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Autore: Sappho    18/12/2021    2 recensioni
Severus Piton si era allontanato lentamente dalla figura addormentata accanto a lui sul letto.
(SS/OC)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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(Inizio Gennaio 2003)
 

Severus Piton si era allontanato lentamente dalla figura addormentata accanto a lui sul letto. Fece scivolare le gambe oltre il bordo appoggiando i lunghi piedi sul pavimento di pietra fredda. Lilith dietro di lui fece un sospiro assonnato. Si accigliò, neppure quando si riaddormentava dopo gli incubi il suo sonno diventava abbastanza pesante da non svegliarsi al minimo rumore. Sorprendentemente negli ultimi mesi era stato lui a rimanere addormentato tra le coperte senza accorgersi che lei, insonne, si alzava e andava a leggere davanti al fuoco del salotto. Tuttavia, ogni volta che aveva avuto un incubo, Severus se ne era accorto e le aveva accarezzato i capelli finché non si era calmata. Come aveva fatto anche la notte precedente.

Si voltò e si allungò verso di lei.

«Severus?» 

Lo guardava tra le palpebre ancora socchiuse, i capelli sparsi sul cuscino che teneva stretto tra le braccia.

«Dormi, Lilith, è ancora presto.»

Le rimboccò le coperte sfiorandole la fronte con le labbra prima di alzarsi. Lilith sospirò di nuovo.

 

Si era svegliata un paio d’ore più tardi, la luce filtrava verdastra nella stanza dalle finestre che si aprivano sul fondo del Lago Nero e la porta della camera era chiusa, segno che Severus non aveva ancora lasciato le stanze ma non voleva disturbarla. Si tirò su a sedere trattenendo su di sé la  pesante trapunta di lana che Minerva le aveva regalato quel Natale. Appellò i vestiti dalla poltrona di fronte al caminetto sull’altro lato della stanza, questi finirono dritti nella sua mano tesa e, alzatasi, iniziò lentamente a prepararsi. 

Non c’era fretta in quegli ultimi due giorni prima che riprendessero le lezioni dopo le vacanze invernali, quell’anno nessuno studente era rimasto al castello.

Uscì dalla stanza nel corridoio buio: anche la porta che dava verso il salotto era chiusa. La aprì mentre si stropicciava gli occhi con una mano coperta per metà dalla manica troppo lunga della camicia di Severus.

«Spero davvero che tu non abbia fatto sparire anche il maglione che avevo ieri, Severus, perché non riesco a trovarlo»

Le ci volle un momento per rendersi conto che la stanza sembrava più silenziosa del solito e, quando tirò su la testa, vide Minerva McGranitt che evidentemente era scesa per parlare con il suo vicepreside che in quel momento si trovava, impietrito, a pochi passi da lei. Minerva invece era completamente sbiancata e fissava la giovane strega di fronte a lei come se avesse visto un fantasma.

«L’avrà portato via un elfo per lavarlo» Severus era stato il primo a riprendersi «non sono l’unico responsabile della scomparsa dei tuoi vestiti, contrariamente a quanto sembri pensare»

«SEVERUS!»

Erano state due le voci a urlare scandalizzate il suo nome. La Preside aveva ripreso il suo colorito normale e sembrava sul punto di fare una sfuriata. Lilith era arrossita per l’imbarazzo. Il mago lanciò a quest’ultima uno sguardo compiaciuto e divertito, poi riprese la parola prima che potesse farlo la strega più anziana.

«Perché non ci sediamo?»

«Perché non- » cominciò Minerva «Hai diverse spiegazioni da dare Severus Piton! E anche tu signorina! Non dovevi essere a Little Hangleton?»

«Un cambio di programma?» provò a suggerire Lilith.

La Preside assottigliò lo sguardo nella sua direzione. Severus le si avvicinò e la afferrò gentilmente per il gomito guidandola verso il divano mentre faceva un cenno a Lilith di prendere posto sulla poltrona. Minerva si sedette, ancora furente, mentre il professore chiamava Winky e chiedeva all’elfa di portare loro del the. Si occupò lui stesso di preparare le tazze e distribuirle. La strega più giovane, che non aveva ancora fatto colazione, lo accettò con gratitudine mentre la tazzina nella mano dell’altra strega tintinnava ripetutamente contro il piattino.

«Da quando va avanti questo? E, per l’amor di Merlino, che diavolo è?» quando aveva parlato il suo tono era rassegnato e stanco, l’involontario tremore della sua mano perfettamente controllato.

«Da quest’estate e…» Lilith lanciò un’occhiata a Severus ma lui sembrava impegnato a ravvivare il fuoco nel caminetto «è quello che accade, sai, quando due adulti consenzienti- »

«Riddle!»

«Avanti Minerva» Severus aveva finalmente preso posto sulla sua poltrona, aveva appoggiato i gomiti sui braccioli e intrecciato le mani davanti a sé «Tu l’hai chiesto e lei ti stava semplicemente rispondendo»

«Come tu possa startene qui come se nulla fosse è al di là di me, Severus»

«Avevo previsto questa conversazione, non pensavo sarebbe arrivata così presto» lanciò un’occhiata a Lilith mentre parlava «ma sapevo che ci sarebbe stata. Quindi vai pure avanti con le tue perplessità.»

«Sei più vecchio di lei di vent’anni»

«Vuoi davvero parlare di questo? Tu?» ribatté secco. 

Il nome di Elphinstone rimase sospeso tra loro. Severus non aveva davvero intenzione di tirarlo fuori ma non avrebbe esitato a farlo se si fosse reso necessario.

«Il suo professore e…» si voltò «si è occupato di te come un padre- »

«Non un padre!» Lilith si era sollevata più dritta sulla sua poltrona «Questo mai! Ho avuto due padri e mi è stato più che sufficiente, altri si sono occupati di me durante la mia crescita, tu, i Malfoy… ma Severus è sempre stato come un amico, un mentore tuttalpiù, prima che sperassi che diventasse qualcos’altro»

Minerva sembrava impietrita di fronte al modo appassionato con cui l’altra strega aveva parlato.

«Le persone. Parleranno.»

«Lascia che lo facciano allora, quando mai è stato un problema?»

«Non si tratta solo di te Severus»

«No, ma non è come se non fossi abituata io stessa ad essere sulla bocca di qualsiasi mago o strega di questo paese. Come per Severus non sarà un problema, neppure se Rita Skeeter dovesse decidere di riempire per settimane la prima pagina del Profeta con le sue supposizioni» disse Lilith «D’altra parte, se dovesse diventare troppo, non ho dubbi che Draco non possa aiutarci a trovare un modo per metterla a tacere. Nulla di troppo illegale, ovviamente.»

Minerva sospirò e bevve lentamente il suo the prima di posare la tazza vuota sul tavolino basso davanti a lei. Fece correre lo sguardo tra i due maghi di fronte a lei.

«E Lily Evans?»

«Cosa?»

«Tu ami lei, Severus» disse con semplicità. 

«La tua ostinata ottusità non smette di stupirmi» il mago aveva parlato con voce bassa mentre si sollevava in piedi, improvvisamente non era più uno spettatore vagamente divertito ma sembrava occupare l’intero spazio della stanza «Non supporre cose che non conosci, Preside. Non sono cose che ti riguardano ma permettimi di dirti che non sarà un’infatuazione passata ad impedirmi di provare dei sentimenti per qualcuno che ritengo più che degno di essi.»

La Preside stava per dire qualcosa ma venne interrotta prima che potesse aprire bocca.

«Basta così, Minerva.» 

Era stato Silente a parlare dal suo ritratto sul muro del salotto.

«Lo sapevi?»

«Certamente. E credo che i nostri due ragazzi qui si siano guadagnati il diritto di prendere decisioni per loro stessi senza interferenze. Lilith non ha bisogno dei tuoi avvertimenti mascherati da premura e Severus» si interruppe mentre lanciava un’occhiata da sopra gli occhiali a Minerva «beh… lui non ha bisogno di sapere se tu lo ritieni inadeguato a questo»

La strega sembrava essere stata schiaffeggiata dalle parole di Albus e abbassò lo sguardo dalla cornice in tempo per vedere Severus, ancora in piedi di fronte a lei, girarsi e lanciare un’occhiata nervosa verso Lilith che osservava con guardo vacuo la tazza ancora stretta tra le sue mani.

«Mi dispiace, sono stata colta di sorpresa.» Minerva si lisciò le pieghe della veste mentre si alzava ed andava verso la porta «Parleremo della programmazione degli esami dei primi anni più tardi quando avrai tempo Severus»

Il mago le rivolse un cenno rigido del capo.

Appena la Preside fu uscita Lilith si alzò lentamente in piedi.

«Mi dispiace, non avrei dovuto…»

«No, infatti» disse seccamente Piton interrompendola «non avresti dovuto. Ma quel che è fatto è fatto. E Minerva prima o poi sarebbe venuta a saperlo.»

La strega incassò silenziosamente il rimprovero. 

«Mi dispiace anche per Lily, lo sai»

«Non dovresti.» la voce di Severus si addolcì appena, poi si voltò andando fino al tavolo da pranzo e per afferrare alcuni libri e pergamene che vi erano sopra «Se hai bisogno di me sono nel mio ufficio.»

Detto questo uscì dalla stanza lasciandola sola nei loro alloggi che sembravano, tutto ad un tratto, freddi.

   
 
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