Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: LorasWeasley    30/12/2021    3 recensioni
future|fic [kuroken]
"Kenma, certo, non si era illuso che crescere un bambino sarebbe stato facile, ma non pensava che sarebbe stato così difficile.
Ogni volta che il più piccolo si era trovato in una situazione scomoda, aveva sempre cercato di immaginarsi come all’interno di un videogioco nel quale doveva superare livelli e sconfiggere i mostri. Ma avere un bambino non era un gioco: non poteva stoppare la sua vita e non poteva ricominciare, non c’era nessuna pausa e nessun “game over”. Avere un bambino significava dover passare il resto della propria vita a proteggere quell’esserino minuscolo che dormiva tra le braccia di Kuro."
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Provarci ogni giorno
 

Quando Kuro e Kenma avevano fatto sapere ai loro amici e ai loro parenti che avevano intenzione di adottare un bambino, tutti avevano sempre risposto che sarebbe stata dura per Tetsuro, che ce lo vedevano Kenma a riuscire a fare tutto alla perfezione data la sua intelligenza, mentre Kuro avrebbe arrancato un sacco. Il corvino si era limitato a ridere a quei commenti che non l’avevano minimamente toccato.
Quello che successe, nonostante le convinzioni di tutti, fu l’esatto contrario.
Adottarono Kea quando il piccolo aveva appena tre mesi. Kuro aveva visto gli occhi dorati del bambino, esattamente come quelli di Kenma, e aveva capito che sarebbe stato suo figlio.
Kenma, certo, non si era illuso che crescere un bambino sarebbe stato facile, ma non pensava che sarebbe stato così difficile.
Ogni volta che il più piccolo si era trovato in una situazione scomoda, aveva sempre cercato di immaginarsi come all’interno di un videogioco nel quale doveva superare livelli e sconfiggere i mostri. Ma avere un bambino non era un gioco: non poteva stoppare la sua vita e non poteva ricominciare, non c’era nessuna pausa e nessun “game over”. Avere un bambino significava dover passare il resto della propria vita a proteggere quell’esserino minuscolo che dormiva tra le braccia di Kuro.
Era a casa loro da solo una settimana e Kenma diventava ogni giorno più depresso nella consapevolezza che non riusciva a fare il padre.
Era così facile per Kuro dargli da mangiare, cullarlo, farlo addormentare tra le sue braccia e calmarlo subito quando aveva un qualche problema. Inoltre, ogni volta che lo faceva ridere, Kenma si innamorava sempre un po' di più.
Ma lui… lui non riusciva neanche a prenderlo in braccio bene e ogni volta che Kea lo guardava in volto iniziava a piangere disperato.
Come faccio a proteggerlo se ha paura di me?
 
Un mese dopo l’adozione di Kea, Kenma stava sempre peggio.
Quella sera, il bambino si era addormentato subito dopo cena e, dopo averlo portato nella culla, Kuro era andato a farsi la doccia mentre Kenma finiva di sistemare il video che avrebbe dovuto pubblicare il giorno dopo sul proprio canale.
Fu in quel momento che Kea si svegliò iniziando a piangere. Era sempre Kuro a prendersene cura in quei casi, ma in quel momento il corvino continuava ad essere sotto la doccia e Kenma sapeva che toccava a lui.
Raggiunse il piccolo dentro la sua culla e provò a sorridergli –Ehy Kea- disse piano allungando le braccia per prenderlo –va tutto bene, piccolo.
Non appena fu tra le sue braccia, il bambino iniziò a piangere ancora più disperatamente mentre cercava di fuggire e si aggrappava ai suoi lunghi capelli tirando forte.
-Aspetta… fermo- provò a calmarlo Kenma in ansia –Non fare così, ti farai male! Kea ti prego, calmati!
Il bambino continuò a piangere talmente forte che quasi gli mancò il fiato e Kenma entrò ancora di più nel panico, non aiutava il fatto che continuava a divincolarsi così tanto che aveva solo paura di farlo cadere.
Talmente preso da quella situazione, non si accorse di Kuro che, con solo i pantaloncini addosso, lo aveva raggiunto per aiutarlo.
Il corvino prese il bambino in braccio e, nel momento in cui Kea vide il volto di Kuro, gli si aggrappò addosso come se ne valesse della sua vita.
Kuro se lo strinse al petto e iniziò a sussurrargli che andava tutto bene, che il suo papà era lì e che nulla gli avrebbe fatto del male. Inoltre gli accarezzò la schiena e si dondolò sul posto, tutto questo fece immediatamente diminuire l’intensità del suo pianto e, come Kenma ben sapeva, lo avrebbe portato a calmarsi del tutto in poco tempo.
Furono gli occhi dello streamer a quel punto a farsi lucidi, lasciò la loro camera da letto e si rifugiò nella propria stanza dei giochi.
Era seduto sul divano con le gambe raccolte al petto e una console tra le mani, non riusciva a vedere a cosa stesse giocando perché i suoi occhi lucidi glielo impedivano, ma non era importante, non era quella la sua preoccupazione al momento. Si limitava a cliccare i tasti a caso perché sapeva che questo l'aveva sempre aiutato con le sue paranoie.
Quando Kuro lo raggiunse, il più piccolo non seppe dire quanto tempo fosse passato.
Il corvino si sedette al suo fianco e annunciò –è tornato a dormire.
-Non avevo dubbi- rispose l’altro con un timbro di voce neutro, lasciando andare la console e nascondendo il volto contro le sue braccia.
Kuro fece un lungo sospiro, Kenma lo sentì mettergli un braccio contro le spalle e avvicinarselo al petto mentre chiedeva –Mi vuoi dire qual è il problema?
-Lui mi odia- sussurrò in risposta con voce spezzata.
-Kea non ti odia- lo contraddisse subito suo marito con un tono di voce sicuro.
-Ha paura di me, mentre stravede per te- continuò Kenma.
-Kenma, guardami- la sua voce era talmente seria che l’altro alzò subito lo sguardo, Kuro lo fissò serio negli occhi mentre gli diceva –Lui è nostro figlio, amore. Hai capito? Nostro. E tu sei una delle persone più belle e speciali che abbia mai conosciuto, Kea non potrebbe mai odiarti. Ti amerà perché sei suo padre, dobbiamo solo provarci ogni giorno.
-Ci sono un sacco di figli che odiano i genitori.
-Non sarà il nostro caso.
-Non puoi esserne sicuro.
-Invece sì, lo so. Ricorda: giorno dopo giorno.
Utilizzò per tutto il tempo un tono talmente sereno e decisivo che Kenma non poté dire nient’altro.
 
-Ho parlato con mia mamma- annunciò Kenma quel pomeriggio entrando nella stanza del bambino e trovando Kuro e Kea che giocavano sul tappeto morbido, esattamente dove li aveva lasciati.
-Che ha detto?
-Dice che i bambini sono molto sensibili alle espressioni, dal momento che non riescono a capire le parole si soffermano su quelle per comprendere se si trovano in una bella situazione o meno. Mi ha detto che è normale che Kea pianga con me se- alzò le mani in aria per mimare delle virgolette –faccio sempre quella brutta espressione annoiata.
Kuro rise alle parole di sua suocera, poi aggiunse –Penso che tu lo faccia anche spaventare perché sei spaventato a tua volta.
Kenma lo fissò male –è normale che io sia spaventato! Potrebbe rompersi!
Kuro rise ancora –è meno fragile di quello che pensi.
Kenma gli lanciò un’occhiataccia e suo marito sorrise di più, poi lo chiamò –Dai, vieni a giocare con noi, lavoreremo su quel tuo visino carino.
Il cipiglio di Kenma si ampliò e Kuro aggiunse –Non è un buon inizio, gattino.
 
Erano tre mesi che Kea era a casa loro e quella sera stavano vedendo tutti e tre il cartone del Re Leone sul divano, era la terza volta in quella settimana poiché Kea aveva urlato felice quando aveva visto i leoncini in tv, Kenma era sicuro che avrebbero continuato a vedere quel cartone probabilmente per i successivi due anni.
Il film, tuttavia, fu abbandonato verso la metà quando Kea iniziò ad annoiarsi e a giocare con una parte del filo elastico della felpa che Kuro indossava, fu così che il corvino prese il bambino in braccio, lo mise tra le sue gambe in modo che fossero faccia a faccia e si spostò in modo che fosse più vicino a Kenma.
-Kea, guarda che carino papà!- voltò il bambino in modo che fosse girato verso Kenma che subito arrossì.
-Tetsuro, non credo che…
Ma il corvino non lo stava ascoltando e, con un bel sorriso in volto, iniziò a parlare con lo stesso tono che usava quando gli leggeva le favole.
-Kenma sarà un padre fantastico, sai? Lui non è molto bravo a mostrare i suoi sentimenti, ma anche per questo non devi mai mettere in dubbio il suo amore nei tuoi confronti.
Kenma aveva le guance rosse a sentire quelle parole che non si era aspettato, inoltre vide Kea guardarlo curioso. Ovviamente sapeva che un bambino di appena sei mesi non avrebbe potuto capire quello che gli era appena stato detto, ma si sentì comunque in soggezione per quello sguardo.
-Kea, guarda- il corvino fece riportare lo sguardo del bambino su di lui e a quel punto si voltó verso Kenma e gli lasció un bacio a stampo.
-Visto?- disse poi con un sorriso -Un bacio per papà e un bacio per te- a quel punto diede un bacio anche al bambino, ripetendo poi la stessa azione più e più volte.
Kenma aveva capito cosa suo marito stava cercando di fare e si rese conto che tutte le volte che gli aveva detto che lo amava non erano comunque abbastanza per esprimere quello che stava provando in quel momento.
 
Erano passati quattro mesi da quando avevano adottato Kea e quella mattina Kenma si svegliò per una piccola mano che iniziò a tastare il suo volto.
Aprì lentamente gli occhi e si accorse del proprio bambino che gli stava toccando il viso con cautela, quando questo si accorse che Kenma aveva aperto gli occhi ritirò subito la mano e si spinse di più verso il corpo di Kuro, nascondendo il volto sotto il lenzuolo.
Kea dormiva sempre nella sua culla, i due uomini avevano deciso di abituarlo fin da piccolo, ma c’erano volte in cui il bambino si svegliava piangendo e Kuro era troppo stanco per aspettare che si addormentasse nuovamente, così lo portava nel loro letto e lo faceva dormire in mezzo a loro.
Essendo che il bambino si trovava tra i loro corpi, quella appena passata doveva essere stata una di quelle notti.
Kuro stava ancora dormendo e Kenma non fece nulla per svegliarlo. Si limitò a fissare, ancora assonnato, il suo bambino, cercando un modo per non farlo spaventare di più e, mentre pensava, Kea fece sbucare piano la testa da sotto il lenzuolo sotto il quale si era nascosto.
Uno dei suoi occhioni dorati lo fissò guardingo e Kenma non poté fare a meno di ridere sincero a quella scena così carina. Il bambino interpretò il tutto come un gioco e, sorridendo, si nascose nuovamente, per poi ripetere la stessa scena.
Kuro si svegliò quella mattina tra le risate sincere di Kenma e del suo bambino. Erano passati quattro mesi e finalmente Kea stava ridendo in modo cristallino anche all’altro suo padre, era così fiero di entrambi che non avrebbe neanche saputo descrivere la sua felicità.
 
Cinque mesi da quando Kea era in quella casa e adesso Kenma riusciva a prenderlo in braccio senza che il bambino piangesse, ma solo se Kuro era nella stessa stanza.
Era sera, avevano giocato sul letto fino a quel momento e il bambino aveva iniziato a sbadigliare. Era in braccio a Kenma e di solito, in questi casi, chiedeva con i gesti di andare nelle braccia di Tetsuro per addormentarsi, ma quel giorno non lo fece. Il bambino si appoggiò al petto del suo papà e lì, con gli occhi assonnati, allungó la sua manina per cercare il dito di Kuro. Soddisfatto di stringere forte quello tra le mani, chiuse gli occhi e si addormentó all'istante.
Kenma si perse a fissarlo mentre gli dormiva addosso e capì cosa voleva dire suo marito quando succedeva con lui e questo gli diceva "potrei passare tutta la notte senza dormire solo per non spostarlo da qui".
 
Dopo sei mesi che Kea fu adottato, il bambino aveva già nove mesi di vita. Data la sua età e il suo comportamento abbastanza calmo e tranquillo, avevano deciso che per quella sera se lo sarebbero portati alla festa aziendale della società di Kuro, festa alla quale tutte le famiglie dei dipendenti erano state invitate.
Kea era davvero rimasto calmo tutto il tempo, agitandosi solo quando degli estranei gli si avvicinavano troppo. Ma Kenma poteva capirlo, odiava la stessa cosa e lui era un adulto! Figurarsi un bambino di neanche un anno.
A metà serata, Kea era ormai quasi del tutto addormentato nel suo seggiolino e Kenma era rimasto seduto al tavolo per controllarlo, il tutto mentre Kuro si era allontanato per una discussione lavorativa per la quale l'avevano chiamato.
Kenma stava contando le bollicine nel suo bicchiere di vino frizzante quando sentì una donna avvicinarsi ed esclamare -Oh dio! Questo è il figlio bellissimo di Kuro, vero? Che amore che è!
La donna, che probabilmente non aveva nessuna idea di come ci si dovesse comportare con dei bambini piccoli, aveva urlato quelle cose quasi infilando la testa dentro il seggiolino e, di conseguenza, iniziando a far agitare il bambino che, non solo stava dormendo, ma si era appena ritrovato un volto estraneo a pochi centimetri dal viso.
Kenma intervenne all'istante spostandole il seggiolino da davanti e afferrando il bambino per prenderlo in braccio.
Iniziò a cullarlo mentre con lo sguardo si guardava intorno alla ricerca di Kuro, era l'unico con cui Kea si calmava subito dopo aver iniziato a piangere. Il tutto mentre rispondeva alla donna -Sì, è nostro figlio.
Kenma si bloccò di scatto quando si rese conto che Kea si era stretto a lui e aveva attutito il suo pianto.
Non mi odia. Mi permetterà di proteggerlo.
-Kea, amore- gli sussurrò all'orecchio mentre tornava a cullarlo e gli accarezzava la testa e la schiena per calmarlo -va tutto bene, il tuo papà è qui.
 
Infine, a pochi giorni dal suo primo anno di vita, Kea disse la sua prima parola.
Il bambino non vedeva Kenma da quasi un giorno intero, questo perché il pomeriggio prima lo streamer era uscito per fare delle commissioni e, una volta tornato a casa, Kea stava già dormendo. Il mattino dopo, poi, Kenma si era svegliato presto per la live che aveva programmato ed era rimasto chiuso nella sua stanza a lavorare fino a pranzo.
Fu quando lasciò quelle quattro mura che, stanco e affamato, sorrise nel vedere la sua famiglia che lo aspettava in cucina per mangiare.
Kea era seduto sulle gambe di Kuro a mangiare il minestrone che il corvino aveva preparato la sera prima, quando vide l’altro suo padre e i suoi occhi s’illuminarono. Iniziò a scalpitare e allungò le braccia verso di lui in attesa che questo lo prendesse in braccio, poi iniziò a dire –Pah, Pah.. Papa!
Gli occhi di Kenma si fecero lucidi e corse a prendere in braccio il loro bambino per stringerselo contro e riempirlo di baci mentre questo rideva.
Alzò lo sguardo quando sentì la mano di Kuro che si poggiava sulla sua testa e gli accarezzava i capelli –Te l’avevo detto- gli disse asciugandogli una lacrima –che se ci avessi provato ogni giorno non avrebbe potuto fare nient’altro se non amarti.

[2424 parole]
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley