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Autore: White Gundam    03/09/2009    7 recensioni
Cloud Strife dopo l'ennesimo fallimento per entrare a far parte di SOLDIER decide di abbandonare la Shinra. Senza il coraggio di tornare a Nibelheim e dichiarare il suo fallimento decide di restare a Midgar, dove si comincia a vociferare di un'orgnizzazione chiamata "Dream" in cui il giovane decide di entrare, senza sapere cosa essa sia in realtà...
Genere: Drammatico, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Eccomi tornata ad aggiornare la fanfiction e scusatemi se vi ho fatti aspettare più del solito. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aggiunta ai preferiti (siete tantissimi, davvero grazie mille :D) e soprattutto tutti coloro che mi hanno recensita: non sapete quanto piacere mi hanno fatto i vostri commenti ^_____^

Adesso mi deciderò finalmente a far entrare nel vivo la storia, sperando che possa piacervi ^______^

 

 

 

Capitolo 4

Sogno o incubo?

 

Quando Cloud si alzò, la mattina seguente, sentiva il suo corpo pieno di energia. Si alzò in piedi di scatto, saltando giù dal letto. Lanciò una rapida occhiata all’ora segnata sul suo cellulare: sette e tre quarti del mattino. Era tanto tempo che non si alzava così presto, eppure si sentiva bene.

Si diresse in bagno per farsi la doccia e mettersi addosso i vestiti puliti e si soffermò un secondo a guardare il volto che gli sorrideva allo specchio. Evidentemente neanche la notte glielo aveva cancellato. Inspirò e pensò di nuovo alle parole che gli erano state rivolte dal suo datore di lavoro e il sorriso gli si allargò sul volto. Quelle parole erano per lui più inebrianti di un’intera bottiglia di vino scolata in un sorso solo.

Aveva del talento. Così gli era stato detto. Lui non aveva mai pensato una cosa del genere, eppure prima di dirglielo l’avevano sottoposto a delle prove e, nemmeno l’uomo muscoloso che lui aveva seguito, era riuscito a passarle.

Restò a pensarci mentre sentiva le fresche gocce d’acqua scendere dalla doccia bagnandogli corpo, viso e capelli; togliendogli di dosso il sudore del giorno prima. Restò sotto l’acqua più del solito, godendosi la piacevole sensazione di freschezza, poi chiuse piano il rubinetto, fino a che dalla doccia non tintinnarono che poche gocce ad intervalli irregolari. Uscì passandosi uno degli asciugamani bianchi messi a disposizione dagli albergatori sui capelli biondi. Dopo una veloce passata ai capelli si asciugò anche il corpo, prese il ricambio e se lo mise indosso.

Aprì la porta della sua camera e scese le scale saltando due gradini alla volta. Quando arrivò davanti al bar si sedette ad un tavolino e controllò il listino dei prezzi.

A servirlo arrivò la ragazza che gli aveva parlato dell’organizzazione; ella gli sorrise e Cloud sentì le sue guancie prendere colore, abbassò il volto verso la lista e ordinò sbrigativamente la sua colazione:
“Ehm… Prendo un succo d’arancia e uno yogurt, grazie.”
La giovane sparì nella cucina e ricomparve poco dopo con un vassoio su cui vi era ciò che il ragazzino aveva ordinato:
“A te.”

Gli disse, appoggiandoglielo sul tavolo. Cloud ringraziò a bassa voce. La ragazza lo guardò con dolcezza e gli si rivolse:
“Allora… Hai trovato un lavoro?”
Gli chiese. Cloud ci mise qualche secondo a capire che stava parlando con lui, non era abituato al fatto che le persone si ricordassero chi era; in fondo alla Shinra non era mai avvenuto. O meglio, quasi mai.

“Eh? Ah sì.”
Rispose il biondino.

“Bene… E dove lavori?”

Gli chiese la ragazza. Cloud rispose evitando di guardarla negli occhi:
“Alla Dream.”

Si accorse che nella sua voce vi era una punta di orgoglio. La giovane gli parlò di nuovo:

“E… Com’è? Che lavoro fai lì?”

“Veramente comincio stasera…”
Biascicò il ragazzino, nella sua voce incerta si notava ancora la sua totale incapacità nell’aprirsi alle persone.

“Comunque mi hanno detto che dovrò fare la guardia del corpo…”
Si zittì di colpo, notando che la ragazza aveva abbozzato un sorriso e guardò verso il basso. Probabilmente non ci credeva, in fondo lui non aveva l’aspetto di una guardia del corpo: piccolo di età e di statura e coi muscoli che avevano da poco cominciato a svilupparsi.

La ragazza dovette notare il suo disagio, almeno a giudicare dalle parole che gli rivolse:
“Scusa… Non stavo ridendo di te, anzi sono felice che hai trovato un lavoro.”

Cloud alzò gli occhi dal suo succo d’arancia alla ragazza e le sorrise timidamente. Quindi le domandò di getto:
“Posso chiederti come ti chiami?”

Subito dopo aver pronunciato la frase guardò da un altro lato, fingendo di interessarsi al quadro astratto attaccato alla parete sinistra del bar.

“Certo, mi chiamo Arìl.”
Rispose la giovane:
“E tu invece, come ti chiami?”
Aggiunse poco dopo:
“Cloud.”

Mormorò il ragazzino, sfilò di tasca il portafogli e pagò velocemente lasciando una leggera mancia alla ragazza, quindi si alzò e decise di andare a fare un giro.

 

Non seppe per quanto tempo restò fuori a guardare quella città in cui viveva ormai da tempo e nella quale non aveva mai avuto il tempo di girare, troppo preso dai suoi allenamenti che si erano rivelati inutili per la Shinra ma probabilmente determinanti per entrare a far parte della Dream.

Quando tornò alla pensione era quasi arrivata la sera e il ragazzino sentiva il suo cuore battere più velocemente del normale.

Il tempo che passò in camera prima che arrivassero le nove e mezza di sera fu pieno di agitazione e ogni volta che guardava l’ora scopriva che non erano passati più di due minuti dall’ultima volta che l’aveva fatto.

Poi, quando aveva ormai perso la speranza che arrivasse l’ora che stava aspettando, essa arrivò. Lui scese nuovamente le scale, attraversò il Settore 1 fino a giungere ai bassifondi, imboccò la strada che portava al Sevent Heven e da lì proseguì fino al viottolo. Deglutì guardandosi intorno in quell’ambiente raccapricciante e quando vide la villa la raggiunse di corsa. Superò il cortile con la fontana ed arrivò all’ingresso, premette il campanello d’ottone e aspettò.

“Chi è?”
Chiese la voce del suo capo.

“Cloud Strife.”
Rispose lui.

“Benvenuto, le mando Shyla ad aprirle.”

Disse la voce col suo tono pacato.

La ragazzina venne nuovamente ad aprirgli la porta ed in silenzio lo accompagnò al piano superiore. Cloud entrò nella solita stanza e chiuse la porta dietro di sé.

“Eccola, la stavo aspettando.”
Disse l’uomo, sorridendo con gentilezza.

“Sono pronto per il mio incarico.”
Disse Cloud, per tutta risposta.

“Sì certo, lei dovrà fare da guardia del corpo a quest’uomo.”

Rispose il suo datore di lavoro.

“Questo… Questo ragazzino sarebbe la mia guardia del corpo?”
Si intromise un uomo, un tizio con lunghi capelli biondi legati in una coda e le iridi blu mare i cui lineamenti dolci erano deformati dalle parole che stava gridando. Quell’uomo Cloud non l’aveva neanche notato quando era entrato nella stanza, ad ogni modo abbassò il capo quando disse quelle parole.

“Suvvia, Silver…”
Disse il datore di lavoro, con calma. Si avvicinò quindi all’orecchio dell’uomo per bisbigliarvi qualcosa, infine aggiunse ad alta voce:
“E poi il ragazzo è dotato.”

Cloud sentì un nuovo sorriso affiorargli sulle labbra. Far parte della Dream era un sogno. Beh, in fondo lo diceva anche il nome.

 

Quando uscirono dalla stanza Silver gli fece cenno di seguirlo. Scese la scala a chiocciola con un’andatura tranquilla, rilassata ed elegante che Cloud cercò di imitare con scarsi risultati.

Vabbeh, non importa.

Pensò.

Io sono dotato!

Aggiunse fra sé e sé poco dopo, e la frase gli piacque.

Quando furono arrivati al piano terra ed ebbero oltrepassato il piazzale con la fontana, l’uomo gli si rivolse.

“Dovrai fare tutto quello che ti dico io, intesi?”

La sua voce dura e secca mal si abbinava col suo portamento aggraziato. Ad ogni modo il più piccolo non aveva nessuna intenzione di contraddirlo:

“Intesi.”
Rispose, spiccio.

Camminarono in silenzio lungo il viottolo e poi verso una piazza dei bassifondi. Cloud pensò che quella piazza non aveva assolutamente nulla da spartire col favoloso piazzale antistante la villa della Dream. Non vi erano in terra raffinate mattonelle, ma semplici cubetti in porfido in cui vi era qua e là qualche buco. La grossa fontana presente al centro della piazza non irrogava acqua, neanche se era primavera inoltrata, e il tubo in acciaio era ormai fatto quasi solo di ruggine. Ovunque, in terra, vi erano lattine, mozziconi di sigarette e siringhe. Cloud deglutì e sperò di andarsene subito da quel luogo.

E invece si fermarono lì, a un lato della piazza. Un po’ in fondo, dove le ombre della notte erano ancora più scure e parevano allungarsi a dismisura. L’uomo stese a terra un panno dai ricami floreali e vi appoggiò alcune pasticche e delle siringhe. Il ragazzino sentì un brivido attraversargli la schiena:
Droga.

Pensò, e non riuscì a pensare ad altro.

Restò allibito davanti alla scena, era possibile che la Dream si occupasse di quello? Non poteva crederci ma non vedeva altre possibili risposte. Un brivido gelido gli corse lungo la schiena.

Ma se il tempo passato a veder vendere davanti ai suoi occhi cocaina, eroina ed un’enorme quantitativo di droghe che non conosceva fu spiacevole, quello che lo vide costretto a lavorare fu pure peggio.

Persone con lo sguardo vuoto cercavano di prendersi la droga senza pagare, attaccavano Silver. E, a quel punto, lui era costretto a svolgere il suo lavoro: balzare fuori dall’ombra in cui era nascosto e tranciare il ventre dei pover’uomini con un taglio netto di spada.

Cloud vide il sangue zampillare e la spada luccicare di rosso, ma non del sangue rosso di un mostro, ma di quello di un uomo. Un conato di vomito gli risalì dallo stomaco in gola, e quel che era rimasto del suo pasto si mischiò al sangue dell’uomo riverso a terra.

Dopo un tempo che a Cloud parve infinito finalmente Silver ripiegò il panno, mise in una borsa la roba e la coprì con lo stesso, quindi gli fece cenno di avvicinarsi. Le gambe di Cloud stavano tremando vistosamente, ma si mosse comunque in direzione dell’uomo, egli gli posò una mano sulla spalla destra e sorrise mostrando una lunga fila di denti bianchi come l’avorio.

“Hai lavorato bene ragazzo, mi sei piaciuto.”
Disse, e quel tocco e quelle parole fecero raggelare il sangue del più piccolo. Si allontanò in direzione contraria rispetto a Silver, anche se in quel modo doveva fare molta più strada per tornare alla pensione.

Quando fu finalmente arrivato salì di corsa e si chiuse la porta alle spalle, facendo due giri di chiave. Sospirò e si buttò sul letto. Quella notte che stava già diventando mattina, non lo accolse, come succedeva di solito, col sonno, e Cloud restò a letto con gli occhi fissi a guardare il soffitto e il cuore che esplodeva per la paura e il dolore.

Non dovevano chiamarla Dream, ma Nightmare quella maledetta organizzazione.

Pensò, senza accorgersi che lacrime di paura e sconforto gli stavano rigando il viso.

 

 

 

Anche questo capitolo è stata una bella fatica… Mi è pure uscito un pochino più lungo dei precedenti. E così adesso Cloud ha scoperto la Dream, o meglio ha scoperto una parte di essa… Adesso cosa succederà? Spero di avervi interessati e spero vi sia piaciuto il capitolo… Passo ora a rispondere alle vostre fantastiche recensioni! :D

 

@HolyAerith: grazie mille per i complimenti ^////^ la tua recensione mi ha fatto davvero piacere ^__^ spero che ti sia piaciuto anche questo chappy^^

 

@Erenwen: amica miaaaaaaaa!!!!! Non vedevo l’ora che venissi a recensirmi, grazieeeeeee!! ^_______^ Ma, come ti ho già detto per MP, con tutti questi complimenti rischio di montarmi la testa XD Come vedi ho fatto ricomparire la barista (anch’io la adoro senza sapere il perché *.*), contenta? E adesso comincia ad evolversi la situazione e i personaggi continueranno ad avere una certa importanza. Intanto hai conosciuto anche Silver, altro personaggio di mia invenzione… Fammi sapere che te ne pare della caratterizzazione del nuovo personaggio e della storia in sé… E, ancora grazie per la recensione *///////*

 

@squarciecicatrici: già era felice… Poverino adesso non più ç.ç (vabbeh tranquillo Cloud, vieni qui che ti consolo io *.* XD)… Come vedi adesso sto’ entrando nel vivo della storia… Fammi sapere che te ne pare^^

 

@Lilian Edwards: grazie ^_________^ mi ha fatto piacere la tua recensione e sono contenta che continuerai a seguirmi, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo^^

 

   
 
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