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Autore: Marco1989    03/09/2009    6 recensioni
Quando il passato torna, e ti invita a riprendere la vecchia strada, riuscirai a restare sulla nuova?
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5555 UNA DIFFICILE DECISONE



- Vegeta!? Dove diavolo sei?- gridò Bulma.

Il Saiyan non rispose. Le mani strette alle ginocchia, sedeva sul tetto scrutando le montagne.

- Sei sul tetto?- insistette la donna.

Vegeta rimase ancora in silenzio; le montagne erano già arrossate dal tramonto. Il tempo per decidere stava per finire.

- Che diavolo ci fai lassù?

Avrebbe tanto voluto che Bulma se ne stesse zitta. Già era difficile pensare, con il cervello confuso che si ritrovava. Se poi ci si metteva anche lei...

- Pazzo di un Saiyan! Tra poco vedi di scendere, la cena è pronta!

Anche la magica parola "cena" non ebbe effetti su di lui in quel momento. Il suo cervello si rifiutava di girare nel modo giusto.

Ciò che era accaduto la notte precedente era folle. Se ci ripensava quasi non si riconosceva nell'uomo spaventato che era stato in quei momenti. lui, che non aveva mai tremato neppure di fronte alla morte, si era trovato a boccheggiare di fronte a suo padre.

Va bene, aveva creduto di aver visto un fantasma, ma neppure quello poteva giustificare una simile reazione. Aveva visto cose molto peggiori nella sua vita, e nessuna era riuscita a farlo impaurire veramente. allora perché aveva reagito in quel modo?

Forse non era stato suo padre: erano state le cose che aveva detto. La domanda sul come facesse suo padre ad essere lì era passata in secondo piano rispetto al perché ci fosse. Si era sentito sotto processo. Condannato. Messo al bando dalla sua stessa razza. Buttato giù dal suo piedistallo di principe dei Saiyan. Suo padre gli aveva rinfacciato le cose di cui nei suoi incubi lui stesso si accusava: aveva rinunciato al suo orgoglio, al suo ruolo, alla sua vita...aveva tradito la sua gente.

La cosa peggiore non era stata però vedersi accusare: era stato vedersi dare una scappatoia.

Suo padre gli aveva dato la possibilità non solo di redimersi, ma anche di dare una strada totalmente nuova alla sua vita. 

Da quel momento la sua mente si era praticamente trasformata in una bilancia; su un piatto c'erano Bulma, Trunks e Bra; la sua vita degli ultimi vent'anni almeno; la sua esistenza sulla Terra. Lui aveva vissuto come un terrestre per tutti quegli anni; e, cosa che nonostante tutto gli sembrava incredibile, era stato felice di farlo.  Avere una famiglia...dei figli...gioie che per un vero Saiyan non esistevano...lui aveva scoperto che potevano essere appaganti quanto combattere.

Ma sull'altro piatto...

L'onore del suo popolo. Il suo orgoglio, che tante volte aveva sepolto. La possibilità, finalmente, di battere Kaaroth. Era quell'ultima parte che lo spingeva più di tutte le altre messe assieme. Aveva raccontato a se stesso che non gli importava più, che aveva ormai rinunciato a superarlo, ma da quando  suo padre gli aveva presentato l'occasione di cambiare tutto, aveva dovuto ammettere di essersi raccontato bugie per anni.

E quell'accenno a sopravvissuti della loro razza...poteva averlo detto solo per tirarlo dalla sua parte? O veramente credeva nell'esistenza di altri Saiyan in giro per l'universo? Non si era mai fermato a pensarci troppo, ma la tristezza di essere uno dei due soli Saiyan sopravvissuti nell'universo era tanta, principe di un popolo scomparso. Veramente era possibile ricostruire il loro regno.

Gli sembrava che la testa stesse per esplodergli. E nonostante tutto, i due piatti restavano alla pari. Cosa era giusto? Cosa era sbagliato? Aveva preso in considerazione perfino l'idea di farsi saltare la testa con una sfera di energia, ma se ci poteva essere qualcosa di peggio di quello che già aveva fatto nella sua vita, sarebbe stata la vigliaccheria di uccidersi per non prendere una decisione.

Era quasi ora di scegliere. Che diavolo doveva fare?



********************************************************************************************************************



Vegeta atterrò in una valletta trai monti. Il silenzio era assoluto. Solo il fruscio del vento tra gli alberi di un vicino bosco lo rompeva.

Il Saiyan si guardò in giro: non sembrava esserci nessuno. Eppure era convinto di aver sentito l'aura di suo padre in quella zona. Era stato solo un attimo, poi era sparita. Sembrava che suo padre fosse capace di azzerare la sua aura. Strano, non credeva che ne fosse capace. Probabilmente qualcuno negli Inferi lo aveva addestrato.

- Padre!- urlò Vegeta,- Dove sei?!

Era uscito dalla Capsule Corporation senza farsi vedere; non aveva ancora un'idea chiara in mente, e non si sentiva capace di spiegare a Bulma il motivo per il quale usciva, né dicendogli la verità né inventando una bugia.

- Padre!!! Fatti vedere!!!

- Non serve che urli, Vegeta. Sono quì.

Vegeta si voltò: in piedi su una roccia, con il mantello che sventolava alle sue spalle, c'era l'ultimo re dei Saiyan.

- Ero sicuro che saresti venuto, anche se ancora non so se sei quì per darmi un addio...o per qualcos'altro.

Vegeta rimase in silenzio, fissando negli occhi suo padre. La bilancia continuava ad oscillare. Nessuno dei due piatti sembrava voler cadere.

- Figlio, non ho molto tempo. La magia che mi permette di essere quì ha una scadenza. Domattina, se tu non mi avrai concesso il tuo aiuto, dovrò tornare negli Inferi. il rituale non può essere ripetuto. Non potrò mai più tornare nel mondo dei vivi. E' la tua ultima occasione, Vegeta. Devi scegliere. Saiyan o terrestre. non puoi essere entrambi. Quello che prenderai stasera sarà la decisione definitiva. Non potrai più tornare indietro. Quindi scegli, Vegeta. O loro- e indicò la città- o il tuo popolo.

A Vegeta sembrava di aver perso la capacità di parlare. Non riusciva a trovare la forza di rispondere a suo padre. non avrebbe mai pensato di trovarsi in una simile situazione. Alla fine riuscì a spiccicare la sola domanda che gli interessava realmente. molto più del futuro del suo popolo:- Tu...tu mi garantisci...che hai davvero trovato un modo per sconfiggere qualsiasi avversario?

Il padre annuì con un cenno della testa.

- Tu...tu sei certo che potrò battere Kaaroth?

Ancora una volta il padre si limitò ad annuire.

Il piatto della bilancia sul quale erano posati Bulma, i suoi figli e la sua vita terrestre schizzò in alto, mentre l'altro crollò in basso, appesantito da un carico enorme. La parte di cervello che aveva comandato in Vegeta negli ultimi decenni improvvisamente si spense.

Con una nuova luce negli occhi, Vegeta chiese:- Cosa devo fare, padre?

Sul volto del re si dipinse un sorriso:- Molto bene, figlio. Ero sicuro che avresti preso la decisione giusta! Allora, come ti ho detto, il mio tempo quì è limitato. La magia con cui sono arrivato nel mondo dei vivi mi garantisce solo 48 ore di sopravvivenza...a meno che tu non mi conceda il tuo aiuto. Tutto ciò che devi fare è toccare la mia mano.

- E che cosa accadrà?

- Non lo so bene neanche io.- mentì il re,- Non me lo hanno saputo spiegare bene. ma mi hanno detto che questo renderà la mia presenza su questo pianeta stabile, e che aumenterà a dismisura sia la mia forza sia quella di colui che mi aiuterà.

Aveva preferito non dire la verità a suo figlio; conosceva il suo carattere, sapeva che probabilmente non avrebbe apprezzato quel genere di cosa. Dividere il suo corpo con qualcun'altro, anche se il qualcun'altro era suo padre, per lui sarebbe stato difficile.

Vegeta non sapeva decidersi. Non sapeva perché, ma aveva una strana sensazione.

- Non dirmi che hai paura, figlio?

Come riscosso dalla parola "paura", vegeta afferrò saldamente la mano del padre.

Avvertì come una scossa elettrica corrergli lungo la mano, seguita da un dolore atroce, terrificante, come non ne aveva mai provato prima. In quegli istanti, che sembrarono durare ere geologiche, il Saiyan desiderò di morire. non gli importava nulla della sua famiglia, del suo orgoglio, del suo popolo, di suo padre...voleva solo che quella terrificante sofferenza terminasse.

Poi la terra sotto i suoi piedi si spaccò; la montagna tremò come scossa da un terremoto; gli alberi crollarono al suolo, e enormi frane scesero verso valle.

Infine,una luce accecante esplose nella valle, una luce inquietante, senza rumore; un fulmine privo di tuono. E quando si dissipò, Vegeta era solo, a terra.

Si sollevò faticosamente e si guardò le mani come se esitasse a riconoscerle. Poi esplose in una risata folle.

Infine eruppe in un urlò disumano, stringendo le mani a pugno. Questa volta un'intera, gigantesca rupe andò in briciole sotto l'impatto di una terrificante onda d'urto, mentre una luce dorata illuminava l'intera valle. Quando alla fine la luce si diradò, Vegeta era in piedi in mezzo ad un cratere gigantesco. Solo che era cambiato parecchio: i suoi capelli erano dorati, ed erano lunghi fino alle ginocchia, le sue sopracciglia erano sparite, e la sua aura risplendeva della potenza del Super Sayan di terzo livello.





Beh, questa volta sono riuscito ad ottenere le sei recenzioni che volevo!!! Grazie ragazzi!

Spero che questo Vegeta non vi sembri troppo insolito; so di rischiare un po' di uscire dal personaggio, ma chiedo venia visto che l'ho inserito in una situazione assolutamente nuova. Come avete visto, comunque, Vegeta non è poi cambiato molto. Sceglie sempre la parte peggiore.

Dal prossimo capitolo si inizia a fare sul serio, quindi COMMENTATE
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