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Autore: Sbruby    04/09/2009    5 recensioni
[Vincitrice del quarto posto nel contest "In the world of vampires" => Olè!!!]
{Anno Domini 1711} Victor Christian Lancaster, Conte dei Vampiri, è uno dei più temibili e famigerati mostri della deliziosa, quanto superstiziosa Londra di inizio diciottesimo secolo. Il ricco e bel vampiro crede di essere un imbattibile demone che addirittura il Diavolo ha preferito sputare fuori all'Inferno. In realtà, seppur perduto nel peccato, Victor si rivela indifeso di fronte alle armi del vero amore. Forse più umano che dannato. Diana, la splendida e dolce "vittima-cena" scelta dalla sua sensuale e pericolosa compagna Vanessa, non è, infatti, una ragazza come le altre.
Cosa accadrebbe se nelle pieghe irrazionali dell'esistenza si nascondessero quegli scorci di verità, invano cercati altrove?
" Come potrei fidarmi di voi?" Furono le sue parole, che giunsero come un colpo in mezzo agli occhi. Cieco, Diana mi rendeva cieco. Non si era voltata, evitava deliberatamente di incrociare il mio sguardo. Il suo sguardo di pavida sorgente era concentrato sulle chiome pasciute degli alberi.
" Fidatevi e basta. Ragione e sentimento sono più nemici di quanto lo siamo io e voi "
" Non illudetevi. Io sono il sole del mattino e voi la stella della mezzanotte. Quando potremmo mai incontrarci?"
Genere: Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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keep me stronger







"Victor, ho un dono per voi... "
Fu la voce di Vanessa a destarmi, a scacciare dalla mia mente le ultime ed evanescenti immagini del mio sogno.
La notte era appena cominciata ed io mi sentivo pieno di forze.
Aprii gli occhi e guardai la mia compagna, fingendo curiosità, recitando per pochi istanti la parte dell'amorevole fidanzato.
Poi, borbottai a bassa voce una risposta, rigirandomi tra le candide lenzuola. Non avevo molta Fame, sebbene sapessi che il dono di Vanessa non era altro che una verginella appena adolescente. Chissà per quale motivo, lei pensava che mi piacessero particolarmente. In realtà, non avevo alcuna preferenza, bastava che fossero creature umane, che la rossa linfa scorresse nelle loro vene.
"Questa volta, ho trovato una vera chicca per voi. Diana è stata giù morsa tre volte, ma, sorprendentemente, ne è sempre uscita indenne. Magari, volete dare voi un bel taglio alla sua vita?"
Lanciai al cuscino che abbracciavo una torva occhiata, ma non senza una lieva traccia di senso di colpa. Non sarebbe stato giusto scagliarmi contro una Vanessa, lei cercava soltanto di compiacermi. Purtroppo era una vampira fin troppo petulante, angosciata dal timore che fossi pronto ad abbandonarla da un momento all'altro. E l'avrei fatto senza dubbio, ma una pigrizia incurabile dominava la mia magra esistenza da essere immortale. In effetti, vivere con Vanessa era come sopportare un sassolino nella scarpa...
Ogni tanto dava fastidio, ma per la maggior parte del tempo poteva essere ignorato.
Rotolai sul materasso, per poi distendermi supino, incrociando lentamente le braccia sotto la testa.
Guardandola, la ragazzina, mi sembrava proprio un ingenuo ed indifeso agnellino, scaraventato nella gabbia dei lupi, pronti ad aggredirlo. Era un bell'agnellino, ma l'esatto opposto di Vanessa.
La vampira, alta e flessuosa, vantava una delle chiome più rosse ed indomate che avessi mai visto. Gli occhi da cerbiatta, simili ai miei, possedevano la stessa tonalità della notte. Diana, era, invece, un esserino dalla corporatura fragile e poco prosperosa, magra come un chiodo e due occhi di un azzurro limpidissimo. Lunghi e vellutati capelli dorati le incorniciavano il volto, minuto, ma affascinante.
Peccato che non potessi vedere le sue labbra...
"Avete dovuto...imbavagliarla, questa volta?" Domandai, non senza un pizzico di malcelata malizia.
" Questo scricciolo strillava come un'ossessa. Non volevo che qualche stupido ficcanaso sentisse i suoi strepiti"
Risi...Una roca risata mascolina che addolcì i tratti severi del mio viso. "Lasciateci soli" Bastarono soltanto due parole e ci fu concessa la privacy desiderata. Solo il silenzio, ora, ci faceva compagnia.
Con un agile balzo saltai giù dal letto, atterrando a piedi nudi sulla soffice e pregiata moquet. Raggiunsi la mia nuova amica, cogliendo il mio riflesso nello specchio. Alto, imponente come una montagna e tenebroso, ferino come una belva selvaggia. I miei capelli folti ed i miei grandi occhi erano neri come la pece. Nel mio sguardo sembravano sprofondare le tenebre, il male più profondo...
Tutti mi temevano, soprattutto la mia compagna. Le mie parole potevano essere più taglienti di una lama ed i miei colpi più violenti di qualsiasi altro pugno.
Camminai attorno alla preda, permettendo alle mie iridi fameliche di studiare le sue fattezze. Infine, allungando un braccio, le derubai della benda che le impediva di parlare.
"Quanti anni avete?" Le chiesi improvvisamente, accostando quella striscia di tessuto bianco al mio naso. Aspirai il profumo che emanava, inebriandomi della sua fragranza ammaliante.
Odore di rose, odore di ciliegie.
"Ventuno" Fu la sua risposta, lapidaria come lo sguardo d'acciaio che mi indirizzò.
"Così pochi?"
"Si...Ma bbastanza da capire che state giocando con me. Non dovreste giocare con il cibo, Victor"
"Vedo che Vanessa vi ha istruito per bene, prima di condurvi da me"
"No. Quella strega è insolente, quanto stupida. Io vi ho visto..."
Alle sue sibilline parole, eliminai ogni distanza tra di noi ed appoggiai le mie mani sulle sue spalle che tremarono sotto il mio glaciale tocco. Soffiai il mio freddo respiro sulla sua nuda ed invitante nuca. Trattenni l'istinto di assalirla seduta stante, sarebbe stato certamente più divertente ed appagante prima trastullarmi con lei.
"Siete diversa dagli altri umani, vero lady Diana? Possedete qualcosa..di interessante..ma avete pur sempre paura"
"E' inutile nascondervi che io discendo da un'antica e nota veggente, Sibilla. Per quanto riguarda la paura, ne posseggo la giusta misura. Non nutrire alcun timore è da sciocchi"
"Allora io sono uno sciocco"
A quel punto, lei si scostò senza preavviso. Indietreggiò, arrancando verso il letto. Notai con immenso piacere che aveva mani e piedi accuratamente legati.
Vanessa aveva compiuto proprio un bel lavoro.
"Non vi azzardate" Sbottò Diana, fissandomi offesa.
"Sapevate esattamente cosa stavo per fare...Ma non potete impedire che accada..." La rimproverai bellamente, avanzando verso di lei e sostenendo quello sguardo di sfida, la cui innocenza mi sconcertava. Non avevo mai incontrato così tanta purezza...ma, dopo averla intrappolata tra le mie braccia, mi avventai sulle sue labbra con rabbia e furore, come se fossi un vile brigante e Diana il villaggio da saccheggiare.

Non ero riuscito ad approfondire quel bacio, qualcosa mi aveva impedito di farle del male ed, in quel momento, mi chiesi se fossi diventato tutto ad un tratto un vergognoso codardo.
Un pappamolle. Avrebbe detto la mia cara Vanessa.
Lei sì che usava un linguaggio colorito.
Mi sedetti sul letto, spostando la mia attenzione sul corpo adagiato su di esso.
La desideravo ardentemente, ogni fibra del mio essere era attratto da lei ed, in special modo, dal suo sangue. Ma un inaspettato istinto protettivo frenava le mie intenzioni bellicose.
Eppure, almeno apparentemente, Diana non sembrava una creatura eccezionale, probabilmente soltanto le sue preziose quanto misteriose qualità da veggente mi allettavano.
Magari sarebbe riuscita ad annoiarmi molto prima di quanto immaginassi...
"Perchè non mi avete morso? Non sono abbastanza succulenta per voi?"
Tornai immediatamente in me, quando udii la sua voce...Così immerso nei miei pensieri, non mi ero nemmeno accorto che lei si era svegliata. Per un attimo soltanto avevo abbassato le mie difese e, subito, me ne pentii.
"Che voi siate succulenta o meno, non mi interessa. Non ho Fame, però, se continuate a lamentarvi senza ritegno, potrei anche decidere di assaggiarvi." Risposi con il tono più distaccato possibile.
"Sarà la vostra fine..."
"Non credo che abbiate tanto potere da..."
"Ascoltatemi bene. Se voi non mi uccidete, qui ed ora, incontrerete la vostra fine. Dovete saperlo, perchè questa non è nient'altro che la pura verità"
Quando tacque, catturai il suo mento, stringendolo voluttuosamente tra le mie dita. Tra il suo viso ed il mio non vi era altro se non i nostri respiri...E nei suoi occhi non lessi menzogna.
"Piccola bambina impertinente, nessuno può uccidermi. Nemmeno il Diavolo in persona"


To be Continue...






Piccolo spazio per l'Autrice (ufficialmente impazzita xD):
Per chi volesse saperlo i capitoli sono betati da....Me stessa!(Non vi preoccupare, le mie innumerevoli personalità collaborano tra di loro in modo egregiamente professionale. Oibò) Diaciamo che...La fic era, in origine, una shot, ma era troppo lunga per pubblicare tutte le diverse scene assieme. Spero di aver preso la decisione giusta. Incrociamo le dita! (Prego coloro che hanno le dita delle mani occupate di incrociare quelle dei piedi e...Viceversa xD)
Grazie, soprattutto a Isy_264 che ha lasciato una recensione (Ti ringrazio per i complimenti, chèrie...Ma non li merito!), a Greedfan che ha inserito la fic tra i preferiti ed a monochrome che la segue. Siete dei veri tesori! ^^
Sbruby.



  
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