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Autore: j_j_joker90    25/12/2021    0 recensioni
La famiglia Addams non era normale; era risaputo da tutti e dai membri stessi.
La loro diversità era motivo di orgoglio, ma quando questa si trasforerà in un dolore infinitamente peggiore della morte stessa cosa provocherà ai meccanismi che li regge?
Il senso di colpa per essere "diversi" li ucciderà?
Ma sopratutto riusciranno ad essere piu gli stessi o si adegueranno a tutto il resto del mondo?
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La preoccupazione si riferisce ai pensieri, alle immagini, alle emozioni e alle azioni di natura negativa ripetute e incontrollabili che derivano da un'analisi proattiva del rischio cognitivo fatta per evitare o risolvere potenziali minacce previste e le loro potenziali conseguenze.


 


 

Una voce dolce ma ferma colpì le orecchie dei tre, che, sorpresi, si girarono di scatto.

La voce proveniva da un’esile ragazza di media statura. A un primo sguardo pareva avere intorno ai 27 anni e non aveva nessun particolare che la facesse risaltare.

“Non sono affari suoi” rispose subito brusco Gomez.

Ma Morticia che sentiva una qualche affinità le si avvicino. “Abbiamo bisogno di parlare urgentemente con il preside, riguarda I nostri figli”.

La donna che non aspettava tanta gentilezza e tenerezza da un volto così accingo e spigoloso le strinse le mani, che nel frattempo Morticia aveva legato alle sue.

“Voi dovete essere gli Addams” disse la misteriosa fanciulla.

Questa consapevolezza colpì Fester che per la prima volta si sveglio da quel torpore che lo aveva accompagnato dalla scomparsa dei ragazzi e risposte flebilmente con un si appena udibile.

Morticia non perse altro tempo e, leggendolo come un segno del destino, chiese subito se ella sapesse dove si trovassero I suoi bambini.

Perfino Gomez, lasciando la presa che aveva suggellato sulla povera segretaria, si volto del tutto verso la ragazza.

“Siamo noi, ci conosciamo?” La risposta di Gomez fece pensare alla segretaria quanto fosse beffardo che un attimo prima il padre irruento si lamentasse del fatto che nessuno li conoscesse e ora si stupisse del contrario.

“Ancora non ho avuto il piacere, ma sono la nuova insegnante di storia della vostra bambina, sapete dopo l’incidente con l’ultima...”disse con un leggero sorriso la nuova conoscenza.

“Mercoledì mi ha riempito la testa sulla propria famiglia a tal punto che potrei dire di conoscervi prima di avervi incontrato.” Il riso spontaneo era dolce ma anche gracchiante, come se qualcosa le ostruisse la gola. La donna emanava un’area gentile che calmò tutti i presenti, a eccezione di Gomez.

“Dobbiamo parlare immediatamente con il preside, signora…”

“Signorina Robin Bianconi” l’ammonizione della maestra lo innervosì ancora di più. Che stava per rispondere quanto ella lo interruppe nuovamente.

“Il preside non si trova nell’edificio, è partito prima per questioni familiari. Quindi è inutile che tormentiate la povera segretaria” indicando la donna in questione, che intimidita ma anche incoraggiata li saluto con un mezzo sorriso e una manina paffuta.

“Allora a chi dobbiamo rivolgerci? Abbiamo delle urgenze.” Chiese Morticia, solo per essere presa per un braccio e strattonata dal marito bruscamente.

“Andiamocene mon cheri, qui non troveremo nessun aiuto, dobbiamo rivolgerci alla polizia!”.

“I miei nipotini sono scomparsi” una voce soffiata e flebile riarse l’attenzione su tutti sul fratello più giovane dei fratelli Addams.

“Non so cosa fare” Fester lo disse con il viso scuro, gli occhi meditabondi e le mani tremanti.

“Mi sento tutto caldo fuori e freddo dentro, non so cosa stia succedendo”.

“Non ho mai provato una cosa del genere, sento di dover distruggere tutto, ma ho anche voglia di scappare”.

Le sensazioni che provava Fester erano sicuramente nuove, qualcosa che in vita non aveva mai dovuto provare.

Da sempre circordato dall’amore (perverso e insolito) della sua famiglia e protetto dal nome che portava, mai in tutta la sua esistenza si era trovatoin questa situazione.

“Non credo siano giuste queste sensazioni, non capisco…” un lacrima fuggi dagli occhi innocenti dello zio preferito di Pugsley.

“È paura, è quello che provi per I tuoi nipotini.” Robin si avvicinava all’uomo bambino, sotto lo sguardo vigile di quest' ultimo.

Sondava ogni movimento, sembrava un animale ferito pronto a scattare a ogni segno di pericolo.

Gomez e Morticia guardavano la scena da lontano, almeno metaforicamente, non si trovavano li ma dall’altra parte di un vetro.

Gomez era scioccato dal fratello e pensava che quell’uomo non potesse essere il suo Fester. Mentre Morticia era stupefatta e leggermente impressionata.

Da sempre era terrorizzatamene innamorata del marito, per il suo esuberante disprezzo del pericolo, l’aria di morte che scaturiva nello stare insieme la eccitava, ma in qualche maniera si sentiva sempre al sicuro.

Invece con Fester, molto diverso da Gomez secondo lei, si preoccupava di più. Se Gomez era sempre sul filo del rasoio, spesso per colpa di se stesso, Fester era anch’esso sullo stesso filo ma appeso con un solo dito e un peso di 100 kg su ambe le caviglie. Dove Gomez non metteva mai realmente in pericolo la famiglia, Fester ti trascinava nel foro profondo di qualche bestia selvatica.

Era una differenza enorme, per questo vederlo in quello stato di tensione e p-p-paura la metteva terribilmente a disagio.

Robin al contrario aveva sempre molta paura, ma aveva imparato da tempo essere solo un sistema della mente per metterci in allerta di un potenziale pericolo, e che ciò che temiamo nel più profondo è il dolore, cosa che gli Addams raramente avevano provato senza quel senso di goduria soddisfazione masochistica.

Alla donna, abituata a queste situazioni, bastò posare una mono sulla spalla di Fester per farlo sobbalzare e poche altre lacrime caddero dal volto dell’uomo.

Anche Morticia si avvicino per consolare il cognato, mandando sguardi di disapprovazione al marito, che rimase impassibile con lo sguardo basso e crucciato.

“Signorina Bianconi siamo molto preoccupati perché non li troviamo in nessun luogo che di solito frequentano, cioè la scuola, la strada prefissata per tornare a casa e, per l’appunto, casa nostra.” l’insegnante sembrò iniziare a preoccuparsi, ma prima di agitare ulteriormente la famiglia chiese da quanto tempo non aveva contatti con i ragazzi.

“Da stamattina, quando usciti per venire a scuola. Lei forse non lo sa ma siamo contrari all’uso degli smatphone, sono troppo giovani e quindi non abbiamo loro notizie da allora.” Rispose con apparente calma Morticia.

“Forse hanno fatto una strada più lunga o si sono fermati da qualche parte” cercò di spiegare la giovane maestra.

“Di solito tornano entro 20 minuti massimo 30, non un minuto di più, dopo la scuola” intervenne Gomez che nel discutere sembrava essersi ripreso un poco.

Ma a quell’ affermazione Robin rimase un po interdetta, pensando fossero passate nemmeno due ore dalla fine delle lezioni palesando gentilmente questo suo pensiero.

Gomez e Morticia si guardarono negli occhi, dovevano far capire la situazione alla donna spiegandole che non si trovava di fronte alla solita famiglia iperprotettiva e allarmista.

“Vede Pugsley,, l’anno scorso, ha insistito molto per venire a studiare in questa scuola, nonostante fino a quel momento gli studi privati fossero di gran lunga più redditizi e funzionali di quelli pubblici, senza offesa ovviamente, ma per un maestro concentrarsi su due alunni invece che su trenta cambia il modo d'insegnare e noi eravamo contenti di far captare ai nostri bambini ciò che noi ritenevamo importante, seguendo una linea d'istruzione più Europea.“ Gomez sembrava molo fiero di ciò che disse, voleva colpire con un fendente gentile la scuola e la professoressa, visto che lui si è sempre sentito contrariato dalla decisione di mandarli in una scuola pubblica.

“Ma dopo molte insistenza da parte di Pugsley e poi da Mercoledì capitolammo, ponendo però delle condizioni. Una di queste era che lui, il maggiore, tornasse sempre a casa in tempo con la sorellina al seguito, sempre, senza nessuna eccezione.” Spiegò Morticia.

La signorina Bianconi la guardava un po perplessa. Non conosceva così bene Pugley, solo per sentito dire da Mercoledì, e non metteva in dubbio la diligenza del fratellone, ma sapeva che anche I ragazzi più responsabili delle volte prendono decisioni irresponsabili e istintive, senza pensarci troppo, solo per un pò di divertimento in più.

“C’è qualcuno a casa ad aspettarli? Magari a quest’ora sono già ìi ad aspettarvi” insistette la maestra.

“Ve l’ho detto che era inutile parlare con queste persone, non ci capiscono, non lo fanno mai, non ci provano nemmeno”. La rabbia era tornata nella voce di Gomez mentre diceva quelle parole, ma nascondeva anche un senso d'Incomprensione, delusione e sfiducia nei confronti del mondo.

Uscì immediatamente dall’edificio seguito con una coda da Fester.

Gomez sentiva dei passi veloci dietro di lui, insieme a dei latrati che riconobbe appartenere al fratello, ma non si fermò o rallento fino a quando fuori dall’edificio non si scontrò leggermente con qualcuno, che cadde teatralmente per terra.

Morticia dopo averci pensato per un po decise di seguire il marito, ma una mano si intrecciò alla sua nuovamente.

“Vi prego, lasciate che vi aiuti, avete frainteso le mie intenzioni, volevo solo calmare I nervi e non mettere in dubbio la vostra ragione.” Disse Robin.

“Su questo devo dissentire, lei intendeva esattamente ciò che noi abbiamo percepito” rispose Mortica,“ e cioè che siamo strani a preoccuparci così tanto, scommetto che nonostante tutti I racconti di Mercoledì su di noi non si aspettava di certo una famiglia così." Strinse comunque la mano alla giovane donna.

“Ma non la biasimo per questo, sono cosciente da molto tempo di ciò che sono e ciò che le persone pensano di noi, e alla società non ne faccio una colpa, tanto meno a lei.”

La signorina Bianconi strinse immediatamente labbra e sopracciglia rimanendo con un misto di aria confusa e imbarazzata, non sapendo bene cosa rispondere a quella confessione così sincera.

Morticia sorrise a quella buffa espressione, capendo perché alla figlia piacesse così tanto quella piccola donna tanto da parlare con lei. Ma prima che potesse continuare un urlo ghiacciato attirò la loro attenzione.

Proveniva dall’esterno dell’edificio e così le due dopo un momentaneo incrocio di sguardi corsero fuori.

 

 

  
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