avere esperienza sul campo, ma shhhhh, ufficialmente Leo non era uno chef, non lavorava mica in un ristorante!

E nessuno avrebbe potuto scoprire il suo passato.

Il crimine perfetto.

Ma Masterchef a parte, Leo aveva preparato dei cibi da buffet, pregiati ma allo stesso tempo semplici da mangiare, e con l’aiuto delle altre cuoche, credeva di aver fatto degli ottimi piatti.

-Voglio tutto!- Opal esclamò dopo aver assaggiato le proposte.

Erano porzioni piccole, quindi Leo non poteva adempiere al suo ruolo di assaggiatore reale, anche se ormai nessuno glielo stava più chiedendo, ad eccezione di Daryan, e quest’ultimo gli faceva assaggiare il proprio cibo più per abitudine che per sospetto, persino Leo aveva iniziato a capirlo.

-La proposta numero 2 ha un ché di speziato piuttosto interessante. Credo che aggradi molto il palato della famiglia reale di Fring. Caro, hai avuto notizie dai Balewa?- la regina fece un commento molto più pratico.

Leo sapeva che il cibo della festa doveva essere studiato per accontentare tutti i palati, per questo aveva proposto gusti diversi.

E si stava dando da fare con le spezie, ultimamente. Sperimentare era la parte più divertente del lavoro.

-Mi hanno mandato una missiva stamani, pare che non potranno presenziare di persona, ma manderanno un emissario al loro posto- rispose il re, assaggiando la proposta offerta, e annuendo con la testa in segno di approvazione.

La regina sospirò.

-Sospettavo si sarebbero tirati indietro. Hanno sempre favorito Valkrest- scosse la testa, irritata, andando alla proposta 3, e addolcendo lo sguardo nell’assaggiare l’astice.

-Ti prego, dimmi che i Kaya ci saranno- pregò subito dopo il marito.

Il pesce era molto apprezzato a Katrang. Essendo una città sotto il mare, ne avevano in abbondanza, ed era il cibo più consumato.

-I Kaya hanno confermato ieri, e verrà anche il figlio di Kalea. Credo che oltre ai Vasilev e ai Balewa, tutte le famiglie reali ci faranno onore della loro presenza allo speciale compleanno della nostra gemma- il re sorrise alla figlia, che aveva già preso bis e tris di tutto, e batté le mani, entusiasta.

-Astice confermato- la regina si rivolse a Leo, che annuì e segnò mentalmente l’informazione.

-Il semidio Payas ha accettato? Sono sorpreso. Non è un grande amante degli eventi ufficiali- commentò Daryan, che contrariamente alla sorella, aveva assaggiato ben poco, e lo faceva con molta attenzione.

-Sono anch’io rimasto molto sorpreso dalla sua lettera. Ha scritto, cito a memoria, “mancare a questo evento è il peggior errore che io abbia mai fatto, verrò con gioia a festeggiare il compleanno della principessa e incontrare il mio migliore amico”. Con il semidio Payas non si capisce mai cosa voglia dire- spiegò il re, scuotendo la testa.

-Il suo migliore amico? Il semidio Nox presenzierà?- chiese Daryan, piuttosto sorpreso.

-No, quando siamo stati ad Ombron abbiamo offerto un invito ufficiale anche a lui, ovviamente, ma sebbene sua sorella Clarisa abbia accettato, lui è troppo impegnato purtroppo- spiegò la regina, scuotendo la testa. A differenza che con la famiglia reale di Fring, non sembrava seccata dall’assenza del semidio. 

Dal poco che Leo aveva capito dei rapporti tra le famiglie e dei semidei di quel mondo, era normale che il figlio primogenito di Omish fosse impegnato, dato che aiutava il padre al tempio.

Comunque era piuttosto sorpreso che parlassero di faccende ufficiali davanti a lui senza alcuna remora. Significava che finalmente iniziavano davvero a fidarsi. Essere benedetto dal loro dio patrono aveva un qualche effetto, evidentemente. Yay!

-Strana scelta di parole, bisogna dirlo. Ma concentriamoci sul fatto che sarà presente. È un grande onore che ben due semidei abbiano accettato di presenziare- la regina chiuse l’argomento, assaggiando la pietanza successiva.

-Il numero 5 andrà assolutamente nel menù- disse poi senza esitazione, ottenendo approvazione da tutta la famiglia.

-Ci saranno tante persone? Ce la faranno le cuoche a prendersi carico di tutte le pietanze del menù? Non voglio che si stanchino troppo- commentò Opal, lanciando un’occhiata preoccupata verso Leo.

-Non preoccuparti, tesoro, abbiamo già distribuito annunci che cerchiamo cuoche per il banchetto. Serve tutto l’aiuto possibile in cucina. Le audizioni saranno tra due giorni. Leonardo selezionerà personalmente le cuoche migliori che guiderà nella preparazione dei piatti- spiegò la regina, incoraggiante.

Leo cadde dalle nuvole.

-Io? Cosa?! Come?! Quando?!- si ritrovò ad esclamare, sconvolto.

La regina rimase piuttosto sorpresa alla reazione.

-Daryan, non glielo hai detto?- chiese al figlio, con le sopracciglia aggrottate.

-No, beh… a proposito della selezione, non credo sia saggio affidare al cuoco la scelta delle aiutanti. È un compito delicato, e dopo l’attacco di qualche giorno fa è meglio stare attenti- obiettò il principe, non guardando Leo negli occhi.

Sebbene non lo biasimasse, il cuoco fu piuttosto deluso che il principe non lo considerasse ancora abbastanza degno di fiducia da giudicare delle cuoche. Non che Leo si sentisse in grado di farlo, in ogni caso, ma comunque rimase deluso.

-Ma deve comunque avere voce in capitolo sulla scelta delle cuoche, in quanto responsabile di tutto il banchetto- obiettò la regina, prendendo le sue difese.

-Non lo nego, ma… francamente, conoscendo Leonardo, accetterebbe chiunque perché gli dispiacerebbe troppo dire di no, e si troverebbe bene a lavorare con qualunque ragazza. Non è forse così?- il principe sollevò un punto molto vero. Leo per poco non scoppiò a ridere nervosamente.

-Mi duole ammettere che è proprio così- annuì, abbassando lo sguardo.

-Il mio Leo è troppo amichevole!- ridacchiò la principessa, facendogli un occhiolino.

La regina sospirò.

-Leonardo, acconsenti a rendere Mildred responsabile in tua vece della selezione delle cuoche?- chiese il consenso, per essere sicura.

Leonardo ci rifletté un attimo. In effetti il principe aveva sollevato molti punti degni di condivisione, e lui non aveva mai coordinato nulla, né scelto collaboratori. Si adattava in fretta ai ritmi lavorativi, e Mildred era chiaramente più esperta di lui, poteva fidarsi del giudizio della donna molto più del suo.

Annuì.

-Certamente, Mildy… ehm… Mildred è molto più affidabile di me per un compito così delicato- ammise. 

Non era sua intenzione lanciare una qualche frecciatina, ma stava solo dicendo le cose come stavano. Mildred era più affidabile e preparata di lui.

Per qualche motivo, però, il principe ribatté.

-Non è questione di fiducia, è anche una precauzione per proteggerti- si mise sulla difensiva.

Calò il silenzio.

Beh, no, non calò proprio il silenzio, perché oltre a Leo e al principe gli altri membri della tavola non sembrarono minimamente sorpresi da quelle parole e si limitarono ad annuire e a continuare a mangiare.

Ma tra Leo e il principe calò un silenzio sbigottito.

Leo era rimasto completamente a bocca aperta.

Daryan aveva immediatamente distolto lo sguardo e aveva mangiato di fretta più cose di quante ne avesse mangiate prima di allora, solo per evitare di continuare la conversazione, probabilmente.

Leo non intuì il suo desiderio, perché dopo qualche istante di elaborazione di ciò che il principe aveva detto, insistette.

-Proteggermi?- chiese, convinto di aver capito male.

Il principe non si spiegò.

Ci pensò il re a far chiarezza sulle parole del figlio.

-In effetti mettere in esposizione il primo benedetto di Jahlee da secoli davanti ad un gruppo di donne sconosciute e potenzialmente sospette è rischioso. È meglio non attirare attenzione su Leonardo finché non riceviamo risposta dagli inviati al tempio di Lumai. Ottima riflessione, figliolo- annuì in segno di approvazione.

-Inviati al tempio di Lumai?- si ritrovò a chiedere Leo, ancora più sorpreso.

-Il numero 1 lo toglierei dal menù. Mi sembra poco adatto al banchetto e al resto delle pietanze, pur se è davvero buono in sé- la regina cambiò bruscamente argomento, tornando sul cibo.

Leo non insistette, dato che non aveva neanche il potere per farlo, e rimase al suo posto, lanciando occhiate a membri della tavolata, in particolare il principe, che però non disse una parola verso di lui il resto del pranzo, né lo guardò nuovamente.

Quando finalmente il pranzo finì e Leo fu congedato, esitò un po’ prima di tornare in cucina, e si avvicinò titubante al principe.

-Allora… vostra maestà…- cercò le parole migliori. Il principe gli lanciò una brevissima occhiata prima di tornare ad ignorarlo, ma non diede segno di non volerlo ascoltare, quindi Leo continuò -…riguardo a stasera… sa… per la pizza, che aveva acconsentito ad assaggiare…- Leo ancora si chiedeva come fosse possibile che il principe l’avesse assecondato, e temeva fosse stato solo perché aveva visto Leo chiaramente sconvolto. Non voleva costringerlo, e non voleva neanche fare una figuraccia nel consegnargli la pizza e rendersi conto che lui non ricordava la promessa o aveva cambiato idea.

Meglio essere sicuri.

-Sì, giusto, era oggi. Mi troverai nel mio studio a qualsiasi orario- il principe sembrò intuire dove il discorso sarebbe andato a parare, e interruppe Leo confermando il loro appuntamento, in tono indifferente.

Il cuoco non riuscì a trattenersi dal sorridere entusiasta.

-Perfetto, allora la raggiungerò stasera, durante la festa- Leo gli fece sapere, con un piccolo inchino, prima di zompettare via allegramente, deciso a fare la pizza più buona della sua vita.

Una volta giunto in cucina, Mildred lo prese in un angolo.

-Allora, quali pietanze sono piaciute del tuo menù?- chiese, curiosa, già pronta a segnare tutto.

-Uh? Che menù?- chiese Leo, cadendo dalle nuvole dove era finito al pensiero di cucinare la pizza per Daryan.

-Il menù per il banchetto della principessa. Leonardo svegliati!- lo rimbrottò Mildred, dandogli una pacca sul capo.

-Sì, sì, scusa… pietanze 3 e 5 sono confermate, 1 e 2 escluse, e la 4 è in esame- rispose Leo, tornando presente e concentrato.

-Perfetto… calcolerò le spese per le vare pietanze allora. Per fortuna assumeremo delle cuoche temporanee, non riusciremmo altrimenti- borbottò calcolando a mente.

-Temporanee? Alcune di loro, magari una di loro, magari una cuoca di Lumai molto brava, non verrà assunta a tempo indeterminato?- chiese Leo, pensando alla futura sposa del principe Daryan, che teoricamente, dal poco che ricordava, sarebbe dovuta arrivare a palazzo proprio in quell’occasione… forse.

-Nah, abbiamo abbastanza personale per le mansioni quotidiane. Tu sei già un extra, non possiamo permetterci di assumere un’altra cuoca a tempo indeterminato- spiegò Mildred, sbrigativa.

-Ah…- Leo era senza parole. Aveva rubato il posto della protagonista? Forse non era l’ideale, ma oh, tale protagonista era una nobile in fuga dalla routine, Leo era un profugo di un altro mondo, aveva più bisogno di un lavoro rispetto a lei, quindi non si sentì particolarmente in colpa per averle fregato l’occasione.

Piuttosto… la storia d’amore poteva essere messa alla prova, se Dotty non andava a lavorare lì.

…oh, ma che peccato. Già, che gran peccato! Proprio un peccato tremendo. Ma eh, non ci poteva fare niente Leo. Se fosse stato destino si sarebbero trovati in altro modo, no?

…non che Leo si aspettasse di prendere il posto di Dotty anche in quell’ambito. Aveva già deciso da tempo che la sua situazione sentimentale sarebbe rimasta quella di scapolo eterno, dato che non aveva alcun interesse per le donne e al tempo stesso non aveva la minima intenzione di tentare la sorte in una relazione segreta e illegale, dato che le torture medievali erano il suo terrore maggiore. Ma al tempo stesso il suo cuore faceva sempre quattromila capriole quando era in presenza del principe.

Era solo attrazione fisica, che non avrebbe mai avuto futuro.

…ma comunque l’idea che rimanesse single non dispiaceva troppo a Leo, bisogna ammetterlo.

-Ma che ti prende oggi? Sei più distratto e fastidiosamente allegro del solito- Mildred lo distrasse dai suoi pensieri squadrandolo sospettosa.

-Sono solo emozionato per il compleanno di Anna e per il cibo speciale segreto che preparerò per tutte voi!- spiegò Leo, mettendo da parte i pensieri poco etero e precedendola saltellando in cucina.

-Per Anna… eh?- fraintese la cuoca anziana, pensierosa, seguendolo.

 

La pizza per Anna uscì la migliore che avesse mai preparato. E le prime uscite furono divorate dalle cuoche in pochi minuti. Non avevano mai mangiato niente di simile.

…in realtà c’era una cosa simile alla pizza nei sette regni, ma dettagli, quella di Leo era la vera pizza napoletana sottile con bordo spesso, ed era la Regina Margherita, con mozzarella e basilico freschi. Dopo tutte le mazzate che si era preso dalla sua nonna napoletana per imparare a farla bene, era soddisfatto nel dire di aver ottenuto il risultato perfetto.

E quando finalmente l’ultima pizza della giornata uscì, era la migliore di tutte. Perfetta e pronta per essere portata dal principe.

-Leo, ce n’è altra? Ti prego dimmi che ce n’è altra!- provò a rubarla Anna, avvicinandosi con la bava alla bocca.

-Anna, so che è il tuo compleanno, ma una brava persona divide!- si infilò Jane, adocchiando la pizza perfetta con occhi brillanti.

-Esatto! Siamo come sorelle, ciò che è tuo è anche mio!- aggiunse Mary, mettendosi tra le due.

-Mi dispiace, ragazze, ma questa pizza è per il principe Daryan- Leo non si trattenne dal sorridere al pensiero del principe.

Quello sarebbe stato il pasto che l’avrebbe fatto mangiare fino a scoppiare!

Se non mangi fino a scoppiare con la pizza, è davvero triste (non che io autrice abbia niente contro chi non mangia la pizza… anche se è un po’ triste).

-Il principe Daryan? Perché il principe Daryan? Non ne porti un pezzo alla principessa? E poi a quest’ora?- chiese Mildred, sorpresa e poco convinta.

-Beh, è stato il principe a chiedermi di portargliene un po’… per motivi di… eh… compleanno. Sì, per il compleanno della principessa, voleva assaggiarla per vedere se era una buona idea farla al banchetto e fare una sorpresa alla principessa Opal- Leo iniziò ad arrampicarsi sugli specchi con una scusa presa al volo.

Non aveva la minima idea di cosa avesse detto, ma Mildred annuì convinta, quindi suppose fosse stata una scusa decente.

-Bene, allora sbrigati, prima che si raffreddi- la cuoca anziana incoraggiò Leo, che tagliò in fretta l’ultima pizza, la mise in un bel piatto, salutò velocemente le cuoche chiedendo loro di aspettarlo per la torta, e si avviò con attenzione ma velocità verso lo studio del principe, luogo che visitava assiduamente, dato che la maggior parte dei pasti del futuro sovrano venivano consumati… o meglio, ignorati, proprio in quel luogo.

Una volta giunto nello studio, trovò Chevel di guardia, che lo guardò storto, tanto per cambiare.

-Buonasera, Sir Podbart. Che Jahlee la protegga- lo salutò Leo con un gran sorriso e un inchino medio, che gli fece perdere il leggero rossore che aveva tinto le guance di Chevel al saluto rispettoso.

-Vedo che finalmente hai imparato ad inchinarti. Era ora… che ci fai qui? Il principe Daryan ha già cenato- gli fece notare, osservando la pizza tra le mani di Leo con sospetto.

-Il principe mi aspetta per assaggiare la pizza- spiegò Leo, con un grande sorriso.

-Aspetta qui- Chevel entrò, e dopo meno di tre secondo uscì, con espressione imperscrutabile -D’accordo, puoi entrare- tenendogli aperta la porta per farlo introdurre all’interno.

Leo entrò con sicurezza.

-Buonasera principe Daryan. Che Jahlee la protegga- salutò il principe, con un inchino profondo meno preciso del solito, dato che non voleva rischiare di far cadere la pizza.

-Che Laasya protegga te… allora, lascia il cibo e torna pure alla festa- Daryan gli indicò un punto sulla scrivania, senza sollevare lo sguardo dai documenti.

Il sorriso di Leo si congelò appena.

-Non vuole… assaggiarla? O farmela assaggiare prima? La pizza è buona calda, se si raffredda è meno buona- Leo provò a convincerlo a non congedarlo immediatamente. Voleva assistere alla reazione del principe.

-Non ho  molta fame al momento, e sono impegnato- Daryan però indicò con un gesto della mano la porta. Era molto più freddo del solito. Leo non ne capì il motivo.

Lanciò un’occhiata verso la pizza che aveva posato sul tavolo, e notò il piatto con la cena… quasi del tutto pieno.

Si morse il labbro inferiore, cercando di trattenersi dal dire qualcosa, e provò a convincersi ad uscire, ma non riusciva a muoversi. Era molto più forte di lui, doveva per forza superare i confini del buonsenso e del rispetto.

-Me lo aveva promesso- alla fine si fece sfuggire, più deluso di quanto volesse risultare.

-Non ho detto che non l’assaggerò, ma al momento sono satollo, e…- Daryan provò a difendersi, Leo lo interruppe.

-Se era una promessa troppo grande per lei bastava dirmelo, e avrei chiesto qualcos’altro. Una miniera d’oro, magari, o un titolo nobiliare. È più semplice di mangiare un pezzo di pizza, a quanto pare- iniziò a lamentarsi, incrociando le braccia e dandogli le spalle.

Probabilmente aveva preso da sua nonna anche l’essere permaloso verso chi si rifiutava di mangiare. Eh, l’orgoglio italiano!

-Se vuoi un titolo nobiliare sarò lieto di concedertelo. Preferisci essere un conte o un marchese?- Daryan sembrò prendere al volo l’occasione di cambiare favore, e Leo gli lanciò un’occhiata sconvolta.

Stava scherzando, perdiana! Non voleva essere un conte o un marchese pieno di responsabilità! Voleva solo cucinare e che la sua cucina venisse assaggiata. Era così difficile da capire?!

-Non voglio un titolo nobiliare, voglio che tu assaggi la mia pizza!- disse chiaro e tondo, come un bambino lamentoso, facendo il muso e guardando storto il principe.

-Perché questa insistenza? Non riesco a capire perché sia così importante per te- il principe, di rimando, lo guardava con estrema confusione.

E francamente neanche Leo si spiegava del tutto perché fosse così importante per lui che Daryan apprezzasse il suo cibo. 

Forse era orgoglio? Forse il suo istinto da chef che voleva nutrire il prossimo anche e soprattutto se il prossimo non apprezzava il cibo? Forse aveva una gigantesca cotta per il principe e voleva che recepisse il suo linguaggio d’amore che era la cucina?

…no, non l’ultima! Era attratto da Daryan, okay, ma non poteva prendersi una cotta per il principe di un regno super eteronormativo di un universo medievaleggiante. No, signore! Nah ah! 

Era l’orgoglio! E l’istinto da chef! Tutto qui!

-Perché ci ho messo tutto me stesso! Ce l’ho messa davvero tutta per farti la pizza migliore del mondo!- Leo continuò su quel binario.

-Beh, hai sprecato le energie! Se ci tieni tanto che venga apprezzata posso sempre mandarla a Opal o a mia…- Daryan provò a scaricare il barile sul resto della sua famiglia.

E sì, Opal e la regina avrebbero senz’altro apprezzato quella prelibatezza.

Ma Leo si impuntò.

-Voglio che sia tu a mangiarla- insistette.

-Perché?- il principe ormai era esasperato.

-Perché non mangi niente!- alla fine Leo buttò fuori il vero motivo (forse) per cui voleva che fosse Daryan ad assaggiare la pizza.

Non avrebbe voluto farlo. Sapeva di non avere il diritto di parlare delle abitudini alimentari del principe, ma non riusciva a non preoccuparsi, okay?

Sperò che a Daryan passasse la sua sincerità. 

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

-Non ho idea da dove sia venuta questa opinione, ma mangio abbastanza, cuoco. Non è compito tuo tenere d’occhio la mia dieta- purtroppo il principe si mise sulla difensiva.

-Ma non posso farne a meno, principe Daryan, ogni volta che ti porto da mangiare dai pochi morsi e lasci quasi tutto sul piatto. Forse mangi abbastanza per il tuo corpo, ma non ti godi il cibo- Leo spiegò meglio il suo punto, avvicinandosi preoccupato e cercando lo sguardo dell’uomo davanti a lui, che lo evitò con decisione.

-Usa le formalità quando ti rivolgi a me!- gli ordinò, freddo.

-Mi scusi! Io volevo solo… non può assecondarmi, solo per questa volta? Non chiederò più nient’altro, né un titolo, né gioielli. Solo… mangi almeno una fetta, la prego- Leo cercò di trasmettere al principe tutta la propria buona volontà, e alla fine riuscì a guardarlo dritto negli occhi. Daryan distolse quasi immediatamente lo sguardo.

Sembrò riflettere per parecchio su qualcosa. Leo sperò con tutto il cuore che gli fosse arrivata la sua sincerità e preoccupazione.

Poi Daryan sospirò.

-D’accordo. Assaggia prima tu una fetta, come assaggiatore reale- lo incoraggiò, indicando un pezzo particolare, che Leo prese con un grande sorriso.

-Grazie, vostra maestà- iniziò a mangiarlo, godendosi ogni morso. Era ancora calda per fortuna, ed era davvero deliziosa. Leo era stato così impegnato a cucinarle che non si era dato briga di mangiare abbastanza, ma aveva solo assaggiato per assicurarsi che la pizza fosse buona. 

Beh… era davvero davvero buona!

-Mai sentito parlare di forchetta e coltello?- Daryan lo guardò con un sopracciglio inarcato.

-La pizza si mangia con le mani, è tradizione- spiegò Leo, che aveva recuperato il suo entusiasmo grazie anche ad un’ottimo pasto. Finì la sua fetta e si pulì le dita nel fazzoletto che teneva nel taschino.

-Non ho la minima intenzione di sporcarmi le mani- obiettò il principe, scuotendo la testa e cercando forchetta e coltello.

-Non ce n’è bisogno, dica “aaaahhh”- Leo prese un’altra fetta e la porse verso il principe, che si ritirò, scioccato.

-Stai scherzando, vero?- chiese, offeso.

-Anzi, chiuda anche gli occhi e si concentri solo sulle sue sensazioni. Deve godersi ogni morso- Leo insistette, molto sicuro di sé.

-…non stai scherzando?- Daryan sembrava in procinto di ordinare che gli venisse tagliata la testa. Fissava Leo come se fosse pazzo.

Rendendosi conto della sua morte imminente, il cuoco decise di ricordare al principe un dettaglio fondamentale, che lui per primo si era quasi scordato.

-Le ricordo che sono benedetto da Jahlee, non può uccidermi- continuò ad agitargli la pizza davanti al viso con sguardo poco sano di mente.

Stava tirando un po’ troppo la corda, e una parte di lui lo sapeva. Ma ormai conoscete Leo, sapete che è impulsivo.

-Questo non mi convince ad accettare di chiudere gli occhi davanti ad un semi sconosciuto che vuole imboccarmi con la sua pietanza strana- gli fece notare Daryan, che era arrossito come un pomodoro.

Effettivamente la situazione suonava strana detta così.

Però Leo non aveva nessuna intenzione losca, né maliziosa (forse). Voleva solo che Daryan si godesse quella fetta di pizza buonissima!

-Allora le ricordo anche che mi deve un favore, e poi pensa che Jahlee avrebbe benedetto un possibile traditore deciso ad avvelenarla, principe Daryan?- cercò di usare la logica, e per una volta ci riuscì anche.

Quella giornata era da ricordare. Nuova festività: “Leo usa bene la logica” day. 

Il principe sospirò, e dopo qualche secondo di riflessione profonda, chiuse gli occhi, e aprì la bocca, molto malavoglia.

Leo non riusciva a credere di essere riuscito a convincerlo. Era certo che di lì a pochi secondi Daryan avrebbe chiamato Chevel per farlo arrestare. E invece aveva deciso davvero di assecondare la follia di Leo.

Forse sotto sotto… non voleva dargli un titolo nobiliare quindi si sacrificava per il bene comune?

Era così sorpreso che ci mise qualche secondo di troppo a nutrire il principe, che aprì un occhio e lo guardò confuso.

-Quindi stavi davvero scherzando?- iniziò a chiedere, offeso, ma Leo si affrettò a negare, arrossendo.

-No, no, mi scusi, chiuda gli occhi- Leo si avvicinò, e Daryan ritornò in posizione.

E finalmente assaggiò la pizza.

Leo lo fissò attentamente per non perdersi neanche una microespressione, sperando con tutto il cuore che dopo l’enorme fatica per fargliela assaggiare, Daryan non si rivelasse una di quelle due o tre persone in tutto il mondo che non apprezzavano la pizza (niente contro di te se sei una di quelle tre persone… ma è comunque un po’ triste, diciamolo). 

Ma Daryan non faceva parte di quella minoranza.

Perché sebbene il primo morso fosse stato sbrigativo e indifferente, lentamente iniziò a rilassarsi, a godersi davvero il cibo, e mangiare più lentamente e allo stesso tempo più famelico, protraendosi in avanti per fare morsi più ampi e gustosi.

Leo lo fissava rapito. Si rese conto solo in quel momento di quanto intima fosse la situazione.

Era notte, erano soli, Daryan era completamente vulnerabile, alla sua mercé, ed erano sempre più vicini.

Prima che Leo se ne rendesse del tutto conto, erano arrivati alla crosta, soffice e sostanziosa, che fece uscire un sorrisino da Daryan, e un piccolo verso di curiosità, che per qualche secondo confuse completamente il cervello di Leo.

Cervello che ritornò in sé solo quando la pizza finì, e le labbra di Daryan si posarono sulle dita di Leo, cercando un continuo a quella miriade di sensazioni che aveva provato mangiando per la prima volta da anni qualcosa con vero e proprio gusto, e non per semplice dovere fisico.

Quando entrambi si resero conto che la magia era finita, e la bolla di intimità si era espansa fin troppo, essa scoppiò, Daryan aprì gli occhi, ed entrambi, sobbalzando come appena svegliati da un sogno, si allontanarono in fretta l’uno dall’altro.

-Eh… uh… prendo un’altra fetta!- Leo fu il primo a provare a recuperare quell’atmosfera, ma Daryan lo fermò, avvicinando la pizza a sé.

-Non c’è bisogno, posso continuare anche da solo- obiettò, senza guardare Leo negli occhi -Torna pure alla festa, sei rimasto qui fin troppo- congedò poi il cuoco, indicando la porta con urgenza.

-Sì… certo… posso farle solo una domanda- Leo iniziò ad avviarsi, ma si girò a metà strada.

-Certo… d’accordo… sii breve però- Daryan acconsentì, sempre con sguardo basso.

-Le… le è piaciuta?- chiese Leo, innocentemente, accennando un sorrisino speranzoso. Credeva di conoscere la risposta, ma voleva davvero tanto sentirla uscire dalla bocca del principe. Non sapeva neanche lui perché ci tenesse così tanto, ma per Leo la cucina era il suo modo di trasmettere amore, impegno. E ricevere un sorriso, un complimento, o anche solo una reazione come quella di Daryan era il miglior pagamento del mondo.

Il principe esitò parecchio prima di rispondere, poi annuì appena.

-Credo che a Opal piacerebbe molto. Pensi di poter rielaborare la ricetta in modo da presentarla al banchetto in veste più nobile? Potrebbe essere una bella sorpresa per lei- cercò di mantenere le distanze, ma Leo insistette, facendo un passo avanti.

-Posso farlo e lo farò con estremo piacere, ma… a lei… è piaciuta?- ripeté la domanda, cercando lo sguardo del principe con trepidazione.

Dopo altri interminabili attimi di esitazione, Daryan annuì con più convinzione.

-Sì… molto- ammise, come se stesse confessando una tremenda debolezza -Grazie mille, Leonardo- aggiunse poi, guardandolo finalmente negli occhi, e facendogli un cenno di approvazione con il capo.

Il cuore di Leo iniziò a battere così forte che era convinto si sarebbe staccato dal suo petto come nel cortometraggio “In a heartbeat” e sarebbe andato a sbaciucchiare il principe.

Per sua fortuna non era dentro un cartone animato, ma solo un mondo fantasy medievaleggiante.

Ed fu una fortuna anche per Daryan che non fossero in un cartone animato, perché a seguito del suo commento, Leo sorrise così brillantemente ed entusiasticamente che se fossero stati in un cartone, Daryan sarebbe rimasto acciecato da tale luce abbagliante, manco Leo fosse stato Edward Cullen sotto al sole.

Ma citazioni a parte, Leo rimase davvero felice del commento.

Fece un inchino profondo molto sentito.

-Ne sono davvero davvero felice, principe Daryan! Si goda il resto della pizza. E stia attento a non farla raffreddare troppo. Buon lavoro!- saltellando allegro, Leo camminò all’indietro verso la porta, e urtò un tavolino, finendo a terra.

-Leonardo!- il principe si alzò in piedi, preoccupato, ma Leo non si era fatto niente, e si rimise in equilibrio ridacchiando.

-Sto bene, sto bene! Eh eh. Buon lavoro!- e ridendo imbarazzato uscì dallo studio, lasciando Daryan da solo con una pizza deliziosa, sperando con tutto il cuore che la finisse.

Quando uscì, Chevel gli lanciò un’occhiataccia.

-Che hai combinato lì dentro?- chiese, minaccioso.

-Ho solo offerto una pizza, Sir Podbart. Ed è piaciuta molto!- rispose Leo, entusiasta, salutandolo con un inchino per poi dargli le spalle e tornare in cucina per la torta.

Sperava di non avere fatto troppo tardi.

Per quanto riguardava Chevel, il cavaliere rimase piuttosto sorpreso dall’entusiasmo del cuoco, pertanto decise di entrare nello studio per assicurarsi che il principe stesse bene.

E lo spettacolo che vide lo lasciò esterrefatto.

Daryan stava mangiando la pizza con le mani, gli occhi chiusi, e un sorriso estasiato sul volto.

Chevel lo conosceva da quando erano piccoli, e non credeva di averlo mai visto così.

Provò a ritirarsi senza farsi notare, ma Daryan aprì gli occhi per un secondo, lo notò, e si ricompose immediatamente, arrossendo appena e lasciando andare la pizza che stava mangiando.

-Chevel!- lo richiamò, in tono acuto -Uhm… Chevel… che ci fai qui?- ripeté, dopo aver sistemato la voce ed essere tornato completamente serio.

-Eh… volevo solo assicurarmi che il cuoco… eh… non avesse fatto niente di sbagliato- spiegò il cavaliere, cercando di risultare tranquillo, ma troppo sorpreso per apparire indifferente.

-Non ha fatto niente di sbagliato. Vuoi favorire?- Daryan gli offrì un pezzo di pizza.

-Non oso, maestà- provò a declinare Chevel, adocchiando la pizza come se avesse proprietà ingannantrici… o droga.

-Non fare complimenti, non riuscirei mai a mangiarla tutta, in ogni caso- Daryan insistette.

-Non ho forchetta e coltello- Chevel fece un passo indietro.

-A quanto pare è una pietanza che si degusta con le mani… prendine un pezzo- Daryan usò un tono autoritario, e Chevel non aveva altre obiezioni. Prese il pezzo di pizza e gli diede un morso con molto sospetto.

E rinacque.

-Wow…- si lasciò sfuggire, sorpreso.

Non aveva assaggiato molti piatti di Leo, quindi non si era proprio reso conto di quanto fosse straordinario in cucina.

-Esatto- Daryan incrociò le braccia, come a dire a Chevel che era tutta colpa di Leo e della pizza se il cavaliere l’aveva trovato in quello stato pietoso di estasi.

-Wow!- ripeté Chevel, finendo il pezzo.

-Esatto!!- Daryan sbuffò, e seppellì il volto tra le mani.

-Wow…- concluse Chevel, dandogli qualche pacca sulla spalla.

-…esatto- Daryan sospirò, demoralizzato.

I due avevano appena avuto una lunga conversazione intensa… ma neanche i narratori onniscienti come me hanno la capacità di discernere le sfumature di un linguaggio tra migliori amici.

…nah, in realtà io ne sono in grado, ma vi lascerò indovinare.

Quando Chevel uscì dalla porta e tornò di guardia, si abbandonò contro il muro, lo sguardo fisso verso l’orizzonte.

-Wow…- sussurrò, con voce colma di panico, seppellendo il volto tra le mani per evitare che chiunque fosse di passaggio lo vedesse in quello stato vergognoso, o leggesse sul suo volto le emozioni che provava in quel momento.

Leo, completamente ignaro riguardo quello che era successo tra i due amici d’infanzia a causa sua, passò una serata memorabile.

E di certo non si addormentò con il cuore a mille pensando al principe e alla faccia che aveva fatto durante la degustazione, no no!

Leo NON era cotto del principe!

ASSOLUTAMENTE NO!

 

Il giorno successivo Leo non assistette alla colazione dei reggenti, anche se la preparò, ovviamente. Ma non c’erano pietanze da assaggiare né da proporre per il banchetto, quindi dopo aver servito con un inchino e un gran sorriso, Leonardo il cuoco era tornato in cucina.

Non che a Daryan importasse qualcosa di dove fosse o cosa facesse Leonardo il cuoco.

No, non aveva alcun interesse.

Vederlo o non vederlo non provocava alcun cambiamento nel suo umore.

Il motivo per cui al momento mangiava distrattamente osservando spesso la direzione della cucina era completamente scorrelato.

…non vi avrebbe saputo dire quale fosse, tale motivo, ma era scorrelato!

-Mamma, posso farti una domanda?- chiese all’improvviso Opal, mentre mangiava con gioia una crepe con la nutella.

Erano il suo dolce di Leo preferito.

Daryan personalmente preferiva i rainbow cookies, ma i gusti sono gusti.

-Certo tesoro, riguarda il tuo compleanno?- chiese la regina, sorridendo amorevolmente alla figlia.

-No, no, è una domanda a sé stante- Opal lanciò un’occhiata verso Daryan, che però fissava la strada per la cucina, e non la notò.

-Chiedi pure- il re la incoraggiò a parlare, pulendosi la bocca con eleganza.

-Teoricamente, un nobile… un principe, o una principessa… può sposare un cittadino normale, del popolo… teoricamente?- la domanda di Opal fu posta con nonchalance, ma l’intera tavolata si girò verso di lei, ad occhi sgranati, e facendo calare il silenzio.

Beh, tranne Daryan, continuava a guardare in direzione della cucina, ma tralasciamo.

-Perché questa domanda, tesoro?- chiese la regina, parecchio preoccupata.

-Così… curiosità. Sai, solo per sapere se un nobile… un principe o una principessa… può eventualmente, se si innamora, sposare una persona comune… tipo un cuoco, o una cuoca… magari che lavora per lui, o lei… magari benedetto da una divinità- divenne presto chiaro che non stesse facendo ipotesi e basta.

-Opal, è completamente inopportuno! Sei troppo giovane per…- finalmente Daryan si girò a guardare la sorella, che però lo stava fissando insistentemente, facendo andare su e giù le sopracciglia con aria maliziosa.

E si rese conto che anche i suoi genitori non stavano fissando Opal, ma lui.

Le sue guance si imporporarono immediatamente.

-…Sei troppo giovane per pensare già al matrimonio, sorellina- si riprese, cercando di non dar a vedere la sua agitazione al pensiero che Opal potesse essersi presa una cotta per il cuoco.

Era perché era protettivo, non perché gli venisse mal di stomaco all’idea di Leo… del cuoco, con chicchessia.

No, no, era solo protettivo nei confronti di sua sorella.

-Beh… per rispondere alla domanda di Opal… credo che un benedetto da Jahlee sia una persona rispettabile. È poco ortodosso, ma si può sempre…- la regina provò a rispondere, ma venne interrotta dall’entrata nella stanza dell’oggetto del discorso, sorridente e con una ciotola di biscotti appena sfornati.

Il cuore di Daryan iniziò a battere furiosamente, lo stomaco gli si contorse, e il principe accennò un sorrisino alla vista… dei biscotti! Sì, solo dei biscotti!

E si riprese subito, evitando lo sguardo del cuoco, che posò i biscotti proprio davanti a lui.

-I vostri preferiti, maestà- annunciò con un inchino, rivolgendosi a tutti ma in particolar modo a Daryan.

O forse era Daryan a pensarlo perché gli stava vicino.

Ugh! No! No! Daryan non aveva alcun interesse per il cuoco!

-Assaggiatore, assaggia- disse con freddezza, porgendogli un biscotto.

-Uh, grazie!- Leo mangiò allegramente. Non sembrava riuscire a smettere di sorridere.

-E comunque no. La legge impone che i nobili possono solo sposare altri nobili. È una questione di preparazione al lavoro!- Daryan rispose poi alla domanda di Opal, rigido e austero.

-Beh… ma che senso ha avere potere se non si possono piegare un po’ le regole e sposare chi si ama- la principessa provò a recuperare il discorso, guardando fisso Leonardo, che però era alle spalle di Daryan che quindi non poteva vederlo.

-Avere potere significa proprio seguire le regole e dare il buon esempio. L’amore non è contemplato- obiettò il principe, indifferente.

-Spero che vi godiate il resto della colazione. Torno in cucina- Leo, finito di mangiare il biscotto, fece un inchino, ma a Daryan non sfuggì come la sua voce si era fatta improvvisamente molto meno allegra.

Si girò un attimo a guardarlo mentre andava via, e il suo stomaco si contorse nuovamente per ben altri motivi.

Il sorriso era sparito sul suo volto.

Daryan si sentì in colpa, ma non aveva senso sentirsi così. Aveva detto solo cose giuste, dopotutto.

-Complimenti, Dary… sei pessimo- Opal lo guardò dall’alto in basso, scuotendo la testa.

-Senti chi parla- Daryan alzò gli occhi al cielo.

-Ah, Jahlee dacci la forza- borbottò la regina, prendendo un biscotto arcobaleno e risollevandosi il morale.

Il resto della colazione non ebbe altri imprevisti.

E Daryan cercò, senza alcun successo, di non pensare ancora a Leonardo il cuoco.

Daryan NON era cotto del cuoco!

ASSOLUTAMENTE NO!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Questo capitolo è un po’ tenero e tranquillo, giusto momenti romantici, pizza, piccoli foreshadowing e preparazione al prossimo capitolo, dove “finalmente” arriverà Dotty… ohhhh. I cliché insegnano che di solito le vere protagoniste del libro dove la gente finisce sono sempre insopportabili, o cattive, o inutili. Sarà così anche per Dotty? Lo scoprirete nella prossima puntata!

Spero che questo capitolo, sebbene breve, vi sia piaciuto :3

Un bacione e alla prossima :-*

 

   
 
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