Sono stato strappato da a una vita di fame grazie a tuo padre. E grazie a te sto conducendo una vita da fame.
Fame diversa: ti uccide anche questa se non di più.
Di fame di pancia si muore, si finisce a mettere fine ai propri giorni prima o poi, ma la fame di te no!
Non cessa, si rinnova, si placa di notte tra le mie mani e si rigenera di giorno con il tuo profumo.
Eros dio bastardo che ti diverti ad annullarmi, perché non mi sazi con un’altra? Perché non ti può bastare? Non ti divertiresti abbastanza alle mie spalle è così?
A rendere friabile l’anima e duro il pene.

Sorrido amaramente, tanto, mentre cavalco dietro di te.
Il cuore ti pone al di sopra di tutte. Tra le creature più pure; l’istinto e l’ossessione tra quelle più impudiche, tra quelle nei più infimi bordelli.
Come vorresti essere trattata tra le mani di un uomo? Cosa sogni, nelle notti dedicate a Fersen?
I tuoi sogni sono candidi come sei tu, o spregiudicati come desidera ogni creatura che ama con tutti gli istinti chi non può concedersi di avere?
Peccare e amare, nello stesso tempo è qualcosa che nemmeno io conosco.
Non saprei cosa suggerirti.
Io so soltanto sognare…immaginare.
Adesso sei davanti a me, sul tuo cavallo mentre andiamo a Versailles…
La tua schiena è un muro di mattoni che ti fa da recinto.
Non girarti verso di me adesso o non risponderò di me; sarei capace di trascinarti a terra e come un uragano, ti travolgerei ed estirperei via come una piantina dalla sua radice in terra arida.
Non mi chiedo se ti piacerebbe, perché te lo farei piacere ad ogni costo, non avremmo scelta, Io missionario e tu mia missione.
Entrambi espiatori del peccati di amare chi non dobbiamo Assolviamoci, penitenti, bevendo il vino del perdono dalle nostre bocche.
Non girarti a guardarmi Oscar: avresti paura del folle desiderio che mi sta invadendo gli occhi e le viscere. Solo questo mi fa respingere l’invidia per quei servi nel letto dei padroni, intenti a servire con dedizione ogni capriccioso piacere.
Sospiro e guardo in alto; il cielo mi rispecchia: fulmini squarciano la quiete premeditando temporali.
Prima o poi accadrà anche a noi due…
È questione di tempo e di equilibri persi
Ti giri verso di me.
《 Affrettoamoci,sta per piovere.》
Ordini
《 Ma cos’hai? Non stai bene?》
Aggiungi assottigliando gli occhi, senza indugiare più di tanto, prima di rivolgere lo sguardo davanti a te.
《 Non è niente Oscar.》
Non è niente; sto soltanto cercando di mantenermi in equilibrio.