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Autore: Khailea    09/12/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dov’era la sua motosega?
L’aveva lasciata in camera? O era giù dagli altri.
Non se lo ricordava, la rabbia le annebbiava il cervello, ma non importava.
Avrebbe combattuto perfino a mani nude se avesse significato vendicare Lighneers.
Parte di lei voleva stare giù con lui, accudirlo e amarlo, ma l’altra, quella che l’aveva spinta a correre su per le scale, voleva solo sangue.
-Dove sei bastardo… ti troverò.-
La voce di Ayame era gelida, e non rendeva assolutamente l’idea della sua furia.
Procedeva a passo spedito, lanciando un’occhiata in ogni stanza, cercando un indizio che la portasse dall’uomo aveva sparato all’entrata.
Sapeva era scappato, l’aveva visto andare via, ed era certa fosse ancora nello chalet assieme a tutti gli altri.
-Ti troverò, non puoi scappare.-
Era ormai arrivata al penultimo piano, e nella fretta non si era nemmeno accorta di Lighneers che la stava seguendo.
Per una volta era lui a rincorrere lei, e non se ne rendeva conto.
-Ayame! Cristo stai ferma!-
Era almeno due piani più in basso rispetto a lei, e cercava di urlarle dalle scale, ma la sua voce era attenuata dal brusio nella hall, dove avevano radunato tutti gli ospiti.
-Che vacanza del cazzo.-
Poteva anche sopportare un viaggio di qualche ora, poteva mandare giù il dover condividere la stanza con una marea di gente, sopportava meno il partecipare a uno stupido gioco del professor Zero, e sicuramente non gli andava a genio ricevere una pallottola nel fianco.
La situazione era peggiorata gradualmente, e bastava a fargli saltare i nervi, se ci si metteva pure Ayame che andava dove le pareva allora era pronto a bruciare il posto intero e a tornare a casa.
-Ayame!-
Nessuna risposta, e ormai lei era arrivata all’ultimo piano.
In nessuna stanza era riuscita a trovare l’uomo ma intuiva ormai dove potesse essersi cacciato.
Nella suite, l’unica porta che tra tutte era stata chiusa.
Le cose erano due: o il tizio era un idiota e credeva non avrebbero notato quel dettaglio o era una trappola, e voleva attirarla per colpirla.
-Eccomi stronzo.- sorrise la ragazza aumentando il passo, e colpendo la porta con un calcio la spalancò, abbassandosi per rotolare all’interno.
Come sospettava l’uomo era proprio dietro l’angolo, con il fucile in mano, e provò a colpirla alla schiena con il manico dell’arma dopo essersi ripreso dalla sorpresa.
La suite era una gigantesca stanza completa di tutto, idromassaggio, letto matrimoniale, mini bar e una gigantesca finestra che dava sull’esterno, al momento però era stato tutto distrutto e Ayame approfittò proprio di quel caos per raccogliere da terra l’oggetto più vicino e colpirlo alla testa.
Era solo una bottiglietta di vetro di coca-cola, però non importava. Dopo il primo attacco Ayame si lanciò alla vita dell’uomo, afferrandolo e spingendolo contro la parete.
L’arma gli cadde di mano e l’uomo tentò di sollevarla per staccarsela di dosso, Ayame però non voleva saperne e prese a morderlo con forza, facendolo sanguinare al fianco da sotto i vestiti.
Si allontanò solo quando venne colpita alla testa da un quadro, sentendo un rivolo di sangue colarle dalla cima.
L’arma era a pochi metri di distanza da loro, e non appena se ne resero conto entrambi si lanciarono verso il fucile, solo lui però voleva veramente prenderlo, a lei bastava allontanarlo e afferrando un vetro del quadro rotto provò a pugnalarlo alla gola, riuscendo solo a trafiggergli la mano quando l’altro si difese.
Se avesse portato con sé la propria motosega sarebbe finita molto prima.
-Ahahah! Ti ammazzo! Ti ammazzo!-
-Ayame!-
Stavolta la voce di Lighneers le arrivò forte e chiaro.
Il ragazzo era a metà del corridoio e nella penombra riusciva a vedere solo le figure della ragazza e dell’uomo che combattevano a terra.
Non aveva idea di chi stesse vincendo, o di come stesse lei.
-Lighneers!-
Un sorriso radioso comparve sulle labbra della ragazza, sostituito improvvisamente da una smorfia di dolore.
L’uomo aveva approfittato della sua breve distrazione per togliersi il vetro conficcato nella mano e colpirla prima che potesse reagire, togliendosi il corpo di dosso avvertendo la presa indebolirsi.
Lighneers non aveva potuto fare altro che assistere, e per un istante tutto si bloccò.
-Ayame!-
Sentì il rumore della finestra andare in frantumi, ed entrando nella suite vide solo Ayame sdraiata a terra, con entrambe le mani a tamponare la ferita.
-Merda merda merda!-
Inginocchiandosi la prese tra le braccia, guardando il pallore del suo viso e il sangue che le macchiava il maglione.
-L-lighneers…-
-Zitta. È tutto ok, ora lo tolgo.-
Era veramente il caso di farlo? E se le avesse solo aperto di più la ferita?
Non aveva nulla con cui fermare l’emorragia, ma non aveva tempo da perdere e tentò comunque.
Il gemito di dolore di Ayame durò un istante, e il sangue aumentò. Togliendosi la felpa il ragazzo provò a tamponarla, sforzandosi di farle tenere gli occhi aperti.
-Se ti addormenti ti tiro una testata. Vedi di stare sveglia.-
Rude come sempre ormai, e vista la situazione pure lui si morse la lingua pentito.
-Ayame. Dì qualcosa.-
Bastava anche solo una frase, pure quelle pazzoidi di lei per fargli capire non stesse così male, e invece c’era solo il silenzio, e l’unica prova fosse ancora viva era il debole battito del suo polso.
-Cristo…-
Uno sparo mandò in frantumi quel poco che rimaneva della finestra, e un colpo di proiettile gli sfiorò la spalla, aprendo una ferita superficiale, ma bastò ad accendere qualcosa nel ragazzo.
Un ringhio gutturale, quasi mostruoso, gli salì dalla gola, i capelli da verdi si scurirono, assumendo un tono color pece, e il rosso negli occhi si accese di una furia inumana.
Per quel breve lasso di tempo dimenticò Ayame, lasciando il corpo della ragazza a terra, e alzandosi si diresse verso la finestra.
L’uomo che aveva sparato era pochi metri più in basso, impegnato a prendere la mira per un secondo colpo.
Stavolta il proiettile penetrò nella spalla di Lighneers, che non si mosse, scoprendo le zanne e piegando le ginocchia per prepararsi a saltare.
Una scia di sangue lo seguì durante la caduta, lasciando un chiaro segno nella candida neve, e le urla dell’uomo che seguirono interruppero il silenzio della notte.
Al piano di sotto Daimonas aveva avvertito questo improvviso e forte odore di sangue, e allarmandosi guardò Jack.
-Sta succedendo qualcosa. Sento del sangue.-
-Sei sicuro? Forse sono solo Ailea e Ayame che hanno trovato i tizi rimasti.-
-No, ho un presentimento… vado a controllare fuori. Voi andate di sopra.-
-Cosa? Aspetta Daimonas!-
Ormai il ragazzo era già uscito da una delle finestre rimaste scoperte, percependo appena fuori un chiaro odore di sangue.
Immediatamente prese a correre tra la neve ignorando i fiocchi che cadevano insistentemente, cercando tra la neve qualche impronta che potesse condurlo dai suoi amici.
Il vento stava già cambiando, rendendogli difficile orientarsi, l’occhio poi gli cadde su delle macchie cremisi tra la neve, già in parte coperte ma che si allontanavano dallo chalet.
Preoccupato affrettò il passo temendo il peggio. Nessuna delle sue preoccupazioni però l’aveva preparato a ciò che vide nell’oscurità.
C’erano due figure, una sdraiata a terra, con il collo martoriato e lo sguardo vitreo, l’altra quella di un ragazzo che, in ginocchio accanto alla prima, ne strappava i lembi con le fauci sporche di sangue.
I vestiti e i capelli neri erano sporchi dello stesso colore, ma furono gli occhi a tradirlo.
Era Lighneers.
Nell’istante in cui anche l’altro si rese conto della sua presenza abbandonò il cadavere, svanendo nell’oscurità in un istante, come se non fosse mai stato lì.
All’interno dello chalet il resto del gruppo stava sull’attenti, preoccupati dall’improvvisa uscita di Daimonas.
Jack in particolare non faceva altro che muovere i piedi agitato. -Dovrei andare a cercarlo.-
-Jack, abbiamo bisogno di quanta più gente possibile qui.- lo fermò Hope.
-E per cosa? A me sembra stiano tutti bene.- protestò il ragazzo guardandosi attorno, e più lo faceva più sentiva di avere ragione, ma la ragazza non demorse.
-Non possiamo sapere se ci attaccheranno ancora.-
-Di questo non penso dobbiamo preoccuparci.-
La voce di Ailea arrivò da sopra le scale, e con un sorriso la ragazza scese in compagnia di Khal, altrettanto allegro.
Astral e Seraph vedendoli alzarono gli occhi al cielo, immaginando il perché delle loro espressioni.
-Dovrei tirarle una testata?- borbottò la bionda sbuffando.
-Nah. Magari ruzzolano per le scale da soli.-
Il commento fece sorridere la ragazza, anche se da sotto la maschera.
-Avete controllato le stanze?- chiese Grace guardandoli.
-Circa, almeno il prossimo piano però è sicuramente vuoto.- spiegò Ailea.
-Non è molto rassicurante.- obbiettò la rossa.
-È già qualcosa però.- tentò di sorridere Johanna, seduta sulla poltrona con Sammy in braccio.
-Avete visto Daimonas, Ayame o Lighneers?- chiese la bambina timidamente.
-Perché? Cos’è successo?- chiese la ragazza corrugando la fronte.
-È successo che Daimonas ha probabilmente bisogno di noi. E stiamo perdendo tempo!- protestò Jack alzandosi di scatto, con Zell che lo spinse a sedere.
-Ayame è uscita di testa, Lighneers l’ha seguita e Daimonas è andato dietro a ruota.- spiegò approssimativamente il biondo.
-Dove? Fuori?- continuò Ailea.
-Sì, sono passati una decina di minuti…- ammise Milton, anche lei preoccupata. -Daimonas ha detto di avere sentito l’odore del sangue.-
Effettivamente non era un buon segno, e Ailea sarebbe stata pronta a uscire se Khal non l’avesse fermata.
-Lighneers era già ferito, probabilmente il sangue che ha sentito era il suo, e in ogni caso, Daimonas è uno dei più forti tra di noi.- si inventò qualcosa per tenere tutti buoni, e apparentemente per la maggior parte funzionò.
Alexander annuì brevemente al suo commento, ma Jack non era per nulla soddisfatto.
-Se non vuoi aiutarlo allora ci penso io.-
Ryujin si mise in mezzo per cercare di calmarlo. -Facciamo così, se tra cinque minuti non torna qualcuno di noi andrà a cercarlo.-
-Io posso fiutarlo nya! Anche se c’è tanta neve nya.- disse subito Lacie sorridendo.
-Anche io potrei, però preferirei stare al calduccio…- disse Nadeshiko sussurrando l’ultima porta.
-Direi che con questo siamo d’accordo. Aspettiamo e vediamo come va.- concluse Vladimir battendo le mani, anche se Jack non era contento del risultato.
Andò a sedersi accanto alla finestra, continuando a cercare nell’oscurità il profilo di Daimonas.
L’unica persona il cui umore era perfettamente normale era Cirno, che dopo avere flirtato un po’ con Alex e Andrea era andata in giro per la stanza a pavoneggiarsi su come li avesse salvati tutti.
-Cirno tesoro, che ne dici di riposarti un po?- le propose Yume sul divano offrendo le proprie gambe come cuscino, volendo semplicemente stesse in silenzio per qualche minuto.
-Allettante, ma devo rifiutare. Gli eroi non dormono mai!-
-Nemmeno superman?- scherzò Annabelle per alleggerire la situazione.
-No!-
-Batman?- chiese Yume.
-Nemmeno!-
-Spiderman?- disse stavolta Annabelle.
-Gli eroi non dormono!-
Entrambe le ragazze ridacchiarono, lasciandola proseguire nella sua corsa.
Sammy intanto aveva cominciato ad agitarsi sulla poltrona, alzandosi guardando Johanna.
-Ho sete, posso andare a prendere dell’acqua?-
-Vuoi che vada io?- chiese la ragazza sorridendole, ma la piccola scosse la testa.
-No, voglio sgranchirmi un po’ le gambe.-
-Va bene allora, vai pure.-
Saltando giù dal divanetto la bambina corse verso il bancone, salutando Astral e Seraph che andarono a cercare un posto più comodo dove mettersi. Non trovando niente sopra gli scaffali fece per andare sul retro del mobile per controllare se ci fosse rimasta dell’acqua, ma una mano le afferrò il polso trascinandola a sé.
-Aaaah!-
L’urlo di Sammy fece voltare tutti i presenti, e dal suo nascondiglio uno degli uomini che li aveva aggrediti si alzò, tenendo la piccola contro di sé e puntandole un coltello dritto alla gola.
-Non muovetevi, o muore.-
Astral allungò una mano verso le proprie pistole, venendo fermato da un rapido gesto di Seraph: per quanto fosse veloce era troppo pericoloso.
-Lasciala andare!- urlò Johanna avvicinandosi, bloccandosi quando l’uomo schiacciò la lama contro la pelle di Sammy, facendola sanguinare.
-Ho detto non muovetevi.-
Erano tutti troppo distanti per potere intervenire.
-Ti rendi conto che se le fai del male sei morto?- lo minacciò Ailea.
L’altro rispose con un sorriso. -Sì, ma anche lei lo sarà, e voi questo non lo volete.-
Purtroppo aveva ragione, era chiaro dalla reazione di tutti che non avrebbero fatto niente per metterla in pericolo.
Degli spari resero la situazione ancora più complicata, altri tre uomini erano scesi dalle scale cogliendoli alla sprovvista, e con delle pistole in mano sparavano alla cieca per fare sparpagliare i presenti.
Uno dei colpi ruppe la catena del lampadario che pendeva proprio su Hope, e la ragazza se ne rese conto solo quando avvertì le braccia di Alexander avvolgerla, che la fece cadere sul fianco per proteggerla con il suo stesso corpo; una scheggia gli perforò la coscia.
-Alexander!-
Altri proiettili ruppero le finestre facendo entrare una folata di gelo, e i pochi che non si erano sdraiati a terra cercarono riparo dietro ai mobili.
-Ora posso sparare?!- sbraitò Astral a Seraph.
-Fallo!-
Sporgendosi di lato il ragazzo riuscì a sparare tre colpi: il primo disarmò uno degli uomini, il secondo ne colpì un altro alla spalla, il terzo graffiò la guancia di quello che stringeva Sammy.
Ringhiando furibondo l’uomo parlò ai sottoposti. -Via! Via! Via!-
Continuando a sparare ignorando le ferite i tre si fecero largo nella stanza, correndo verso le finestre rotte.
Sammy era ancora tenuta in ostaggio.
-A-aiuto!-
-Lasciatela andare!-
Yume era la più vicina, si era nascosta dietro al camino e non appena aveva visto che l’uomo stringeva la bambina si avvicinava alla finestra accanto era subito uscita allo scoperto, non importava se fosse pericoloso, voleva salvarla.
Non aveva la spada con sé, ma era abbastanza agile da potere combattere senza.
-Sammy nya!-
Anche Lacie aveva rinunciato alla sicurezza per correre a salvare l’amica, l’uomo si ritrovò così entrambe le ragazze ai lati, pronte per colpirlo, Yume puntando a Sammy e Lacie con un calcio dritto alla testa, fu proprio questo però che gli diede la possibilità di scappare.
Alzando il braccio all’ultimo secondo afferrò la caviglia di Lacie già a mezz’aria, e con tutta la forza che aveva la lanciò contro Yume, facendole cadere entrambe.
Yume sbatté la testa contro lo spigolo del camino, perdendo i sensi.
-Prendete una delle due!- urlò l’uomo saltando fuori dalla finestra.
-Non ci pensate nemmeno!-
All’idea che potessero tentare di rapire la sua sorellina Astral si gettò contro di loro con le pistole in mano, ma non fu Lacie il loro bersaglio, approfittarono infatti dell’incoscienza di Yume, trascinandola fuori nella tempesta.
-No nya!-
Erano scappati, l’avevano umiliata e ora avevano portato via due sue amiche. Avevano oltrepassato il limite.
-Lacia, calmati, andrà tutto bene.- disse Astral stringendola vedendo gli occhi della ragazza diventare rossi.
Un ringhiò mostruoso e gutturale uscì dalle sue labbra, mentre i denti si ingrossarono trasformandosi in zanne fatte per uccidere, le unghie crebbero trasformandosi in artigli e alle mani crebbe un folto pelo rosso.
La sua forza divenne tale che non ci fu modo per il ragazzo di trattenerla, e Lacie si precipitò fuori poco prima che il gruppo sentisse il rumore di alcune motoslitte che venivano accese.
-Stanno scappando!- urlò Grace correndo ad aprire l’uscita.
-Ci pensa la grande Cirno!-
Non si degnò nemmeno di sentire le rispose degli altri, era una faccenda troppo importante per stare con le mani in mano, e Cirno non era decisamente quel genere di persona in grado di farlo.
Una bufera di neve aveva cominciato a imperversare all’esterno, ma riuscì comunque a riconoscere le luci delle motoslitte, e assieme a quel fracasso anche i ringhi mostruosi di Lacie.
Tre motoslitte andarono verso sinistra, e una procedette da sola verso destra, Lacie rincorse le prime.
-Ok ok… va bene! Vediamo chi salva prima chi!-
 
   
 
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