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Autore: krystarka    22/12/2021    0 recensioni
Gli iscritti al club di Gobbiglie di Hogwarts portano avanti da anni una tradizione che a volte finisce per dilagare nel resto della scuola, coinvolgendo i personaggi più insospettabili...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Newt Scamandro, Nimphadora Tonks, Severus Piton, Theseus Scamander
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Incest | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 1


Le mani di Theseus scesero lentamente lungo le braccia di Newton, carezzevoli, e il ragazzo rabbrividì di anticipazione perché quello che stava succedendo era così eccitante che per un momento fu certo si trattasse solo di uno dei suoi sogni bagnati… invece stava accadendo davvero ed era dannatamente reale.
Quelle mani dalle lunghe dita risalirono lungo gli avambracci di Newton, poi una si avvolse intorno al suo collo, spingendolo ad avvicinare il viso a quello del fratello che lo fissava con occhi brucianti, carichi di desiderio.
A Newton quasi mancò il respiro quando si rese conto che stava per baciare suo fratello, lo stesso fratello che infestava i suoi deliri masturbatori da tutta la vita.
Le loro labbra si toccarono e poi la lingua di Theseus s’insinuò nella sua bocca e Newton sollevò le mani per aggrapparsi all’uomo, temendo che tutto potesse svanire da un momento all’altro.
 
“Questa roba è davvero bollente, Liz! Qui ti sei superata! L’incesto è erotico da morire e poi l’idea di usare delle persone famose e che erano giovani non troppo tempo fa… sei un genio! Insomma, abbiamo visto tutti le vecchie foto degli Scamander! Theseus era obbiettivamente un fusto, da ragazzo!” Trillò Tulip entusiasta della nuova storia che la sua amica Liz ‘Lizard’ Tuttle, di Serpeverde, aveva appena finito di scrivere.
Non che nessuno lo dicesse apertamente ma il motivo per cui il club di Gobbiglie aveva così tante iscritte, era di certo il fatto che avessero tutte una sfrenata passione per storiacce omoerotiche.
La tradizione era nata ben prima di Liz, ovviamente, e quando lei si era iscritta al club, al suo primo anno, non aveva ben capito che cosa avessero sempre da ridacchiare in un angolo le ragazze più grandi.
Era stato solo al quarto anno che qualcuna le aveva passato, quasi distrattamente, una delle pergamene sulle quali le ragazze sembravano sempre concentrare la loro attenzione.
All’inizio aveva letto la storia indecisa se esserne scandalizzata o affascinata ma quando aveva sentito che un’altra ragazza, una Corvonero del suo anno, Tulip Karasu, aveva una collezione di centinaia di storie, scritte da ragazze del club nel corso degli anni, non aveva resistito e l’aveva avvicinata per chiedergliele in prestito.
Tulip in realtà era entrata nel club perché sua madre, prima di lei, ne aveva fatto parte e, quando aveva scoperto della tradizione delle storie erotiche, era stata al suo terzo anno.
Da brava Corvonero si era accorta fin da subito che giravano molte pergamene ed era riuscita a metterci le mani sopra piuttosto in fretta, anche se in genere le ragazze più grandi preferivano condividere la cosa solo con studentesse almeno del quarto anno.
Una volta capito di che cosa si trattasse, aveva passato l’estate a scavare in ogni posto segreto e nascosto della sua casa sperando di trovare altre storie, perché si diceva che l’usanza fosse cominciata più di cent’anni prima, quindi le sembrava probabile che sua madre la conoscesse e, come ogni Corvonero che si rispetti, di certo da qualche parte doveva averne tenuto una traccia scritta.
Le sue ricerche erano state più che fruttuose e aveva trovato storie di ogni genere, rilegate in un pesante tomo dall’aria anonima, incantato in modo da sembrare un testo di Aritmanzia per chiunque non facesse parte del club di Gobbiglie.
Le era bastato leggerlo per rendersi conto che le storie non erano tutte del tempo di sua madre, così si chiese se anche sua nonna le avesse collezionate.
Forse un giorno, quando fosse stata più grande e avesse provato meno imbarazzo per la questione, avrebbe osato chiederlo a sua madre ma, nel frattempo, si era limitata a tenersi il libro e ad aggiungervi tutte le storie che erano state scritte in tempi più recenti e che giravano in quel periodo per la scuola.
Poiché la raccolta di storie era una specie di cimelio di famiglia, era facile capire come mai Tulip fosse stata così restia a prestarlo a una ragazza, Liz, che conosceva solo per aver giocato con lei nel club negli ultimi anni ma che non faceva nemmeno parte della sua Casa.
Liz non si era certo fermata al primo rifiuto che aveva ricevuto e aveva assillato Tulip per mesi, per leggere quel libro, mentre passava il resto del tempo a divorare tutte le altre storie che trovava in giro tra le ragazze del club.
Mentre chiedeva a tutte altro materiale da leggere, le era capitato di entrare in confidenza con una ragazza di Tassorosso, Penny Haywood.
Penny aveva sollevato l’interesse di Liz quando l’aveva vista disegnare, sul retro della pergamena di una delle storie, un’immagine dei due protagonisti che si baciavano.
Leggere le storie era stato divertente ma vedere su carta quello che fino a quel momento avevo solo immaginato, era stato un vero colpo di fulmine e Liz non aveva più smesso di assillare Penny perché disegnasse altre scene di tutte le sue storie preferite.
Furono i disegni di Penny, alla fine, ad attirare anche Tulip che, colpita come Liz dalla bravura della Tassorosso, cominciò a frequentare sempre più spesso le altre due e, alla fine, concesse a entrambe di leggere la sua collezione e addirittura di farne delle copie.
Prima della fine del loro quarto anno le tre erano diventate inseparabili, con gran fastidio di diversi studenti delle loro Case che trovavano davvero incredibile che una Serpeverde, una Corvonero e una Tassorosso volessero a tutti i costi frequentarsi così assiduamente, senza nessuna ragione apparente, anche al di fuori del club di Gobbiglie.
A loro importava poco di quello che dicevano gli altri però, perché erano troppo prese dalle loro fantasticherie. Il loro fanatismo non fece che peggiorare quando Liz decise di sentirsi pronta per scrivere storie sue, da aggiungere alle altre.
Tulip pensava che Liz avesse davvero del talento nello scrivere, così aveva insistito perché, contrariamente alle storie delle altre ragazze, quelle di Liz fossero sempre accompagnate da una copertina disegnata da Penny.
Ne fecero delle copie per tutti i membri del club a cui potevano interessare ma qualcuna doveva essere stata meno che discreta perché, prima della fine dell’anno scolastico, il numero di copie era diventato sempre più numeroso e non era insolito vedere capannelli di ragazze ridacchiare su pergamene che venivano nascoste sospettosamente in fretta, quando si avvicinava qualcuno estraneo ai vari gruppi.
Durante l’estate dopo il suo quarto anno, Liz aveva deciso che le servivano maggiori informazioni per scrivere storie coerenti, così si era impegnata a razziare il baule di suo fratello maggiore, che aveva appena finito Hogwarts, alla ricerca del materiale che era certa dovesse trovarsi da qualche parte, anche se ben nascosto alla vista dei genitori.
Suo fratello l’aveva sorpresa a rovistare e così lei, esasperata e anche imbarazzata ma non disposta a cedere, gli aveva detto che cosa voleva: le sue riviste porno.
Quando suo fratello, rosso come il fuoco, le aveva detto che non esisteva nulla del genere, lei gli aveva rivolto un sorriso sornione e, senza aggiungere altro, gli aveva messo in mano la pergamena contenente la sua ultima storia.
Sapeva che suo fratello era gay, anche se lui non glielo aveva mai detto, e sperava davvero che gli piacesse la sua storia e che decidesse di aiutarla.
Fosse come fosse, una settimana dopo Liz trovò nel suo baule di scuola diversi libri di Storia della Magia, la materia più noiosa di sempre, che le sembrarono più che sospetti e, dopo averli sfogliati, li rimise nel baule e cominciò a pensare a che cosa regalare a suo fratello per il compleanno, perché di certo si meritava qualcosa di grandioso.
Fin dai primi giorni del suo quinto anno le storie di Liz avevano preso a impazzare per la scuola e, da quando aveva cominciato a scrivere di persone note, e viventi in tempi recenti, con scene erotiche migliori e più accurate di tutte le storie precedenti, il numero di copie richieste era salito ancora.
 
“Perché limitarsi a persone famose quando potresti usare gli studenti della scuola?” Le chiese Tulip un pomeriggio di metà dicembre.
Liz sollevò gli occhi dal disegno che Penny stava eseguendo e considerò la domanda, poi rispose:
“Be’, se usiamo i ragazzi della scuola e loro se ne rendono conto… insomma, potrebbero arrabbiarsi, soprattutto se sono etero, e gli unici che sappiamo per certo essere gay sono Justin e Barnaby. Barnaby è carino, e magari mi verrebbe anche voglia di usarlo per una storia ma Justin è troppo magro per i miei gusti…”
Penny sollevò gli occhi dal disegno e corrugò la fronte:
“Non lo verrebbero a sapere. Potremmo migliorare gli incantesimi camuffanti che abbiamo adesso e aggiungerne altri che non permettano a nessuno di leggerle, a meno che non faccia parte del club. Tulip è un asso in Incantesimi.”
“Sì, credo di poterlo fare.” Ammise Tulip senza esitazioni, soprattutto perché la sua domanda era stata interessata fin dall’inizio.
Liz corrugò la fronte e poi disse seria:
“Voi chi usereste? Voglio dire, dovrebbero essere dei ragazzi popolari, qualcuno che piaccia alla maggioranza delle ragazze perché la storia interessi.”
“Charlie Weasley!” Rispose Tulip sottovoce ma con occhi supplici che fecero sbuffare le amiche, ben coscienti della cotta della ragazza per il bel Grifondoro.
Liz sollevò gli occhi al cielo e disse con voce falsamente seccata:
“Vuoi una storia personalizzata come regalo di Natale, per caso?”
Tulip sollevò le sopracciglia e le riabbassò un paio di volte, a indicare il suo entusiasmo, prima di rispondere:
“Di certo non me ne lamenterei!”
Penny, divertita, chiese:
“E con chi lo vorresti in coppia, il tuo bel Grifondoro?”
A quella domanda Tulip dovette pensarci un po’ perché non le veniva in mente nessuno che fosse adatto al ragazzo che le piaceva… insomma… osservò incerta Liz che rispose piccata:
“No. Non scriverò racconti etero o una storia d’amore tra te e lui! Se è solo quello, che t’interessa, allora vai a cercarlo e chiedigli un appuntamento!”
Tulip si sgonfiò immediatamente e accasciò le spalle ma accettò:
“Va bene, però voglio la storia con Charlie, dai, per favore Liz!” Poi osservò Penny e aggiunse: “E illustrazioni con lui nudo! E intendo davvero nudo, non i soliti disegni di baci a mezzo busto dove non si vede niente!”
Penny guardò il disegno a cui stava lavorando, che era in effetti di un bacio tra due ragazzi che terminava appena sotto le spalle.
“Tulip, non è che io abbia mai visto dei maschi nudi, sai?” Disse incerta e l’amica ribatté rapida:
“Copiali dalle riviste di Liz! Dai, so che lo puoi fare!”
Penny non sembrò molto sicura e alla fine sospirò:
“Potrei provare ma non garantisco che non sembrino esattamente come sulla rivista ma con una faccia posticcia… insomma, non assomiglierebbero poi molto a Charlie.”
Liz, con uno sguardo malizioso, propose:
“E se provassimo ad andare a spiare negli spogliatoi del Quidditch? Quando si allenano i Grifondoro? Qualcuna lo sa?”
Penny le diede uno scappellotto dietro la testa, infastidita:
“Non lo faremo! Non m’interessa quanto siete assatanate vuoi due ma io non intendo rischiare una punizione per questo, senza parlare di quanti punti potremmo perdere!”
Tulip, che si era lasciata trascinare per un momento dall’idea di Liz, sospirò affranta e concesse:
“Va bene lo stesso. Prova a copiare qualcosa dalle riviste di Liz, a me piacerà comunque.”
Penny la guardò e poi, dopo un momento di riflessione, disse:
“Ci penserò, ma non prometto niente, va bene?”
Liz ci pensò ancora per un attimo e poi aggiunse:
“Lo stesso vale per me. Non ti garantisco che avrai questa storia ma ci posso provare.”
 
“Non credo di aver capito bene, Penny, che cosa vuoi che faccia?” Chiese Tonks con faccia seriamente sconvolta.
“Vorrei che posassi per un disegno di nudo.”
“Ma… sei seria?” Chiese la ragazza del tutto presa in contropiede.
“Non intendo davvero tu! Vorrei che interpretassi un ragazzo… è per un regalo di Natale per un’amica. Lei ha una cotta per questo tipo ed io vorrei farle una sorpresa!”
Tonks sbatté gli occhi cercando di capire il punto:
“Vediamo se ho capito: tu vuoi che mi trasformi nel ragazzo che piace alla tua amica, così puoi ritrarlo nudo?”
Penny si spostò la pesante treccia di capelli da una spalla all’altra, agitata, poi ammise:
“Sì, in pratica è quello che vorrei.”
Tonks, che stava virando a una bella sfumatura di rosa senza nessun bisogno delle sue abilità di Metamorfomagus, rispose lapidaria:
“E’ impossibile! Come faccio a trasformarmi in un ragazzo se non so nemmeno com’è fatto?”
“Sia com’è fatto. E’ Charlie Weasley!”
Tonks spostò il peso da un piede all’altro e quasi cadde ma si riprese in tempo per dire:
“Assolutamente no! E’ un mio amico e non lo farei mai… e poi non è che io sappia com’è fatto da nudo!”
Penny tentò di insistere e Tonks, sempre più in difficoltà, alla fine ammise:
“Senti, la cosa migliore che puoi fare, per questa tua amica, è spiegarle che con Charlie non ha speranze, va bene?”
Penny ci rimase male, un po’ per il rifiuto di Tonks e un po’ perché non sapeva che Weasley fosse impegnato. All’improvviso però cominciò a sospettare di aver fatto una brutta gaffe:
“Aspetta… è il tuo ragazzo? Scusami, davvero, non avevo capito! Pensavo foste solo amici! Non l'avrei mai immaginato… io…”
“Non è il mio ragazzo!” Strillò Tonks prima di rendersi conto che la Sala Comune di Tassorosso, dove si trovavano in quel momento, non era poi così deserta. Abbassando la voce aggiunse:
“Non è il mio ragazzo. Charlie è gay e la tua amica non ha la minima possibilità!”
Penny boccheggiò per un momento, non sapendo bene che cosa dire, poi annuì appena, si scusò con Tonks per averla disturbata e raggiunse le sue amiche in biblioteca, dove la stavano aspettando.
 
Per Tulip era stato un brutto colpo ma Penny non si pentì di averle detto di Charlie perché sarebbe stato meglio così, sul lungo periodo.
La cotta le sarebbe passata e lei avrebbe rivolto le sue attenzioni a qualcun altro e presto…
“Chissenefrega!” Esclamò Tulip a voce un po’ troppo alta, tanto che attirò su di sé lo sguardo severo della bibliotecaria, alla quale tutte e tre rivolsero un cenno di scuse prima che la ragazza continuasse:
“Sì, mi dispiace un sacco saperlo ma non è come se avessi comunque delle possibilità con lui quindi… va bene. No, anzi, va meglio perché se è gay magari non si offende, anche se scopre quello che stiamo facendo!”
Liz osservò Tulip incerta, temendo che l’amica stesse in realtà per avere una crisi di nervi:
“Intendi che vuoi continuare? Vuoi comunque che scriva la storia?”
Tulip sembrava nient’altro che determinata:
“Certo che lo voglio. E voglio anche il disegno. Anzi, un sacco di disegni!”
Penny e Liz si scambiarono uno sguardo e poi Liz ipotizzò:
“Forse… insomma… a Barnaby e Justin le mie storie piacciono… magari potrebbero piacere anche a Weasley e magari… magari potrebbe posare per Penny.” Liz non era molto sicura di quello che stava dicendo, perché le sembrava onestamente una pazzia, ma Tulip s’infervorò subito:
“Vero! Grande idea! Vado a cercarlo e gli faccio leggere una copia delle tue storie!”
Liz e Penny non fecero nemmeno in tempo a cercare di fermarla che Tulip era già partita.
“Solo io penso che sarà una cosa davvero, davvero imbarazzante?” Chiese Liz esterrefatta.
Penny scosse la testa e commentò laconica:
“Sta per dire a un ragazzo con cui non ho mai scambiato più di due parole, che vorrei disegnarlo nudo. Tu dici che sarà imbarazzante? Credo che sia ancora riduttivo!”
 
Tulip non aveva dubbi su quello che stava per fare.
Non era sicura che Charlie gli piacesse davvero. Più che altro il punto era che lei, sebbene non avesse mai scritto nulla, si era immaginata alcune scene davvero bollenti con il ragazzo come protagonista… solo che lo aveva sempre pensato insieme ad altri ragazzi, quindi forse il fatto che fosse gay non era poi un gran male, no?
Non era certa se fosse solo una giustificazione per non sentirsi delusa o se fosse la verità ma si fece coraggio e, senza fermarsi un istante a pensare, si mise a dare la caccia al ragazzo.
Sentiva una strana euforia, ma forse era dovuta al fatto che era la prima volta che faceva qualcosa di così avventato e si domandò, pigramente, se i Grifondoro si sentissero così tutto il tempo.
Scese fino al campo da Quidditch, anche se non sapeva che squadra si allenasse quel giorno, e fu infastidita quanto vide che era quella di Serpeverde ma questo non la fermò; tornò alla scuola a passo svelto, sempre più convinta di quello che voleva fare.
Diede un’occhiata alla Sala Grande ma non vide l’obiettivo della sua ricerca così cominciò a salire, incerta su dove si trovasse di preciso la Sala Comune di Grifondoro ma sapendo, più o meno, da che parte scendevano quegli studenti di solito.
Con sua somma fortuna incontrò un gruppo di studenti e tra loro c’era anche Charlie Weasley.
Appena lo vide le tornò in mente, esattamente, perché aveva avuto, o forse aveva ancora, una cotta per lui: le sue spalle erano ampie e la mascella squadrata… quei tratti davano l’impressione che fosse molto più adulto dei suoi coetanei, un vero uomo vicino agli altri.
Mise da parte quei pensieri traditori e lo fermò con la prima scusa che le venne in mente:
“Scusami! Scusami! Tu sei Charlie Weasley, giusto?”
Il ragazzo si fermò, osservandola sorridente:
“Sì e tu sei Tulip Karasu. Abbiamo insieme Cura delle Creature Magiche, se non sbaglio…”
Lei si stupì addirittura che lui ricordasse il suo nome ma cercò di non soffermarsi sul pensiero e disse svelta:
“Sì, infatti ti cercavo per quello. Ecco, so che sei il migliore in quella materia, così mi chiedevo se potessi aiutarmi con una cosa… sai, per il tema che ci ha dato Kettleburn.”
Il ragazzo rivolse l’attenzione ai suoi amici, che si erano fermati poco più avanti per aspettarlo, poi disse con un sorriso solare:
“Ma certo, nessun problema. Ti va se ci vediamo dopo in biblioteca? Adesso devo finire una cosa con i miei amici.”
Tulip avrebbe voluto mettersi a strepitare, perché con l'attesa poteva perdere il coraggio, poi le venne un’idea:
“Ecco no, insomma sì.” Si era impappinata e non sapeva come dirlo, così estrasse il rotolo di una delle storie di Liz dalla borsa e lo porse al ragazzo: “Senti, quando hai tempo, potresti darci un’occhiata. Poi se sei… interessato… mi puoi venire a cercare. Quando vuoi tu. Non è urgente.”
“Non è urgente? Il tema per Kettleburn è per domani!” Replicò il ragazzo perplesso.
“Sì, certo, lo so ma questo è… un altro progetto.” Tulip lanciò un’occhiata ai compagni del ragazzo e aggiunse. “E’ un progetto personale. Ti sarei grata se lo leggessi quando sei da solo.”
Weasley guardò lei e poi il rotolo per un momento ma annuì:
“Sì, va bene, certo. Ti faccio sapere.”
Tulip ringraziò e si allontanò in fretta, come se avesse un Gramo alle calcagna.
 
Penny e Liz erano ancora sconvolte per quello che Tulip aveva avuto il coraggio di fare ma tutte e due erano anche molto curiose del possibile risultato.
Non c’era nulla che le impensierisse, al momento, perché sebbene una avesse scritto la storia e l’altra avesse fatto i disegni, non c’erano i loro nomi sulla pergamena che Tulip aveva dato a Weasley, quindi il ragazzo avrebbe benissimo potuto pensare che fosse tutta farina del sacco dell’amica e, a parte l’imbarazzo, che cosa poteva succedere?
La cosa peggiore sarebbe stata che Weasley portasse la pergamena alla McGranitt ma tutte sapevano che, da giovane, la professoressa di Trasfigurazione aveva fatto parte del club di gobbiglie, oltre che della squadra di Quidditch, e avevano la vaga impressione che non sarebbe rimasta poi tanto sconvolta nello scoprire che certe tradizioni erano ancora molto vive, nella scuola…
Il pensiero che la pergamena potesse finire in mano a un altro professore le sfiorò ma non mise radici profonde e, comunque, non le preoccupò particolarmente.
Tutte erano in trepidante attesa di sapere che cosa sarebbe successo ora e se, per davvero, Tulip avrebbe avuto il fegato di chiedere a Weasley di posare nudo.
Penny era più che disposta a mettersi a guardare, e ritrarre, un tale bel ragazzo senza veli e Liz aveva giurato a se stessa che, se la cosa fosse successa davvero, lei di certo sarebbe stata presente, con una scusa o un'altra.
Quando uscirono dalla Sala Grande dopo cena, quella sera, notarono entrambe che Weasley era corso da Tulip e l’aveva fermata; entrambe rimasero nella sala d’ingresso, sperando che l’amica le raggiungesse e le aggiornasse su quello che aveva detto il ragazzo.
 
Charlie Weasley era rimasto di sasso quando aveva cominciato a leggere la pergamena.
I suoi amici erano tutti ben coscienti delle sue preferenze sessuali, cosa di cui lui non aveva mai fatto mistero ma quella storia… non era mai stato particolarmente ansioso di cercare materiale pornografico e, all’improvviso, si era ritrovato in mano quella pergamena; più la leggeva, più gli sembrava che toccasse tutte le corde giuste.
Era stato un bene che l’avesse letta quando era da solo nel dormitorio, perché si era ritrovato con un’ingombrante erezione di cui si era occupato rapidamente nei bagni, prima che i suoi compagni tornassero.
Dopo però aveva continuato a pensare alla storia e a quanto gli fosse piaciuta e, in più, si domandò che cosa volesse di preciso la ragazza di Corvonero: perché dargli una storia del genere senza nessuna spiegazione? Non che se ne stesse lamentando ma la cosa era strana.
La sua curiosità era alle stelle e fermò Tulip non appena la vide alzarsi dal tavolo della cena, trascinandola velocemente in una delle aule vuote del piano terra e dicendole velocemente, con gli occhi brillanti di malizia:
“Quella pergamena che mi hai dato… ne hai altre?”
Voleva chiedere tutt’altro, come per esempio perché gliel’avesse data, ma la prima domanda che gli corse alle labbra fu quella e Tulip rise perché non se lo era aspettata.
“Ne ho altre? Ne ho a tonnellate!” Disse lei, sconvolta ed entusiasta del fatto che il ragazzo non la stesse maledicendo su due piedi.
“Merlino… ma da dove salta fuori questa roba?” Chiese il ragazzo con sguardo acceso, lasciando chiaramente capire che avrebbe letteralmente sbavato per mettere le mani sul resto.
“Ecco… diciamo che il club di Gobbiglie ha un interesse trasversale oltre alle sole Gobbiglie… li scriviamo, illustriamo, ne facciamo copie per gli altri soci e per alcuni amici.”
Charlie la fissò come se non riuscisse a capire, poi chiese:
“Il club di Gobbiglie? Vuoi dirmi che quella roba l’hai scritta davvero tu?” La domanda gli uscì in tono che parve accusatorio, così aggiunse: “Insomma, credevo fosse preso da qualche libro in biblioteca o una cosa del genere. E' davvero buono. Intendo che è scritto bene.”
Tulip ridacchiò perché era la prima a sapere che si poteva lasciar correre qualche errore di ortografia o di grammatica su quelle particolari storie, se il testo era accattivante.
“Non l’ho scritta io, però è mia l’idea di dartene una copia e di chiederti se volessi… collaborare.”
Tulip arrossì perché adesso avrebbe dovuto chiedergli quello che gli interessava davvero e gli sembrava una pazzia ogni minuto di più.
Charlie Weasley era bello da morire già da vestito. Forse sarebbe svenuta dalla gioia se davvero avesse potuto vederlo nudo.
“Collaborare? Hey, aspetta! Quella roba era grandiosa e non direi di no, se volessi farmi leggere altro, ma io a scrivere sono una capra!”
Tulip, rossa come un papavero, prese fiato e decise che a quel punto doveva andare fino in fondo:
“Non sarebbe per scrivere. Una delle mie amiche scrive le storie e l’altra si occupa dei disegni mentre io faccio le copie per tutti. Quello che ci manca è…”
Niente. Non riuscì a costringersi a dirlo mentre si trovava lì, sotto lo sguardo di Weasley che sembrava inchiodarla.
“Che cosa vi manca? Onestamente non mi sembra che a questa storia manchi nulla!” Rispose Charlie, seriamente entusiasta alla prospettiva di poter mettere le mani su altre pergamene.
Tulip lo fissò a vuoto per un momento, poi quasi urlò:
“Un modello. Ci manca un modello!”
Charlie aprì e chiuse la bocca, un paio di volte, perché quello di certo non se lo era aspettato. Un modello? Intendeva lui?
“Vorresti che io posassi per i disegni?”
Tulip annuì con la testa e Charlie la osservò davvero per la prima volta: era chiaro che si stava vergognando a chiederglielo ma questo non l’aveva fermata… solo che lui non era certo di che cosa intendesse davvero, così, vedendo che lei era ammutolita, disse:
“Ma io… insomma, vuoi che mi trasfiguri per assomigliare ai personaggi? Non capisco…”
“No, vorremmo proprio te! In una storia nuova con te come protagonista!”
Charlie rimase impalato a bocca aperta, senza sapere che cosa dire. Una storia come quella con lui come protagonista? Oh, c’era una parte di lui che avrebbe adorato poter leggere alcune delle sue fantasie peggiori scritte in quel modo sconcio ma… tutta la scuola, o almeno tutto il club di Gobbiglie, l'avrebbe letta e avrebbe visto i disegni e…
“Non sarebbe come se fossi davvero tu! Nessuno lo saprebbe!” Disse in fretta Tulip cercando di spiegare che non era necessario che tutti sapessero che il modello era realmente lui. Avrebbero pensato tutti che Penny avesse inventato. In fondo era quello che avevano deciso di fare all’inizio.
“Ma sarei io… voglio dire… nella storia?” Charlie era sempre più tentato perché aveva capito che cosa intendeva la ragazza ma non credeva che una storia con lui sarebbe stata altrettanto interessante di una con persone famose.
“Sì! Piaci a tutti! Chiunque adorerebbe una storia con te!”
Charlie aggrottò la fronte.
“Con me? E… con chi altri? Giusto per sapere…” L’idea cominciava a non sembrargli più tanto buona perché se volevano scrivere qualcosa di realistico… erano mesi che lui schivava le fin troppo ovvie attenzioni di un paio di compagni e…
“Chi vuoi tu! Non ci abbiamo realmente pensato, ancora. Non deve essere per forza uno studente, può essere un personaggio famoso, o uno inventato… non lo so!”
A quelle parole Charlie si riprese in fretta perché un’idea cominciava a prendere forma nella sua mente.
“Chi voglio io?”
Tulip annuì con forza e il ragazzo rispose in fretta:
“Se mi garantisci che tutti crederanno che non c’entri nulla, e se posso scegliere io un’altra persona, ci sto.”
Tulip era senza fiato dalla gioia ma ancora non era riuscita a dirgli il particolare importante, così tentò:
“Davvero? Perché… ecco… dovresti posare nudo e…”
Charlie rimase in silenzio per un momento e poi chiese:
“Nudo? Non ci sono disegni di nudo nella pergamena che mi hai dato.”
“Vogliamo migliorare… vorremmo metterne…”
Charlie ci pensò per un momento. Non si vergognava del suo corpo ma questa era una ragazza e lui avrebbe dovuto spogliarsi davanti a lei? O alla sua amica o… l’idea che gli ronzava in testa, però, era troppo allettante per lasciarsela sfuggire.
“Sì, va bene. Quando cominciamo?”
Tulip era senza parole.
Charlie Weasley le aveva davvero detto di sì.
 
E così avevano cominciato, anche se non senza un certo imbarazzo da parte di tutte le persone coinvolte.
Charlie era stato presentato a Liz e Penny, anche se tutti avevano deciso di non farsi vedere insieme per non dare adito a pettegolezzi una volta che la storia fosse stata distribuita.
Charlie si vergognò come un cane nel dover dire a Liz chi avrebbe voluto come partner ma era stato lui ad accettare e così disse, quasi sottovoce:
“Io vorrei che fosse Piton.”
Liz Tuttle, che lui non conosceva per nulla a parte per le lezioni che avevano insieme, reagì con un sorriso da un orecchio all’altro e rispose con voce squillante:
“Uuuuhhh! Una torbida tresca tra studente e insegnante! Sì, di certo non faticherò a trovare qualcosa da scrivere!” Disse Liz con voce allegra, cercando di mostrarsi meno vergognosa di quanto in realtà si sentiva, perché la presenza di Weasley la intimidiva.
Penny intervenne titubante:
“Sei sicuro? Perché sai, non si può di certo dire che Piton sia un bell’uomo e non sono sicura di… di riuscire a ritrarre un insegnante mentre fa certe cose! Se lo venisse a sapere, ci farebbe vedere l’inferno!”
Un brivido attraversò tutti al pensiero che Piton scoprisse ciò che stavano pensando di fare. Nessuno dei presenti faticò minimamente a immaginarsi già espulso ma Tulip si riprese più in fretta degli altri e disse:
“Possiamo farlo. Ho trovato nuovi incantesimi da mettere sulle pergamene e sono piuttosto certa che siano buoni!”
Penny la osservò titubante e cercò di trovare delle falle:
“Sei sicura? E poi resta il fatto che io non mi sentirei a mio agio nel disegnare un insegnante…”
Liz, dopo il momento d’iniziale terrore al pensiero che il suo Capo Casa scoprisse che cosa stava pensando di fare, si riebbe perché l’idea la intrigava parecchio:
“Dai Penny, ne verrà fuori una storia fantastica! Piton è giovane e non si può negare che abbia un certo fascino, a suo modo. Tutti ameranno vederlo messo sotto da un bel fusto come Charlie!” L’ultima frase la disse senza nemmeno pensarci, guadagnandosi un’occhiata esterrefatta da tutti, compreso il ‘bel fusto’ che, dopo un momento, arrossendo vivacemente tanto che quasi era impossibile distinguere la sua faccia dai capelli, disse:
“A me piacerebbe… il contrario… se si potesse…”
Liz si girò a guardarlo, cercando di non dare a vedere in nessun modo quanto averlo lì, in carne e ossa, pensando di usarlo per una storia, la stesse disturbando, poi replicò maliziosa:
“Vuoi farti mettere in punizione dal professore più cattivo della scuola, Weasley?”
Charlie rimase rosso come un pomodoro ma annuì vigorosamente con la testa e Liz pensò che avrebbe potuto quasi essere sul punto di sbavare al solo pensiero.
“Sarà fantastico! La cosa migliore che abbia mai scritto!” Disse mentre già cominciava a immaginarsi una storia.
Prese una piuma e un pezzo di pergamena dalla cartella e cominciò a buttare giù idee una sull’altra, mentre Tulip si sporgeva per sbirciare e sollevava le sopracciglia aprendo leggermente la bocca, prima di commentare:
“Stai davvero pensando di fargli fare…”
Anche Penny e Charlie si erano sporti per vedere gli appunti di Liz e, leggendo le prime righe, Weasley emise un gemito che nessuna delle ragazze riuscì a interpretare.
Liz si bloccò di colpo e poi, a sua volta imbarazzata e incerta, chiese:
“E’ troppo?” Per lei non lo era ma forse il ragazzo…
“E’ perfetto!” Replicò Weasley con un sorriso da un orecchio all’altro.
 
 
  
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