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Autore: Made of Snow and Dreams    23/12/2021    0 recensioni
Dal testo: 'In ognuna delle tre capsule di policarbonato trasparente c'è un essere dalle strane fattezze antropomorfe. Non sono dei mostri, come li definisce Sacks. Per Amy sono delle meraviglie viventi. '
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno due: l'incidente

 

 

 

 

Quando Amy si sveglia dopo dieci ore continue di sonno, è già di pessimo umore. Le mutandine sono irrimediabilmente rovinate e l'umidore tra le cosce la mette a disagio. Occupare il bagno delle donne per quindici minuti buoni le risulta imbarazzante e gli sguardi interrogativi delle inservienti non fanno altro che peggiorare la situazione. Connor la sta aspettando. Le ha lasciato un biglietto appeso alla sua porta con dei brandelli di scotch. Appuntamento all'ingresso delle Sacks Industries. Lui, a differenza sua, torna a casa nonostante il poco tempo a disposizione. Forse da una moglie dal corpo voluttuoso e profumato, forse dai genitori anziani e bisognosi di cure. Forse con loro la sua maschera d'indifferenza crolla al suolo e in frantumi... o forse no. Non importa. Non c'è tempo per pensare quando realizza che le restano poche ore prima che la centrifuga nel laboratorio dia loro i risultati. L'entusiasmo che l'aveva dominata durante le sperimentazioni con Drew l'ha completamente abbandonata, e ciò che resta è solo amarezza. Avrebbe consegnato i risultati dei test alla Thompson per avere il via libera sulla sintesi del mutageno. Avrebbe lavorato con Drew senza dare corda ai suoi assurdi tentativi di approccio col solo scopo di canzonarla. Avrebbe accettato gli inviti di Steve, semmai ne fossero arrivati degli altri. Iniezioni di ketamina. Controllo delle condizioni di salute generali. Nutrizione per via endovenosa. Solo quelli i compiti per quella giornata iniziata col piede sbagliato.
'Buongiorno, dottoressa. Mi auguro che abbia dormito bene. ' enuncia con tono neutro e perfettamente controllato Connor dopo la perquisizione.
'La ringrazio molto. Ho dormito bene, sì. ' Ed è la verità. Una volta distesa sul materasso – più comodo di quanto si aspettasse – si è arresa al sonno con sollievo. E' sicura di non aver neppure sognato. Meglio così. Niente incubi a risvegliarla con la testa che gira e il corpo più stanco di prima. Ne deduce che lavorare con quei ritmi sia il primo passo per liberarsi dalla dipendenza da sonniferi: per la prima volta in vita sua, Amy Robinson si ritrova a congratularsi con se stessa per aver accettato quell'incarico dai turni massacranti.
'Ho pensato di cominciare dai sotterranei. Devo accertarmi che le ferite di ciascun mutante si siano rimarginate alla perfezione e che le loro condizioni siano stabili. Non possiamo permetterci altre perdite ematiche. Inoltre dobbiamo cominciare con le iniezioni di stimolante. ' continua l'uomo. Amy si limita ad annuire e a seguirlo per le scalinate che conducono all'ascensore. Il tragitto viene consumato in un silenzio così profondo che, in altre condizioni, l'avrebbe imbarazzata e che avrebbe tentato di disperdere con qualche battuta di circostanza. Ma quella è una giornata speciale che Amy ha intenzione di trascorrere senza stressarsi troppo. Sbalzi umorali. Il pericolo è quello.
Riesce a mantenere la calma persino quando incrocia Ella Thompson per le scale. La gonna aderente ai fianchi, nonostante sia parzialmente celata dal camice, sottolinea i fianchi ben modellati. La sua postura non irradia alcuna severità.
'Ah, voi due! Lieta di vedervi già all'opera. ' Il modo in cui pronuncia ogni parola è gentile, come se avesse paura di ferire qualcuno. Amy sospetta che la notizia della sua disastrosa uscita con Steve abbia già fatto il giro delle Sacks Industries. Che chiunque in quell'edificio sappia e che chiunque stia cercando di trattarla con una cortesia che lei trova solamente irritante. Lo sguardo di Ella Thompson si sofferma su di lei, più delicato del previsto. 'Dottoressa. Spero che si senta meglio. Non appena avrà finito di assistere il dottor Connor, vorrei che mi raggiungesse nel mio ufficio. Ho una comunicazione per lei. '
'Mi faccia indovinare. Un rimprovero da parte di Sa... del dottor Sacks, non è così? ' E' facile da indovinare. Le aspetterà un bel richiamo seguito probabilmente da almeno una minaccia, più o meno velata.
La Thompson si stringe nelle spalle. 'Non so cosa voglia riferirle. Non è affar mio. Mi limito solo a riferire i messaggi. '
No, tu sai benissimo cosa voglia dirmi il signor benefattore di New York. Solo che non vuoi dirmelo in faccia.
Amy annuisce di nuovo. Stancamente. 'Mi presenterò non appena avrò finito il lavoro. Spero di non metterci molto. ' dice, e la voce le esce piatta e moderata, in modo da non lasciar trasparire alcuna emozione.
'Impiegheremo meno tempo prendendo l'ascensore. Ho dei pazienti ad attendermi. ' s'intromette Connor. Pazienti. Che buffo modo per definire delle vittime destinate a morire lentamente e in solitudine.
'Allora vi lascio andare subito. Il dottor Sacks vuole un rapporto dettagliato sulle loro condizioni di salute. Nel caso in cui il mutageno non basti si dovrà ricorrere ad un piano di riserva. ' conclude la donna risalendo lentamente le scale. Il suono del tacchettio sul pavimento è l'unica traccia che resta di lei una volta sparita dalla loro visuale.
"Piano di riserva? " è la domanda che frulla nella testa di Amy mentre l'ascensore scende da piano a piano. Sono tante le ipotesi che riesce a formulare nonostante l'apatia la faccia ragionare lentamente, e la più ricorrente è anche la più feroce da immaginare. Se il mutageno non dovesse bastare ne servirebbe dell'altro. Sì. E dove trovarlo? L'unica soluzione sarebbe crearlo in laboratorio facendo nascere delle nuove chimere. Con il risultato di uccidere quelle correnti per crearne delle nuove. Sfruttamento. Terminazione.
"Non abbiamo giocato a fare Dio. Siamo diventati Dio. " aveva detto Sacks quel giorno. E in certo senso aveva avuto ragione. L'uomo che crea una nuova specie? Non più fantascienza. L'uomo in grado di decidere della vita e della morte delle proprie creature? Fattibile. E inumano. Dio non uccide per puro divertimento. Non sfrutta le sue creature per chissà quale obbiettivo finale. E loro non sanno neanche quale sia il piano. Forse neanche importa.
L'entrata dei sotterranei è sorvegliata dalle guardie. Una di loro, un uomo più alto e massiccio degli altri, digita un codice su un pannello di sicurezza. Il mutante in arancione è prevedibilmente legato ad uno dei quattro pilastri portanti. I polsi sono tenuti insieme dalle manette, il collo è cinto da un collare collegato ad una catena e la muscolatura è strizzata dalle funi.
'Faccia la stessa cosa. Lo tenga buono almeno fino all'iniezione. ' le bisbiglia Connor. I suoi occhi si muovono freneticamente, le dita picchiettano la superficie metallica della valigetta per gli attrezzi.
Sei nervoso, dottore? Dovresti iniziare a collezionare figuracce, una dietro l'altra. Giuro, funziona. Dopo non sentiresti più niente.
Una voce squillante e argentina richiama la sua attenzione. 'Come stanno i miei fratelli? Li hai visti? '
Amy non lo degna di un solo sguardo. Prevenire è meglio che curare. Non ha bisogno di entrare in quei due oceani cristallini per sapere che nei suoi grandi occhi azzurri brilla ancora la speranza.
La speranza di sedurre la sottoscritta, manipolarla fino a tradire il suo lavoro per poi rovinarle la vita?
Le mani le prudono. Amy è costretta a nasconderle nelle tasche del camice. La domanda è rivolta a lei, soltanto a lei. Connor si sta già avvicinando e con una serie di cenni la invita ad unirsi a lui. Rispondere o non rispondere? Che differenza farebbe? Tanto vale divertirsi un pochino. Eppure non riesce a scacciare quella vocina fastidiosa che non fa altro che ripeterle quanto la situazione la ponga in stretto svantaggio. A tuo rischio e pericolo, vecchia mia, le dice senza un attimo di tregua. Cosa c'è di cui avere paura? Il mutante è immobilizzato. Le guardie sono ovunque. E per una volta è lei ad avere il coltello dalla parte del manico.
'Sì. Li ho visti. ' si limita a rispondere con un sorriso sereno. Leggera, si sente leggera nella sua posizione privilegiata.
'E quindi? Come stavano? Dimmelo, ti prego! '
'Non sei nella posizione di darmi ordini. O di dirmi cosa fare. '
'Almeno dimmi se erano vivi! '
Fastidio. Si era dimenticata di quanto quel moccioso – Non può che essere coetaneo di quello viola. Se non addirittura più piccolo. - fosse insistente. Connor è assorbito dal suo lavoro. Le sue mani lavorano con destrezza mentre esamina le ferite ormai rimarginate. Zac zac. Il continuo e attento stridìo delle forbici le fa venire il mal di testa. Due opzioni. Prima: dire al mutante la verità. I suoi fratelli sono vivi e vegeti, almeno per il momento. Seconda: essere vaga. E di nuovo, a suo rischio e pericolo. Non conosce a fondo l'arancione per prevedere le sue reazioni. E Connor sta ancora lavorando.
'Sì, sono ancora vivi. ' si limita ad annuire, evitando di guardarlo in faccia.
Sipario. E' sicura che il mutante la stia fissando. E' una fortuna che le sue mani siano interrate nelle tasche del camice: è sicura che le stiano tremando.
'Mi sbagliavo su di te. Sei esattamente come gli altri. Non sei diversa da loro, proprio per niente. '
Fitta. Per qualche motivo quell'ammasso di parole l'ha colpita dove fa più male.
Sono esattamente come loro...
'Credevo che con te ci fosse una speranza. Sono stato qui ad aspettarti per tutto il tempo. Eri la mia preferita, crostatina. Davvero. '
Crostatina? La sua preferita?
'Non parlarmi così, mutante. ' gli risponde Amy. L'irritazione comincia a farsi sentire. I crampi al ventre si sono fatti più violenti e maledettamente recidivi da quando è entrata nei sotterranei.
'Ho finito. Dottoressa, se può... ' li interrompe Connor. Dalla valigietta sporge l'ago sottile e affilato della siringa.
'Quale sarebbe il sito? '
'Considerando il fatto che è un'iniezione intramuscolare e che i quadricipiti sono stati entrambi compromessi... direi il polpaccio sinistro. Sarebbe l'ideale. '
"Siamo umani da quel punto di vista. "
La siringa è dello stesso tipo. 22G. Perfetta per "chi ha la pelle spessa ". Connor le porge una minuscola boccetta. Il liquido è incolore e trasparente.
"Ci risparmio sofferenze inutili. "
'Cos'è quello? ' Il mutante ha strabuzzato gli occhi ed è allora che Amy vede la paura riflessa nei suoi occhi. Sebbene sia immobilizzato la muscolatura è visibilmente tesa e una minuscola vena fa capolino sulla fronte.
'Uno stimolante. Ti aiuterà a sentirti meglio. '
Ennesima menzogna. Poveretto. Non ha idea di quello che lo aspetta. Alla fine dei conti sarà una morte lenta. Non arriverà più sangue al cervello. Shock emorragico. Annebbiamento della vista, collasso multiorgano. E c'è qualcosa di tremendamente romantico nel sapere che tutti e tre i fratelli condivideranno la stessa sorte. Tempo dell'iniezione. Le narici della creatura si dilatano impercettibilmente, la bocca è socchiusa e pare inalare quanta più aria possibile. Lo sguardo terrorizzato muta fin troppo velocemente: le pupille si dilatano fino a inglobare l'intera iride, l'occhio si socchiude. E senza alcun dubbio sta fissando solo lei.
'Che gli succede? ' esclama Amy allarmata. Le pupille saettano e si inchiodano a quelle di Connor. 'Sta male? Reazione allergica? '
Connor giocherella con la peluria ramata del suo viso. 'Non credo proprio. Una reazione allergica alla ketamina è estremamente rara. ' Si inginocchia vicino a lei, il viso a pochi millimetri da quello del mutante. La voce è profonda, quasi lugubre. 'Stai solo fingendo di star male, non è così? '
L'arancione lo guarda in faccia per qualche secondo. Poi il suo sguardo saetta da lui ad Amy. Tiene ancora la siringa sospesa in aria. Le labbra carnose e piene del mutante si inarcano in un sorriso. 'Non sentite anche voi quest'odore? E' delizioso! '
Connor ha un'aria sospettosa e allarmata. 'Che odore senti? ' indaga lui.
'E' un odore buonissimo. Fatemelo sentire ancora e prometto che starò buono. Ci state? Sarò come un bambolotto. Un pupazzo nelle vostre mani. Potrete farmi qualsiasi cosa. '
'Di che diamine sta parlando? ' chiede Amy, e aggrotta le sopracciglia nel notare quanto la sua voce le sia uscita stridula e preoccupata. Fin troppo. Allucinazioni olfattive? Febbre? Tremori? Eppure il mutante sembra lucido.
'Non lo senti anche tu, dottoressa? Credo che venga proprio da te. Di che marca è il tuo profumo? Devo assolutamente saperlo! '
Che tono insolente. Non si chiedono mai certe cose ad una signora. Per tutta risposta affonda ancora di più le mani nelle tasche del camice, fino a sentire la stoffa premere contro i polpastrelli. La voglia di schiaffeggiarlo aumenta vertiginosamente.
'Se pensi di poterci distrarre con questi giochini da principiante, ti sbagli di grosso. ' si limita a ribattere. La siringa preme finalmente contro il polpaccio sinistro, alla sua destra. Basterebbe poca pressione in più per...
Il sorriso del mutante si trasforma in un ghigno. Le ricorda quello dello Stregatto. La punta dell'ago penetra la pelle dura e squamosa della gamba. Manca solo lo stantuffo.
'Oh... sento il carapace che strizza! Credo che l'odore provenga dalla cosa in mezzo alle tue gambe... '
'Stai zitto, mutante! ' grida lei. Si accorge troppo tardi del danno fatto. Il tempo sembra essersi cristallizzato. Le guardie ai lati dell'enorme stanza puntano immediatamente il mirino sull'arancione. Più per intimidirlo, in realtà. Il rischio di beccare lei e il collega è troppo alto. Così come sarebbe troppo alto il rischio per Sacks di rimpiazzarli con qualche altra recluta di poco conto. Connor la sta fissando con un'espressione decisamente stupita, la bocca semichiusa e la fronte solcata da una ruga solitaria.
Cosa sto facendo? Mi sono fatta umiliare così, in pubblico, di fronte a Connor?
Gli occhi le pizzicano. E' in arrivo una crisi di pianto. La ketamina entra in circolo con lentezza, nonostante il tremolio che le ha invaso la mano. Poche gocce cadono sul pavimento. L'arancione sospira e chiude gli occhi. Che sciocca. Come ha potuto lasciarsi intenerire da quella stessa creatura il giorno prima? Che scherzo è quello? E perchè tutti sembrano avercela con lei?
Con sua sorpresa è l'uomo dai capelli rossi ad estrarre l'ago, senza che il mutante proferisca parola. Solo un sussulto. Amy Robinson lascia che i capelli le coprano il viso da ambo i lati. Gli occhiali le si appannano, la mano non vuole saperne di smettere di tremare.
'In quanto tempo agisce quella roba? ' chiede l'arancione, riaprendo gli occhi.
'Credo che tu abbia detto abbastanza. ' dice Connor. Amy percepisce distintamente il volto colorarsi di rosso – più del dovuto. Per una volta è stato gentile. Non riesce a capire cosa bruci di più in quel momento, se l'assurdità della situazione o lo stupore di vederlo prendere le sue difese. Le scappa una risatina isterica. La situazione si è fatta buffa per l'ennesima volta.
'Dottoressa, va tutto bene? ' le chiede Connor con un sopracciglio alzato. Il mutante la sta osservando accigliato. Il giorno prima lo avrebbe trovato curioso e intrigante. Ora la irrita e basta.
'Sì, sì, va tutto bene . Mai stata meglio. ' dice, e la sua voce risuona stranamente allegra e sicura di sè. Lo è anche la sua postura quando si erge dritta in piedi, la sua ombra a coprire totalmente il mutante inginocchiato di fronte a lei sul pavimento. Non gli hanno ancora tolto la maschera. Arancione, il colore solare per eccellenza, della gioia, della felicità. Aveva inaugurato quella mattina con quei buoni propositi che ora giacevano infranti ai suoi piedi, in attesa di essere calpestati. Era stata quella grottesca creatura a strapparglieli: tanto valeva prendersi qualcosa di suo. 'Guardie... è ben legato? E' sicuro che non possa muoversi? '
'Sì, dottoressa. Lei e il suo collega siete al sicuro. Vi proteggiamo noi. ' fa eco uno dei soldati.
Amy Robinson non ha bisogno di sentire altro. E' un movimento veloce e repentino. Il tempo che il mutante dagli occhi color del cielo si renda conto di quanto in realtà sia impotente di fronte a lei è comunque troppo. Snap. Il prezioso straccio giace ormai nelle sue mani.
'Dimmi un po'... ' gli dice Amy a pochi centimetri dal suo volto, '... quanto tieni alla tua maschera? E' molto importante per te, non è vero? '
Da quella distanza è possibile registrare ogni sfumatura di quegli occhi, ora sorpresi, ora impauriti... ora furiosi. Bingo. Ora è lei ad averlo in pugno. Ora è lei ad umiliarlo pubblicamente. Peccato che a quello spettacolino non siano presenti i suoi fratelli.
'Non penserai davvero di... ' esclama l'arancione con le pupille che si allargano fino ad inglobare l'intera iride cristallina.
Hai paura, piccoletto? Prima era punto tuo. Vediamo di pareggiare i conti.
E' questione di un istante. I lembi della maschera sono intrappolati nella morsa del pollice e indice. Basta solo uno strattone. Frammenti di stoffa colorata cadono silenziosamente sul pavimento solo per essere calpestati dal suo piede destro.
'La mia maschera... la mia... tu non puoi... non può essere... ' balbetta il mutante allucinato. In altri scenari avrebbe trovato quell'atteggiamento triste e colpevole. I lineamenti contriti dalla disperazione e i lacrimoni da infante a rigargli le guance paffute non la rendono orgogliosa del suo lavoro. E non la rendono neanche triste. Apatia. Amy osserva la creatura mentre questa si accartoccia per quanto possibile in se stessa, una serie di singhiozzi a riecheggiare nelle sue orecchie, sempre più forti, sempre più acuti, sempre più violenti.
Per un attimo è tentata di cingere quel collo poderoso con le braccia e stringerlo a sè per consolarlo, per dirgli "Mi dispiace, mi dispiace... " in una litania continua e sincera, ma si ricorda poi che il rischio sarebbe troppo. Magari mettergli una museruola addosso renderebbe il lavoro più facile, ma è Connor a interrompere quel flusso continuo di pensieri.
'Dottoressa Robinson, è meglio passare al prossimo. ' sussurra, ed è il calore della sua mano che le picchietta la schiena a risvegliarla dal suo torpore. Amy annuisce e l'ultima immagine che le si imprime prima che le porte si chiudano è il mutante che piange straziato davanti ai resti della sua maschera.

 

'Dovete liberarci. Dovete liberare me e i miei fratelli, subito. Voi non sapete di cosa Sacks sia capace. Farà del male anche a voi. '
Pazienza. Solito discorso. Solite preghiere. Il blu è maledettamente noioso e ogni volta che apre bocca non fa che ripetere le stesse cose. Amy mantiene un atteggiamento neutrale e perfettamente controllato, gli occhi fissi su un punto indefinito della parete opposta, la schiena rigida come una corda di violino, e solo saltuariamente osserva Connor preparare la seconda siringa di stimolante.
'Mi sentite? ' aggiunge il mutante in blu, seccato. 'Sacks vi ucciderà. Di questo non vi importa niente? '
Il suo nervosismo aumenta a dismisura non appena i soldati gli puntano il mirino addosso. Solita procedura, ma con un tocco extra. Ed è lei stessa a destreggiarsi tra le mille possibilità di assicurare il successo di quella dannata iniezione. 'Preparate i taser, per favore. '
'E' un po' eccessivo... ' bisbiglia l'uomo al suo fianco. Le sue pupille saettano da lei al micidiale strumento nelle sue mani. 'Non rischiamo di innervosirlo troppo? '
'La mia presenza qui è superflua. Lo faccio per precauzione. Lei era presente quando ci fu il tentativo di fuga? Il primo e l'ultimo. Allora sa di cosa è capace quest'essere. ' Perentoria. E' così che dovrebbe essere. Imitare l'ape regina le sta riuscendo bene.
Lui annuisce. Che abbia fatto un buon lavoro? 'Molto bene. Voi, laggiù. Serve qualcuno che chiuda ermeticamente le porte blindate. Voialtri statemi vicino. Dovrete essere molto veloci. Quanto a te... ' dice, rivolto al blu, e i suoi occhi si incastrano in quelli della creatura in una silente comunicazione, '... siamo qui per rimetterti in sesto. Devo controllarti le ferite. Prova a muoverti di un centimetro e non ci sarà alcuna pietà. '
Il blu non aggiunge altro. I suoi occhi sono più freddi, più rabbiosi, affilati come le lame di un rasoio. Il viso è corrucciato, le rughe si sono fatte più pronunciate, la postura si è incurvata. Anzichè arretrare come un cane da laboratorio con la coda tra le gambe, sembra aver preso possesso del territorio circostante. E ciò non fa altro che renderlo più pericoloso.
'Ora io entrerà nell'unità. Siediti e non fare scherzi. Capito il concetto? '
La creatura obbedisce. Con le mani bene alzate piega le ginocchia come se dovesse pregare qualcuno, i talloni a toccare il carapace. Una manciata di numeri senza significato su un pannello e il gioco è fatto. Clack. Il meccanismo che tiene chiusa la gabbia fa dondolare la porta lentamente, come se ci fossero degli spiragli intangibili a muoverla.
'Resta così, immobile... ' sussurra Connor, facendo un passo avanti. Ad una prima occhiata superficiale, le ferite si sono rimarginate così bene da aver fatto saltare diversi punti di sutura. I restanti giacciono penzolanti come minuscoli tentacoli dalle cicatrici. Amy trattiene il respiro. Connor si avvicina di altro passo sotto lo sguardo illegibile del blu. Poi, l'impensabile.

 

'E' sicura di quello che mi sta dicendo? '
La voce calma e autoritaria di Sacks rimbomba come un urlo stridulo e minaccioso. L'immagine che vomita parole senza senso da dietro lo schermo è insensibile agli schizzi di sangue, ai pezzi di cartilagine sputati da un morso atroce e crudele, alle urla raccapriccianti di un uomo il cui viso apparirà deturpato per il resto della vita.
'Sì. Sono sicura. L'ho visto accadere, dottor Sacks. L'ho visto accadere con i miei occhi. ' risponde Amy con gli occhi vitrei e il volto pregno di sangue non suo.
Sacks si abbandona sulla sedia girevole dietro la sua schiena, socchiude gli occhi per un istante che le pare infinito. Intreccia le dita tra di loro, si fa pensieroso. 'Molto bene. La situazione mi è perfettamente chiara. Avete già portato il dottor Connor in magazzino? Credo che lì ci siano gli strumenti necessari per il dottor Brown. E' la persona più adatta a offrire le cure necessarie alla sfortunata vittima di questi eventi. '
Sfortunata vittima... ? Magazzino?
'Con tutto il rispetto, dottor Sacks... non credo che il magazzino sia adatto ad ospitare una persona con una ferita così grave. Dev'essere portato immediatamente in ospedale. '
'Proposta ammirevole, dottoressa Robinson. Ma la mia risposta è no. Non possiamo permettere uno scandalo pubblico. Specialmente data la situazione corrente. '
Connor morirà. Sai che succederà, vecchio bastardo. Non te ne importa proprio niente, non è così?
"Sacks vi ucciderà. Di questo non vi importa niente? "
Dovrà ringraziare il mutante in blu, prima o poi. Magari portargli del cibo preparato con le sue mani, facendo attenzione a non donargliele come spuntino. Dovrà congratularsi con lui per averci visto giusto. Connor è spacciato e Steve non potrà fare molto per tamponare l'emorragia. A Sacks non importa niente di loro. A Sacks non importa niente dei suoi simili. A Sacks non importa niente di ciò che gli è diverso. Gli importa solo di se stesso e basta.
E io? Io non so cosa pensare. Dati insufficienti.
Oh, sarebbe delizioso. Le Sacks Industries nell'occhio del ciclone. Scandalo pubblico, ha detto il mostro più amato da New York. Cosa accadrebbe? Cosa potrebbe succedere se solo una piccola, miserevole parola in più uscisse dalla sua bocca nel posto sbagliato al momento sbagliato? Crollerebbe tutto come un castello di carte? No. Risposta ovvia. L'unica a cadere sarebbe solo e soltanto lei.
'Va bene, dottore. Come dovremo comportarci con il resto del... progetto? Ora che il dottor Connor non è più operativo, intendo. '
'Mi è stato riferito che la sua presenza ha addolcito i nostri ospiti più di una volta. Credo che un dolce tocco femminile possa farli stare tranquilli. Potrebbe rimetterci altro, ma sicuramente non il naso. '
Già, cosa potrei rimetterci?
Amy è costretta ad ingoiare l'insulto che le si è formato prontamente in gola. Ella Thompson le offre uno sguardo impietosito, accucciata dietro il monitor. Il suo viso tradisce il turbamento che deve averle provocato la vista di Connor con i lembi del naso maciullato. Una forza micidiale, quella del blu. Ci sono cose che non si scordano mai nella vita, ed Amy è certa che non dimenticherà mai l'urlo del collega, lo schiocco liquido della cartilagine masticata da una morsa resistente e solida, lo scrosciare impetuoso del sangue, così acceso e brillante, e il suo stupore innocente, e poi la realizzazione del fatto. Deve avere urlato anche lei, ad un certo punto. O forse no. Non riesce a ricordare. Il blu non sorrideva mentre Connor urlava e urlava con le mani ad artigliarsi il volto. La sua espressione affranta, da cane bastonato, l'aveva quasi intenerita. Nonostante il suo viso fosse gocciolante di rosso. Nonostante pezzi di osso giacessero abbandonati sul pavimento. Il blu si è limitato ad osservare e a mormorare delle scuse mentre una lacrima solitaria gli rigava la guancia e lui si accasciava a terra, solo le mani a sorreggere l'ingente peso del carapace e dei muscoli sottostanti.
'E per quanto riguarda il mio compito primario? Devo continuare con il dottor Drew? '
Sacks le rivolge un'occhiata eloquente.
Capito. Risposta chiara e inequivocabile.
Dovrà lavorare anche negli orari extra. La maggior parte dei compiti giornalieri sarà addossata a lei. All'appello manca solo il mutante quattr'occhi in viola, senza considerare le analisi dei risultati freschi di centrifuga.
'Un'ultima cosa, dottoressa. Niente più uscite ricreative e non autorizzate. Ogni movimento dovrà essere registrato e riferito a me. ' enuncia Sacks scandendo ogni sillaba con voce quasi ferina.
Niente più tempo libero, nessun appuntamento con Steve. Il pensiero di quella disastrosa giornata fa scappare ad Amy una risata amara.
'Mi sfugge il motivo di tanto divertimento, dottoressa. ' continua lui, facendosi più severo. 'Forse dovrebbe adottare un comportamento più appropriato, vista la sua posizione. '
Amy ride ancora più forte. Comportamento più appropriato? Posizione? La sua non è affatto una posizione privilegiata. Quelle di Drew e della Thompson lo sono. La sua invece è quella più pericolosa. Un primo appunto: meglio non avvicinarsi più al mutante in blu. Troppo aggressivo e imprevedibile. E neanche all'arancione. Le è rimasta una sola possibilità, un'ultima carta da giocare. Per farlo, le servirà il suo cellulare. O una piccola telecamera. E il soggetto perfetto.
'Continuerò il mio lavoro, dottor Sacks. Ho solo una richiesta. Voglio avere carta bianca su come comportarmi con le creature. Ritengo che un approccio differente possa renderli più miti e maneggevoli. Preferirei che il mio corpo restasse integro. '
E' un azzardo e rischia di perdere tutto. Ma al tempo stesso è la soluzione più logica. Nel giro di poche ore è diventata la collaboratrice per eccellenza. Sacks impiega qualche secondo a rispondere. Si limita a studiarla, ed Amy è certa che il suo sguardo stia viaggiando su ciascuna goccia di sangue raggrumatosi sulla sua faccia. Una mano va a massaggiare la tempia. Bisogno di riposare, lui? Altro punto per il mutante in blu: dietro c'è qualcosa di molto più grosso, qualcosa di proporzioni mega che lei non può neanche cogliere con la sua immaginazione.
'Accetterò le sue condizioni, a patto di vedere dei risultati. Voglio quel mutageno. La pago per questo. E pretendo di riceverlo entro le prossime dodici ore. ' dice finalmente Sacks.
E' poco tempo... ma me lo farò bastare. Eccome.
'E se non dovessi vedere i primi frutti del suo lavoro, lei verrà sostituita. Lo prenda come un semplice ammonimento. ' sorride il bastardo dietro il monitor.
Amy si affretta ad accettare le condizioni. Era prevedibile, dopo tutto. Una minaccia di morte, e neanche troppo velata. Sostituita. Meglio dire "fatta sparire". Dovrà lavorare ancora più duramente. Dodici ore sono poche per capire come estrarre il mutageno dal sangue e analizzarne le specifiche. Drew, dovrà confidare in lui per riuscire a portare a termine il suo compito. E per qualche ragione, il pensiero di dover contare su qualcuno di così viscido non la tranquillizza per niente.
'Sarà fatto, dottor Sacks. ' risponde Amy, ricambiando il sorriso. Ella Thompson continua a guardarla, inquieta. E' lei stessa a girare il monitor dalla sua parte. Amy capisce che il suo colloquio è finito e si affretta ad uscire dall'ufficio della collega con lunghe falcate. C'è del lavoro da fare, e poco tempo a disposizione.

 

 

Note dell'autrice:

Ringrazio infinitamente Ciarax e Elenatmnt per gli incoraggiamenti e l'entusiasmo regalatomi. Vi faccio questo piccolo regalo prima della Vigilia di Natale. A voi e a tutti i lettori che mi seguono, buone feste!

Made of Snow and Dreams.

 

 

  
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