Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: StagTree    17/12/2021    3 recensioni
Cullandosi nell’idea che l’eventualità di un fallimento ferisce come una freccia in pieno petto, ma cos’altro posso fare – rimpiangere il momento, ammirarlo da lontano, rischiare di non chiederglielo? – quanto voglio essere felice, oggi, domani? Quanto voglio – di lui, pensa, e Jean, avvicinandosi, ponendo i semi, guardandoli germogliare, mordendosi le labbra – quanto voglio esserlo, felice? – tossicchia, e lo raggiunge.
questa storia partecipa al contest “teenage years” indetto da asmodeus sul forum di efp
( jean/marco)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

link del contest e link della pagina giudice e autore di asmodeus

 

 

 

           

Jean dice,

 

            E si salvaguardia – da qualsivoglia aggressione personale, perché è facile, è sempre troppo facile – adattandosi, colorandosi dei colori di altri, mescolandosi nella chiazza marrone della tavolozza; sono troppe le sfumature, nessuna di loro si distingue. E ad un certo punto, a tal proposito, dice,

 

            Tra la massa indistinta di volti che corrono – ridono – si lamentano – camminano a testa bassa, incappucciati, incamiciati, con gli zaini pesanti – nel ronzio indelebile di scarpe che marciano sulle piastrelle grigie, nel vociare, nell’urlare – parole mai sentite, lingue diverse, piani per uscire, chiedere i soldi per le compere, mangiare fuori – armadietti che si aprono e chiudono, il metallo che sbatte; lo spingono da una spalla mentre è fermo – Jean si stringe lo zaino con una mano mentre è fermo, e guarda, lo guarda – in mezzo al corridoio lo guarda, con i capelli che gli calano sulla fronte, gli baciano le sopracciglia. Jean – gli scoppia il cuore, Jean – Jean dice, facendo degli sperimentali passi avanti,

 

            E cullandosi nell’idea che, alla fine, mal che vada – e mal che vada, pensa, premendo le unghie nella carne morbida dei palmi, consolandosi nella pena dolce di un supplizio, autoimposto – mal che vada, pensa, e non pensa ad altro; quanto male vuoi che vada?, Vuoi che vada male, Jean? – c’è una dignità da mantenere, uno status quo; oh, certo, ma è l’ultimo giorno di scuola, pensa, prima delle feste – e sono grande, adulto, so come gira il mondo (intorno a lui, padre di galassie, di stelle vive, brillanti, che pulsano sulle sue guance, sulla punta del naso). Queste cose, i grandi, le fanno – tirano dadi, scommettono la vita.

 

            Cullandosi nell’idea che l’eventualità di un fallimento ferisce come una freccia in pieno petto, ma cos’altro posso fare – rimpiangere il momento, ammirarlo da lontano, rischiare di non chiederglielo? – quanto voglio essere felice, oggi, domani? Quanto voglio – di lui, pensa, e Jean, avvicinandosi, ponendo i semi, guardandoli germogliare, mordendosi le labbra – quanto voglio esserlo, felice? – tossicchia, e lo raggiunge.

 

Jean dice, “Marco,” e Marco si gira, gli sorride, non esita – non esita più, oramai sono grandi, grandi, e Jean la vede, la rosa, lo stelo che cresce, corallo, la coglie e la strappa, si buca le mani con le spine.

 

Ma Marco ascolta. E ad un certo punto – su una panchina, lontano da orecchie curiose – siedono sotto la gelata impassibilità di un tramonto precoce ed invernale, e mentre la neve canta adagio, e si giace all’umido, sporco suolo, Marco (e Jean lo aspetta, chiude gli occhi, li stringe),

 

Marco lo bacia.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: StagTree