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Autore: Clover    21/05/2005    3 recensioni
Il proprietario guarda la sua compagna indeciso “Ed allora che si fa?” Lei ci pensa un po’ su, squadrandoli attentamente, poi le si illumina il viso “Potreste convivere!” I due si guardano allibiti, poi scettici. “Avreste meno da pagare…” “M-ma io neanche lo conosco!” balbetta Madelaine rossa in viso piantandogli un dito contro il petto. Ci manca solo una convivenza con quello! E chi dorme più la notte?! “Sono più io a temere, visto come mi guardavi.” Riferisce lui acidamente. La ragazza è scandalizzata. Ma come si permette?! Bastardo! Crepa! I due proprietari sospirano, poi uno dei due si fa avanti “O accettate o andatevene a discutere altrove.” “Mai!” urlano i due litiganti in coro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui e lei: due opposti

Lui e lei: due opposti.

 

Per quella sera avrebbero dormito in albergo, in modo che l’indomani potessero sistemare ogni cosa.

“Credo di essermi cacciata in un grosso guaio, vivere con un perfetto sconosciuto… che mi è preso?” Madelaine prende il telecomando, e spegne la televisione. Qualche stanza più giù, c’è il suo ‘adorato coinquilino ’. Se non avesse aperto bocca, ora le starebbe simpatico. Invece si è rivelato un acido di prima categoria!

“Pazienza, nessuno è perfetto” sospira togliendosi l’asciugamano dai capelli umidi. Prende una lozione spalmandosene un po’ sulle mani ed applicandola sui capelli. Le piace coccolarsi i capelli, la fa sentire meglio. Diciamo che ha l’effetto di un calmante.

Apre il portafoglio ed estrae una foto. Guarda se stessa ed il ragazzo che la abbraccia, adesso sembra che la derida “Oh Nick, perché?” Si sente triste, ma niente, neanche una minuscola lacrima. Non riesco più a piangere, da quanto tempo ormai? Eppure mi farebbe bene.

Prende una rivista in mano “Chissà cosa fa l’acido!”, la sfoglia senza la minima curiosità, quando un articolo attira la sua attenzione. A quanto pare tra pochi giorni avrebbe fatto il suo ingresso un politico molto, molto famoso. Famoso = ricco. Ridacchia lei divertita. “C’è da lavorare.”

Si alza, e prende il suo computer portatile. Lo accende, ma qualcuno bussa alla porta. “Chi è?” domanda chiudendo il pc e girandosi verso la porta.

“Il tuo caro coinquilino.” Le risponde Gabriel ironicamente. “Arrivo…” borbotta coprendo il computer con la coperta. Ma che vuole a quest’ora?! ‘Sono le undici, è ora di fare le ninne, tesoro! Altrimenti ti compare qualche ruga, e sia mai, dovessi scoppiarmi in lacrime!’ questo vorrebbe dirgli appena apre la porta. Ma la realtà è sempre diversa “Come mai sei ancora in piedi? Non sei stanco?” gli domanda sorridendo falsamente.

Lui fa un sorriso di circostanza “Non sono un moccioso, io.”

Vuoi farmi venire i nervi, caro? Sappi che ci stai riuscendo!  Madelaine fa una smorfia da presa in giro “E’ vero nonno, non sei più giovane come un tempo.”

La ragazza fa appena in tempo a vedere il lampo che passa negli occhi marroni di Gabriel, e chiude la porta di scatto.

“Apri questa porta!” lo sente urlare inviperito.

“Scordatelo mummia, non conosco ancora le tue reazioni!” si appoggia contro la porta chiudendosi meglio l’accappatoio.

“Che vuoi che ti faccia?!” sbotta lui battendo un pugno contro la porta.

“Così sveglierai qualcuno!” lo avverte lei, andandosi a mettere in tutta fretta il pigiama. “Tanto meglio!” lo sente urlare da fuori.

La gente sta uscendo dalle stanze, chiedendosi per quale motivo stesse urlando fuori dalla stanza. Il telefono della stanza squilla. Fa finta di non sentirlo, e si fionda ad aprire la porta. “Vieni dentro!” lo afferra per un braccio tirandolo dentro.

“Ma che ti è preso?!” sbotta seccata portandosi le mani ai fianchi. E’ peggio di un ragazzino! Ha svegliato tutto l’albergo, e per giunta stanno chiamando lei. Lancia un ‘occhiataccia al telefono che continua a squillare.

“Vuoi che risponda io?” sorride ironico.

 Madelaine lo fulmina con lo sguardo. Ci manca solo che qualcuno venga a sapere che si trova nella mia stanza! Si reca a rispondere al telefono “Pronto!”

 “Siete pregati di non disturbare! La gente dorme a quest’ora!” piano piano si fa sempre più piccola man mano che il proprietario le fa la predica di tutto quel chiasso “Si, mi scusi.” Borbotta mortificata “Ha ragione. Sì, non si ripeterà più.”

Aggancia il telefono e lentamente si gira verso di lui col fuoco negli occhi “Tu…” come una furia lo afferra per la maglietta “Non azzardarti più! Se la sono presa con me!”

“Sorella stai calma.” Fa una pausa guardando attentamente la sua scollatura “Ti si vede tutto.” Belle e grandi…peccato averle solo intraviste.

Madelaine urla sconcertata lasciandolo andare e portandosi le mani al petto. Anche se ha la maglietta del pigiama si sente nuda.

Gabriel sorride maliziosamente con gli occhi che gli brillano “Allora hai qualcosa di positivo, rospo.” La convivenza si preannuncia interessante se  ogni tanto ci saranno queste ‘apparizioni.’

“Rospo!?” urla  lei “Mi hai chiamata rospo?!” Rospo?!  Ma come diavolo si permette!?

Gabriel si avvicina alla porta, poggiando una mano sulla maniglia “E’ meglio parlarne domani con più calma, mi sembri su di giri.” Ridacchia. Esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

“Io su di giri!? E’ per colpa tua!” urla nera lanciando contro la porta una ciabatta “Va al diavolo Gabriel!” Perché deve farla arrabbiare?! Non è un buon inizio. Come avrebbero fatto a vivere insieme senza scannarsi?

E cosa ancora peggiore… sta squillando nuovamente il telefono! Rimette il computer in valigia “Ci penserò domani.” Borbotta scocciata, per poi dirigersi a rispondere.

 

 

“Rospo sembra che tu non abbia dormito.” Le fa notare Gabriel uscendo dalla stanza con le valige. Madelaine non risponde, limitandosi a maledirlo mentalmente. Quella mattina si è alzata con il piede sbagliato, non ha voglia di litigare, altrimenti finirebbero a botte. E per di più dovrebbero venirle le sue cose.

Pagano il conto e si dirigono a chiamare un taxi. Caricano le borse senza degnarsi di minima attenzione e salgono in macchina. Gabriel chiude la portiera e si gira verso di lei “Dobbiamo parlare.”

“Che vuoi?” mugugna lei guardando fuori dal finestrino.

“Non voglio vedere creme, cremine e cremucce occupare il lavandino, per quelle ci sarà un armadietto” la guarda attentamente, ma Madelaine non reagisce “Visto che abbiamo il bagno in comune.” Lei si limita ad annuire con la testa. Le sta per venire il mal di testa.

Lui continua “Se c’è una cosa che mi infastidisce è il disordine, perciò limitati a farlo nella tua stanza.” Grande, io sono disordinatissima. Gli verranno i capelli bianchi. Ridacchia lei dentro di se.

“Non tenere la musica troppo alta.” Te li fracasserei volentieri i timpani. Peccato che poi non sentiresti le mie maledizioni, cocco.

“Non andare nuda per casa, ci tengo alla mia vista.” Dice serio. Madelaine sorride amaramente “Scusa se non sono bella come te.”

“Nessuno è perfetto, a parte me.” Sorride lui seducente.

Madelaine lo ignora completamente, Non attacca, non ti cadrò mai ai piedi.

Gabriel si schiarisce la voce “E soprattutto non portare uomini a casa.”

“Stessa cosa vale per te.” Risponde prontamente lei. Non vuole trovarsi qualche gallina sculettante per casa.

“Non mi interessano gli uomini.” Ride divertito.

“Finiscila, hai capito benissimo.” Borbotta lei massaggiandosi le tempie. Mal di testa arrivato.

 

 

Entrano nel palazzo, e si dirigono verso l’ascensore. L’appartamento è al quinto piano. “Nooooo!” esclama disperata Madelaine guardando il foglio attaccato alla porta dell’ascensore: Guasto.

Gabriel alza le spalle “Non ci resta che a piedi.” Prende una valigia e sale i primi gradini, poi si ferma e guarda Madelaine “Bè?”

La ragazza guarda disperata le scale e le valige.

Alza gli occhi al cielo e le lancia le chiavi “Precedimi, le valige te le porto su io.”

Lei lo guarda con due occhioni riconoscenti “Grazie.”

“Ma solo per stavolta” borbotta lui avanzando. L’appartamento si presenta molto spazioso, ma da ristrutturare. “Dovremo dargli una pulita.” Gabriel entra dentro. “A quanto sembra.” Continua lei.

“Io mi prendo la stanza a destra!” urla felice Madelaine.

Gabriel sorride “Io quella accanto. E la terza come studio.”

“Benissimo!”

“Adesso vai comprare qualcosa mentre io finisco di portare le valige” si dirige verso la porta.

“Che devo comprare?” gli chiede lei seguendolo. Ma come avrebbe fatto? Non conosce quella zona. Non l’avrebbe trovato facilmente un alimentari.

“Qualsiasi cosa di commestibile per pranzo.” Riferisce lui guardandola stranamente.

Che ha da guardare così? Si chiede la ragazza guardandolo a sua volta.

L’uomo si riprende, voltandosi di scatto “Mentre sei fuori vado a prendere la macchina nel parcheggio.”

“Aspetta!” gli afferra la maglia nera “E se ce ne andassimo a mangiare fuori? Offro io!” propone lei sorridendo entusiasta. Nonostante si sia alzata male e che le sia venuto il mal di testa, è felice per l’appartamento.

“Se vuoi.” Mormora lui guardandola scettico Cos è questo cambiamento così repentino? “La macchina andrò a prenderla più tardi.”

 

Entrarono in un ristorante che sembrava essere molto costoso. “Se sicura di potertelo permettere?” le sussurra lui senza farsi sentire dagli altri.

“Certo!” chiama un cameriere “Un tavolo per due!”

Lui da vero gentleman le sposta la sedia facendola sedere. Poi si siede di fronte.

Che strano effetto che fa. Si dice Madelaine guardandolo Non è per niente brutto.

Sente dei mormorii provenire lì intorno “Gabriel stanno tutte parlando di te.” Capisce perché è così ricercato. Emana un fascino sconvolgente. E’ una bella presenza da vedere, ma solo da vedere, dato che caratterialmente è pessimo.

Lui continua a guardare il menu “Ormai ci ho fatto l’abitudine, cerca di non farci caso altrimenti impazzirai.”

Lei lo guarda divertita “Significa che ti succede sempre.”

Gabriel alza lo sguardo dal menu, e la guarda negli occhi “Il novantanove per cento delle donne mi cade ai piedi.”

Madelaine sussulta arrossendo a quello sguardo.

Lui sembra non accorgersene e sorride “Tu sei l’un per cento che ne rimane”

Lei non sapendo cosa rispondere apre il menu cercando di cambiare discorso “Tu cosa prendi? Io sono indecisa.” E’ imbarazzatissima. Non deve assolutamente lasciarsi ingannare dall’amore. Con uno del genere non avrebbe mai speranza. Perciò perché dover soffrire? E poi le sta antipatico… no?

“Prendo gli spaghetti al tartufo.” Decide lui.

“Spaghetti al tartufo? Bleah!” esclama lei “Meglio una bistecca con patatine fritte!”

Lui si appoggia su un gomito e ride “Ma sei ancora una bambina!”

Oddio così è irresistibile! “Perché? Che c’è di male?” borbotta lei vergognandosi da morire.

“Potresti prendere gli spaghetti al cartoccio, non sono niente male.” Le dice prima di ordinare una bottiglia di vino.

“E cosa sono?” domanda lei incuriosita.

“Pasta e pesce.” Le dice lui sbrigativo.

“Proverò…” borbotta lei corrugando la fronte.

 

Al ritorno dal ristorante, si dirigono verso il parcheggio. “Erano proprio buoni!” dice lei al settimo cielo.

“Si però hai fatto male a mangiarli tutti, erano troppi.” Sorride lui maligno.

Lei non se ne accorge “Perché? Io ho lo stomaco di ferro sai?” si da una pacca sullo stomaco.

“Perché sei un salamino.” Ride lui.

“Maledetto! Siamo riusciti ad andare tanto d’accordo!” urla lei accelerando il passo e lasciandolo indietro “Perché devi sempre rovinare tutto?!”

Lui la segue divertito.

 

 

   
 
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