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Autore: katyjolinar    02/01/2022    1 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Erya, sposiamoci."

Danhum aveva detto proprio quelle parole, Erya non poteva aver sentito male.

Aggrottò le sopracciglia, fissandolo, senza dire una parola.

"So che stai pensando." continuò il giovane "Ma, credimi, non sono impazzito." fece un respiro profondo e abbassò lo sguardo sulla pancia della compagna "Ascolta, se ci sposassimo lui avrebbe tutti i diritti ereditari di entrambi, per quanto ora non abbiamo nulla, ma in futuro, quando vinceremo questa guerra…"

"Sì, ma… scusa, tu mi hai morso, non basta questo?" domandò, finalmente, la ragazza.

"No, non basta. A parte che la legge salica della tua famiglia non prevede l'inserimento degli Omega, ma questo è un altro argomento… ma un legame semplice non sarebbe bastato comunque, un figlio nato fuori dal matrimonio non avrebbe diritti."

Danhum aveva ragione, finché la guerra non fosse finita era meglio seguire alcune vecchie regole, così da non sconvolgere tutto con troppi cambiamenti improvvisi.

Erya annuì, posando una mano su quella di lui, poggiata sulla sua pancia.

"Hai ragione." ammise "E forse questa cosa potrebbe servire la gente del campo a svagarsi: ultimamente ho visto tutti molto tesi." si portò due dita al mento, pensierosa "Il nostro compleanno è tra due settimane… e se lo facessimo quel giorno?"

Il giovane annuì, pensieroso. Non si aspettava che lei accettasse così, per cui era un po' sorpreso, ma aveva anche avuto una buona idea.

"Domani parlerò con Padre Alfar." riferì "Però forse è il caso se la notizia del bambino la teniamo per noi ancora per un po'..."

"Il dottor Candal lo sa. E anche Clandys l'ha capito… ma sicuramente non lo diranno a nessun altro… potremmo dirlo proprio al matrimonio, che dici?"

"È una buona idea anche questa." ammise il giovane, prendendola meglio in braccio per affondare il volto nell'incavo del collo della compagna "Cavolo che buon profumo hai!"

Erya arrossì, e il suo cuore accelerò al contatto ravvicinato con il moro. Sentì la mano di lui carezzarle la pancia, quel contatto le piaceva, la faceva sentire protetta.

Era strano, fino a poco tempo prima lo odiava, aveva anche ragione a farlo visto come la trattava in orfanotrofio, e ora aveva accettato di sposarlo, inoltre a breve gli avrebbe dato un figlio.

Sentì le labbra di lui posarsi sul marchio, e il suo cuore si scaldò.

"Danhum…" sussurrò "Il marchio…"

"Sì?"

"Non lo vorrei da nessun altro… tu sei il mio Alpha, e io ti darò un figlio."

"Noi avremo un figlio." la corresse "Sarà nostro figlio e sarà libero da tutti i pregiudizi che ora stiamo combattendo."

Erya annuì, avvicinandosi per baciarlo. Stavano insieme ora, si sarebbero sposati a breve, e lei si sentiva felice di questo, e di aspettare un figlio da quel giovane uomo.

Lo guardò in viso, scoprendosi a immaginare come sarebbe stato quel bambino, vedendo quegli occhi di ghiaccio e quei capelli corvini anche in lui. Sorrise, arrossendo; Danhum era proprio bello, faceva girare le ragazze lì al campo, e non solo loro, per questo si sentì fortunata nel poter diventare sua moglie.

"Voglio fare l'amore con te." gli sussurrò all'orecchio.

"Sei sicura che possiamo…" esitò l'altro, indeciso.

"Il dottore ha detto che possiamo, se facciamo attenzione e non ci facciamo prendere dalla foga." lo rassicurò la bionda, baciandolo lungo la cicatrice sul volto.

Il ragazzo si convinse e la trascinò sul letto, riprendendo a baciarla dolcemente, mentre lei gli sfilava la casacca.

Quella notte si sarebbero amati a lungo, non vollero pensare a nulla se non a loro.

Il giorno seguente si presentarono entrambi alla canonica, comunicando al prete la loro intenzione di unirsi in matrimonio.

L'uomo li guardò sconvolto, ignorando il saluto del dottore, sceso per la colazione.

"Qualcosa non va?" domandò il medico, preparandosi un tè e avvicinandosi al religioso, che balbettava qualcosa di incomprensibile, cercando di mettere ordine ai suoi pensieri dopo la comunicazione dei due ragazzi.

"Danhum e io ci sposiamo." riferì la bionda, senza mezzi termini "E vogliamo fare la cerimonia il giorno del nostro compleanno."

"Oh… e che c'è di tanto sconvolgente?" continuò il dottor Candal, dando un pizzicotto sotto l'orecchio al chierico, per farlo riprendere "La gente si sposa di continuo, anche io e te ci siamo sposati, Al!"

"Sì, ma loro… hanno fatto il legame da solo due mesi…" obiettò, finalmente, l'altro, indicando la coppia.

Il rosso li squadrò da capo a piedi, infine fece spallucce.

"Continuo a non vedere nulla di strano. Sono due ragazzi innamorati che vogliono sposarsi."

"Sì, ma loro…" cercò di ribattere ancora il prete, bloccandosi quando il compagno gli sussurrò qualcosa all'orecchio "Ohh… capisco… ma… da quando…"

"Suppongo sia successo quando hanno consolidato il legame, ma poi, da quello che sento tutte le sere dalla loro casa, ci hanno preso gusto, giustamente. Sono giovani, l'ho già detto, e sono innamorati, è normale che facciano certe esperienze."

Erya si portò una mano alla pancia, capendo di cosa stessero parlando, e sorrise dolcemente.

"Per favore, non dite nulla: vogliamo dare la notizia durante la festa per il matrimonio."

"Va bene." borbottò il prete "Ma vedete di darvi da fare, due settimane non sono poche per organizzare tutto, ma non sono neanche tantissime."

Danhum annuì, prendendo la mano della compagna e trascinandola fuori.

Una volta arrivati nel piazzale di fronte al grande edificio si fermò, le afferrò il volto con entrambe le mani e la baciò dolcemente.

Non poteva ancora crederci, stava per sposarsi.

Lui, che non aveva mai pensato di mettere su famiglia per via del lavoro che faceva, ora stava per farlo , e non era una qualunque: stava per sposare una Principessa Reale, la Speranza del Popolo, come era stata soprannominata.

Però non era importante chi fosse per gli altri, per lui era solo la donna che amava.

 

   
 
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