Serie TV > La famiglia Addams
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Autore: j_j_joker90    08/01/2022    0 recensioni
La famiglia Addams non era normale; era risaputo da tutti e dai membri stessi.
La loro diversità era motivo di orgoglio, ma quando questa si trasforerà in un dolore infinitamente peggiore della morte stessa cosa provocherà ai meccanismi che li regge?
Il senso di colpa per essere "diversi" li ucciderà?
Ma sopratutto riusciranno ad essere piu gli stessi o si adegueranno a tutto il resto del mondo?
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mortificazione 
Umiliazione dell'amor proprio, con un senso accentuato di confusione e di vergogna.
Ridurre un organismo, animale o vegetale, in uno stato simile alla morte; togliere il vigore vitale.

Le due donne si recarono fuori dall’edificio; Morticia ebbe un breve sussulto che però nessuno ebbe il tempo di notare.

La scena che si palesò era quello di un Gomez fuori di se mentre tentava di strangolare il signor Wilson.

“Ripeti quello che hai detto poco fa ora se ne hai il coraggio, o forse ti manca il fiato?” Fester stava calmo, con impassibile quiete.

La signorina Bianconi inorridita dalla scena si lanciò sulla coppia urlando e chiedendo aiuto a chiunque stesse guardando, ma i ragazzi, che erano rimasti nel cortile della scuola, erano troppo impauriti per fare qualcosa.

Qualche professore, allarmato dal chiasso, uscì fuori e dopo qualche secondo di sgomento intervennero e infine riuscirono, in tre, a dividere le mani di Gomez dal collo del vecchio bidello.

Gomez si ritrovò così a terra a fissare con astio il signor Wilson in piedi dietro ai professori.

Robin era esterrefatta; non si definiva una pacifista, ma quella violenza non la capacitava ne la faceva stare serena, non immaginava dai racconti di Mercoledì che il padre fosse un tipo aggressivo. Inoltre il signor Wilson era solo un vecchio, strano ma anche molto sfortunato, ed era facile dispiacersi per lui.

“Siete forse impazzito!” Gomez non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua vittima; respirava forte a denti stretti buttava fuori aria come un animale.

Era fuori di se dalla rabbia, ma aveva provato tanta collera per qualcuno come per quel vecchio. Morticia nel frattempo si avvicinò al marito riuscendo infine a calmarlo guardandolo intensamente negli occhi dopo aver attirato la sua attenzione ponendo semplicemente una mano sulla sua spalla.

Gomez dopo aver ripreso a respirare come un essere umano, si girò verso I presenti: corpo studentesco, professori e collaboratori scolastici e con le mani tremanti si liberò dalla presa di coloro che lo stavano trattenendo.

Nello sguardo c’era un misto di orgoglio e pentimento, senza dire una parola se ne andò solo per chiudersi in macchina

Morticia si dispiacque dell’evento, ma ancora di più provò tristezza per il marito perché sapeva non essere nella sua natura essere così rabbioso e violento.

Dopo queste considerazioni brevi si rivolse agli spettatori di quella scena con aria sconsolata chiedendo scusa.

“E mi rivolgo sopratutto a lei signor Wilson, sono mortificata spero possa perdonarci, so che un atto di tale portata è indicibile e ingiustificabile ma di solito Gomez non si comporta così, non so cosa lo abbia spinto a tanto.” Morticia era confusa e desolata.

“È stato lui, e il suo veleno a spingere Gomez in quello stato” Rispose Fester alle domande che incombevano nella mente della cognata.

“Lui ha detto che i ragazzi sono figli di Satana e che meritano tutto ciò di più brutto a questo mondo” alcuni rimasero scioccati, pochi invece non ebbero reazioni perché sapevano che il signor Wilson non era uno stinco di santo, ma la maggior parte non credette alle parole di Fester, com’era possibile per un uomo che lavora da anni in mezzo ai bambini potesse pensare o addirittura dire parole tanto dure e maligne, sopratutto in un momento come questo, ma sopratutto cosa ne sapeva lui della scomparsa dei ragazzi?

Queste era quello che pensava Fester, ma anche la Signorina Bianconi che inizio a vedere il signor Wilson con sospetto.

Fester si avvicino con calma glaciale al vecchio bidello, tutti si allontanarono impauriti dalla figura dell’uomo che emetteva un’aura di terrore da solo, senza dover usare la forza, molto più del fratello.

“Se dovessi scoprire che hai fatto qualcosa ai miei nipotini, nemmeno con la più grottesca immaginazione potrai pensare a quello che ti farò una volta che ti avrò tra le mani.” Fu un sussurro che solo il signor Wilson potè sentire, più che una minaccia era una promessa.

Fester lo guardò un’ultima volta con gli occhi che traboccavano di spaventosa sincerità e se ne andò anche lui in macchina lasciando tutti con il fiato sospeso e l’angoscia che raffreddava il cortile.

Mancava solo Morticia all’appello in macchina, dopo aver preso un respiro profondo di quell’aria di terrore a lei tanto familiare e calmante, si girò verso la signorina Bianconi le sorrise e si girò anche lei per andare verso la macchina che la attendeva fuori dalla scuola.

Robin non poté evitare di ricambiare troppo tardi il sorriso con uno sguardo disorientato e colpito nello stesso tempo. Sentiva come se dovesse seguire quella strana famiglia ovunque l’avessero portata.

Ma una cosa era certa, la ricerca di questi ragazzi sperduti era appena incominciata e la famiglia Addams non si sarebbe fermata fino a quando non li avessero trovati, così decise di seguire l’istinto e correre verso quella macchina bizzarra.

Nel frattempo appena Morticia entrò in macchina, al posto del guidatore visto che Gomez si era messo al fianco destro come passeggero, Fester chiede subito “Cosa facciamo ora?”.

Entrambi si girarono verso Gomez in attesa di una risposta che non arrivò mai. aveva lo sguardo perso fuori dal finestrino, anche lui in attesa di vedere qualcosa, o meglio qualcuno.

Morticia e Fester si guardarono per un attimo come a chiedersi spiegazioni per quello strano comportamento, ma proprio nel momento in cui stavano per ripartire senza una meta precisa una mano sul finestrino di Morticia colpì tutti. Era Robin.

“Dovete andare alla stazione dello sceriffo di Westfield, si chiama Colin Wright, è un po testardo ma saprà aiutarvi se gliene date la possibilità” l’insegnante di Mercoledì era senza fiato per la corsa, ma anche soddisfatta delle informazioni che aveva dato, sapeva di dover fare di tutto per aiutarli e avrebbe continuato a farlo.

Gomez si girò verso di lei, aveva gli occhi stanchi e rossi come di chi non dormiva da giorni, sembrava depresso ed esaurito, ma ebbe la forza di accennare a una conferma, che la famiglia captò.

Allora ciò che dovevano fare era deciso, e si avviarono verso la stazione dello sceriffo, ma non prima di aver chiesto alla signorina Bianconi se volesse unirsi a loro.

Lei inizialmente non sembrava convinta e di fatto pensò che sarebbe stata più utile in diversi modi, ma vedendo lo stato in cui era caduto Gomez si convinse a salire e insieme partirono alla volta della prossima meta.

  
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