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Autore: jarmione    16/12/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Salve! Questo è un capitolo di transito, ma che è necessario per “capire” i prossimi.

Buona lettura.

Questo capitolo lo dedico a Evelyn80 la quale non solo mi SOPPORTA, ma...ama la coppietta che c’è descritta.

 

 

HOLE GULCH

PRIMA DELLA MALEDIZIONE

 

Evelyn attendeva poco distante dal confine della città.

Era il tramonto e gli abitanti si affrettavano a tornare nelle loro dimore, prima che fosse buio, per potersi dedicare alle attività serali.

Solo il saloon stava aprendo per gli uomini che facevano le ore piccole e per le signorine che li avrebbero intrattenuti.

Lei, invece, aveva poco tempo e a breve sarebbe dovuta tornare al penitenziario dai fratelli in quanto il suo permesso di uscire sarebbe scaduto.

Questa era la vera fortuna che aveva, non essere davvero una detenuta e quindi aveva il permesso di uscire liberamente.

Questo aveva agevolato i contatti fra mamma Dalton e i fratelli, che purtroppo restavano dentro e non potevano uscire salvo evasioni.

Ovviamente, essendo lei donna, aveva l’obbligo di un tutore maschio e gli unici erano i fratelli, perciò stare al penitenziario era purtroppo un obbligo.

Ma quel giorno...quel particolare giorno, uscire era un obbligo assoluto e solo la signorina Betty e sua madre sapevano il perché.

Per quanto assurdo e strano fosse, mamma Dalton non aveva detto nulla di cattivo, anzi!

Approvava, aveva esultato...ed era felice per lei.

E tutto nonostante ci fosse di mezzo Lucky Luke, colui che aveva arrestato i suoi fratelli.

Anche se non le era andato giù quell’arresto, la madre aveva sempre detto una cosa.

Lucky Luke ha fatto il suo dovere, sono i tuoi fratelli che sono stupidi e si sono fatti catturare, quindi che si sbrighino ad evadere”

In poche parole, ad ognuno il suo lavoro.

Evelyn osservava l’orizzonte e continuava a sperare in una figura nera e solitaria che arrivava.

Ma non accadde nulla, nessuno stava arrivando e ormai era tardi per lei.

La signorina Betty, essendo comunque libera di uscire e gestire le sue faccende, quel giorno si era offerta di accompagnarla e, quindi, aveva il passaggio per tornare indietro.

Salì sul carretto con aria sconsolata.

“Non essere triste” disse la signorina Betty, sorridendo “Avrà avuto un imprevisto, può capitare nel suo caso”

“Sì, può darsi” mormorò sconsolata, mentre la signorina Betty faceva muovere i cavalli e si accingeva ad andare al penitenziario.

Evelyn non badò al percorso che stavano facendo e nemmeno osò voltarsi indietro.

Aveva paura che facendolo sarebbe rimasta delusa nel vedere il vuoto.

Aveva anche un altro cruccio...dirlo ai fratelli.

Ma come? Come poteva dirgli che si era impegnata da tempo e ci era pure rimasta prima del matrimonio e...con colui che li aveva arrestati?

Joe, come minimo, l’avrebbe strangolata e ridotta in poltiglia tanto da far sembrare le sberle rivolte ad Averell un gioco dell’asilo.

Più volte aveva pensato a come parlare con loro, ma ogni sua fantasia si concludeva con un ceffone da parte di Joe.

Alla fine, aveva optato per tenere tutto nascosto finché possibile, se non anche chiedere al direttore di farla tornare a casa.

E tutto entro breve.

Però si doveva chiedere il permesso dei tutori e dar loro la motivazione e sarebbe stata punto e a capo.

“Signorina Betty…”

“Si, Evelyn?”

“Che cosa ho fatto?” era una domanda retorica, ma la signorina Betty aveva già capito.

Evelyn, nonostante fosse un po’ gelosa della donna, si era dovuta ricredere ed aveva trovato in lei un’alleata che mai avrebbe pensato di avere.

“Hai fatto una cosa normalissima e che chiunque altra avrebbe fatto” rispose “E non temere, ai tuoi fratelli ci penso io se osano dire o fare qualcosa” aggiunse risoluta.

Evelyn si immaginò la signorina Betty che inseguiva i suoi fratelli per tutto il penitenziario con la scopa in mano e lanciando loro maledizioni e oggetti di ogni genere.

Sì, era decisamente una visione che stuzzicava la risata.

“Grazie, signorina Betty”

La donna sorrise, poi avvicinò le labbra all’orecchio di Evelyn “Ti consiglio di guardare avanti” le sussurrò ed Evelyn obbedì.

Poco distante dal penitenziario, ormai ben in vista, c’era una sagoma scura che le stava aspettando.

Evelyn sentì una morsa allo stomaco ed un groppo alla gola con occhi lucidi in contemporanea.

“L-Luke”

La signorina Betty fece fermare il carretto “Ti conosco” disse “I cavalli sono più lenti”

Questo le bastò, Evelyn sorrise e scese dal carretto, iniziando a correre verso Luke, la signorina Betty riprese con calma poco dopo.

Evelyn fece più in fretta che poté e appena fu vicino a lui, gli si fiondò fra le braccia.

Lo strinse forte, venendo ricambiata.

“Perdona il ritardo” mormorò il cowboy, ma Evelyn si era già scordata ogni cosa.

“Mi hai fatta preoccupare” disse lei, rivolgendogli un piccolo sorriso.

“Ora sono qui” la tranquillizzò lui.

Dopo essersi assicurata che Luke non stava per scappare nell’immediato, si staccò da lui e dedicò un saluto anche al suo carissimo Jolly Jumper “Ehi, amico” lo salutò con un dolce bacio sul muso “Mi sei mancato, vecchio mio”

Jolly nitrì in segno di approvazione.

-Il mio fascino è tale da far innamorare qualunque tipo di donna- pensò il cavallo, lasciando poi Evelyn nelle mani del suo padrone.

“Come stai?” domandò lui

Evelyn ebbe qualche difficoltà a dargli una vera risposta.

Cosa poteva dirgli? Come poteva dirglielo?

Questo non sfuggì a Luke, che si preoccupò “Evelyn…” la obbligò a guardarlo negli occhi “C’entra qualcosa Joe o gli altri tuoi fratelli”

“N-no, non c’entrano”

“Mmh” Luke non era convinto “Altre evasioni fallite e nuovi anni di carcere?”

“Magari” si lasciò sfuggire e, accorgendosene, si tappò subito la bocca.

“Evelyn, sei strana” disse Luke “Salve signorina Betty” salutò poi, visto che nel frattempo era arrivata la signorina Betty.

“Oh, salve signor Luke” cinguettò con un gran sorriso “Io inizio ad entrare, non metterci troppo” si rivolse ad Evelyn e questa obbedì.

“Siamo a rischio qui fuori” disse Evelyn a Luke, se i miei fratelli ci vedessero…”

“Non mi importa” tagliò corto il cowboy “E so che non è per loro che sei preoccupata, che succede?”

Evelyn fece un respiro profondo e richiamò a sé tutte le forze possibili.

Non poteva più girarci intorno.

“A-aspetto un bambino” confessò e chiuse gli occhi, aspettandosi di tutto.

Luke era sempre stato un tipo solitario ed era famoso per la strage di cuori che faceva al suo passaggio.

Non era un tipo da impegni e ancora si chiedeva come avesse fatto ad innamorarsi di lei e mantenere duraturo quel rapporto.

Essendo che lei era l’unica con cui aveva avuto un rapporto oltre al semplice bacio, così almeno sperava, non c’erano dubbi di chi fosse questo nuovo arrivo.

Aveva paura che quella confessione lo avrebbe allontanato definitivamente da lei.

Avere incombenze simili prima del matrimonio era disonorevole e talvolta le donne erano costrette a dare i bambini in orfanotrofi.

Non essendo più pure come si sperava, o venivano date in sposa obbligatoriamente con chi aveva contribuito alla creazione della nuova vita, oppure venivano spedite a lavorare nei saloon.

Evelyn non voleva finire in un saloon, ma non voleva neanche costringere Luke a sposarla e farsi carico di una creatura.

Evelyn si stava facendo qualunque tipo di fantasia ed era così immersa in questi pensieri da non essersi accorta dello strano sorriso di Luke e della sua faccia color peperone.

Infatti, senza troppo preavviso, Luke la strinse di nuovo e chiuse le sue labbra su quelle di lei in un dolce e lungo bacio.

Nemmeno si erano accorti della signorina Betty lì accanto.

Quest’ultima era uscita per avvisare Evelyn di entrare, ma vedendoli si era fermata ed era rimasta ad osservarli commossa.

Quando si divisero, Evelyn era senza parole “L-Luke”

“Non potevi darmi notizie migliori” disse lui, accarezzandole il volto.

“N-non sei...insomma...arrabbiato?”

Lui scosse la testa “Perché dovrei?” chiese “Non ti posso garantire una stabilità, ma farò qualunque cosa per non farti mancare niente e questo varrà anche per lui” le diede un bacio sulla fronte “Non ti abbandonerò”

Evelyn era grata di questo, soprattutto perché non la stava ripudiando come avrebbero fatto tanti altri e come lui stesso aveva diritto.

“Ora devo andare” disse Luke, con tono evidentemente dispiaciuto “Ma resterò in zona e se mai avrai bisogno, io sarò lì”

Evelyn annuì, si diedero un altro bacio e poi il cowboy salì in sella.

“Questo bambino sarà speciale, vedrai” disse poi Luke, ammiccando e facendo sorridere Evelyn che gli strinse la mano ancora una volta.

“Arrivederci, Jolly” disse poi lei, dedicandosi anche al fedele equino “E fai il bravo”

-Il concetto di bravo è sempre relativo, io sono un destriero e come tale mi comporto- pensò il cavallo, nitrendo in segno di saluto.

“Ci vediamo, piccola” disse Luke, volgendo poi lo sguardo verso la signorina Betty “La affido alle sue cure”

La donna si riprese dalla commozione...più o meno “Ci penso io, signor Luke” salutò la donna, vedendolo poi partire e scomparire all’orizzonte.

“Oh, l’amore, che cosa meravigliosa” cinguettò la signorina Betty, aiutando Evelyn ad entrare in quanto si era fissata e non voleva più muoversi.

Una volta dentro venne accolta con un saluto dalle guardie e da parte di qualche detenuto.

Poco dopo venne accolta dai fratelli, che la obbligarono a ridestarsi dalla sua catalessi.

Jack, William ed Averell la strinsero forte, il più alto era in un mare di lacrime “Sorellina, credevo che non saresti più tornata”

“A-Averell, mi stai soffocando” questo obbligò il fratello a metterla giù.

“Dove sei stata?” fu la domanda bruciapelo di Joe, che attendeva con le braccia conserte, il broncio e con il piede destro che batteva freneticamente sul terreno.

“Da quando fai domande in stile Averell?” ribatté Evelyn, facendolo infuriare “Ero dalla mamma e poi sono stata in città per alcune faccende che mi ha affidato”

“Allora come è possibile che la signorina Betty sia entrata per prima e tu, invece, ci hai fatto aspettare?”

“Sembri la mamma” si lamentò lei

“Sono tuo fratello, sono il maggiore e, in particolare, sono un uomo, quindi mi devi dire cosa stavi facendo di così importante per non esserti presentata per tempo”

Evelyn avrebbe voluto dirglielo, ma non era il caso...non in quel momento.

Preferì optare per qualcosa che lo avrebbe allontanato di corsa.

Si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa.

Da prima divenne rosso peperone, poi sgranò gli occhi ed infine si voltò “Ok, basta così, sbrigatevi voi altri, ho un’evasione da progettare” e se ne andò, seguito dagli sguardi curiosi degli altri tre e passandosi una mano davanti agli occhi come se stesse cercando di togliere un’immagine poco gradita.

“Ma...che gli hai detto?” chiese la signorina Betty, che era rimasta ad osservare la scena con curiosità.

Evelyn si mise le mani sui fianchi e assunse uno sguardo soddisfatto “Che mi sono attardata a causa del corsetto slacciato che mostrava le mie grazie”

Immaginandosi la scena, la signorina Betty non poté fare altro che ridere.

  
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