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Autore: Dreamer In Love    21/12/2021    1 recensioni
| Whole Cake Island Arc |
"[...] le pentole erano abbandonate incrostate nel lavabo e la dispensa era vuota, razziata da quel beota del capitano che aveva voluto preparare il pranzo ai suoi nakama, il quale si era rivelato essere una poltiglia mortale.
Era stato l'inizio dei loro guai e Nami corrugò ancor di più le sopracciglia: alla fine, era sempre colpa di Rufy.
[...] Stavolta era poco incline a passarci sopra, a perdonarlo, soprattutto perché l’immagine della pomiciata con Reiju continuava a presentarsi davanti ai suoi occhi.
Davvero. Fastidioso."
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo vale quanto il primo
 
La porta fu spalancata. La luce che filtrava dagli oblò illuminava una cambusa caotica e sporca: le pentole erano abbandonate incrostate nel lavabo e la dispensa era vuota, razziata da quel beota del capitano che aveva voluto preparare il pranzo ai suoi nakama, il quale si era rivelato essere una poltiglia mortale.
Era stato l'inizio dei loro guai e la donna corrugò ancor di più le sopracciglia: alla fine, era sempre colpa di Rufy.
Si ripromise di dare una sistemata alla cucina prima dello sbarco perché, se l'avesse trovata in quello stato al suo ritorno, Sanji ne sarebbe stato furibondo.
Guardò di sbieco il ragazzo che dietro di lei continuava a parlare con fare euforico.
Non solo si era avvelenato mangiando la pelle di un Pesce-pietra corazzato del Mare caldo-caldo, come aveva  rivelato loro la sorella di Sanji, ma avevano rischiato di ingaggiare battaglia contro la Germa 66. Le conseguenze sarebbero potute essere disastrose.
E invece lui era lì tranquillo, sollevato per lo scampato pericolo e con l’unico pensiero di riempirsi la stomaco.
Dovette resistere alla tentazione di picchiarlo.
- Che fame! -, stava dicendo Monkey D. Rufy con le braccia al cielo. - Davvero mi hai tenuto da parte del pesce? Me lo cucinerai tu, vero Nami? -
La ragazza dai capelli ramati non lo degnò di uno sguardo, aprì il lucchetto del frigorifero e ne estrasse un vassoio ricolmo di filetti. Lo portò verso il piano di lavoro e cominciò ad armeggiare con le pentole.
Il capitano, intanto, acciuffò un piatto dalla dispensa e sbirciò fuori dall'oblò i compagni che stavano preparando la nave per lo sbarco a Totland. Rise in quel suo modo chiassoso e spensierato.
- Chopper e Carrot si sono ingarbugliati nelle corde. -
Si accomodò poi a tavola, pronto a rimpinzarsi.
- Ho una gran voglia di carne arrosto. Appena recupereremo Sanji, gli chiederò di prepararlo. Anche tu sei brava, certo, ma Sanji è Sanji. -
- Sempre che vorrà ancora parlare con te. -, sbottò a quel punto Nami, rigirando il pesce con un'espressione piccata rivolta alla padella.
Rufy si corrucciò e la guardò confuso.
- Perché mai non dovrebbe parlarmi? -
I poveri filetti cominciarono a essere maltrattati con la forchetta.
- Beh, hai baciato Reiju. -, gli disse con ovvietà, non mancando una punta di amaro sarcasmo che però passò inosservata alle orecchie del capitano.
Come volevasi dimostrare, lui ridacchiò e sventolò una mano davanti al viso, divertito. Sembrava un bambino che aveva appena sentito una parola proibita.
- Non me lo ricordo nemmeno. Ero svenuto. -
Al limite della sopportazione, la navigatrice si degnò finalmente di alzare lo sguardo e incontrare le sue iridi scure.
- Un bacio rimane un bacio al di là del motivo per cui è stato dato. -
Rufy corrugò la fronte e si grattò confuso la testa.
Ovviamente quel cretino non capiva: non capiva mai un accidenti di nulla, nemmeno per sbaglio.
Una piccolissima parte di Nami era grata alla Germa 66 per essere intervenuta ed aver salvato il loro capitano ma assistere a quello scambio di saliva era stato davvero fastidioso. 
- Per di più all'amata sorella di Sanji. -, continuò, nella speranza che cogliesse il significato delle sue parole.
- Non sapevamo nemmeno ne avesse una. -, commento lui.
- Non cambia che sia sangue del suo sangue. -
- Mi ha salvato la vita. -
- È una donna, Rufy. -, concluse, ignorando le sue giustificazioni. - Sanji ne sarà sconvolto. -
A quell'ultima frase, il nakama strabuzzò gli occhi, finalmente consapevole.
- Ah! Ho baciato una donna. -
Lei annuì.
- E per giunta la sorella di Sanji, sangue del suo sangue. -
- Te l'ho detto. -, convenne Nami contenta che si fosse reso conto della gravità della situazione.
- Sarà furibondo. -, sbottò il capitano prendendosi la testa tra le mani.
- Non vorrà cucinarti più nulla. -, rincarò la dose la navigatrice.
Intanto nella stanza si era diffuso un piacevole e dolce odore. Spadellò il pesce e lo servì al ragazzo.
Questo, disperato, si fiondò sul cibo piagnucolando la sua sfortuna.
- Come farò a sopravvivere? Ci penserai tu, vero, a farmi da mangiare? -
La ragazza si sedette accanto a lui al lungo tavolo e, con un'espressione leggermente schifata, lo guardò trangugiare il cibo. Stava sputacchiando briciole ovunque.
Gli passo un tovagliolo e gli versò da bere.
- Scordatelo. Non sono una badante. Essere la tua navigatrice è già abbastanza impegnativo. -
Rimpinzò il piatto di Rufy con altro pesce.
- Sei cattiva. -, cantilenò lui, addentando l'ennesimo filetto. - Non hai nemmeno un po' di pietà per me? -, domandò ancora il capitano, sbattendo le palpebre supplicante in direzione di Nami.
La ragazza alzò un sopracciglio e produsse uno sbuffo ironico.
E di lei nessuno aveva pietà?
Rischiava ogni giorno la vita per assecondare il suo folle sogno; senza contra la tachicardia e la preoccupazione che la coglievano quando Rufy era lì-lì per lasciarci le penne o metteva lei e il resto della ciurma in situazioni di pericolo.
Quel giorno era già successo due volte e, davvero, ne era esausta.
Ogni volta Nami doveva rimediare agli errori del capitano e mai che ci guadagnasse qualcosa.
Stavolta era poco incline a passarci sopra, a perdonarlo, soprattutto perché l’immagine della pomiciata con Reiju continuava a presentarsi davanti ai suoi occhi.
Davvero. Fastidioso.
Diamine, probabilmente era stato pure il primo bacio di quel troglodita.
A meno che… Un guizzo furbo attraversò le iridi nocciola.
Appoggiando il mento sul palmo della mano, si mise a fissare Rufy, pensierosa.
- Che cosa c'è? -
- Beh. -, cominciò con noncuranza. - Una soluzione ci sarebbe. -
Le pupille del nakama si allargarono dalla meraviglia, rendendo i suoi occhi ancora più scuri.
- E sarebbe? -
Nami aprì bocca per parlare. Poi, scosse la testa e si rimise dritta.
- No, nulla. -
Il capitano si mosse agitato sulla sedia.
- Ti prego Nami. Dimmelo. Ti cedo la mia paghetta del prossimo mese. -
La rossa arricciò le labbra.
- Due mesi. -
- Va bene ma dimmelo. -
Sulla bocca della ramata passò un sorrisino vittorioso.
Abboccato.
- Devi restituire il bacio. -
Il viso di Rufy s’illuminò per un secondo, contento che finalmente la sua navigatrice avesse deciso di collaborare. Poi, si accigliò.
- Come faccio a restituire il bacio? -
- Dovrai dare a Reiju un altro bacio. -
- Ma così diventano due baci. -
- Il secondo bacio è un reso. Invece, se né dai tre diventano due. -
Lui si grattò la nuca, confuso.
- Sanji e Franky non mi hanno mai detto questa cosa. -
Nami si rabbuiò.
- Non ti fidi di me? -
- Certo che mi fido! -, protestò subito Rufy.
Per dimostrarle le sue parole, era già pronto a fiondarsi sul parapetto per avvisare la ciurma di preparare un Coup De Burts.
- Dobbiamo raggiungere la nave della Germa 66 prima che arrivi a Totland. -, affermò sicuro.
La navigatrice lo trattenne per il braccio.
- C'è un problema. -
Il capitano la fissò, esasperato.
- Che cosa, ancora? -
- Sanji si arrabbierebbe ancor di più se baciassi una seconda volta sua sorella. -, gli disse lei con ovvietà.
- Quindi il secondo bacio vale quando il primo bacio. -
- No perché è un reso, ma è comunque un bacio. -
Rufy rimase per un attimo paralizzato, come a riflettere. Poi, si accasciò nuovamente sulla sedia accanto a lei.
- Sono spacciato. Sanji non mi cucinerà mai più i suoi manicaretti. -
- Dovresti chiedere a qualcuno di farlo al posto tuo. -
Il capitano si voltò di scatto verso la ragazza.
- Questa sì che è un'idea. -
- Chi potrebbe aiutarti? -
Lui si portò un dito sul mento, parlottando tra sé.
- Pedro è fuori discussione; Brook men che meno. Forse Chopper ma siamo punto a capo… -
Nami si ravvivò i capelli, pettinandoli con le dita e aspettando paziente che Monkey D. Rufy giungesse alla soluzione più ovvia.
Infatti, dopo aver passato al vaglio l'intera ciurma, si era ora girato con le palpebre sbarrate verso di lei.
- Nami! Dovresti farlo tu. Sanji non si arrabbierebbe mai con te. -
Le prese le mani e si avvicinò al suo viso per supplicare, sfoderando gli occhioni scuri e la cantilena asfissiante.
- Ti prego, non dirmi di no. Ti do la paghetta per il resto dell'anno e prometto di fare le pulizie senza lamentarmi per i prossimi mesi. Ti darò retta quando mi dirai di non fare una cosa e, se sarai stanca, ti farò un massaggio alla schiena… -.
La ramata trattenne a stento il ghigno che voleva nascere sulle sue labbra.
Con teatralità, produsse un sospiro esasperato e alzò gli occhi al cielo.
- Va bene. Va bene. -
Il capitano si bloccò, guardandola ancor più sognante.
- Davvero? -
- Sì, certo. -
Alleggerito, Rufy lanciò le braccia al cielo con un urlo vittorioso.
- Rufy? -
Il suono del suo nome interruppe i festeggiamenti. Tornò a guardare la navigatrice.
- Mm? -
- Dovrai sdebitarti. Mi ricorderò di ogni singola promessa che mi hai fatto. -
Lui piegò un braccio e mostrò il bicipite, disinvolto e contento.
- Non c'è problema. -
Le rivolse, poi, un ampio sorriso.
Lei ricambiò appena, quasi distratta. Stava per toccare il fondo.
- Mi devi ancora dare il bacio da restituire a Reiju. -, gli ricordo con ovvietà.
Rufy piegò la testa a destra, colto alla sprovvista da quelle parole, come se non ne avesse capito il significato. Parve valutarle attentamente. Poi, cominciò ad annuire, convinto del loro senso.
- Certo, è vero. Me ne ero scordato. -
Prese il viso di Nami tra le grandi e calde mani e le lasciò un bacio delicato sulle labbra.
- Così va bene? -, le chiese, dubbioso.
Lei, sfacciata come non mai, scosse la testa.
- Ci va anche la lingua. -
Rufy piegò la testa a sinistra, aggrottando le sopracciglia.
Che sospettasse di essere stato imbrogliato?
Nami sperava nella sua rinomata idiozia.
Infatti, con un'alzata di spalle, la assecondò.
Non ebbe nemmeno un secondo di esitazione e fu forse quello a lasciare la ragazza spiazzata. Dopo il tocco delle labbra, la lingua del capitano penetrò la sua bocca, saggiandola vorace e con quella sua disinvoltura che aveva sempre avuto il potere di abbattere le difese di Nami e che l'aveva fatta innamorare.
Quando si staccò da lei, le rivolse un sorriso incontaminato.
- Grazie Nami. Pensaci tu allora. Vado ad aiutare gli altri. -, e uscì dalla stanza, sollevato e rimpinzato.
La navigatrice, invece, si accasciò sul tavolo, rossa come un peperone.
Era stata patetica ma ne era valsa davvero la pena.
 



Angolo dell'autrice...
mi era mancato da matti scrivere di loro. Spero che questa storiella leggera e simpatica vi sia gradita. Ho cercato di rimanere più IC possibile ed è una ff facilmente inseribile nel canon. Forse non è originalissima ma, insomma, è un'ideuzza così. 
Fatemi sapere che ne pensate, 
Dreamer In Love
  
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