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Autore: Angela Rosa    27/12/2021    0 recensioni
“…La mia era solo paura… Ecco.” Tirò un sospiro di sollievo. Forse Fred non l’avrebbe mai perdonata però almeno quel macigno l’aveva tirato fuori.
Ma avrebbe fatto di tutto per Fred.
Per il suo Fred.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Lee Jordan, Marcus Flint | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie '"Fred..." , "Si, Granger?"'
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Fred camminava su e giù davanti l’ingresso della Sala Comune dei Grifondoro, dando la nausea alla Signora Grassa. Era piuttosto nervoso e irritato (era strano trovare un gemello Weasley in quello stato) e non dava adito al suo ego di perfetto giullare di gongolare in giro, ignorando dunque le voci di corridoio e comunque c’era sempre la sua metà da qualche parte a ricoprire quel ruolo.
Fred indispettito continuava a fare su e giù e aveva intenzione di continuare così fin quando non fosse arrivata lei.
“Sarà ancora rintanata in biblioteca?” sussurrò a se stesso. Era quasi ora di cena e lei ancora non si era fatta viva durante la giornata. Il gemello aveva chiesto se qualcuno l’avesse vista quel giorno, ma gli unici che avevano dato una risposta esaustiva erano stati Ron ed Harry, che in realtà oltre a vederla a lezione non sapevano dove fosse. Ovviamente la biblioteca era il luogo che la teneva rinchiusa, al sicuro, lontano da lui, da quel gemello fastidioso e irritante.


Era ora di cena quando Fred vide molti dei suoi compagni scendere in Sala Grande pronti per mangiare, ma di lei ancora nessuna traccia. Gli studenti lo guardavano in modo strano (più del solito) quel giorno e la paura che lo aveva perseguitato si stava rivelando vera.
E forse per questo Hermione ancora non si era fatta viva. Sperava di trovarla seduta al suo solito posto, appena arrivato in Sala Grande, ma invece quando si avvicinò ai suoi fratelli il suo cuore si fermò per qualche secondo e poi riprese a battere. Sperava di vederla e al sol pensiero il suo cuore era impazzito.
“Dov’è Hermione?” chiese a George mentre stava afferrando da mangiare.
“Che c’è Weasley? Hai perso la fidanzatina?” Una voce squillante lo richiamò dai suoi pensieri: un serpeverde del suo stesso anno rideva insieme a una combriccola della stessa casa. Fred stava per lanciarsi su di loro ma George tirandolo per la divisa lo fece accomodare accanto a sé.
“Ma si può sapere che cosa hai combinato? E dov’è Hermione?” domandò George cercando di far chiarezza.
“Lo stavo chiedendo a te!” rispose Fred indispettito.
“Fratello non ti ho mai visto così!” continuò George provando a calmarlo.
“L’ho baciata ieri.”  Ammise risoluto Fred, spostando il suo sguardo sul piatto appena riempito dal suo gemello.
“Lo sanno già tutti… perché sei andato a dirlo in giro e a me lo stai dicendo solo stasera?” domandò il mago infastidito.
“Io non ho detto nulla a nessuno, George! Non so perché è sulla bocca di tutti!” rispose Fred ancora più irritato, grattandosi un braccio.
“Qualcuno vi avrà visti dunque. Comunque per quanto riguarda la Granger, la biblioteca tra un po’ chiuderà e se non verrà a cena molto probabilmente salirà in Sala Comune. Devi essere bravo a beccarla prima che si rintani nel dormitorio femminile. A quel punto lascia perdere l’impresa e riprovaci domani. È più semplice entrare in biblioteca, fratello.”
Fred affranto provò a mandar giù qualcosa osservato da Ginny, che quel giorno spiava il fratello come un falco. Di certo la situazione non stava migliorando.


Fred aspettò Hermione per un po’, poi tornò difronte al dipinto della Signora Grassa in attesa nuovamente della ragazza.
“Ci risiamo! Non permetterti di fare avanti e indietro ancora ragazzo!” urlò la Signora Grassa.
Fred si accasciò a terra, in attesa. Aveva i capelli più in disordine del solito e la cravatta allentata.
Dopo qualche minuto sentì qualcuno salire velocemente le scale e si alzò.
La figura che intravide portava un mantello e una borsa marroncina piena zeppa di libri. La figura aveva i capelli ricci e vaporosi e le mani sporche di inchiostro. La figura era Hermione che di fretta stava attraversando i corridoi per rifugiarsi nella Sala Comune dei Grifondoro.
Fred trasalì. Era ancora più bella del giorno prima. Ancora più piccola e schiva del giorno prima. Le era mancata troppo.
“Hermione!” chiamò il ragazzo e le andò incontro.
La ragazza se lo aspettava da un bel po’ che prima o poi sarebbe stata braccata dal gemello e senza girarsi, con la voce tremante, diede la parola d’ordine al dipinto. Fred si infilò con la ragazza su per il cunicolo della Sala Comune trattenendola.
“È tutto oggi che ti cerco, Mione. Dove sei stata?” Fred accese la bacchetta e le guardò gli occhi che si nascondevano dietro i capelli e poi il suo sguardo si tuffò sulle sue labbra che il giorno prima aveva avuto il piacere finalmente di assaporare.
Avrebbe voluto di nuovo baciarle. Quel pensiero fu un flash veloce nella sua mente. Ricordò istantaneamente il giorno prima, le bocca di Hermione che si avvicinava sempre di più, la sua pelle bianca, le sue labbra morbide…
“Stavo studiando e non chiamarmi in quel modo.” Rispose gelida.
Hermione stava sudando freddo, il cuore le usciva fuori dal petto e stringeva la bacchetta per allentare l’ansia.
 “Ma… cosa ti ho fatto? Perché ti comporti così?” provò a voltarle il viso verso di lui, ma la ragazza rifiutò con un movimento del capo il suo tocco.
“Cosa mi hai fatto? Ma davvero? Hai detto a tutti che mi hai baciata! Non hai aspettato un momento che tutta la scuola stamattina lo sapeva! Complimenti, Fred Weasley.”
“Cosa? Tu mi stai evitando per questo? Io non ho detto nulla a nessuno!” Fred si allentò ancora di più la cravatta. Hermione non gli credeva e sembrava irraggiungibile in quel momento, anche se il gesto del gemello la rapì.
Poi si ricordò della risposta e presa da un momento di rabbia inveì contro il mago: “Ah sì? E come mai tutta la scuola stamattina sapeva del bacio? Eravamo solo io e te ieri. Sei stato tu. Ma come fai a dar peso così tanto al tuo ego? Ti credevo diverso e inv-…” Fred non la fece finire di parlare che replicò immediatamente, sentendosi molto ferito.
“Che cosa? No, Hermione, non è assolutamente così. Il mio ego, il mio orgoglio non centrano nulla, soprattutto quando si tratta di te. Sai che le mie difese si abbassano con te e divento un libro aperto. Perché tu mi fai questo effetto.” La sua voce si era leggermente incrinata. Hermione lo guardò di sbieco. La ragazza non riusciva a credergli. C’era cascata e Fred si era approfittato della sua innocenza.
La mano di Fred nuovamente si mosse verso il suo viso che delicatamente voltò nella sua direzione. Ora poteva guardarla dritta negli occhi. E negli occhi marroni scorse un velo di tristezza accompagnata da qualche lacrima che dondolava raso sulla sua rima ciliare, pronta in qualsiasi momento a scendere giù. “Per favore…” sospirò il gemello con la voce rotta.
“Mpf.” Sospirò Hermione.
“Hermione, ti ho pensata tutto il giorno e stavo impazzendo oggi. Perché credi alle voci di corridoio e non a me?” continuò il mago in cerca di una speranza.
“Perché di te, Fred Weasley, non ci si può fidare.” Tagliò corto Hermione che si scostò dalla presa di lui e corse via, mentre le lacrime decisero infine di scendere giù.
Fred a sentire quelle ultime parole, si toccò il petto. Fu un gesto involontario. Quella frase lo aveva ferito come una coltellata. Hermione non si fidava di lui. E questo gli bastava per comprendere che lei non voleva avere nulla a che fare con lui.
Il ragazzo uscì mogio dal dipinto per andarsi a rifugiare chissà dove.


Hermione nel frattempo salì di corsa nel dormitorio femminile. Si catapultò tra le coperte del suo letto, i suoi pensieri non si erano fermati tutto il giorno, in biblioteca non aveva concluso nulla e a lezione la stessa cosa. Una giornata persa a pensare cosa pensavano gli altri e cosa aveva fatto Fred.
Dannazione, Fred.
Ma perché era andato in giro a parlare del loro bacio?
Questa era la domanda che le aveva sconquassato la giornata al tal punto da non riuscire a concentrarsi per il tema di trasfigurazione.
Pianse lacrime tutta la notte. Fred l’aveva ferita, tradita, derisa dopo averla fatta innamorare.
Era stato troppo bravo o lei era stata troppo ingenua?
Quella sera non adempì neanche al suo ruolo di prefetto, lasciò Ron da solo, l’idea di stare in compagnia di un Weasley le dava la nausea.
 
                                                        
 Il giorno dopo Hermione fu svegliata dalla fame, il giorno prima non aveva toccato cibo. Aveva gli occhi gonfi e le labbra secche, portava un peso sul cuore, ma non aveva intenzione di rovinarsi un’altra giornata, quindi di forza si legò i capelli, indossò la divisa e scese in Sala Grande per la colazione.
Si sedette accanto a Ginny e cominciarono a parlare delle notizie del Ministero.
Dopo qualche minuto scesero i gemelli insieme al loro gruppo di classe e Fred, adocchiando il posto libero vicino ad Hermione, si catapultò accanto la ragazza.
Hermione deglutì più volte appena vide il gemello affiancarsi accanto, cercando di frenare il suo cuore e la sua ansia. Da così vicino riusciva a sentire il profumo di Fred, il calore di Fred, poteva vedere le sue mani che si muovevano per prendere da bere, che rompevano l’aria.
Hermione si sentiva a disagio, non gli aveva ancora rivolto la parola e sperava che Ginny continuasse il loro discorso sul Ministero, ma ormai le parole erano morte in un respiro. E combinazione Ginny si spostò di posto per poter parlare con Harry e lei rimase da sola. Quasi… da sola.
“Buongiorno.” Cominciò Fred, sperando che la ragazza non scappasse via.
“Buongiorno.” Rispose di rimando la strega tuffando il suo viso nel Cavillo, siccome Ginny aveva lasciato una copia al suo posto. Si rese davvero conto che quel giornale scriveva un sacco di sciocchezze, ma continuò a leggerlo cercando di ignorare il braccio di Fred che sfiorava ogni tanto il suo e ogni volta che succedeva si sentiva andare a fuoco sotto il mantello.
Fred si sentiva felice quella mattina. Hermione era accanto a lui, non gli stava urlando contro e sembrava apparentemente calma; il mondo gli stava sorridendo dopotutto.
Hermione si era spostata leggermente più in là, perché non sopportava di accaldarsi ogniqualvolta che Fred respirasse.
 A un certo punto, quando il gemello le stava per rivolgerle nuovamente la parola, il solito serpeverde di turno interruppe la sua intenzione: “Hai trovato la fidanzatina, Weasley. Dove era finita? Piangeva perché non ha ricevuto punti per i Grifondoro ieri mattina?” sghignazzò il serpeverde accompagnato dagli altri in coro.
Hermione voltò lo sguardo disgustata e Fred si alzò in piedi seguito da George e da Lee. “Ma come osi Flint?” A Fred ribolliva il sangue ogni volta che quel viscido serpeverde si rivolgeva a loro con questi toni. “Gira alla larga, che è meglio!” continuò Fred spingendolo via, solo che a questo gesto ne scaturì uno peggiore: Flint si aggrappò al colletto del gemello tirandolo, a quel punto si formò una calca intorno ai ragazzi richiamando l’attenzione di tutti coloro che si trovavano in Sala Grande.
George provò a staccare la presa tra i due ed Hermione, senza pensarci due volte, trascinò Fred fuori da quella specie di rissa, visto che i professori stavano andando verso la solfa appena nata.

“Ma dico, sei impazzito per caso? Ma come ti salta in mente di attaccare uno dei serpeverde? C’era bisogno? Non credo proprio.”
Hermione lo portò nel chiosco più vicino e Fred muto guardava a terra, cercando di sistemarsi il colletto sgualcito.
“Non sopporto che ti deridano.” Ammise compunto.
“Oh mai dai! L’hai fatto tu tutto ieri andando in giro a dire che mi hai baciata, dovresti prendertela con te stesso, non con gli altri, visto che a dargli l’idea sei stato tu!” canzonò Hermione e nel frattempo le parole le graffiavano la gola.
“No, Hermione, non è così, smettila per favore.” Sbottò il ragazzo, stanco di questa storia, stanco che lei lo attaccasse, stanco che lei non gli credesse.
“Smetterla? Hai cominciato tu!” rincarò la giovane strega.
“Hermione, ascoltami, non è vero!” Fred andò verso la ragazza e le prese le spalle, voleva che lo guardasse negli occhi, che scrutasse nella sua anima affinché trovasse la verità.
“Quel bacio lo volevo tenere per noi. Era una cosa nostra che volevamo entrambi e soprattutto tu volevi tenerlo per te e non avrei mai mancato di rispetto alla tua volontà. Non sono così meschino. Ci tengo a te e non ti farei mai una cosa del male, credimi.” La voce si spezzò, tenne Hermione salda ancora fra le sue mani in attesa della risposta della ragazza che prima di rispondere respirò più volte appellandosi alla sua calma.
 “Fred, speravo andasse diversamente, dopo avermi baciata volevo vivere altri giorni come quello, ma invece tutte quelle parole mi hanno spaventata… non mi aspettavo di vivere un giorno come quello che ho vissuto ieri… sinceramente se un bacio ha provocato tutto questo, meglio finirla.” Disse strascicando le sue stesse parole che non avrebbe mai voluto pronunciare.
Le mani di Fred si staccarono lentamente da spalle di Hermione. Lo sguardo del ragazzo rimase sospeso, appeso agli occhi della strega. Quelle parole gli avevano gelato il sangue.
La ragazza se ne andò e lo lasciò da solo. Forse non dove andare così.

 
Fred si rintanò tutto il giorno nel dormitorio maschile della propria casa, cercando di capire chi mai fosse stato a mettere in giro quelle voci.
La sera del bacio era talmente felice che non si era accorto di nessuno, per poco non erano stati beccati da Gazza…
Dopo un po’ di tempo George entrò in camera, comprese lo sconforto del gemello e si sedette accanto a lui.
“Chi sarà stato Georgie?” biascicò Fred con le mani fra i capelli.
“Freddie, prima cosa devi testare il nuovo Tiro Vispo, così possiamo cominciare a venderlo e in secondo luogo, anche se trovi il responsabile delle voci non significa che Hermione cambi idea, è testarda, molto testarda.” Commentò George che nel frattempo tirò fuori l’ultima creazione.
“E allora fratello, che cosa devo fare?” Fred osservò il Tiro Vispo e lo accantonò sul letto, Hermione era più importante.
“Freddie non esiste – George rimise in mano il Tiro Vispo al gemello – Dai un’occhiata così lo possiamo vendere, per il prefetto invece, dalle tempo. Le ragazze sono così. Tornerà lei, ne sono più che sicuro. Nel frattempo posso informarmi chi era fuori dai dormitori quella sera, ricordiamoci che anche Ron è prefetto.”

 
Hermione quel giorno provò a concentrarsi in biblioteca, rilesse la traccia del compito di pozioni una decina di volte, ma gli occhi tristi di Fred andavano a farle visita ogniqualvolta che lei abbassasse lo sguardo sulla pergamena. Forse non avrebbe dovuto, forse doveva credergli, ma non ci riusciva, non riusciva a fidarsi del gemello, non completamente. In cuor suo era certa che Fred non avesse mai spifferato ai quattro venti il loro bacio ma la sua parte razionale continuava a suggerire di non fidarsi di un ragazzo così malandrino che vende caramelle illegali per la scuola.
Era devastata. Il suo cuore voleva ancora i baci di Fred, le mani di Fred sul suo viso, il petto di Fred dove potersi nascondere, il collo di Fred per appoggiare le sue guance, i capelli di Fred, la bocca, gli occhi, le sue lentiggini, il profumo, il calore…
“BASTA!” strillò indispettita e in un attimo tutta la biblioteca voltò la testa nella sua direzione rimproverandola con un’occhiataccia.
Hermione voleva sotterrarsi in quel frangente imbarazzante. Si scusò più volte e rivolse ancora la sua attenzione al tema di pozioni, ma nel momento in cui lesse di nuovo la prima riga, gli occhi verdi di Fred riemersero sulla soglia della sua attenzione.
Allora Hermione per non sottoporsi a un’altra dose di vergogna cacciò nella sua borsa il tema e i libri e si avviò verso l’uscita.

Era ancora sovrappensiero mentre stava per svoltare in un corridoio, quando riconobbe la voce di Flint e un altro serpeverde che si stavano sussurrando qualcosa. Sembravano non voler farsi sentire.
Hermione presa dalla curiosità, per quanto sia sbagliato origliare, con un incantesimo cercò di carpire cosa si stavano dicendo quei due e ascoltò pochi frammenti.
“Uno dei gemelli… I Weasley… si… So che gli hanno tolto un sacco di punti, dopotutto c’era Piton stamattina… No! ...  Parliamo della Granger… Sono stato io… Stavo tornando al dormitorio… Dopo una punizione… Li ho visti e ho messo in giro subito la voce… Si stavano baciando in un angolo… E alla fine c’è andato di mezzo quello che avevo puntato da un po’… Già… Ora gli spetta una bella punizione finalmente… Farò di tutto purché la passi con Piton… si… Così la smetterà di importunami...”
Hermione sentì abbastanza e con finitem incantatem ruppe quel contatto uditivo. Era sconvolta e fuori di sé. Si allontanò di fretta dal quel corridoio per prendere un’altra strada.
La mente di Hermione lavorava molto velocemente: non era stato Fred e il suo cuore gioiva all’impazzata in quel momento, aveva voglia di andare dal mago per scusarsi, ed ecco che la parte irrazionale che aveva ragione fin dall’inizio stava prendendo il sopravvento. Ma Hermione da brava razionale quale era cercò di respirare e ragionare.
Se fosse andata da Fred a riferirgli ciò, il gemello le avrebbe spiattellato in faccia un bel ‘te lo avevo detto’ e non si sarebbero più rivolti la parola. Doveva ragionare bene, prima di tutto, prima di perdere Fred.
Ancora gli occhi di Fred tristi e sconvolti, di qualche ora prima, le annebbiavano la vista, ma ora vedeva una piccola speranza. Si rese conto solo allora di quanto fosse stata dura con il gemello e volle farsi perdonare. Il suo cuore batteva molto forte e aveva voglia di vederlo, di scusarsi, di passare altro tempo con il mago non volendo buttare tutto all’aria, solo che, aveva molta paura.
 
 
Lee Jordan non sopportava più di vedere uno dei suoi migliori amici e soci in quello stato e diede l’idea di andare a volare un po’ sul Lago Nero insieme ai gemelli. Era un modo per distrarsi, per parlare dei Tiri Vispi e nel contempo scordare per un attimo la Granger che a dire di Lee, stava causando grossi problemi al loro progetto di dolci, ostacolando la vendita e distraendo un socio fondatore.
Quindi di forza trascinò Fred fuori dai dormitori e lo portò sulle rive del lago in compagnia di George, Ron ed Harry.
“E Ginny?” chiese Fred, sperando che insieme a Ginny potesse esserci anche Hermione.
“Davvero vuoi tua sorella in mezzo ai piedi?” Rispose Lee, infastidito, dalle domande inopportune di Fred.
“No, ma pensavo che…”
“Tu non pensavi nulla, vero Fred? Tutto ciò di cui hai bisogno sta qui: il lago, una scopa per poterci saltare su, i tuoi amici e soprattutto i prodotti da lanciare la prossima settimana (che devi ancor approvare), non ti manca niente, Fred Weasley!” ammiccò Lee con un gran sorriso. Fred allora si lasciò convincere dalle parole dell’amico e dai sorrisi dei presenti, in fondo staccare la testa dalla Granger poteva solo fare bene.
 
                                                         
 
La mattina dopo a colazione Hermione era ancora agitata, aveva la verità in tasca ma la paura di essere rifiutata da Fred l’attanagliava. Appena arrivata in Sala Grande si tuffò tra Ron ed Harry, perfezionando il tema di pozioni che andava consegnato quella mattina e dal giorno in cui Fred aveva posato le sue labbra sulle sue la sua concentrazione non lavorò molto.

Il suo cuore prese a battere all’impazzata non appena vide arrivare il gemello. Il mago era in compagnia dei suoi soliti compagni e faceva da “capofila” a quella moltitudine di risate. Fred rideva quella mattina insieme agli altri maghi ed Hermione si sentì investita dalla sua allegria e dalla sua bellezza disarmante. Rimase immobile ad osservare il suo ingresso in Sala Grande. Il mago sembrava essere inondato da un fascio di luce, da un occhio di bue puntato su quest’ultimo che quella mattina aveva i capelli un po’ in disordine, la cravatta allentata, che lei puntualmente gli sistemava intorno al collo, aveva le mani nelle tasche della divisa e portava la sua tracolla che sistemò sulla spalla non appena scivolò giù. Hermione rimase incantata da quella visione. Non ricordava Ron che tentò di chiamarla più volte, non ricordava Harry che la strattonava, ma ricordava solo i gesti di Fred, le mani di Fred che rincorrevano la tracolla per riportarla sulla spalla, ricordava le risate cristalline del mago, i suoi sorrisi luminosi, i suoi movimenti leggeri e dinamici, brillava di luce propria.
Fu Ginny che riuscì a spezzare quell’incantesimo riportandola alla realtà con una domanda alquanto stupida. Poi riprese a guardare il suo Fred che era seduto in mezzo ai suoi compagni intento a versarsi da bere. La stava guardando. Le sorrise. Il cuore della ragazza si fermò. Avvampò. Con un cenno molto freddo della testa ricambiò il sorriso e nascose la testa dietro il tema di pozioni. Guardò in direzione del professor Piton. Quella mattina aveva il volto minaccioso. Il suo tema non era graziato.

Tornò a pensare alla verità scoperta il giorno prima, e alla mancanza di fiducia nel ragazzo e il sol pensiero di doversi scusare con Fred, che quella mattina sembrava molto spensierato e lei più pensierosa del solito, non le dava di certo una mano a tirarsene fuori, ma prima o poi l’avrebbe dovuto affrontare, sempre se le sue forze glielo avrebbero permesso.
Fred si alzò dalla tavolata, rimise la tracolla sulle spalle, guardò un’ultima volta il prefetto e si avviò per la lezione. Gli occhi di Fred brillavano ogni volta che rivolgeva il suo sguardo verso la ragazza, quella dai capelli ricci, sempre crespi, la ragazza dalle guance rosse non appena la si guardava.
‘Mione nonostante tutto resta bellissima. ’
Fred aveva intenzione di parlarle, ma voleva che prima di tutto le acque si calmassero un po’ così da poter parlare con una Hermione più tranquilla.
 
Quel giorno pioveva a dirotto sulla scuola di Hogwarts, il freddo era alle porte e andare a fare lezione di erbologia nelle serre, attraversando i prati fangosi, non era proprio il massimo. Hermione mentre camminava affiancata da Harry e Ron che discutevano su quanto fosse stato bello restare nella propria stanza a mangiare le loro caramelle preferite, lei fantasticava invece su quanto fosse stato bello restare davanti al camino della Sala Comune magari tra le braccia di Fred e non appena la sua mente elaborava quel nome, il suo cuoricino cominciava a battere forte sotto la divisa.
 
 
Fred invece era costretto a sorbirsi le lezioni di storia della magia e come al suo solito lui e George si sedettero all’ultimo posto.
“Hai scoperto qualcosa Georgie?” chiese Fred sottovoce.
“Su cosa? Riuscirò a vendere l’ultimo prodotto Freddie, parola di gemello… e di socio!” dichiarò il fratello fiero.
“No George, per chi ha visto me ed Hermione l’altra sera.” Disse Fred serio.
“Ancora nulla, il prefetto dei serpeverdi non vuole rivolgermi la parola, però le altre case mi hanno assicurato che nessuno vi ha visti. Quindi la spia molto probabilmente proviene da lì.” Sospirò George.
“Ci avrei scommesso.”
 
                                                     
 
La classe di Hermione stava rientrando a scuola sotto una fitta pioggia. I compagni continuarono a vagare nei corridoi, gli stessi corridoi che qualche giorno prima Hermione e Fred avevano attraversato mano nella mano, bacio dopo bacio, respiri dopo respiri. Per Hermione le ore che passavano la condannavano a cercare Fred e dirgli la verità per sistemare le cose. Lo pensava intensamente e sudava freddo ogni volta che ripeteva il suo discorso preparato tutto il giorno.
 
Fred nel frattempo si spostò nell’aula della McGranit, di solito Fred ed Hermione avevano lo stesso posto in quell’aula e quando il gemello si accomodò al suo banco, in qualche modo si sentiva in contatto con la ragazza e questo lo faceva sentire un po’ più leggero. La pioggia batteva molto forte sui vetri dell’aula rendendo triste il mago, la pioggia lo turbava, soprattutto ora che gli sembrava di aver perso tutto, perso la persona che stava cominciando ad amare.
Si chiese più volte dove fosse Hermione in quel momento, se a lezione con Piton o da qualche altra parte e se mai avesse pensato a lui e se avesse intenzione di perdonarlo.
“Signor Weasley! Togliamo gli occhi dalla finestra, che dice? Mi consegni il compito per oggi.”
 
La giornata proseguì molto velocemente per Hermione dato che aveva la giornata piena e proseguì invece molto noiosamente per Fred, poiché la pioggia lo abbandonava nello sconforto più totale.
 
Siccome Hermione quella sera aveva un ulteriore compito da svolgere per aritmanzia non riuscì a raggiungere i compagni per l’orario di cena e Fred restò molto deluso, sperava di trovarla seduta al tavolo dei Grifondoro, solo per poterla vedere, solo per bearsi della sua presenza.
Era molto tardi quando Hermione uscì dall’aula di aritmanzia, l’orario di cena era passato da un pezzo ma non le andava di mangiare, voleva solo poter parlare con Fred.
Le ultime ore di lezione di quella giornata furono devastanti, non solo la pioggia continuava a battere più forte, ma la voglia di andare a cena solo per vedere Fred stava diventando un’ossessione e lei un’ossessa. 
Si recò di corsa in Sala Grande, ma non era rimasto quasi nessuno, allora celere salì in Sala Comune ma anche lì di Fred nessuna traccia.
Invece trovò George e sperando di ricevere una risposta immediata e definitiva si avvicinò al gemello chiedendo dove fosse Fred.
“Ma come? Ti stava cercando, ci aveva detto che ti raggiungeva in aula di aritmanzia, perché non sei con lui?” chiese George interrogativo, scrutando quel che rimaneva di Hermione. La ragazza gocciolava da tutte le parti, aveva i capelli bagnati e il mantello zuppo a furia di correre da una parte all’altra del castello.
“Finiscila di farmi la radiografia e poi io non lo sapevo!” rispose di rimando la strega.
“Non so di cosa stai parlando e comunque puoi aspettarlo qui, così nel frattempo ti dai una sistemata.” Continuò George con una punta di ilarità.
“Sfacciato George Weasley.” E con ciò la ragazza si dileguò: avrebbe raggiunto Fred in aula di Aritmanzia, nonostante l'acqua fredda le scorresse nei vestiti e ogni tanto non la facesse respirare, al punto che una parte di lei considerava ottima l'idea di George. Se Fred era in giro a cercarla, tanto bastava a scaldarle il cuore e darle la forza di uscire dal caldo della Sala Comune, respingendo il suggerimento del gemello.

Fred la stava cercando e si era promesso di utilizzare tutte le sue armi a disposizione pur di non perderla, pur di farla tornare da lui e avrebbe impiegato tutta la notte per trovarla. Dopo la delusione dell’aula vuota di aritmanzia, tornò in Sala Grande e ripercorse nuovamente tutto il tragitto ma nulla da fare. Si fermò al chiosco, quello stesso chiosco del giorno prima, dove Hermione decise di non avere più nulla a che fare con lui. Le parole di lei erano ancora impresse nella sua mente, lo sguardo triste della strega, gli occhi infelici di lei, lei che si volta e vai via da lui. Per sempre?
“No. Non per sempre.” Sussurrò a se stesso. Non avrebbe mai mollato così.

La sua attenzione fu richiamata da una figura in lontananza che camminava velocemente attraverso il chiosco. Sembrava uno studente qualsiasi da lontano. Ma quando Fred si alzò per capire bene chi fosse, riuscì a mettere a fuoco sotto la pioggia battente solo una camminata svelta che veniva verso la sua direzione. Piano piano la sua vista si aguzzò e individuò una Hermione fradicia e affannata che lo chiamava.
Il cuore di Fred prese a battere più forte e le andò incontro.
Non stava succedendo per davvero.
“T-ti ho cercato dappertutto. Dov’eri?” chiese la ragazza che finalmente si era fermata dopo una lunga corsa. Ora l’affanno era dovuto solo al suo cuore che non le dava modo di calmarsi. La presenza di Fred così da vicino non le dava modo di ragionare, la sua vicinanza le annebbiava il cervello. Ma il discorso era pronto da giorni… un momento… quale discorso?
“Hermione… ero venuto a cercarti in aula… ti devo dire una cosa, ma… sei tutta bagnata, andiamo in Sala Comu-…” e si accinse a scortare Hermione lontano dalla pioggia, quando: “No aspetta, prima ti devo parlare io di una cosa molto urgente ora che finalmente ti ho trovato.” Annaspò la strega, fermandolo da un braccio.
“Anche tu mi stavi cercando?” disse stupito il mago. Hermione lo stava cercando?
“Si, Fred.” Confermò la ragazza con tono sottile.
I loro occhi alla luce della luna rimasero a fissarsi. Hermione aveva detto così bene il nome del mago che Fred si sentiva sollevato. Il gemello osservò la ragazza, aveva i capelli completamenti bagnati, appicciati al collo e alla fronte e gocciolava da tutte le parti. La sua voglia di spostarglieli di lato, di scoprire la sua fronte bianca e baciarla, baciarle le gote, il collo, le labbra. Tenerla al caldo.
Da quando tempo lo stava cercando?
Hermione sentiva lo stomaco sottosopra. “Ti devo d-dire una c-cosa.” Stava perdendo la salivazione e le parole le rimanevano incastrate tra le corde vocali.
Fred pendeva dalle sue labbra, aspettava il suo giudizio come una sentenza durante un processo davanti al Wizengamot. Alcune volte Hermione gli faceva questo effetto. Era positivo?
“Anche io devo dirti una cosa. Sono molto dispiaci-” Nuovamente le parole del gemello morirono agli angoli della bocca.
“No, prima io. Per cominciare devo chiederti s-scusa. Ho sentito Flint ieri parlare con un serpeverde. Non ho origliato, era solo pura curiosità, non dire a nessuno che ho origliato! Comunque è stato lui a vederci la sera del bacio – e qui avvampò - ed è stato lui a mettere in giro la voce. E io sono qui per chiederti scusa. Scusa per non averti creduto, per non essermi fidata di te e scusa per averti trattato male. La mia era solo paura… ecco.” Tirò un sospiro di sollievo. Forse Fred non l’avrebbe mai perdonata ma almeno quel macigno l’aveva tirato fuori. Ma avrebbe fatto di tutto per Fred. Per il suo Fred.
Fred non se lo aspettava. Era tutt’altro ciò aveva in mente, era pronto a strisciare ai piedi di Hermione pur di riaverla indietro e invece ecco che lei era tornata da lui, in più, scusandosi.
George aveva ragione. ‘George ha sempre ragione. ’ Gli suggerì la coscienza.
“Non mi aspettavo… questo.” Fred si passò una mano fra i capelli bagnaticci, era davvero spiazzato in quel momento, Hermione che gli chiedeva scusa e lui che non sapeva cosa rispondere. Di solito era sempre il contrario, ma dopotutto non gli dispiaceva.
“Fred davvero, ti chiedo scusa. Urlami pure ‘te lo avevo detto’, ne sono consapevole, ma… ma voglio ricominciare… con t-te.” Hermione si sentiva il cuore batterle in gola, guardava Fred in attesa di una riposta, di un segnale, di un qualsiasi cosa.
Gli occhi del gemello si illuminarono dopo le parole di Hermione e le sue mani andarono a posarsi sui capelli bagnati della strega che si sentiva appesa un filo. Li spostò dalla fronte e le carezzò le guance umide, facendo quello che avrebbe voluto far fin dall’inizio.
“Hai freddo?” le riuscì a dire mentre spostava i capelli della ragazza.
“Abbastanza.” Rispose lei, effettivamente il freddo si stava impadronendo delle sue ossa, ma non le importava più di tanto.
Fred con un gesto delicato l’abbracciò, poggiò la sua testa sul suo petto e lei poté sentire il suo cuore che batteva forte. Hermione si sciolse in quell’abbraccio, respirando il suo profumo. I suoi capelli bagnati inumidivano la divisa del ragazzo, ma tutto ciò era piacevole, era piacevole pensare che Hermione si potesse asciugare così.
Lei si abbandonò tra le sue braccia, ascoltando il suo cuore. Fred invece si sentiva felice e al settimo cielo. Quell’abbraccio stava risanando le ferite senza bisogno di parole superflue e vacue.
Come avevano fatto quei pochi giorni senza tutto questo?
Fred sciolse l’abbraccio. Continuò a guardarla negli occhi marroni e finalmente non c’era più un’oncia di tristezza. Tutto stava scomparendo. Le carezzò col pollice le sottili labbra.
Hermione prese di nuovo a sudare freddo, si stava riproponendo la stessa situazione di qualche giorno fa. Lo sguardo di lui che dagli occhi di lei si spostò sulla sua bocca, il suo pollice che tracciò il contorno delle sue labbra. Poi tornò a guardarla negli occhi e andò a baciarla, nella maniera più gentile e delicata possibile mentre la pioggia insistente faceva da sottofondo ai loro dolci baci.
Le loro labbra si sfiorarono combaciando perfettamente l’una con l’altra. Il cuore di Hermione esplose tra le labbra di Fred, il suo Fred.
Fred aveva quel modo così delicato di baciarla, di prenderla fra le sue braccia e farle dimenticare delle ferite passate, dei suoi comportamenti dettati dalla ragione e non dal cuore, dai suoi atteggiamenti troppo razionali.
Quando Hermione tornò a guardare Fred notò che aveva i capelli in disordine e un po’ umidi e questo lo faceva sembrare ancora più bello. Poi aveva quella dannata cravatta allentata. La strega si protese verso di lui e andò a sistemargliela bene tra il colletto e lui sentì solletico.
“Sempre la solita eh?” ridacchiò il ragazzo, mentre la sua bocca si trovava a pochi centimetri dalle dita di lei. Fred prese a baciare anche quelle, erano fredde.
“E tu invece finirai mai di distrarmi mentre ti sistemo?” incalzò la strega.
“Mai Mione.” Rispose di rimando il gemello felice.
Hermione sorrise. Fred era perfetto quella sera, il suo profumo era perfetto. Continuò a baciarle teneramente la guancia.
“Torniamo in sala comune, stai gelando.” Dichiarò Fred dopo un bel po’ di tempo.
“Sto bene, mi hai perdonata?” chiese ulteriormente Hermione, ancora insicura.
“Perché mi fai queste domande?” sospirò il mago prendendo la borsa di Hermione, poggiandola sulla sua spalla e passando il braccio intorno al suo collo.
Fred la guardò e lei sorrise. Aveva le guance rosse dato dal suo solito imbarazzo ingenuo, i capelli bagnati e il viso sconvolto, ma nonostante tutto questo, Mione resta bellissima.
 
 
 
 
 
*Angolo autrice:
Seconda fanfiction su questa incredibile coppia, fonte di ispirazione illimitata e che amo follemente.
Qualsiasi errore, parere o critica, vi prego di farmelo notare.

Infine, due avvisi:
-Per il serpeverde che mette in moto la storia ho scelto ‘Marcus Flint’, capitano della squadra di Quidditch dei Serpeverde. Anche se nei libri e nei film risulta di qualche anno più grande dei gemelli, io ho voluto dargli la stessa età di quest’ultimi, perché Flint, con il suo volto minaccioso e le sue battutine taglienti, mi sembrava il più adatto a ricoprire il ruolo dell’antagonista in questa fic, evitando di inventare nomi e personaggi inesistenti.
-Forse non ho rappresentato al 100% i personaggi, soprattutto Fred, a cui non ho dato il suo tocco provocatorio e il suo solito tono ilare a cui siamo abituati, ma invece ho voluto renderlo più soggetto ‘all’amore’ che prova per la ragazza. Fred si sente ferito e perso e non riesce a fare il giullare. Ho voluto mostrare qualche debolezza in più, pronto a far di tutto per la sua Hermione.
Comprendo se non sarete d’accordo su questa mia scelta.
Detto questo, aspetto qualche recensione per migliorare!

XOXO
   
 
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