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Autore: Najara    24/12/2021    2 recensioni
“Era proprio necessario?” Chiese alla donna che, seduta sulla poltrona davanti al caminetto acceso, la stava guardando.
Due donne, un amore proibito, un sogno.
Storia che risponde al prompt speciale del 24 dicembre del calendario dell'Avvento del gruppo "LongLiveToTheFemslash".
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo sogno mi basterà

La neve cadeva in grandi e larghi fiocchi, mentre lei si muoveva con fatica, affondando nella neve fresca. Alzò la testa, coperta dal cappuccio che aveva sollevato nel tentativo di proteggersi e osservò la casa sulla collina che brillava nella notte. Si strinse in largo mantello contro il corpo e continuò a camminare fino a quando non arrivò alla porta.
Quando entrò nella stanza si ritrovò avvolta nel calore. Con un sospiro abbassò il cappuccio.
“Era proprio necessario?” Chiese alla donna che, seduta sulla poltrona davanti al caminetto acceso, la stava guardando.
“Mmm…” Mormorò solo la donna, mentre si alzava e si dirigeva ad un vecchio giradischi.
La musica riempì l’aria facendo da contrappunto al rumore dei ceppi di abete che bruciavano nel fuoco.
All’esterno la tempesta di neve non sembrava voler smettere di imperversare, ma lì, in quella stanza, tutto sembrava essere quiete e armonia. Il contrasto era lampante.
Si sfilò il mantello e lo appese a lato della porta, per poi avvicinarsi al fuoco e allungare le mani verso il suo calore. Poteva anche sapere che quel luogo, quella bolla, era solo magia dei sogni, non era reale, eppure il suo cervello continuava a dirle che aveva freddo, dopo aver scalato la collina nella tempesta di neve.
“Lo sapevi che sarebbe successo. Era inevitabile.” Disse, ruotando verso la donna.
Il disco girava, suonando una vecchia canzone: una voce femminile che raccontava di un amore perduto.
“Inevitabile.” Mormorò la donna. “Lo ucciderò.” Aggiunse poi e il modo in cui lo disse non conteneva nessuna inflessione, non era una minaccia, era la semplice realtà.
“No, non lo farai.” Affermò lei, avvicinandosi e avvolgendola con le braccia, appoggiando il volto contro la schiena della donna. “Resisterai, lo guarderai toccarmi, mentre tu non puoi neanche sfiorare la mia pelle, lo guarderai sposarmi quando tu non puoi neanche parlarmi, lo guarderai possedermi, quando tu non puoi neanche…” La donna ruotò di modo da avere il suo volto davanti agli occhi e posò due dita sulle sue labbra, fermandola.
“Che sciocche.” Mormorò, gli occhi chiusi. “La promessa sposa del re e la sua maga di corte…” Aprì gli occhi per guardarla, ed erano splendidi occhi verdi, gli occhi verdi che aveva cercato nel sonno quella prima notte e che l’aveva attratta lì, in quella bolla in cui avevano parlato, per la prima volta e per molte altre notti dopo quella.
“Le mie catene e la mia libertà.” Contrappose la donna, un sorriso sulle labbra, la canzone risuonava le sue ultime strofe, così amare eppure così belle, così disperate eppure così dolci. “Può fare quello che vuole con il mio corpo, non avrà mai il mio cuore.”
Vide gli occhi della donna irrigidirsi ancora e poi arrendersi, mentre lei si sollevava sulle punte per poterla baciare.
“Questo sogno mi basterà, questa finzione sarà la mia realtà e, là fuori, solo un brutto incubo, da cui mi risveglierò nelle tue braccia.” La tempesta di neve smise di ululare e nella notte rimase solo più il suono del fuoco scoppiettante nel caminetto e il grattare della punta sul giradischi.
  
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