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Autore: Filia martis    17/12/2021    0 recensioni
Quando il fratello perde la guerra contro il Nord, Sveva sa che deve agire in fretta per evitare che i suoi nemici invadano il suo regno. Persino scendere a patti con chi è totalmente diverso: il suo nemico.
Ma gli dèi hanno in mente altri piani ...
Genere: Guerra, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sveva

Sono un po' terrorizzata dal fare intervenire i miei fratelli nella radura in cui abbiamo raggiunto i Draghi: se l'Erede del Nord volesse fare qualche follia, i miei fratelli sarebbero il suo primo obiettivo! Tuttavia, la situazione richiede calma, coraggio e fermezza e io non posso permettermi di mostrare paura a colui che è ancora mio nemico. E comunque, Raebert e Thorell resteranno lontani da Thromos Vhoranys e avranno la possibilità di lasciare questo posto, in attesa che l'esercito delle Fenici raggiunga Sphores, se l'Erede del Nord dovesse tradire la mia fiducia.

Per quanto riguarda me, il mio pugnale è ben nascosto sotto il mio cappuccio, tra i miei capelli.

«Zio Igor!»dico, interrompendo i miei pensieri e voltandomi verso il Re delle Fenici, il quale scatta subito sull'attenti. «Fate venire qui mio fratello Raebert, per cortesia.»

Egli annuisce e mi dà le spalle, sollevando il braccio destro verso l'alto e portando la mano vicino alla sua testa, comunicando a mio fratello di avvicinarsi a noi. Raebert e Thorell ci hanno infatti seguiti fino alla foresta, ma non si sono avvicinati al confine, nascondendosi a qualche metro da noi, coperti dagli alberi e dalla nebbia che aleggia nella radura.

Prego velocemente la Giusta Aurunya, affinché protegga i miei fratelli e Sphores dalla furia dell'Erede del Nord, dopodiché deglutisco un po' a disagio, mentre i miei due fratelli fanno capolino dalla fitta vegetazione.

Raebert e Thorell indossano le loro armature e i loro mantelli con i colori della nostra casata, il rosso e l'oro; entrambi sono a cavallo delle loro Anime, i due Leoni neri Karon e Assandrus e tutti e quattro sono accompagnati e protetti da giovani reclute dalla Guardia di Sphores, poiché i più anziani ed esperti sono ora prigionieri dell'Erede del Nord, che li ha catturati insieme all'esercito di Sphores.

Sospiro silenziosamente, sperando di poter liberare al più presto tutti coloro che non sono riusciti a sfuggire alla cattura da parte dell'esercito del Distruttore e che sono stati abbandonati da Kyrill.

«Sorella!»mi chiama Raebert, studiando guardingo gli uomini che si trovano alle mie spalle.

Non riesco a compiere nemmeno un primo passo verso i miei fratelli, poiché una mano mi afferra per un braccio. Sussulto e sgrano gli occhi impaurita, mentre il mio respiro accelera. Mi volto verso il Distruttore, la cui mano stringe il mio polso in una presa decisa e ferrea, calda e immobile; non incrocio tuttavia lo sguardo dell'Erede del Nord: ho sentito spesso delle voci sugli occhi profondi e antichi del Distruttore, capaci di sconvolgere anche le menti più forti solo fissandoli.

«Io ...»balbetto, non riuscendo a pronunciare una sola parola. Il contatto del palmo della sua mano sulla pelle del mio polso scoperto mi toglie il fiato e mi sconvolge: sembra quasi che tra i nostri corpi si stiano creando delle lievi e non fastidiose scosse elettriche.


«Lasciate andare mia sorella!»ringhia Raebert nei confronti del Distruttore, stupendomi con il suo tono di voce fermo e deciso.

I miei zii e i miei cugini fanno seguito alle parole di mio fratello, sfoderando le loro armi e sollevando i loro scudi, proprio come fanno in risposta i Draghi. Di nuovo la tensione si presenta in mezzo a noi e per la seconda volta mi trovo costretta a farmi forza e a calmare gli animi della mia famiglia.

«State calmi!»dico loro, con un tono di voce dolce e tranquillo. «Zio Igor, va tutto bene!»

Il Re delle Fenici non sembra tuttavia d'accordo con ciò che affermo e non accenna a retrocedere di un centimetro, forte del fatto che presto ci raggiungeranno i suoi soldati.

«Avete capito ciò che ho detto?!»continua Raebert, infastidito dall'indifferenza che l'Erede del Nord gli sta mostrando. «Lasciate andare la Gran Principessa dei Leoni!»

Il Principe del Nord non sembra interessato a ciò che mio fratello dice, né quale tono Raebert gli sta riservando per dire a Thromos Vhoranys di lasciarmi andare. Egli si avvicina a me di un passo ed elimina totalmente la distanza tra noi, tanto che posso sentire le nostre armature stridere l'una contro l'altra.

Sgrano gli occhi e un senso di disagio e vergogna sale lungo le mie gambe e mi avvolge totalmente.

«Avete un buon odore, Principessa Sveva ...»mormora lui.

A queste parole, sollevo lo sguardo su di lui, pronta a rimbeccarlo e rimproverarlo per la sua impertinenza, ma il mio respiro si blocca nei miei polmoni e boccheggio nell'intravedere ciò che sembrano lampi di luce viola nei suoi occhi grigi.

Sussulto intimorita, mentre fisso le sue iridi: Thromos Vhoranys è un Signore delle Tempeste di Fulmini, il potere più pericoloso e violento che un Drago possa avere! Egli può rendere polvere qualsiasi cosa o persona si trovi sul suo cammino, può cancellare ogni traccia di qualsiasi persona presente su Gya battendo solo le palpebre.

Il fulmine è il terrore di ogni Leone, poiché nemmeno il Leone è in grado di governare i fulmini, che sono ciò che più è imprevedibile a questo mondo e ciò da cui è impossibile trovare scampo e salvezza.

Sono consapevole finalmente del probabile motivo per cui mio fratello è fuggito dalla battaglia: ogni Principe Turnaxes che ha più di dieci anni sa che la magia dei Leoni nulla può contro le Tempeste di Fulmini e ogni Principe Turnaxes sa che un Drago con questo specifico dono è un pericolo per l'Ovest.

Mi schiarisco la voce. «Distruttore ... Prima della fuga di mio fratello, avete incontrato Kyrill sul campo di battaglia?»chiedo cortesemente al Principe.

Il Distruttore assume un'aria confusa per qualche istante, che viene subito soffocata dal suo atteggiamento indifferente e inespressivo. «I nostri sguardi si sono incrociati per pochi secondi durante l'ultima battaglia.»

Ecco quindi che la mia teoria sulla motivazione della fuga di Kyrill diviene una certezza: ha preferito fuggire da una probabile morte, piuttosto che affrontare il nemico occhi negli occhi, fino all'ultimo respiro. Che vergogna! L'Erede dell'Ovest, un Principe dei Leoni, un Principe che non dovrebbe conoscere la paura, che scappa dalle conseguenze delle sue azioni e, soprattutto, dal rischio di morire! Se il nonno dovesse venire a conoscenza di ciò, soffrirebbe dal dolore e dalla vergogna di avere un nipote così!

Mentre rimugino su ciò che ho scoperto riguardo gli ultimi avvenimenti, vedo il Distruttore guardare con aria interrogativa uno dei suoi guerrieri, quello che tanto gli somiglia fisicamente. Probabilmente si starà chiedendo perché il mio silenzio sta protraendosi così lungamente; tuttavia non mi rivolge alcuna domanda e invece lascia la sua presa su di me, così che io possa tornare a respirare normalmente.

Sospiro e chiudo gli occhi, da dove una singola e solitaria lacrima scivola lungo il mio viso. Avvicino il mio polso al mio petto, massaggiando la pelle indolenzita dalla stretta del Principe.

Il Distruttore volge di scatto lo sguardo su di me, respirando l'aria tra di noi. «Perdonate i miei modi bruschi, Principessa.»mi prega, abbassando il capo verso terra. «Non era mia intenzione stringere il vostro braccio così forte.»

Dal tono della sua voce, il Distruttore pare realmente dispiaciuto per il suo comportamento e questo mi sorprende: mai avrei immaginato di udire delle scuse provenire da un Drago!

«I-io ...»balbetto, stringendo le mani in due pugni per farmi forza. «Vado a comunicare ciò che mi avete chiesto prima: se il Principe Raebert sarà d'accordo, potrete cercare Kyrill nei territori di Sphores.»

Il guerriero non replica alle mie parole, quindi mi dirigo verso i miei fratelli, che sembrano impazienti di avermi accanto a loro. Mentre vado loro incontro, li osservo e li studio come se li vedessi per la prima volta; Raebert e Thorell sembrano due gemelli: sono entrambi di bell'aspetto, alti e dalle spalle larghe, i loro occhi sono dello stesso verde dei prati primaverili e i loro capelli, fini e ricci come i miei, sono di un castano scuro che ricorda il colore delle castagne che il Nord commercia con il nostro regno.

«Sorella!»mi chiama Raebert, quando ci troviamo l'uno di fronte all'altra. Mio fratello non mi guarda negli occhi, ma fissa il mio braccio, quello che l'Erede del Nord ha stretto fino a poco fa. Raebert è molto protettivo nei miei confronti, perché conosce bene la punizione che Kyrill mi ha riservato negli ultimi anni; infatti ora il suo viso e distorto da un'espressione infuriata e desiderosa di vendetta. Però siamo tutti qui per evitare uno scontro, non per causarne un altro.

«Fratello, ascoltami!»lo prego, prendendo le sue mani con le mie. «Cerca di essere diplomatico come sei sempre stato: Kyrill è fuggito dal Distruttore per un motivo ben preciso.»

Detto questo, cerco la mente di Suplizia con la mia e chiedo alla mia Leonessa di riferire ciò che ho scoperto sul dono dell'Erede del Nord a Karon, il Leone di Raebert. Appena mio fratello viene a conoscenza di quel che Thromos Vhoranys può fare, strabuzza gli occhi e si irrigidisce.

«Ne sei sicura?»mi chiede cautamente Raebert, lanciando una breve occhiata al Distruttore.

Annuisco. «I miei occhi sanno riconoscere la verità, Raebert. E sono sicura di ciò che ho visto nei suoi

Il nuovo Erede dell'Ovest sembra riflettere sulla situazione e i nostri Leoni e quello di Thorell aprono un canale comunicativo solo nostro, così che possiamo parlare tra noi senza essere ascoltati da chi è attorno a noi.

*Nostra sorella ha visto il dono delle Tempeste di Fulmini negli occhi del Distruttore.*, dice Raebert a Thorell.

Thor sussulta e mi guarda. *Temete che possa ucciderci?*

Scuoto la testa. *Egli mi ha assicurato che vuole solo catturare Kyrill, che si è nascosto a Sphores.*

*Vuole varcare i nostri confini per cercare quel codardo di nostro fratello?!*, ringhia Raebert.

*È l'unico modo per non rischiare un conflitto con i Draghi.*, gli spiego. *Il nostro esercito è stato catturato e non avremmo nessuno a nostra difesa, se egli dovesse muoverci guerra! E non possiamo dipendere dagli uomini di zio Igor, lo sai bene!*

Raebert digrigna i denti e volge lo sguardo a Thorell. *Nonostante la decisione tocchi a noi, è giusto chiedere consiglio al Primo dei Leoni!*

Thor annuisce e subito chiude gli occhi, sollevando di poco il capo verso il cielo: di tutti i figli di Seiros Turnaxes, Thorell è l'unico in grado di comunicare con il capostipite della nostra stirpe, Svein Turnaxes, il Primo dei Leoni, al quale ogni riflessivo Turnaxes si rivolge sempre quando ne sente la necessità. Svein è adorato come un dio tra le genti dell'Ovest, poiché fu uno dei valorosi Quattro Difensori di Moten durante la Grande Guerra di Moolor, che secoli e secoli fa vide schierarsi i più forti guerrieri della nostra regione contro Barnar, il Padre dei Signori della Morte. La vittoria dei guerrieri di Moolor permise la scacciata di Barnar e con ciò iniziò il logorante conflitto con i Signori della Morte.

Sospiro un po' scossa dalla situazione e attendo in silenzio il responso di Svein attraverso Thorell, mentre sento su di me lo sguardo insistente dei Draghi, in special modo del loro signore. Studio il Distruttore con gli occhi di Suplizia e noto l'atteggiamento un po' agitato del Principe dei Draghi, che non sembra aver appreso, durante la sua intensa seppur breve esistenza, quell'essenziale pregio che è la pazienza. La mano del Distruttore stringe una spada lunga quanto il suo possente braccio e che sembra pesare quanto un macigno.

Aggrotto la fronte confusa: in che momento il guerriero si è armato? Non aveva con sé la spada, quando mi sono avvicinata a lui! Perché ...?

All'improvviso Thorell riapre gli occhi e guarda sia Raebert sia me con la seria e pacata calma che lo contraddistingue. La mia attenzione viene catalizzata completamente da mio fratello, che non parla e continua a guardare me e Raebert. Le persone attorno a noi spariscono e rimaniamo solo noi tre in questa radura, solo noi fratelli, intenti a guardarci l'uno con l'altro, attendendo con una certa fretta di conoscere qual è il pensiero del Primo dei Leoni.

«Thor ...»lo chiama Raebert con impazienza.

Nostro fratello non dice una parola, ma annuisce con il capo. Sussulto e sgrano gli occhi, mentre comprendo immediatamente che il Primo dei Leoni è d'accordo a concedere ai Draghi di varcare i nostri confini per cercare Kyrill a Sphores.

In un attimo, l'insicurezza e il sospetto mi inchiodano al terreno: permettere ai Draghi di pattugliare la Foresta di Laerthus e girovagare nei territori di Sphores non è la decisione più corretta e più sicura per il mio popolo. I Leoni e i Draghi non coltivano rapporti diplomatici da secoli e non hanno nulla in comune tra loro! Il popolo potrebbe insorgere per la loro presenza a Sphores, potrebbe scacciarli in malo modo, potrebbe sentirsi minacciato dalle ricerche che i Draghi vogliono intraprendere nel regno!

«Svein Turnaxes ha parlato, sorella.»dice con un filo di voce Raebert. Forse è indeciso anche lui sul far entrare i Draghi nel regno di Sphores ... «Informiamo i Draghi della nostra decisione.»

Rimango ferma nella mia posizione per non so quanto tempo, pietrificata dalla prospettiva di sapere i Draghi nelle terre di Sphores. Ho come il presentimento che qualcosa cambierà radicalmente per causa loro, da questo momento.

«Lady Keyra!»salta su Raebert, facendo avvicinare la mia Custode. «Avvisate il castello che avremo degli ospiti molto importanti.»

La mia Custode sussulta e mi rivolge uno sguardo sconvolto. «Sveva, non ...»

«Non possiamo rischiare un conflitto con i Draghi, Lady Keyra.»la interrompe Raebert, con un gesto della mano. «E speriamo solo che Svein Turnaxes ci protegga come ha sempre fatto.»

Barbara

«Non lascerò sola Sveva, madre!»insisto, camminando velocemente verso la Grande Serra del castello.

«Barbara!»mi chiama per l'ennesima volta, con un tono che non vuole ammettere repliche. «Tu non puoi allontanarti dal castello! Devi continuare a pregare: tra pochi giorni diverrai una Loteya!»

Mi fermo e mi volto di scatto verso di lei. «Il Grande Inaer ha sentenziato su questa vostra scelta: io non dovrò entrare nel suo tempio, se non voglio!»

Lei sussulta scioccata .«Ma tutte le donne degli Svytjod ...»

«Io non sono come tutte le donne degli Svytjod!»la interrompo, cercando la mia Fenice, Caray. «E so che anche Sveva non diverrà una Loteya: l'ho visto in sogno!»

Mia madre sgrana gli occhi e sembra sul punto di avere una crisi di nervi. «Che cosa?! E perché non hai detto nulla, sciagurata!»

«L'Immenso Inaer me l'ha rivelato in sogno solo questa notte!»mi giustifico, fermandomi davanti a Caray, la mia splendida Fenice bianca.

Le carezzo la testa, sulla quale spuntano sette piume d'argento. *Io sono al tuo fianco, Barbara. Sempre!*, mi dice, aprendo le gigantesche ali.

Sorrido annuendo. *Ne ero sicura, Caray.*

*Sveva e Suplizia hanno bisogno di noi, perciò non perdiamo tempo!*, mi esorta Caray.

Mentre mia madre urla come un'ossessa, allargo le braccia e divento un tutt'uno con Caray, che prende subito il volo verso il cielo. Non posso e non voglio perdere nemmeno un secondo del mio tempo: raggiungerò Sveva e le starò accanto come è giusto che sia; anche se mio padre, i miei fratelli e gli zii sono al suo fianco, sarò io a darle forza, perché questo è il compito che la dea Aurunya mi ha affidato da che sono nata.

 

   
 
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