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Autore: jarmione    20/12/2021    1 recensioni
[crossover]
[crossover]Dopo che la memoria e la magia sono tornate, la città si "risveglia"
Le famiglie si riuniscono e le coppie tornano insieme, ma il caos e la voglia di vendetta inizia a far strada nei cuori di molti abitanti e nuovi pericoli sono in agguato.
Amy riuscirà a far fronte alla nuova situazione?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Luke!” Amy lo seguì fino a fuori, riuscendo a fermarlo poco prima che salisse in macchina “Luke, aspetta, ma che succede?”

Luke non la guardò e mise in moto “Non sarà mio figlio a pagare per lui”

“Luke, ci saranno altre donne in attesa a Storybrooke” disse Amy “perché dovrebbe essere proprio Evelyn e tuo figlio la chiave per sbloccare il confine?”

“Stanne fuori, Amy” e partì in sgommata, lasciando Amy in mezzo alla strada.

Sherlock, dietro di lei, era rimasto in silenzio, ma aveva già un piano “Seguimi” ordinò e rientrarono in centrale.

Sherlock prese le chiavi di scorta nel cassetto, il tutto sotto lo sguardo sbigottito di Amy e di Jareth.

Si avvicinò alla cella e la aprì “Muoviti”

“Non ti servirò a nulla” disse, allungando le mani e mostrando a Sherlock due braccialetti in cuoio intrecciati “Non posso levarli...nemmeno con quelle” aggiunse rivolto ad Amy, che aveva preso le forbici e voleva provare.

Le rimise giù.

“Muoviti, ho detto” e, senza troppi giri di parole, uscirono tutti e tra dalla centrale e si diressero verso l’abitazione dei fratelli Dalton.

“Sherlock, è già andato Luke non dobbiamo intrometterci”

“Evelyn non si trova a casa” sentenziò e, appena giunti alla porta, iniziò a bussare con foga.

Sì udì un brontolio provenire dall’interno ed infine la porta si spalancò e Joe Dalton era lì che li guardava torvo “Si può sapere che diavolo volete?” poi si accorse di Jareth “E lui che ci fa qui?” si alzò le maniche, pronto a farlo fuori.

Amy si parò davanti a Jareth “Siamo qui per tua sorella, Joe, devi aiutarci”

Joe avrebbe voluto far fuori Jareth e con lui anche Amy, ma tutti sapevano quanto ci tenesse alla sorella e al bambino non ancora nato.

Cercò di placare i bollenti spiriti e si dedicò a Sherlock “Che è successo?”

“E’ probabile che Evelyn tenterà di lasciare la città” disse il detective “E l’unico modo per evitarlo è trovare un nuovo abitante per la città”

Joe non capì assolutamente nulla di quanto detto da Sherlock e, purtroppo, nemmeno Amy.

Questa lanciò uno sguardo a Jareth e si stupì nel vederlo con lo sguardo basso.

Aveva tutta l’aria di essere a conoscenza di quanto stesse dicendo Sherlock e persino a chi stesse facendo riferimento.

Ad ogni modo, Joe non volle discutere e sembrò accettare qualunque cosa per amore di Evelyn “Prendiamo la macchina”

 

*****

 

“Luke, basta!” esclamò Evelyn, che aveva tentato più volte di fermarlo, ma con insuccesso.

Luke l’aveva presa e l’aveva portata a casa sua, mettendosi poi a fare la valigia per lei con gli abiti che Evelyn teneva dal cowboy in caso si fermasse lì.

“Luke, smettila!”

“Non c’è tempo da perdere” disse Luke, senza fermarsi e senza neanche guardarla, correndo in bagno e prendendo gli effetti personali della ragazza “Non sarai tu e nemmeno nostro figlio a pagare”

“Ma ci saranno altre donne nel mio stesso stato” tentò di dire lei, ma anche lì nulla.

Luke sapeva bene che stava mentendo.

Nessun’altra donna della città era in stato interessante così avanzato come lei e, di conseguenza, a meno che non ci fossero prematuri, il prossimo abitante che la città avrebbe registrato era il suo bambino.

“Ok...ok, Luke, adesso fermati” si avvicinò all’uomo e lo obbligò a fermarsi e guardarla dritta negli occhi.

Luke era evidentemente preoccupato e persino spaventato.

Lucky Luke, il famoso cowboy più veloce della sua ombra, era famoso per la sua flemma ed il suo sangue freddo.

Nessuno mai avrebbe pensato di vederlo in quello stato.

Così diverso, così spaventato.

Evelyn gli prese il volto fra le mani “Una volta una persona mi ha detto...che questo bambino sarebbe stato speciale” disse, rivolgendo al suo amato un dolce sorriso “Quella persona, forse, aveva ragione” sentenziò

“E se…” posò le sue mani su quelle di lei “E se gli succedesse qualcosa?” domandò “Evelyn, essere più veloci della propria ombra non significa essere infallibili” specificò “Ho già perso Jolly e pare che non sia nemmeno in città...non voglio perdere anche nostro figlio” spostò una mano sul ventre ben pronunciato di Evelyn “E se per sbloccare il confine serve in realtà...che so...un sacrificio o roba simile?”

“Lo hai detto tu stesso, Luke” gli fece memoria Evelyn “Serve l’arrivo di un nuovo abitante”

“E’ il suo utilizzo che mi spaventa” precisò Luke e poi le diede un dolce bacio sulla fronte “Perdonami, Evelyn, ma ce ne andremo ugualmente, che sia un altro bambino la chiave di questo mistero” e riprese a fare le valige facendo scoprire ad Evelyn...che aveva già acquistato qualche tutina per neonato, dai colori neutri visto che ancora non sapeva se fosse maschio o femmina.

Luke stava facendo sul serio, non si sarebbe fermato e lei non poteva restare con le mani in mano a guardare.

“Evelyn, per favore, passami quella pila di vestiti” indicò verso una sedia con su dei vestiti maschili.

Ma nessuno glieli passò.

“Evelyn?” si voltò, ma lei era sparita.

Si affacciò alla finestra e la vide svoltare l’angolo “EVELYN!”

 

*****

 

Amy e gli altri aveva raggiunto la casa di Jareth.

Joe aveva avvisato anche gli altri tre fratelli e questi li stavano aspettando davanti all’ingresso.

“Ehi, Joe, che succede?” domandò Jack

“Ehi, ma Evelyn non era a casa con te?” chiese William.

Fu Amy ad intervenire “Evelyn sta per partire” disse “Stiamo cercando un modo per fermarla”

Jack e William si allarmarono, ma non si misero a fare scenate, al contrario di Averell che iniziò a piagnucolare.

“La mia sorellina vuole lasciarmi”

Joe non resistette e gli diede un sonoro ceffone “Muoviti, imbecille!”

Jareth sorrise “Adoro il piccoletto” mormorò rivolto ad Amy, che cercò di non ridere e lasciò che Jareth si avvicinasse alla porta di casa “Prima che io apra” disse guardando Sherlock “Assicurami che nulla di diverso verrà toccato”

“Hai la mia parola” acconsentì Sherlock e attese che Jareth li facesse entrare.

Amy si avvicinò al detective e lui le fece cenno che sarebbe andato tutto bene e le strinse la mano.

Una volta dentro, Jareth li condusse nel giardino sul retro che aveva tutta l’aria di essere un cimitero e, purtroppo, non ci andava tanto lontano.

Il giardino era ricoperto di statue in pietra.

Amy si aspettava dei semplici gnomi oppure statuette raffigurante putti o simili.

Invece erano statue di creature con pose strane...terrorizzate.

Amy si portò una mano alla bocca, soffocando un grido di terrore e anche Jack e William fecero lo stesso.

C’erano quattro statue vicine, il terrore era palese nei loro occhi di pietra fredda.

Una raffigurava una specie di gnomo dalla pelle rugosa e con le mani sporte in avanti, così come le altre tre.

Una era un bestione enorme, sembrava uno yeti, poi c’era un cane ed infine uno strano esserino che brandiva una piccola spada.

Amy era sicura di averli già visti da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove.

Tutto ciò che sapeva e che vedeva erano i loro volti coperti dallo spavento.

Erano così reali.

Nel voltare lo sguardo verso i fratelli Dalton, Amy ebbe una risposta più chiara.

Averell era in piena crisi, Jack e William erano immobili e Joe sembrava sul punto di fare una scenata assurda.

Erano accanto ad un’altra statua che raffigurava una donna.

Era anziana, teneva le mani parate davanti a sé e...assomigliava in un modo straordinario ai quattro fratelli.

Adesso sì che capiva il perché erano lì.

“Oh mio Dio” mormorò “Sherlock…”

“C’è sempre un modo, Amy” disse “Se liberiamo la donna, Evelyn non sarà più costretta ad andarsene”

Amy annuì, notando che accanto alla statua della madre dei Dalton vi era persino la statua di un cane.

La ragazza lo riconobbe subito come Rantanplan, il cane del penitenziario da cui provenivano i Dalton ed Evelyn.

Amy avvertì una morsa allo stomaco e tornò a dedicarsi alla statua della madre.

“Puoi fare qualcosa?” domandò Amy rivolta a Jareth, attirando l’attenzione di Joe e dei fratelli.

Jareth scosse la testa “La mia magia non è reversibile, non in questi casi” aggiunse, facendo capire che tutte le creature presenti nel suo giardino erano state ridotte in pietra da lui stesso.

“Però sai che esiste un modo” disse Sherlock “E sai anche a chi chiedere”

“E se non funzionasse?” domandò Jareth “Ci avete mai pensato?”

Joe, furioso, lo prese all’improvviso per il colletto e lo attirò a sé.

Amy era pronta ad intervenire, ma Sherlock la bloccò e lasciò che Joe desse sfogo della sua rabbia.

Jareth non si difese, non poteva.

“Senti, damerino, tu ci hai mai pensato alle conseguenze delle tue azioni?” domandò Joe, quasi ringhiando e con i tre fratelli che lo sostenevano lanciando sguardi di fuoco a Jareth “Tu ora sfrutti tutto quello che sai e che possiedi per riportare nostra madre indietro o ti giuro sulla testa di quello stupido di Rantanplan che ti farò passare il quarto d’ora più brutto della tua esistenza e non credo che lo supererai tanto facilmente”

Jareth sorrise, in segno di sfida “Hanno già provveduto, per ben tredici ore” rispose “Non puoi farmi nulla di peggio”

Joe fece per tirargli un pugno, ma Jack e William lo bloccarono “Lascia stare, Joe” intimò Jack

“Se lo uccidi non salveremo nostra sorella” gli ricordò William, obbligandolo a calmarsi.

Dopo aver sbuffato molto sonoramente, Joe fu costretto a lasciarlo andare.

Sherlock non si scompose “Dove possiamo trovare quello che ci occorre?”

Jareth sospirò “Il problema non è trovare quanto ci occorre, ma trovare qualcuno che sappia mettere tutto insieme” precisò “La mia conoscenza è limitata, sono uno stregone ma non sono esperto in pozioni e simili”

Quello era un problema.

Se non trovavano qualcuno in grado di mescolare ingredienti simili, allora non c’erano speranze.

“Ehi, Amy, che ti prende?” domandò Averell, vedendo che Amy aveva cambiato espressione e sembrava aver avuto un’illuminazione.

Il libro possedeva le storie di tutti, ma Amy si era limitata a leggere e controllare solo quelle riguardanti le persone che conosceva.

Non le aveva lette tutte, ma ricordava chiaramente di aver visto un’immagine relativa a qualcuno che, probabilmente, sapeva utilizzare ingredienti particolari.

Sperò solo che la sua memoria non la stesse tradendo.

Il problema era che il libro non sapeva dove fosse.

“Ci serve il libro” disse, guardando Jareth “Sai dove si trova?”

Jareth annuì “Seguitemi”

Lasciarono lì la statua della madre dei Dalton, anche perché pesava troppo per poterla trasportare, dirigendosi verso l’uscita dell’abitazione.

“Amy!” una voce, non tanto distante, attirò la sua attenzione.
Evelyn stava andando verso di lei, il respiro affannato.

“Evy!” Amy subito accorse in suo aiuto, seguita dai fratelli di lei.

Joe le fu subito accanto “Pulce, che hai?” domandò “Che ti succede?”

“L-Luke” disse con un filo di voce la bionda “Vuole portarmi via, vuole andarsene”

Amy si scambiò uno sguardo con Sherlock che, a sua volta, guardò Jareth ed insieme si allontanarono.

“Joe...Joe, ti prego non voglio andarmene”

“Non accadrà” Joe la strinse “E Lucky Luke pagherà per questo”

“Joe…” Joe guardò la sorella “L-Luke...A-aiutami” ma non riuscì a finire la frase che i suoi occhi si chiusero e perse i sensi.

  
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