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Autore: N92    01/01/2022    0 recensioni
Natan è un uomo pesantemente dipendente dalla droga. Ha appena perso il lavoro e sente di non avere più ambizioni né uno scopo per cui andare avanti. Tutto ciò che era è ormai un ricordo del passato, e l'unico futuro che riesce a vedere è solo quello dell'assunzione della prossima dose.
La sua vita sembra finita, finché un giorno non riceve una visita riservata solo a pochi nella storia: è L'angelo Gabriel.
L'angelo è venuto per conto di Dio, e metterà in discussione tutto quello che Natan ha vissuto, pensato e agito fino a quel momento. Il drogato contro l'angelo, in un viaggio che smuoverà l'animo dell'uomo e lo costringerà a presentarsi nudo davanti a sé stesso e alla Divinità.
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

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Los Angeles, 17.43 P.M.

 

 

L'angelo, galleggiando a mezz'aria, manteneva lo sguardo fisso su Natan. La luce bianca proveniente dalla finestra era scemata un poco, ma rimaneva comunque molto intensa; così intensa da sembrare liquida. Se qualcuno avesse chiesto a Natan di descrivere a parole o disegnare o dipingere quell'immagine stupefacente, non sarebbe stato in grado neanche di avvicinarsi alla bellezza di cui era testimone. Gli occhi di Gabriel scintillavano ritmicamente, come le luci sugli alberi di natale. Ma non erano solo quelli, anche le colorazioni delle ali seguivano lo stesso principio, facendo accendere l'angelo a cadenze regolari.

Natan non poter fare a meno di essere rapito da quegli occhi, e per la prima volta dopo molto tempo ebbe la sensazione di non essere giudicato. Nello sguardo dell'angelo non c'era giudizio o discriminazione, ma soltanto pace e tranquillità. O almeno era ciò che lui percepiva.

Un pensiero gli attraversò la mente con una logica così limpida che fù percosso ancora dalle risa, che però gli uscirono strozzate.

Questa poi! Un fottuto angelo è proprio quello che mi ci voleva. Devo proprio essere messo male cazzo”. Stavolta non riusciva a trattenersi dal ridere ma non riuscendo ad aprire bene la bocca, più che risate sembravano strani versi di un qualche animale.

Natan non era mai stato un uomo religioso anzi, quello a cui credeva era all'antitesi. Per lui ciò che predicavano gli uomini di chiesa la domenica erano tutte stronzate. Ci andava soltanto perché era costretto dai suoi genitori, e quando ne aveva avuto l'opportunità si era defilato senza pensarci due volte. Credeva piuttosto all'uomo di potere, perché se avevi il potere nessuno poteva decidere del tuo fato. Sua madre era stata una donna religiosa, e guarda che fine aveva fatto. Suo padre era stato anche lui un uomo religioso, e guarda che fine aveva fatto. La fede non era proprio in cima alla lista delle cose su cui Natan faceva affidamento.

D'un tratto l'angelo cominciò anche lui a ridere. Rideva sempre più, prima cautamente, poi più forte, ma non emetteva suoni gutturali come quelli suoi. La sua risata era musicale e il volto era incredibilmente simmetrico, con due file di denti bianco candido perfettamente dritti. Natan non aveva mai visto qualcuno ridere in maniera così bella.

Ridevano tutti e due e all'uomo venne il dubbio se l'angelo rideva con lui o di lui.

Allora smise di ridere, ma Gabriel invece continuava ad esprimere il suo divertimento, sempre con gli occhi fissi su di lui.

Natan cominciò ad infastidirsi, poi ad arrabbiarsi proprio, ma l'angelo non la smetteva di ridere. Quelle risa meravigliose gli entrarono poco a poco nella testa, aumentando di volume.

Ora erano fortissime, e Natan avrebbe voluto alzare le mani per coprirsi le orecchie.

Droga di merda!”. Ora il suono era insopportabile, ma ancora l'angelo continuava imperterrito. Natan era allo stremo, in procinto di scoppiare. Non riusciva a pensare a nulla, a decidere nulla. Era una tortura, e l'intensità di quella splendida risata non accennava a diminuire.

Il cuore pompava all'impazzata provocandogli il fiatone e il sudore ora gli aveva bagnato gran parte della maglietta.

Natan allora chiuse gli occhi e si abbandonò completamente.

Dio ti prego fallo smettere! Ti prego, ti prego. Dio fallo smettere! Smettila! Smettila!” «SMETTILAA!». Si ritrovò ad udire quella sua stessa ultima supplica perché la risata era scomparsa. L'aveva urlata più forte di quanto avesse mai fatto in vita sua.

Riaprì gli occhi frastornato, col sudore che gli gocciolava sulle tempie e sulle guance, e vide che l'angelo era tornato a fissarlo con la stessa pacatezza di prima.

Con un'aggressività animalesca si mosse verso la prima cosa che si trovò a portata di mano, non accorgendosi neanche come fosse stato possibile dato che fino a poco fa era completamente incapace di muoversi. Vide la siringa con cui si era iniettato la droga poco prima. La afferrò e la scagliò con tutta la forza che aveva in corpo verso l'angelo. La siringa volò scompostamente dritta verso l'essere. Gabriel l'afferrò con una facilità disarmante. Natan sgranò gli occhi incredulo di quanto aveva visto: l'angelo si trovava a circa due metri e mezzo da lui, e ciò nonostante l'aveva afferrata come niente fosse.

Natan si alzò come un fulmine dal divano e inciampò col piede su uno spigolo cadendo per terra violentemente. Strisciò il più lontano possibile dall'angelo, fino ad arrivare con le spalle al muro. Era terrorizzato e confuso. Riusci ad articolare qualcosa, fra un ansimo e l'altro: «Che cazzo sta succedendo! Cosa sei tu? Cosa vuoi da me? Come... come sei entrato?».

L'angelo posò con calma la siringa sul divano e si avvicinò un poco a Natan. Ora non levitava più. L'uomo cerco di arretrare ancora ma era già addosso al muro.

«Sei stato tu a chiamarmi Natan» rispose, «sono qui solo per te.»

«Io non ho chiamato proprio ness...» Natan si bloccò, perché la sua mente aveva decifrato qualcosa: l'angelo! L'angelo aveva afferrato la siringa?

Questo può voler dire solo che...”. Deglutì. Gli occhi erano sgranati al massimo possibile.

«Esatto» lo intercettò Gabriel. L'azzurro del suo sguardo pareva brillare ancora di più.

«Io sono reale.»

   
 
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