Libri > Good Omens
Ricorda la storia  |      
Autore: ineffable    26/12/2021    3 recensioni
Il titolo è preso dalla famosa frase del signore degli anelli, è un titolo un po' idiota lo so XD
Aziraphale affida la sua unica piantina a Crowley, quali saranno i risultati?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Sei sicuro caro che non è un disturbo per te? >>
<< Figurati angelo, hai detto per pochi giorni no? >>
<< Sì, cinque al massimo. >>
Crowley prende il vasetto di terracotta dalle mani di Aziraphale, l'angelo guarda per un attimo titubante la sua piantina, sa che Crowley ne ha una stanza piena, e che sicuramente con lui è in buone mani, ma non vuole che la sua piccola amica gli sia di peso, e soprattutto si chiede se lo sbalzo di temperatura, un nuovo ambiente, potrebbero influire negativamente su di essa, ma le sue preoccupazioni vengono soffiate via dalla voce del suo migliore amico.
<< Angelo è una pianta molto resistente, si adatta facilmente ai cambiamenti. >>
<< Sì, sì ma certo caro, sono sicura che starà benissimo. >>
Sorride e si china verso la sua piantina.
<< E tu mia dolce creatura farai la brava vero? E non disturberai le altre piante. >>
Con un colpetto tocca la punta della fogliolina proprio come se stesse sfiorando la guancia di un bambino, Crowley è fin troppo intenerito da questa scena paterna, l'angelo ha un modo completamente diverso dal suo di rapportarsi alle piante e come aspettarsi diversamente. Dopo l'ennesima raccomandazione e saluto straziante il demone decide che ne ha abbastanza, saluta il suo amico e prende la via di casa.
Mentre è alla guida della sua preziosa Bentley un occhio gli cade sul povero vasetto, che con tutte quelle curve e frenate scivola da una parte all'altra del sedile, Crowley frena all'improvviso, schiocca le dita e la pianta ora è avvolta dalla cintura di sicurezza, non può rischiare di farla cadere cinque minuti dopo averla presa con sé, e soprattutto dopo aver promesso un'infinità di volte all'angelo che sarebbe stata bene.
Crowley fissa la pianta.
<< Non dirlo a nessuno chiaro? e non farti strane idee, non sono affatto gentile >> detto questo sfreccia in direzione casa.
Una volta dentro al suo appartamento, con il vasetto ben stretto tra le dita pensa bene di far fare un giro alla nuova arrivata, proprio come aveva fatto il suo angelo quando gliela aveva regalata per l'anniversario della libreria, Crowley ricorda che lo aveva guardato come se avesse perso la testa, un conto era parlare con loro ma fargli fare addirittura il giro della casa, mica hanno gli occhi quei vegetali. Beh il dubbio era rimasto nella testa del demone e così aveva iniziato a fare lui stesso, tenendo a mente le parole che l'amico gli aveva rivolto.
<< E' giusto conoscano il luogo in cui vivranno mio caro, sentono le vibrazioni di ogni stanza e possono benissimo decidere dove voler stare, e poi si fanno un'idea di chi si prenderà cura di loro >> aveva detto accarezzando con l'indice le minuscole foglioline.
Giunto alla stanza delle piante il demone alza il vasetto in alto.
<< Fate bene attenzione, questa è una nuova amica, starà qui con voi per un po' quindi siate gen... siate cari... oh per l'amor del paradiso, siate voi stesse! >>
Crowley posa il vasetto in un angolino in grado di garantire sufficiente luce, aria e buio, l'angolo perfetto, ma se lo chiedete a lui dirà che non l'ha messa lì perché è la pianta del suo angelo, no, lui vi risponderà che quello era l'unico posto disponibile, sta per uscire dalla stanza -per gran sollievo delle sue piante- quando si ferma sulla porta, si volta verso di loro e con sguardo minaccioso dice:
<< Se per caso dovessi trovare una sola di voi a fare la bulla con la nuova arrivata, beh sappiate che di là ho una moto sega. >>
Esce dalla porta soddisfatto e le piante cominciano a tremare.
Sono passati due giorni da quando Josephine è arrivata a casa sua, -sì l'angelo ha dato un nome alla pianta- Crowley ha ribadito più volte che non ce n'era affatto bisogno, ma il suo carissimo amico sa essere molto testardo quando ci si mette e così quella che doveva essere una pericolosa pianta carnivora è diventata presto il gioiellino di papà.
Quel pomeriggio mentre esamina le sue piante una per una con lo spruzzino in mano, nota che Josephine ha le foglie più spente e flosce, ne solleva una con il dito ma appena la lascia andare la foglia finisce inevitabilmente per scivolare verso il basso, come un palloncino sgonfio. Crowley deglutisce preoccupato, se le dovesse accadere qualcosa Aziraphale gliela farebbe pagare molto cara, a suo confronto l'inferno sarebbe una passeggiata.
E' conscio di quanto il suo angelo tenga a quella pianta, non fa altro che ripeterglielo da quando gliel'ha regalata, a dire il vero aveva sempre nutrito dei dubbi, in fondo era una pianta carnivora e Aziraphale bè era così etereo, dai modi delicati, dolci e amorevoli in netto contrasto con la natura cacciatrice di Josephine. Il demone era conscio di questo quando l'aveva scelta, ma gli era sembrata da subito il regalo perfetto, voleva sì portare qualcosa che rispecchiasse la natura angelica dell'amico ma desiderava essere rispecchiato anche lui in essa, e la piccola piantina carnivora rappresentava la dualità perfetta. Fragile e aggressiva allo stesso tempo.
Crowley ricorda perfettamente come gli occhi celesti dell'altro hanno brillato, le sue labbra stese in un sorriso luminoso e grato, non se lo aspettava e lui si era divertito a vederlo balbettare stupefatto dei ringraziamenti di cui non aveva certo bisogno, era solo uno stupido regalo e lui non era affatto arrossito nel vedere l'angelo così agitato e felice.
Un ringhio basso lascia la gola di Crowley, le piante iniziano a tremare, tutte tranne la piccola Josephine, ignara dei metodi poco ortodossi che il suo nuovo e provvisorio proprietario usa per rendere le sue simili verdi e rigogliose, si abbassa con il busto e ora il suo viso è pari a quello del vegetale inerme, lo sguardo è minaccioso e le parole che ha intenzione di rivolgergli lo sono ancora di più.
<< Mettiti in testa una cosa, non credere che otterrai un trattamento di favore solo per che il tuo padrone è uno dei piani alti, tu non morirai, non in casa mia, ma non ho certo intenzione di leggerti poesie o lagnosi racconti con quelle vocine ridicole, e nemmeno farti ascoltare musica classica o roba simile ti è chiaro? Ora farai una cosa per me, ti impegnerai ad alzare queste foglie flosce e cadenti, diventerai verde e bella come le tue amiche qui >> un sorriso sadico passa sul volto del demone.
<< Atrimenti nell'altra stanza ho un tritarifiuti che non vede l'ora di conoscerti >> ancheggia fino alla porta, << dormi bene, anzi non dormire affatto! >>
Si può dire soddisfatto del suo operato, sicuramente la piccola insolente ha capito con chi ha a che fare e non oserebbe mai sfidarlo, la pianta è al sicuro, le sue chiappe demoniache lo sono altrettanto e può concedersi finalmente un meritato riposo.
Il mattino dopo tutta via una brutta sorpresa lo attende, la povera piantina ha le foglie e gli steli ancora più piegati verso il basso, e qualche piccola macchia gialla è comparsa sulle foglie, già può sentirlo, il lamentio incessante dell'angelo, i suoi rimproveri e piagnucolii che lo manderebbero di sicuro nei matti. Ma che cos'ha quella pianta che non va, le altre hanno iniziato a tremare al posto suo e cavolo non ci aveva pensato, potrebbero prendere esempio da lei e ribellarsi, ma certo non può infilarla davvero nel tritarifiuti, Aziraphale non glielo perdonerebbe mai.
Afferra il vasetto e le sibila contro.
<< Vediamo un po', sembra che l'idea di finire triturata non ti scalfisca per niente, cosa ne diresti invece di... >> improvvisamente un'idea, una lampadina si illumina nel cervello di Crowley.
Aveva sentito nel corso dei secoli che gli animali, soprattutto cani o gatti finiscono per somigliare al padrone, non gli era sembrata troppo assurda come idea e in effetti molte volte aveva potuto constatare di persona quanto fosse vero, e se anche per le piante fosse così? Si era chiesto il demone, se potevano ascoltare qualcuno che parlava con loro allora forse potevano prenderne i tratti. Sorride, un sorriso diabolico che sa di vittoria appena ottenuta. Che cos'è che fa rabbrividire il suo angelo, che cosa potrebbe scatenargli così tanto orrore da fargli eseguire qualsiasi cosa gli venga richiesta, a cosa tiene di più?
Crowley mette giù il vaso, cammina avanti e indietro vagliando ogni ipotesi, in cerca della più crudele e alla fine arriva, un ghigno soddisfatto gli stira un angolo della bocca, si avvicina di nuovo alla piccola, con l'indice alza una delle testine.
<< Chissà se assomigli al tuo paparino. Ti piacciono i libri, mh? >>
Ottiene subito l'attenzione della pianta.
<< Sarebbe un peccato se io ne bruciassi qualcuno vero? >>
Schiocca le dita e un volume con copertina blu compare tra le sue mani, la piantina è sempre più incuriosita, sembra quasi felice perché pensa che finalmente questo urlatore seriale si degnerà di leggerle qualcosa.
<< Tu non vuoi che io lo distrugga. >>
Una fiammella compare sull'indice di Crowley, l'avvicina alle pagine che si anneriscono là dove la fiamma è più vicina, Josephine inizia a tremare, che orrore, che scempio, non può essere così folle da farlo davvero.
<< Allora vediamo di essere chiari, le regole sono: Tu cresci rigogliosa e io non brucio alcun libro. >>
Il piccolo vegetale sembra fare sì con la testa tra i tremiti.
<< Intanto questo... un vero peccato tu non abbia obbedito. >>
FUM
Una fumata arancione e il libro è bello che carbonizzato, la cenere cade sul pavimento, il demone decide di non raccoglierla per il momento, servirà sicuramente da monito non solo per Josephine ma per tutte.
Se avesse potuto sudare freddo lo avrebbe di certo fatto, la poverina aveva cominciato a chiedersi perché il suo carissimo librario, così gentile nei modi l'avesse lasciata con questo squilibrato, come aveva potuto, desiderava che tornasse a riprenderla prima di finire ella stessa arrostita.
I giorni passavano e le minacce del demone sembravano aver ottenuto l'effetto sperato, aveva dovuto bruciare solo altri due libri e poi finalmente la piantina era rinata, le sue foglie si erano fatte più alte e verdi, le testoline erano sollevate e addirittura ne stava per nascere una, ma Crowley non abbassava mai la guardia, non si sa mai con le piante.
Finalmente è giunto il giorno che la povera Josephine ha desiderato praticamente da quando ha messo le radici in questa casa, la voce squillante di Aziraphale la fa vibrare di frizzante energia nuova, per questo motivo l'angelo non nota niente di strano quando entra nella stanza per salutarla e riprenderla, con il demone al seguito che lo fissa a braccia conserte.
<< Ciao mia piccola cara, come sei stata qui? Ti sei comportata da brava piantina vero, ma certo che sì. >>
Il demone alza gli occhi al cielo, tutto quel miele gli sembra veramente esagerato.
<< Sicuro che non ti ha creato problemi mio caro? Sembri un tantino teso. >>
Crowley mugugna qualcosa, più che teso è preoccupato, non vuole in alcun modo che venga a sapere i metodi che ha utilizzato per rendere la pianta così rigogliosa.
<< Tutto bene angelo, ha fatto amicizia con le altre >> sguardo minaccioso verso le foglie che cambiano subito direzione.
<< Sembra essere molto più verde di quando l'ho lasciata, come hai fatto ha ottenere un risultato così brillante in poco tempo? >>
Il demone inizia a sudare, tossicchia e sposta lo sguardo.
<< E' un segreto, vado a preparare un tea. >>
Il principato si illumina.
<< Ottima idea mio caro, io intanto faccio salutare a Josephine le sue nuove amiche. >>
Crowley risponde con uno sbuffo e si dirige in cucina. Mentre prepara l'occorrente per mettere su il tea, tiene un orecchio teso verso l'altra stanza, certo ha minacciato molto severamente la pianta prima che il suo angelo tornasse, gli ha intimato di non aprire bocca se non avesse voluto assistere a un vero falò di libri, ma le sue corde demoniache gli dicevano di non fidarsi troppo.
In fondo se come Aziraphale amava i libri e la lettura, poteva essere una piccola bastarda proprio come lui, un adorabile bastarda capace di ingannarti con i suoi modi affabili, una dolce creatura pronta a fare tentazioni al posto tuo, sventare l'apocalisse al tuo fianco, Crowley sospira e comincia a preparare il tea.
Tutto è tranquillo almeno in apparenza, il bollitore borbotta, la bevanda calda viene versata nella tazza ma improvvisamente qualcosa cambia, le narici del demone captano qualcosa nell'aria, un qualcosa che non riesce a definire, sembra elettrico e pungente.
<< ANTHONY J. CROWLEY! >>
Oh-oh.
Quella voce appartiene ad Aziraphale, e sembra molto, molto arrabbiato.
Crowley deglutisce, lascia scivolare le zollette di zucchero sul pavimento, in una frazione di secondo vaglia le sue opportunità di fuga, la luna, Alpha Centaury, una nebulosa qualsiasi, la Svizzera, nemmeno ai tempi dell'apocalisse si era sentito così nervoso e in pericolo, schiocca le dita e in un attimo si ritrova nel suo armadio, non un posto molto furbo, non è che abbia tutti questi nascondigli in casa sua, è questione di minuti prima che l'angelo lo trovi.
<< Crowley! >>
I passi del principato si dirigono frettolosi in sala, sbuffa e gonfia le guance quando nota che non c'è traccia del suo amico, continua a cercarlo girando stanza per stanza, chiamandolo a gran voce con decibel che avrebbero benissimo potuto rompere i vetri, intanto il demone è indeciso se uscire e affrontare la morte da eroe oppure aspettare che sia lui a trovarlo, potrebbe persino avere pietà se lo trova nascosto. Ma chi vuole prendere in giro, in questo momento preferirebbe avere Beelzebù davanti, pittosto che un angelo arrabbiato e in preda a una crisi di nervi, sente i passi dirigersi in camera, si fermano davanti al armadio, deglutisce.
L'anta si apre rivelando un viso paffuto circondato da riccioli biondi molto, molto contrariato, le guance rosse e gonfie, il naso all'insù e le labbra tirate in una smorfia...adorabile, è questo che pensa Crowley quando lo vede, vorrebbe quasi sorridere ma sa che significherebbe morte certa, quindi si limita a sorridere colpevole.
<< Ciao angioletto. >>
Aziraphale sbuffa aria dalle narici.
<< Vieni subito fuori, per favore. >>
Tipico, non riesce ad essere duro per la durata di una frase. Il demone obbedisce, ora sono l'uno di fronte all'altro.
<< Come hai potuto? >> squittisce il biondo principato.
<< A cosa ti riferisci esattamente? >> fare il finto tonto, che tecnica stupida, non funzionerà mai.
<< Lo sai, Josephine mi ha raccontato tutto, delle urla, le minacce, e Crowley hai bruciato dei libri davanti a lei! L'hai spaventata a morte, è così che ti comporti con le tue piante? Io mi fidavo di te. >>
Nel cuore di Crowley si sente un piccolo crack.
<< Angelo io... volevo solo stesse bene e non morisse, stava cominciando ad ingiallirsi e non sapevo come fare per farla riprendere >> si gratta la nuca nervosamente.
<< E così hai pensato bene di traumatizzarla, sai quante letture mi ci vorranno adesso e quante ninne nanne, come pensi possa tornare serena ora, mi odierà! >>
Gli occhi celesti ora sono velati di lacrime.
<< A-ang.. non può odiarti, non esiste che lei ti odi, nessuno potrebbe credimi, sei la creatura meno odiabile di tutto l'intero universo. >>
Aziraphale tira su col naso, Crowley è in panico totale.
<< Ma sono stato io a lasciarla con te. Pensavo ne avresti avuto cura. >>
<< L'ho avuta infatti! Solo che la mia e la tua idea di cura sono diverse >> si giustifica.
<< Aziraphale sono più che certo che non ce l'abbia con te, non potevi sapere che io... bhe... che... >>
<< Non voglio più ascoltarti. >>
Si gira per andarsene ma viene fermato da una mano intorno al suo polso, si gira e incontra gli occhi di Crowley, esprimono senso di colpa e dispiacere ma lui non è ancora pronto a perdonarlo, non ora almeno, deve riflettere su ciò che a fatto, per questo distoglie il suo sguardo per primo.
<< Angelo mi... dispiace. >>
Sta per cedere.
<< Stava per morire cos'altro avrei dovuto fare? >>
Ma questa frase lo fa ritornare sui suoi passi, volta la testa sbuffando, a passo spedito entra nella stanza, prende la sua piantina e prima di andarsene grida a Crowley:
<< Potatore assassino! >>*
Il biondo principe è seriamente deciso a fare l'offeso per una settimana intera, ed è il minimo, già è tanto riuscire a perdonarlo, almeno non vuole renderglielo così facile, deve sudarselo il suo perdono, non basterà una cena al Ritz o delle crepe, è intenzionato a non cedere così facilmente, che venga pure a brontolare, gli darà pane per i suoi denti.


...

Il giorno dopo.
<< Oh caro ma è bellissimo! >>
Aziraphale tiene in mano un vasetto di ceramica bianco e dorato, decorato con delle ali simili a quelle che ha sulla sua tazza, lo guarda estasiato rigirandoselo tra le dita, non ha mai visto in vita sua una creazione così bella, sembra quasi non umana.
<< L'ho fatto io. Voglio dire... non proprio fatto fatto, l'ho miracolato, volevo qualcosa di speciale ed ho pensato a t... >>
L'angelo lo guarda curioso, Crowley arrossisce e sposta lo sguardo, si schiarise la voce.
<< E' un vaso speciale, ovviamente, se ti capiterà di star via di nuovo non dovrai preoccuparti per lei, questo vaso è in grado di prendersene cura, le darà l'acqua e la luce che le servono, basta solo che lo attivi. >>
Aziraphale è piacevolmente stupito, guarda il suo migliore amico con gli occhi colmi di incredulità, sono lucidi e pieni di affetto, la prima volta che lo aveva fatto sentire così è stato quando ha salvato i suoi libri dal bombardamento, quella volta purtroppo non è riuscito a dire molto, il discorso è stato chiuso subito dopo che lo ha seguito dentro l'auto.
<< Non che io non voglia tenerla, ti assicuro che non riceverebbe più quel trattamento, certo non le leggerei stupidi libri ma... la tratterei discretamente bene. >>
<< Ti assicuro che mi dispiace. >>
Si guardano, si studiano, Aziraphale stringe le labbra e improvvisamente fugge via, Crowley naturalmente lo segue, lo afferra per un braccio e lo fa voltare.
<< Ehi che ti prende? Se vuoi che me ne vada... >>
L'angelo non sopporta quel suo sguardo ferito, troppe volte l'ha visto sul suo volto a causa sua e non è più disposto a sopportarlo, certo a volte il suo amico ha degli atteggiamenti che sono proprio da... beh da Crowley, ma questo non lo rende meno speciale ai suoi occhi, anzi, è certo che non potrebbe mai amarlo davvero se non fosse esattamente così com'è.
<< No. Mi piacerebbe che tu ti prendessi ancora cura di lei, quando ce ne sarà bisogno, se a te sta bene ovviamente. >>
Crowley alza il viso pieno di stupore.
<< Certo che... mi va. >>
Aziraphale sorride, si sposta verso la piantina che con uno schiocco di dita è nel suo nuovo vaso.
<< Le dona. >>
Crowley risponde con un verso imbarazzato, poi però il suo sguardo cade sulla figura che ha di fianco, nota un'espressione dubbiosa sul suo viso.
<< Che c'è angelo? >>
<< Nulla caro... stavo solo contemplando. >>
<< Mh, beh allora io vado. >>
Aziraphale si limita ad annuire.
Una volta rimasto solo un sospiro lascia le sue labbra, appoggia una mano sul bordo di legno dello scaffale e guarda la piantina..
<< C'è che sono innamorato di te. >>
Risponde alla domanda postagli prima dal suo migliore amico, solo che adesso è tardi e lui se ne è già andato, forse.
<< Che hai detto angelo!? >>
Aziraphale drizza la schiena come se fosse stato colpito da una scossa elettrica, stringe i pugni lungo i fianchi e si ricorda di avere un cuore perché inizia a battergli furiosamente nel petto, ma non se ne era andato? Si volta lentamente sperando di aver avuto solo un'allucinazione, indietreggia di un passo quando vede quella che deve essere un'allucinazione avvicinarsi a lui, finisce con la schiena contro lo scaffale.
<< Angelo ripeti ciò che hai detto. >>
<< I-io... >> deglutisce.
<< Mi, mi stavo riferendo alla pianta! >> tenta di giustificarsi.
<< E tu dovevi essere uscito, perché sei ancora qui!? >> la sua voce è fin troppo acuta, e il suo viso eccessivamente rosso.
<< Non dire sciocchezze, se ti stavi davvero riferendo a lei perché ti agiti tanto? >> è sempre più vicino, troppo vicino.
<< P-perché... perché tu mi hai ingannato! Saresti dovuto essere fuori >> incrocia le braccia, è la sua unica possibilità di salvezza, sembrare duro e offeso.
<< Bene allora, sai cosa risponde la pianta? >> Crowley lo guarda dritto negli occhi, ormai è deciso.
Aziraphale sussulta e si appiattisce ancora di più contro lo scaffale, scuote la testa.
<< Ti amo anch'io >> dice il demone, senza segni di titubanza nella voce.
L'angelo rimane in silenzio, il cuore ha smesso di battere, se fosse stato umano sarebbe sicuramente morto, Crowley si allontana e Aziraphale percepisce il vuoto lasciato dagli atomi, lo spostamento d'aria generato dal corpo in movimento, volta le spalle all'amico che sembra pietrificato, lui ha fatto la sua mossa, ora sta all'altro decidere l'ultimo movimento, lanciare la carta definitiva e chiudere il gioco, ma non succede nulla, così Crowley rassegnato si mette le mani in tasca e si avvia verso l'uscita.
<< A-aspetta >> la voce del giovane principato è titubante ma decisa.
E Crowley lo fa, si ferma.
<< N-non mi stavo davvero riferendo alla pianta >> deglutisce.
Al demone scappa un sorrisino, a dire il vero vorrebbe mettersi a ridere a crepapelle, è così ingenuo il suo angioletto, così puro e candido che fa sciogliere il nero aggrovigliato intorno al suo cuore demoniaco, decide di stare al gioco e prenderlo un po' in giro.
<< Ma davvero? >>
Aziraphale annuisce, osserva le spalle di Crowley rilassarsi e finalmente si volta verso di lui.
<< Mi piacerebbe sapere cosa risponderesti tu >> la sua voce è un sussurro appena udibile.
<< Io? >>
Crowley si avvicina, guarda la figura eterea davanti a lui, con l'indice gli solleva il mento e avvicina il viso al suo.
<< Io risponderei: Quanto diavolo ci hai messo angelo? >>
Non aspetta risposta, lo bacia, si appropria di quelle labbra candide dal sapore di cannella e vaniglia, Aziraphale sussulta, per un attimo sembra sciogliersi al tocco dell'altro ma poi la presa sulla giacca nera si fa più forte, le labbra si schiudono e risponde al bacio in una maniera che di angelico non ha un bel niente.
Quando si staccano entrambi hanno il sorriso sulle labbra.
<< Non avrei mai pensato di dirlo ma sono grato alla tua pianta. >>
Aziraphale sorride e lo abbraccia solamente.
Da quel giorno il demone Crowley ha riservato un posto d'onore a casa sua alla piccola Josephine, alcune volte legge qualcosa per lei, qualcosa di demoniaco ovviamente, racconti dell'orrore o robe simili, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare a Josephine piacciono e lui ne è molto soddisfatto, la porta a casa sua anche quando Aziraphale non è via giustificandosi che è per dare il cattivo esempio alle sue piante, l'angelo non gli ha mai chiesto cosa volesse dire, ma solo perché sa il reale motivo,
devono molto a quella piccola creatura vegetale, e Crowley se ne è davvero affezionato, solo che non è ancora pronto ad ammetterlo.



Fine.


* E' preso da flor special come te












   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: ineffable