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Autore: Chiara PuroLuce    22/12/2021    2 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Che strani sono questi umani. Sì, umani. Sono campioni nel complicarsi la vita, eppure è così semplice, voi non trovate?
Dormi, ti alzi, mangi, fai i tuoi bisognini, giochi, mangi, dormi e ricominci da capo. Ah, dimenticavo, io sono Kohana e oggi abbaio io. Lo so, non vi aspettavate che parlassi, ma io capisco tutto e mi diverto a vedere i miei due padroncini incasinarsi la vita. Sono due impiastri, parola mia.

 
«Quella ragazzina mi farà uscire di testa!» Urlò Clifford tirando un pugno al muro della stanza. «Kohana, beata te che sei un cane e di questi problemi non ne hai.»

Dici a me? Guarda, simpatico sei simpatico – anche perché mi hai portata via dal canile e solo per quello sei il mio idolo – ma anche io sono gelosa di Boss, il Maremmano di Sandy che non mi vede nemmeno, ma non distruggo niente, io. E poi, andiamo su, a volte sei proprio stupido.
 
«Diaz» gracchiò «Susie preferisce davvero quel bellimbusto argentino a me?» Si lamentò ancora. «E prima mi dice che mi ama, mi bacia, mi fa desiderare di più e poi flirta con lui, davanti a me. Col cavolo che la lascio andare in Argentina. Tu sei d’accordo con me, vero?»

Capo, sei più confuso di tuo nonno quando scende in città con una ciabatta e una scarpa ai piedi. Sei proprio un imbranato. Ma davvero vuoi sprecare la domenica a parlare con me? Ti avviso che io voglio dormire. E ora te lo faccio capire, guarda qua.
 
«Che fai, sbadigli? Sei più dormigliona di un gatto e dire che in canile dicevano che eri sì docile, ma anche vivace.»

Ho sonnooooooo! Il bimbetto che mi sfianca durante il giorno, Susie che continua a parlarmi di te e dei suoi piani per farti cedere… e ora ti ci metti pure tu con la tua gelosia. Sono una cagnolona io, lo sapete, vero?
 
«Cliff! Vado a salvare Steff da Eno e poi… ah, ecco dov’eri tesorina mia. Mi tradisci con lui? Eh, come ti capisco» poi Susie si abbassò e le buttò le braccia al collo, stringendola in un dolce abbraccio mentre lei scodinzolava a più non posso.

Mi piacciono gli abbracci della mia padroncina e anche a Cliff. Come lo so? Perché quando lei lo stringe forte, lui diventa tutto rosso e lo vedo sorridere come uno scemo. Peccato che se lei lo guarda di nuovo, lui fa finta che non gli sia piaciuto.
 
«Dove sono finiti gli altri tuoi compagni di stanza?»

«Hanno detto che volevano rilassarsi in piscina e Sandy sarà con gli altri da basso, non ne ho idea.»

«Sì, l’ho visto poco fa intento a ridere di qualcosa con Bob e Danny. Volevo solo avvisarti che Eno preferisce stare qua. Io esco per un po’.»

«Esci? Da sola? E non hai paura di incrociare ancora tua zia?»

«No, non ho mai avuto paura di lei e no, non sarò da sola.»

«E certo, non ha perso tempo, vero? Ti accompagna lui.»

«Lui, chi? Ah, ti riferisci a Juan. No, ma potrei chiederglielo a questo punto. Dopotutto devo solo passare in biblioteca a restituire due libri che mi ero dimenticata di riportare e così ne posso approfittare per conoscerlo un po’ meglio. Sai, Cliffy, mi hai dato proprio una bella idea, grazie.»

«Ma grazie di cosa, tu sei tutta matta. Quell’essere è pericoloso, lo capisci o no? Per lui saresti solo un’altra tizia da aggiungere alla sua già ampia collezione, ne sono sicuro. Ha capito che mi interessi e…»

«Cos… co… ridillo.»

«Cosa? Che quello lì è pericoloso? Sì, lo è e non cambio idea.» Finse lui, rosso in viso.
 
«No, scemo, l’ultima frase che stavi dicendo e poi hai interrotto… dilla di nuovo.»

«Devi farti controllare l’udito, mia cara ragazzina, perché non ho detto nulla.»

«Ho un udito perfetto, io. Finisci la frase e ti lascio in pace. Ha capito che mi interessi e… e cosa, Cliffy?» Insistette Susie avvicinandosi a lui.

«E niente, punto. Ti sogni le cose tu. Ma… hai detto biblioteca? È aperta oggi? No, cavoli, certo che no… è domenica, oggi. Potevi trovare una scusa migliore per avere un incontro clandestino con il riccioluto» sentenziò il difensore, allontanandosi.

«Che coooosaaa?»

Oh, no, ci risiamo. E rieccoli che litigano.
 
«Oddio, Cliffy, sei patetico.»

«Io? Io, patetico, iooo? E tu allora? Tu che accetti le avance di quel… quel… Mi sorprende che non gli sei ancora saltata addosso.»

Kohana, ora tocca a te o non la smettono più e tu vuoi dormireeee. Tutto io devo fare, tutto io.
 
«Ah, è così che la metti? Bene, allora adesso lo raggiungo e gli propongo un appuntamento. Di sicuro lui sarà felice di farsi vedere con me e non gli darà certo fastidio se gli starò addosso.»

«Sei ancora qua?» Le rispose lui con gli occhi fiammeggianti di rabbia.

Oh, Susie sta uscendo… adesso, se io mi metto un po’ qua e le blocco la strada…
 
«Kohana, spostati per favore, ho fretta.»

Non ci penso neanche. Adesso un po’ dietro e ancora davanti…
 
«Non ho tempo per giocare con te. Spostati, fa la brava» tentò ancora lei riuscendo a guadagnare l’uscita a fatica.

Ecco, brava, avvicinati alle scale che io ti saltello intorno e non passi.
 
«Che poi io dico, cosa ci trovi in lui? È vuoto. È falso!» Le urlò dietro lui, raggiungendola.

Ohhh… finalmente ti sei mosso padroncino. Giro attorno anche a lui…
 
«È sincero, invece» rispose lei e poi quando lo vide sbuffare continuò «almeno lui non finge di non tenere a me per poi farmi una scenata di gelosia gratuita se mi avvicino a un altro ragazzo che mi calcola di più.»

«Scenata di gelosia? Io? Non ne ho mai fatta una e mai la farò. Non credere che inizi proprio ora, con te. Kohana, ferma!»

Ma non ci penso neanche, anzi…
 
«E questa che cos’è allora, è?»

«Sono solo preoccupato per te. Sei troppo ingenua per uno così.»

«Cooome? Ripetilo sei hai il coraggio» gli disse sfidandolo con lo sguardo e puntandogli il dito addosso.

«Sei una ragazzina ingenua» sibilò lui avvicinandosi e facendola arretrare un poco.

Gira di qua, gira di là… e Kohana si divertirà. Ancora un po’ più indietro… brava, così…
 
«Sai che ti dico? Basta. Sono stanca. Sono veramente stanca di tutto questo. Non mi vuoi? E va bene, l’ho capito, d’ora in poi ti girerò alla larga.»

«Bene, brava, era ora che lo capissi. Ce ne hai messo di tempo» ribatté lui senza staccarle gli occhi di dosso.

Destra, sinistra, in mezzo, destra, sinistra, in mezzo, destra, sinistra, in mezzo e… oplà!
 
«Kohana, no, ferma, ehi. Ferm… aaarrrggghhh!»

Ops. Mi spiace padroncina, ma era necessario. Forse non dovevo spingerla così forte con le zampe. Ora mi siedo qui e guardo se serve ancora il mio aiuto. Sono stata brava. Mi merito un biscotto. Woff.
 
«Susie, oh, mio…»
 
 


 
Oh, no. No, no, no, no, no. Doveva bloccarla e subito anche. Cliff si lanciò in avanti, nello stesso momento in cui Susie perse l’equilibrio dopo l’assalto di Kohana e l’afferrò per un braccio, mentre con l’altro si aggrappava al corrimano delle scale… o così credeva. Che diamine…

 
«Woff. Woff. Woff.»

L’improvviso abbaiare di Kohana gli fece perdere la presa dallo spavento e si ritrovò a ruzzolare con Susie dalle scale. Doveva proteggerla. D’istinto tirò il braccio di Susie verso di sé più che poté e si portò dietro di lei. Lui poteva sentire i colpi dei gradini sulla schiena durante la caduta, ma almeno Susie era al sicuro appoggiata con la schiena al suo petto e… e poi tutto finì. Con un ultimo colpo al sedere e alla schiena, atterrò sul pavimento davanti le scale e si ritrovò semi sdraiato contro il muro che separava la sala da pranzo dalla cucina.
 
«Ahia, che male» si lamentò non appena ebbe rilasciato l’aria data dal colpo ricevuto dal corpo di Susie contro le sue parti basse.

«Che… che è successo?» Chiese lei aprendo gli occhi a fatica e cercando di capire dove fosse.

«Diciamo che siamo volati insieme dalle scale. Stai bene?» Le chiese poi con voce preoccupata, scostandola da sé e fissandola negli occhi.

Occhi ancora più belli visti così da vicino. E vicini lo erano davvero, visto che Susie era ancora sdraiata su di lui e il suo braccio la circondava.
 
«Io? Io… sì. Tu, piuttosto, sei…»

«Tutto intero, grazie. Starei meglio se solo togliessi la tua mano da… lì, ecco.»

«Cosa… oh, oh, caz… em, sì, sì, subito. Ecco, fatto» gli disse poi scostandola di getto e arrossendo vistosamente. «Mi… oddio, che imbarazzo. Mi dispiace, davvero, io non volevo e…»

Cliff dovette schiarirsi la voce più volte prima di rispondere. Dio, era arrossito come uno scolaretto alla prima cotta e lei… anche. Bene.
 
«Scusami tu» le rispose, poi, quando la vide fissarlo con aria smarrita, si affrettò a specificare «per prima. Ho detto cose che non pensavo. Credevo che tu stessi meglio lontana da me e che se avessi fatto in modo di allontanarti tu… e invece no. È troppo tardi.»

«Troppo tardi per co…»

Ma lui non le diede il tempo di finire la frase perché con la mano libera le sfiorò il volto, le passò il pollice sulle labbra, le prese il mento e la guidò verso la sua bocca che calò – dapprima dolcemente e poi con passione sempre più crescente – su quella di Susie.
Labbra così morbide e calde, che gli fecero perdere il senno e approfondì il bacio. Saccheggiò la bocca di Susie con maestria e la sentì gemere dal desiderio mentre gli circondava il collo con le braccia e si stringeva ancora di più a lui. Cliff la stinse con tutta la sua forza e lei non diede cenno di volersi spostare da lì. Stava… piangendo? Interruppe il bacio per un attimo e si accorse che Susie aveva le guance bagnate di lacrime e le labbra gonfie. Era bellissima. Gliele baciò e lei tentò di sorridere, imbarazzata. Cliff appoggiò la fronte alla sua e stette così per un tempo indefinito.

 
«Sono felice» sussurrò lei «tanto felice. Davvero. Piango perché sono felice. Insomma, guardami. Poco fa litigavo con te, poi ti sono praticamente caduta addosso, a momenti ti riduco a essere uno del coro delle voci bianche e ora…»

«Come vedi, ti ho baciata.»

«S… sì, vedo e… wow» gli rispose lei ancora visibilmente scossa da quell’assalto insperato.

«Sì, wow. Hai detto che tu non l’avresti più fatto fino a che non fossi stato io a fare la prima mossa e bè… l’ho fatta.»

«Sì, l’hai fatta» ribadì il concetto lei.

«Ti amo» le confessò.

E… ehi, un momento, cosa? E questa da dove gli era uscita? Cazzo, l’amava davvero. Tutti quegli anni passati a tenerla a distanza, erano in realtà il preludio a quello. L’amava e non se ne era mai accorto fino a… fino a quando si era trasferita di fronte a casa sua e lui l’aveva conosciuta veramente.
 
«Ti amo» ripeté visto che il silenzio di Susie si prolungava in modo preoccupante. «Adesso non sembri più felice. Pensavo che almeno ne fossi contenta, dopo tutto il tormento che mi hai dato.»

«Sono… scioccata. Sono… sconvolta. Sono… all’ottavo cielo dalla gioia» lo interruppe con un filo di voce mentre riprendeva a piangere. «Non si vede, ma lo sono.»

Cliff tirò un sospiro di sollievo e le sorrise. Non si era reso conto di essere in ansia fino a che Susie gli aveva risposto.
 
«Quindi ora che si fa… ce ne restiamo qua per terra tutto il giorno a sbaciucchiarci o – dopo avere sgridato o lodato Kohana, devo ancora decidere – ce ne andiamo da qualche parte noi due soli? Abbiamo tante cose da dirci e da chiarire» propose.

«Sei sicuro di stare bene davvero e di non avere sbattuto la testa?» domandò lei tastandogliela con una mano. «Sai, dopo anni passati a essere presa a male parole da te e mesi passati a cercare di farti ammettere di amarmi… non riesco a crederci. Merito una spiegazione, non trovi?»

«Sì, ma non ora, ragazzina. Ora voglio fare questo.»

E poi tornò a baciarla con foga e passione e lei gli rispose in egual misura.
 
 


 
Finalmente. Era forse un sogno? Cliff la stava baciando e le aveva detto di amarla. Doveva essere per forza un sogno. Era geloso di lei. La stava stringendo come se ne andasse della sua stessa vita e avesse paura che lei potesse scappare. Non sarebbe mai accaduto. Aveva tanto lottato per quello che…

 
«Diamine che botto. Ma cos’è stato?» La voce allarmata di Patty, la raggiunse da lontano.

«Sbaglio o qualcuno ha urlato?» Ci mancava solo Amy.

«Speriamo non sia successo nulla di grave» e Jenny.

«Ricordava molto uno schianto. Deve essere caduto qualcosa di grosso, ragazze. Ma dove?» Ed ecco anche Eve.

«Proveniva dal salone e… oh, oh, ops. Io direi piuttosto… qualcuno. E sì, grosso assai e doppio per giunta» Maki non si smentiva mai, diretta come sempre. «Disturbiamo, per caso? Oh, ciao Kohana, ci sei anche tu?» Aggiunse infine rivolta alla loro Shiba Inu.

«Woff, woff, woff» rispose quella.

Sogno finito. Baci finiti. Susie guardò un Cliff visibilmente imbarazzato e ancora avvinghiato a lei per terra e gli fece l’occhiolino come a dirgli “possiamo farcela” e lui le sorrise in risposta.
 
«Ciao ragazze. Ma non dovevate essere fuori?» Chiese girandosi a guardarle.

«Em… sì, ma questa cosa è decisamente più interessante di una qualsiasi mezza giornata di libertà. Vedo che avete fatto pace, eccome se l’avete fatta. Abbiamo interrotto un inizio di giochetto sconcio?»

«Maki dai, non metterli in imbarazzo ancora di più» la bloccò Patty, ma poi aggiunse «giochetto sconcio in luogo pubblico, che coraggio. Posso farvi una foto da spedire a Vanesia? Siete così carini.»

«Pattyyyyy!» urlarono all’unisono lei e Cliff.

E loro, le sue amiche e guardone sadiche, iniziarono a ridere di gusto mentre Cliff la fece scostare un poco per potersi alzare e porgerle la mano che lei prese.
 
«Oh, no, ma che peccato. Rimettetevi giù o la foto non riesce come dovrebbe» incalzò ancora l’amica col cellulare già in mano.

«E va bene, vi state divertendo, ci sta, ma niente foto» sentenziò con voce perentoria Cliff. «E prima che ce lo chiediate… Kohana ha fatto perdere l’equilibrio a Susie che stava cadendo dalle scale, io ho fatto per frenarla, ma sono caduto a mia volta e…»

«Sei caduto sì, si vede, ma sulle sue labbra» intervenne una Amy divertita e un po’ pallida quel giorno. «Una scena da film iper romantico. L’eroe che salva la protagonista da una brutta caduta e lei che lo ricompensa con un lungo bacio» disse infine con un sospiro.

«Seguono corteggiamento casuale, tira e molla, dichiarazione, imprevisto, seconda dichiarazione e vissero tutti felici e contenti con tanto di musichetta svenevole e sorrisi così ampi che ci passerebbe persino un transatlantico. Il tutto strizzato in un’ora e mezza – con così tanti sdolcinati occhioni a cuore sbattuti ripetutamente da causare un tifone e frasi fatte – che la visione è sconsigliata ai diabetici» concluse Patty facendo ridere tutti e sbuffare Amy.

«Sei impossibile.»

«Io? Ma se sono tutti fatti con lo stampino e se lo so è perché tu li guardi a tutte le ore quando sei in casa. Ogni tanto riesco a infilarci un bel horror serale, ma tu scappi sempre… fifona.» rimbottò la capo manager.

Susie continuava a chiedersi come avessero fatto tutti, a non capire l’amicizia che c’era tra quelle due e che durava da più di un decennio. Era palese. Ripensò alle volte che le aveva viste incrociarsi alle partite, negli anni, ma non trovò nulla di anomalo nell’atteggiamento scostante di Patty e nel defilarsi di Amy. Oh, come avevano saputo fingere bene. Nemiche in pubblico e amiche per la pelle in privato. Guardò Cliff e, a giudicare dal suo sguardo rivolto alle due amiche, capì che se lo stava chiedendo anche lui.
 
«Che succede? Ho sentito un tremendo botto venire da qua dentro.»

Oh, oh, ecco il suo corteggiatore argentino.
 
«A parte che siamo caduti dalle scale più di cinque minuti fa e hai dei tempi di reazione lunghissimi – per lo meno fuori dal campo – ma ti informo che, finalmente, tu…» iniziò Cliff, ma lei lo interruppe.

«Cliff, Cliff… tu parli troppo, lo sai?»

«Oh, andiamo Susie, lasciami prendere questa piccola grande soddisfazione.»

«No, Cliff e sai perché?» E quando lui negò, lei specificò «Perché è meglio che lo veda con i suoi occhi» gli disse facendogli l’occhiolino.

Dopo di che, gli prese il viso tra le mani, lo tirò leggermente verso di sé e, alzatasi sulle punte, premette le labbra sulle sue.
 
 


 
Evvivaaaa! Non so cosa stiano facendo quei due, ma non è la prima volta che si incollano così. Qui stanno urlando di gioia e lo faccio anch’io perché deve essere una cosa bella bella.

 
«Woff, woff, woff!»
 
«Oh, ma andiamo Susie… davvero? Yuma? Sei seria?»

Questo tizio continua a non piacermi.
 
«Serissima» gli risponde la mia padroncina «lo amo. Sì, Juan, lo amo, hai sentito bene. È inutile che mi guardi così. Sono lusingata di essere stata corteggiata da te, anche se brevemente, ma non è mai stata mia intenzione guardare altrove. Volevo solo farlo ingelosire un po’ e mi vergogno di questo, ma ha funzionato. Ho scelto Cliff due anni fa e continuerei a sceglierlo sempre.»

«Dio, quanto ti amo!» Le disse Cliff prima di riprendere a baciarla incurante di quanti fossero loro intorno.

Tiè, prendi e porta a casa. Woff. Sono così felice che adesso corro per la stanza e poi intorno ai miei padroncini ancora appiccicati, almeno possono tornare a respirare e a coccolarmi. Qualche bella zampata e… sì, ci sono anch’io. Ciao.
Kohana continuò fino a che le diedero retta e allora – solo allora – si buttò per terra e si mise a pancia in su scodinzolando a più non posso. Susie subito la raggiunse per grattargliela, facendole mille complimenti.

 
«Kohana, meriteresti una piccola punizione per quello che hai fatto, ma…»

«Oh, no, Cliffy» lo bloccò Susie «non puoi pensarlo davvero.»

«Lasciami finire. Dicevo. Ma… dopotutto è grazie a te se ci siamo chiariti e quindi… che ne diresti di venire con noi al parco e di una dose extra di pappa e coccole, stasera?»

Dico che da adesso sei il mio padroncino preferito. Meriti un bacino. Tò.
 
«Ok, ok, ho capito ahahah. Ho capito che sei d’accordo, basta ora però» le disse Cliff grattandole dietro le orecchie, dopo che lei le era saltata addosso per dimostrargli tutta la sua gioia con leccatine.

«Mh, dite che devo essere gelosa della mia pelosotta?» Chiese Susie alle sue amiche una volta raggiunte.

«Nooooooo… o si?» Le rispose Patty facendo ridere tutte.

«Secondo voi ha capito cosa le ho detto? A volte mi sembra quasi umana, ha uno sguardo così intelligente» s’intromise Cliff.

Ma certo che capisco tutto, capo, per chi mi hai preso. Io protesto!
 
«Woff woooff woff!»

«Ok, ok, scusa se ho dubitato di te» le rispose ridendo Cliff.

«Secondo me ha capito che avrà più pappa» intervenne Maki e poi, all’ennesimo abbaio di Kohana, aggiunse «appunto. Ci volevi tu perchè questi due si svegliassero, vero bellezza? Bravissima. Stasera controllerò che davvero te ne diano di più di pappa, ok? Altrimenti lo faccio io.»

Pappa, pappa, pappa. Gnammm. Adesso mi alzo e saltello qua e là dalla felicità.
 
«Ehi, Juan, sbaglio o ti stanno chiamando da fuori?» Chiese poi Cliff all’argentino fino ad allora ridotto al silenzio.

«Ok, messaggio recepito. Se sei felice con lui… ti faccio i miei auguri» disse Juan a Susie e poi rivolto a Cliff aggiunse «Yuma, sei proprio un bastardo fortunato. Ci vediamo stasera a cena, penso che oggi mi dedicherò a conoscere meglio questa cittadina con i miei amici» e se ne andò.

Ciao, ciao Woff, woff.
 
«Kohaaaaaaanaaaaaaa!»
 
No, Ennosuke no, non ora. Mi piace quel piccoletto, ma ora voglio la pappa, non voglio giocare e poi voglio dormire.
 
«Ah, eccoti sei q… ehi, cosa stanno facendo Susie e Cliff?»

«Eh? Oh, ecco… vieni con me che devi aiutarmi a radunare tutta la squadra originale, prima che si dividano in giro per Nankatzu, perché devo dare a tutti una grandiosa notizia» lo distrasse Amy, non appena vide i due amici di nuovo intenti ad amoreggiare. Poi lo prese per mano e lo portò via di corsa.

«Contegno, ragazzi, contegno. Ci sono bambini in giro, vediamo di preservargli un po’ di innocenza a quell’età» li riprese bonariamente Patty prima di seguire l’amica.

«Date tregua a quelle labbra e muovete quelle chiappe appresso a Amy, che qui credo stia succedendo qualcosa di più interessante dei vostri puccipucci, ok?» Ordinò loro Maki col suo solito essere diretta.
 
E poi mi date la pappa, vero? Padronciiiiniiii… ehi, sono ancora qua, mi vedete? No. Forse è meglio che vado con gli altri o qui digiuno, ma loro vengono con me. Mi avvicino piano piano a Susie e poi…
 
«Ahia, Kohana, ma che hai oggi?» Le disse Susie «Lasciami la gamba.»
 
Oh, quante storie. Ti ho solo tirato il pantalone.
 
«Sarà gelosa. Sai com’è protettiva nei tuoi confronti. Ha preso sul serio il suo ruolo di guardia del corpo» intervenne Clifford. «Vorrà averti tutta per lei.»

«Bè, ma dovrà imparare a dividermi con te, da oggi in poi. E ora, che ne diresti di un ultimo piccolo bacio prima di… ehi, ma insomma…»
 
Ho, detto, che, devi, venire, con, me. E muovitiiii. Tira, Kohana, tiraaa.
 
«Ok, Kohana, facci strada. Andiamo a sentire cos’ha da dire Amy a tutta la squadra» disse Cliff prima di prendere per mano Susie e raggiungere gli amici.
 
Ohhh, finalmente. Non mi piace mordere i pantaloni, sai? Sono duri e fanno schifo.
 
 


 
«Ehi, alla buon’ora, ma dove vi eravate cacciati» li accolse Bruce.

«Abbiamo avuto un… piccolo incidente con le scale, ma tranquilli, stiamo bene.»

«Tu starai bene, Susie, visto che mi sei praticamente caduta addosso, ma…»
 
«Oh, poco fa non sembrava dispiacerti» lo interruppe Patty.

«Ma...» ribadì Cliff fulminando l’amica con lo sguardo «io un certo dolorino alla schiena ce l’ho.»
 
«Oh, questa sì che è musica per le mie orecchie. Ma che bello potersi rendersi utile così, subito, appena arrivata» intervenne una voce che fece girare tutti i giapponesi verso l’ingresso. «Ma quanto testosterone abbiamo qua dentro, potrei svenire per la troppa eccitazione. Ciao, cari.»

«Vanesia? Ma che… non dovevamo vederci più in là noi due?» L’interrogò Patty.

 
Quel giorno la sua inquilina indossava una mise sportiva alla moda gialla e bianca e, stranamente, ai piedi portava le scarpe da ginnastica. Era ancora più bella e femminile del solito e, doveva ammetterlo, possedeva una grazia innata.

«Oh, sì, dolcezza, ma vedi sono successe due cose. La prima è che ho per un mese intero Tumaini con me» disse indicando con orgoglio un bimbetto di dieci anni, se ricordava bene, che si nascondeva dietro le sue gambe «è timido. E la seconda è che è arrivato un faldone per te e ha tutta l’aria di essere urgente, così te l’ho portato.»
 
Patty prese la pesante busta dalle mani di Vanesia, salutò il piccolo che subito catturò l’interesse di Eno e poi esortò Amy a parlare e quando lei, affiancata da un Julian stralunato e decisamente felice, urlò senza girarci attorno…

«Sono incinta!»
 
… si scatenò un putiferio di pura gioia ed emozione.  
   
 
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