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Autore: Khailea    16/12/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Ok gente, niente cazzate! Adesso ci dividiamo tutti in gruppi e ci assicuriamo la zona sia sicura!- urlò Grace prendendo il controllo della situazione, impedendo che la maggior parte degli altri uscissero con la tempesta che imperversava.
-Stai scherzando?! Dobbiamo cercare mia sorella!- sbraitò Astral guardandola, ma la ragazza non batté ciglio.
-Tua sorella è in beast-mode. Con ogni probabilità li farà fuori tutti.-
-E che mi dici di Daimonas! Dovevamo andare a cercarlo!- s’intromise Jack a un passo da uscire, ma la pazienza di Grace era veramente poca.
-Al prossimo che mi urla in faccia gli tiro uno schiaffo che se ne ricorderà per tutta la vita!-
La minaccia non sortì un grande effetto nell’amico, ma un’altra voce sì.
-Che succede?-
Daimonas era appena comparso dalla finestra, notando facilmente quanto la stanza e l’atmosfera fossero cambiate. -State bene?-
-Daimonas!-
Jack non rispose, gli si lanciò contro abbracciandolo. -Non andartene più in quel modo!-
Normalmente avrebbe trovato dolce il comportamento del ragazzo, ma non in quel momento.
-Cosa è successo?- chiese ancora rompendo l’abbraccio.
-C’erano ancora delle persone, hanno preso Yume e Sammy.- gli rispose Johanna, e l’espressione del ragazzo si scurì.
Il suo primo pensiero fu la consapevolezza che se fosse rimasto avrebbe potuto aiutarle.
-Vado a cercarle.-
-No! Basta andartene così!- urlò Jack afferrandogli la mano, ben deciso a non lasciarlo andare.
-Vuoi finirla?! Guardami! Credi che tra tutti io sia quello più indifeso?!- anche Daimonas alzò la voce, irritato dalla sua preoccupazione irragionevole.
-Sei quello di cui mi importa di più!-
-Vuoi lasciare che le portino via?!-
-Basta!-
I due smisero subito di litigare appena Annabelle alzò la voce, fissando i due rossa in viso con le lacrime che minacciavano di comparire. -Siamo tutti preoccupati, ma Grace ha ragione! Dobbiamo controllare che non ci siano altre persone!-
-Grazie.- disse la rossa alzando le mani. -In più Cirno e Lacie sono già andate avanti e quei tizi se ne sono andati con delle motoslitte. Se uscissimo moriremmo congelati o rischieremmo di perderci.-
-Io potrei riuscirci…- continuò Daimonas abbassando gli occhi.
-La vuoi piantare?- disse Jack a denti stretti.
Vedendo i due alterarsi nuovamente Milton si avvicinò prendendo Daimonas per mano.
-Abbiamo bisogno del tuo aiuto qui… ci sono tante persone ferite, e lo chalet è grande.-
Ancora l’idea non gli piaceva, anzi la detestava, ma era chiaro ormai che non lo avrebbero lasciato andare. -Bene.-
Senza guardare Jack il ragazzo si avviò verso le scale, seguito da Milton e Ailea, e di conseguenza anche da Khal.
-Fantastico.- sbuffò Jack sfregandosi le tempie.
Non una cosa stava andando per il verso giusto.
 
 
 
 
 
 
 
 
-… ehi Daimonas… hai bisogno di parlare?- chiese Ailea uscendo dall’ennesima camera del secondo piano dopo avere controllato ogni angolo, vedendo il ragazzo uscire da quella accanto.
-Di cosa? Del fatto che il mio ragazzo mi crede un debole fiorellino indifeso? Del fatto che sono qui, quando potrei aiutare Sammy e Yume?-
Non voleva essere scortese, ma anche solo dirlo ad alta voce lo irritava.
-È solo preoccupato per te.- tentò di dire Milton.
-Non mi fa stare meglio.-
-Già, posso capirti. Anche io quando Khal è iperprotettivo la prendo un po’ male.- ammise Ailea.
-Come avete fatto a risolverla?- chiese Daimonas guardando la coppia.
-Beh, io cerco di accettare sia una persona forte e indipendente, e lei cerca di accettare la mia preoccupazione.- rispose Khal sorridendogli comprensivo, quando in realtà non avrebbe mai accettato questo tratto in Ailea. Era e sarebbe per sempre stata il suo giocattolino, e a poco a poco sarebbe riuscito a controllarla completamente. Questo era quello che pensava.
-Forse dovreste parlarne con calma.- propose Ailea.
-Forse… non credevo avere una relazione fosse così complicato.-
-Ma ne vale la pena, no?-
-Certo, tengo molto a Jack e mi rende veramente felice.- il solo pensiero bastò a fargli pentire di avere alzato la voce con lui. Avrebbe voluto scendere per cercarlo e parlare, ma aveva l’impressione che la discussione fosse ancora troppo fresca, ed entrambi avevano bisogno di calmarsi e pensare.
In parte aveva ragione, nella hall, più precisamente nella botola dalla quale Astral era arrivato, Jack era decisamente ancora troppo agitato.
-Dovrei lasciarlo andare fuori nella neve con degli psicopatici armati?! E sono io il cattivo che gli impedisce di farlo!-
-Jack siamo qui per controllare non ci sia nessuno, non per fare terapia di coppia.- lo rimproverò Grace.
-Sai, stasera sei proprio simpatica.-
-Andiamo, diamoci una calmata. Il posto è sicuro, e abbiamo barricato ancora di più l’ingresso. Così da stare sicuro.- si intromise Astral prima che Grace potesse rispondere. -E comunque Jack, ti capisco. Daimonas è sicuramente molto forte, ma è difficile vedere il tuo partener sacrificarsi per gli altri. Come ha fatto mia sorella…-
-Tua sorella sta bene, e non si è sacrificata. Si è imbestialita ed è andata a salvare Yume e Sammy. E forse anche Cirno.- ribatté Grace.
-Jack ha ragione. Sei proprio simpatica stasera.-
-Hai qualche problema con questo?- rispose lei spingendo contro l’ingresso un’altra botte.
Stavolta fu il turno di Seraph di intervenire. -Dateci un taglio. Astral, Lacie sta bene. Smettila di essere apprensivo.-
-… sissignora. Chiediamo ai pesci di non nuotare già che ci siamo…-
-Jack, è meglio che per il momento lasci a Daimonas un po’ di spazio.- continuò la ragazza ignorando Astral.
-E se stesse cercando di uscire comunque?-
-È con Ailea e Milton, starà bene. Nel frattempo cerca anche tu di sbollire.-
-Sbollirò quando ce ne andremo da questo posto…-
Non gli piaceva l’idea di essere ancora separato dal suo ragazzo, soprattutto ora che era appena tornato.
Perché doveva essere tutto sempre così difficile?
Almeno avevano effettivamente controllato a dovere quella zona, e ora potevano richiudersi la botola alle spalle aspettando qualche notizia da parte degli altri.
Vladimir, Zell e Johanna, accompagnati dalla professoressa Mustang che avevano ripreso i sensi, controllavano il piano superiore.
-Non posso credere che i miei studenti si siano fatti fregare da un branco di idioti…- brontolò la donna sbattendo con forza una porta, segnando la stanza come controllata.
Vladimir la guardò alzando gli occhi al cielo. -Beh, lei è la nostra prof, ed è andata ko. Perciò…-
-Ehi, se non vi ho ancora bocciati tutti è perché vi state dando da fare. Apprezza che lo riconosco e morditi la lingua.-
-Le siamo grati che ci stia accompagnando professoressa.- disse Johanna sperando di calmarla.
-Lecchina.-
La donna passò avanti e Zell mise una mano sulla spalla dell’amica scuotendo la testa, a dirle di non farci caso.
-Che mi dice di Zero comunque? Non può contattarlo o evocarlo tramite rito satanico?- chiese Vladimir.
Poteva anche essere un pazzoide, ma era un pazzoide molto forte e con più di un asso nella manica.
-Credimi, se potessi non lo farei.- rispose la professoressa andando avanti.
Johanna nel frattempo era rimasta indietro, controllando il cellulare per vedere se ci fosse campo.
-Va tutto bene?- chiese Zell notando la sua espressione.
-Non c’è segnale…-
-Forse hanno tagliato la connessione. Non sembravano così sprovveduti.-
-Beh, se sono riusciti a chiudere te e Astral nella sauna direi di no.- rispose Vladimir.
-Non ricordarmelo…-
-Un momento, quei tizi sono ancora lì sotto?- chiese Johanna preoccupata.
-Sì ma dubito riusciranno a uscire.- la rassicurò Zell, dall’espressione della ragazza però era evidente che non ci fosse riuscito.
-… possiamo comunque andare a controllare?-
-Il piano è sicuro, quindi potete anche andarvene.- commentò la professoressa.
-Wow, grazie.- rispose Zell allontanandosi. -Andiamo, anche se qui è sicuro preferisco non separarci.-
-Va bene, grazie.- gli sorrise Johanna felice le stesse dando retta.
-Magari nel frattempo posso vedere di aggiustare il router, tanto passiamo da quelle parti.- disse Vladimir.
-Sì, sarebbe una buona idea.- annuì Johanna.
Mentre tutti controllavano non ci fossero altri intrusi l’ultimo gruppo composto da Annabelle, Ryujin, Hope, Alexander, Nadeshiko e il professor Koshi erano alla ricerca di Ayame, preoccupati dalla sua assenza.
-E se fosse uscita anche lei?- chiese Nadeshiko preoccupata, Ayame era una delle sue migliori amiche e quando era andata via era disarmata.
-Vedrai che starà bene. Lighneers era andato a cercarla.- rispose Hope fiduciosa.
-Non riporrei tanta fiducia in lui…- borbottò Alexander senza farsi sentire, con una punta di gelosia nella voce. Se ci fosse stata Hope al posto di Ayame non le avrebbe mai permesso le accadesse qualcosa.
Ormai avevano raggiunto l’ultimo piano e bastò un’occhiata per capire che fosse successo qualcosa di grave: la porta infondo alla stanza era spalancata e all’interno si intravedeva la finestra rotta.
-Ayame!-
Annabelle si lanciò verso la porta seguita dagli altri, sentendo il sangue raggelare nelle vene quando vide la loro amica distesa a terra, pallida in viso e con il vetro nel petto.
-No no no!-
-Nadeshiko aspetta!-
Ryujin afferrò la ragazza prima che potesse toccare raggiungere l’altra.
Non sapevano in che condizioni fosse ed era meglio non rischiare di farle più male del dovuto.
-Professore, controlli come sta!-
L’uomo si inginocchiò subito accanto alla ragazza, controllando prima di tutto se stesse ancora respirando.
-È debole, ma è viva.-
-Cosa possiamo fare?- chiese Hope con le mani che le tremavano.
Alexander nel frattempo stava controllando l’intera stanza, trovando delle macchie di sangue accanto alla finestra. -Lighneers non c’è.-
-A lui pensiamo dopo. Ayame sta congelando.- rispose Ryujin sfiorandole la guancia.
-Portiamola in un'altra camera, ha bisogno anche di una trasfusione. Qualcuno mi vada a prendere la valigetta nella mia stanza.- disse il professore prendendo le chiavi dalla tasca.
-Subito!-
Prendendole al volo Hope corse subito fuori, seguita da Alexander.
-Vai a prendere un po’ d’acqua. Dovrebbe essercene nella hall.-
-Io non ti lascio da sola.- affermò secco il ragazzo.
Nel frattempo il professore e Ryujin portarono Ayame nella camera affianco, sistemandola sul letto.
-Oddio oddio oddio! Starà bene vero?! Starà bene! Deve stare bene, non può non stare bene!- squittì Nadeshiko con le lacrime agli occhi.
-Calmati per favore, andrà tutto bene ma non urlare.- tentò di dire Ryujin, venendo prontamente ignorato.
-Non posso! È mia amica la voglio aiutare!-
-Benissimo! Allora sai cosa devi fare? Ho visto di sotto dei vasi, alcuni dei fiori hanno proprietà analgesiche. Vai a prendermi dei fiori blu con le spine rosse.- intervenne il professore indicandole la porta.
-Ok! Fiori blu spine rosse, fiori blu spine rosse!-
Ripetendosi la cantilena Nadeshiko corse verso la hall, lasciando Ryujin e Annabelle soli ad aiutare il professore.
-Veramente ha bisogno di quei fiori?- chiese la ragazza scettica.
-Certo, per sbarazzarmi di lei.-
Alexander e Hope tornarono poco dopo, portando con sé la valigia.
-Eccoci! Come sta?- chiese la ragazza mettendola a terra.
-Sta bene, ma starà meglio dopo una trasfusione. Tu ragazzo, stai qui, siete compatibili.- rispose il professore indicando Alexander.
-Come lo sa?-
-Sono il vostro infermiere, ho una cartella con tutti i dettagli sulla vostra salute. Ora voi altri fuori.-
-Come? Perché non possiamo restare?- protestò Annabelle.
-Perché non è un gioco, non siete a scuola e la vostra amica ha bisogno di un ambiente tranquillo. Spero che come spiegazioni possano bastarvi.-
Nessuno riuscì a replicare, volevano rimanere con Ayame ma soprattutto volevano che stesse meglio.
Alla fine fecero come aveva detto il professore, lasciando che solo Alexander restasse, cosa che non gli andò per niente a genio.
Non gli importava nulla di Ayame, anzi sarebbe stata sicuramente una seccatura in meno, ma non poteva dirlo di fronte ad Hope o avrebbe pensato fosse un mostro. Cosa vera in effetti, ma se era lei a pensarlo era tutto diverso.
-Ok, faremo in fretta.- disse il professore rassicurandolo, le sue parole però non servirono tanto al ragazzo, quanto a qualcuno nascosto fuori dalla finestra.
Lighneers era appena tornato, ma nelle condizioni in cui era non poteva farsi vedere dagli altri, ma non voleva lasciare Ayame da sola.
Era colpa sua se stava così, il minimo che poteva fare era stargli vicino.
-Vedi di rimetterti, pazzoide.-
 



 
 
 



 
 
Il rumore delle motoslitte spezzava il silenzio, la neve si sollevava al loro passaggio e l’oscurità veniva a malapena lambita dai fari del veicolo.
Non si riusciva a vedere la strada, ma gli uomini procedevano spediti, uno di loro teneva con un braccio la povera Sammy, svenuta dall’inizio del viaggio.
Con il buio non avevano modo di orientarsi e la tempesta non accennava a placarsi, riuscirono però a intravedere una foresta poco distante da loro, e subito puntarono in quella direzione.
Era sempre meglio fermarsi in un punto ben definito piuttosto che continuare a guidare per tutta la notte.
-Ci stanno seguendo?- urlò uno degli uomini voltandosi.
-Non credo!-
Non avrebbero potuto dirlo in ogni caso, ma si sbagliavano.
Lacie li braccava senza sosta, i muscoli contratti dalla fatica, gli occhi sbarrati sulla sua preda che continuava a muoversi, e la pelle graffiata dal gelo, questo però era l’ultimo dei suoi problemi.
Solo un pensiero era rimasto, salvare Sammy, tutto il resto non importava.
Incredibilmente riusciva a mantenere perfettamente il passo con le motoslitte, non percepiva in alcun modo la stanchezza, solo l’adrenalina della caccia, ma probabilmente domani avrebbe fatto molta fatica anche solo per muoversi.
Anche senza l’aiuto dei fari riuscì a vedere gli uomini dirigersi verso il bosco, e subito li seguì.
Arrivata alle prime file di alberi si arrampicò verso la cima, saltando da un rampo all’altro acquistando sempre più velocità.
Era decisamente più facile muoversi così che continuare nella neve.
Uno del gruppo aveva spento la motoslitta.
-Fermiamoci da queste parti. Appena sorgerà il sole chiameremo…-
Lacie non aveva aspettato altro, gli saltò addosso azzannandolo alla gola, spegnendo sul nascere il suo grido di dolore.
Conficcando gli artigli nel torace lo aprì con estrema facilità, creando una grande macchia pervinca nella neve.
Gli altri due uomini terrorizzati riaccesero le motoslitte, cercando di scappare, ma la ragazza riuscì ad aggrapparsi a uno di loro afferrandogli la testa e spingendo le dita negli occhi.
Entrambi caddero a terra ma Lacie si rialzò rapidamente strappando anche a lui la giugulare come un animale feroce.
Il viso e i vestiti erano ormai imbrattati di sangue e il petto si alzava ritmicamente scosso da quella furia.
Proruppendo in un ruggito abbandonò il cadavere guardandosi attorno, cercando l’ultima delle sue prede.
Sammy non era lì, ce l’avevano ancora loro.
Non sapeva nemmeno dove fosse diretto ma non intendeva stare con le mani in mano. Arrampicandosi nuovamente su uno degli alberi si mise alla ricerca dell’uomo, facendo attenzione a ogni rumore nel bosco.
Era impossibile fosse già uscito, erano passati una manciata di secondi, e infatti eccolo là, con le luci spente come se potesse servire a qualcosa.
Ringhiando Lacie si mise in marcia, muovendosi ancora più velocemente di prima per raggiungere l’amica.
-Merda merda merda! Che cazzo è quella cosa?!-
L’uomo era terrorizzato, non faceva altro che guardarsi attorno temendo che quel mostro fosse ancora nei paraggi, senza la luce dei fanali però non riusciva a vedere nulla e ogni ramo spezzato lo faceva sobbalzare.
Teneva la bambina dietro di sé in precario equilibrio, sarebbe potuta cadere e non gli sarebbe importato nulla.
Aveva valutato la possibilità di abbandonarla, ma sperava di usarla come esca in caso quella cosa l’avesse trovato.
Ripose però fin troppa fiducia nella propria guida alla cieca, e non riuscì a evitare quell’ultimo albero che si trovò davanti.
L’impatto fu immediato e venne sbalzato via dalla motoslitta, mentre la bambina era caduta qualche metro più in là. Era ancora priva di sensi, e la tempesta di neve le aveva già ricoperto la schiena.
-Cristo… devo andarmene…-
Provò ad alzarsi ma una fitta al ginocchio glielo impedì. Non aveva bisogno di vedere per sapere si era rotto la gamba, e non ne ebbe bisogno nemmeno per scorgere la figura di Lacie avvicinarsi.
-No no no no!-
Atterrito provò a strisciare via, sentendo gli artigli della ragazza piantarsi nella caviglia e trascinarlo a sé.
Urlando terrorizzato provò a lanciarle contro la neve come se potesse servire a qualcosa. L’unico risultato che ottenne fu un morso all’indice che gli staccò il dito di netto.
Lacie ringhiò furiosa. Era uno degli uomini che avevano fatto del male ai suoi amici, non sarebbe mai uscito vivo da quel bosco…
Sammy si svegliò poco tempo dopo, con le orecchie che fischiavano e la testa che girava, per non parlare del freddo che sentiva.
Non riuscendo a vedere nulla davanti a sé per un momento temette di essere diventata cieca, poi alzando lo sguardo si rese conto di essere semplicemente nel bosco e i suoi occhi lentamente si abituarono.
Provò ad alzarsi senza riuscirci, era ancora troppo debole e non ricordava bene cosa fosse successo, poi una voce alle sue spalle la chiamò.
-Sammy nya!-
Conosceva solo una persona che diceva nya, e quando la prese in braccio strinse Lacie con forza, ignorando quella strana sensazione di bagnato sulla sua pelle.
-Torniamo dagli altri nya. Va tutto bene adesso.-
 
 
 
 
 
 
 
 
-Non credere di potermi sfuggire, bello!-
L’uomo che aveva rapido Yume andava a tutta velocità sulla sua motoslitta, eppure Cirno gli era praticamente a un metro di distanza.
Aveva creato con la sostanza nel suo zaino una pista di ghiaccio, e usandola sulle suole delle scarpe scivolava a tutta birra pronta a salvare la sua amica.
Yume era ancora priva di sensi e del sangue le scorreva lungo la tempia.
L’unica difficoltà veniva dalla guida di quel tizio, che ogni volta era troppo vicina procedeva a zig-zag.
Avevano ormai sceso un lungo tratto della montagna, e lo chalet non era altro che un piccolo puntino luminoso in mezzo a quel nulla.
-Arrenditi! Non puoi niente contro la grandiosa Cirno!-
-Crepa!-
Nessuno dei due aveva intenzione di lasciare andare. L’uomo cercò di spingere ancora di più sul gas ma ormai era arrivato al limite, e con la strada coperta dalla neve non aveva la minima idea di dove stesse andando.
Cirno lo seguiva alla cieca senza alcun timore, venendo comunque colta alla sprovvista quando il veicolo sbandò pericolosamente di lato senza alcun controllo, procedendo per parecchi metri.
Guardandosi attorno la ragazza si rese facilmente conto del perché: erano finiti sul lago ghiacciato.
-Oh oh…-
Di per sé non era un problema, però non era sicura quanto il ghiaccio avrebbe potuto reggere, soprattutto se quell’affare continuava a strisciare in quel modo.
Le sue preoccupazioni in un certo senso vennero accolte, e la motoslitta impennò bruscamente di lato ribaltandosi.
-Yume!-
Cirno scattò sul ghiaccio cercando di raggiungere l’amica, fermandosi quando l’uomo si rialzò per primo, puntandole contro una pistola.
-Woo… calma bello.-
-Chiudi. Quella. Bocca.- sibilò lui togliendo la sicura.
-Guarda. Tu non piaci a me e io non piaccio a te, ma non è il caso di fare una scenata.-
Un proiettile le arrivò vicino al piede, creando una crepa sotto di lei.
-Quale parte dello stai zitta non capisci?!-
-Stai zitta?-
Un secondo colpo tentò di raggiungerla, il vento però lo fece a malapena avvicinare al braccio.
Alle loro spalle si sentì uno scricchiolio.
Yume era molto più distante rispetto a loro, mentre i due erano a meno di un metro dalla slitta.
-La prossima volta non mancherò il bersaglio.-
-Non era il tuo obbiettivo le prime due volte?-
Era più forte di lei, però teneva le mani alzate e questo indicava non stava prendendo troppo sottogamba la situazione, soprattutto quando vide altre crepe sotto la motoslitta.
-Ascolta, la cosa può finire molto male. Metti via quell’affare e arrenditi.-
-Non credo proprio.-
Un rumore secco riempì la valle nell’istante in cui il ghiaccio si ruppe sotto i loro piedi.
La motoslitta fu la prima cosa che affondò aprendo sotto di sé una voragine. Le crepe che si erano espanse diedero il colpo di grazia al blocco di ghiaccio sopra cui l’uomo si trovava, facendo cadere anche lui nell’acqua gelida sotto di loro.
Cirno allungò la mano per salvarlo riuscendo a mantenersi in equilibrio sul blocco su cui si trovava, ma ormai l’altro era andato.
Tutto ciò che rimaneva era Yume.
-Yume!-
Le crepe aumentavano a vista d’occhio e il ghiaccio si separava a vista d’occhio.
-Arrivo Yume!-
Sapeva che non poteva sentirla, ma sperava che in qualche modo aprisse gli occhi e scappasse. Con un ultimo salto riuscì ad arrivare accanto a lei, trovandola ancora priva di sensi.
-Ok, andrà tutto bene. Coraggio Cirno, tu sei forte.-
Non voleva mostrarsi agitata, soprattutto a sé stessa, ma la situazione era veramente critica.
Yume era decisamente più grande di lei fisicamente e prenderla in braccio in quelle condizioni non era una cosa facile.
-Cavolo, una ventina di centimetri non mi farebbero male in questo momento.-
Riuscendo a sollevarla fece qualche passo in avanti, molto lentamente, sentendo il ghiaccio sgretolarsi sotto i suoi piedi.
Non erano così lontane dalle riva, ma la strada era decisamente troppo frammentata per andare sul sicuro, e la sua miscela chimica non poteva fare miracoli.
-Ok… o la va, o la va.-
Stringendo i denti prese la rincorsa mettendosi a correre, trattenendo il fiato dalla fatica e sentendo i muscoli che le bruciavano. Al primo salto quando riuscì ad atterrare rischiò di scivolare in acqua, ma in qualche modo riuscì a riprendersi e a continuare.
-Ci siamo quai!-
Un salto dopo l’altro finalmente arrivarono all’ultimo, cadendo sulla morbida neve accanto al bordo.
-Pfiuuu! Che serata!- esclamò Cirno con il fiatone, rialzandosi immediatamente prendendo il viso di Yume tra le mani. Era gelida.
-Yume, coraggio sveglia!-
Anche nel buio riuscì a notare una reazione, le sopracciglia dell’amica che si muovevano, poi finalmente aprì gli occhi. -Cirno…?-
-Ehilà! Come stai bellezza?-
-Sono stata meglio… dove siamo?- chiese l’altra mettendosi a sedere.
-Beh sai, pensavo una romantica passeggiata sul lago potesse farti sentire meglio.-
Non era gran che come spiegazione, ma per il momento andava bene così. Sorridendole Yume si limitò ad annuire. -Penso di sì, che ne dici se torniamo dentro però?-
-Subito, milady!-
   
 
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