Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cassiana    02/01/2022    6 recensioni
Becky, algida e severa manager è a Miami per concludere un affare importante. Il suo collega la convince a seguirlo sullo yacht del carismatico Raul potente, ma ambiguo uomo d'affari. Ma le cose non vanno come previsto e Becky incontra Richard, appassionato attivista ambientale, nonché fratello della sua migliore amica Brenda. Nel tentativo di salvarsi i due finiscono nella foresta del Belize tra mille pericoli che li faranno avvicinare e riavvicinare in maniera pericolosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un mare di stelle








La notte di San Lorenzo avevano deciso di passarla a Epping nei pressi di Londra, lì forse le luci della città non avrebbero offuscato il cielo permettendo loro di vedere le stelle cadenti. Erano il solito gruppo di amici Brenda e Arthur, Sara, Thomas e Becky. All'ultimo minuto si aggiunse Richard cosa che sorprese Brenda, ma non più di tanto. Si era accorta infatti, nonostante fosse distratta dalla sua nascente relazione col bel biondino, che Becky era altrettanto distratta e che il fratello le girava intorno con un po' troppa insistenza casuale per essere del tutto disinteressata. Aveva lasciato correre, in attesa che uno dei due le spiegasse cosa stesse accadendo, ma ogni volta che tirava fuori il discorso con uno dei due entrambi reagivano in maniera recisa. Anzi le punzecchiature fra i due sembravano essersi fatte ancora più feroci, se possibile.
Una volta Brenda aveva sorpreso Becky uscire di soppiatto dalla stanza di Richard e l’amica l'aveva zittita mentre la trascinava via dalla stanza del ragazzo mormorando delle scuse:

- Cosa ci facevi nella stanza di mio fratello?
- Aehm…Uno, uno scherzo!

Improvvisò Becky con una gran faccia tosta. Aveva ancora il sapore del ragazzo sulle labbra e con finta disinvoltura si era attaccata al rubinetto della cucina dove aveva deviato con un’ispirazione dell’ultimo momento. Brenda la guardava perplessa, con le mani sui fianchi: Becky non era il tipo da fare degli scherzi e non si era mai attaccata prima a quel modo al rubinetto del lavandino.

- Bibi, ma guarda che non c'è nulla di male se ti piace Richie. Anzi ci pensi, diventeremmo cognate!

Becky fece una smorfia mentre le andava l'acqua di traverso.

- Vuoi scherzare? - Sputò tra i colpi di tosse - Ti voglio bene, ma non fino a quel punto!

Poi aveva cambiato discorso, ma Brenda era tornata sull'argomento diverse volte. Era preoccupata per l'amica, sapeva che Becky non era considerata molto popolare per via del suo carattere riservato che sembrava ai più solo snobismo e non voleva che passasse l'estate da sola mentre lei si divertiva con Arthur che sì era carino e tutto, ma non poteva competere con l'amica in quanto complicità. Per questo cercava di invitarla sempre insieme a loro e i dinieghi di Becky le sembravano sempre più come una scusa per non fare il terzo incomodo e questo le dispiaceva.

- Ma che farai allora oggi?

Le chiese all'ennesimo rifiuto di passare il pomeriggio con lei e Arthur. Sicuramente lo avrebbe trascorso a letto con Richard, ma questo Becky non poteva dirlo all'amica:

- Oh, studierò un po'. Sai che ho deciso di fare economia all'università. Mi sto portando un po' avanti con gli studi.
- Ma mancano ancora due anni !

rispose Brenda come se quella fosse un'enormità di tempo.

- Che è più o meno il tempo che impiegherò a finire questo librone - Becky indicò all'amica il tomo del Capitale - L'ho rubato a tuo fratello.

Concluse facendole l'occhiolino. Ma stava diventando sempre più difficile arginare l'amica e Richard stava iniziando a scalpitare. Per quanto lo riguardava non stavano facendo nulla di male, si tutta quella segretezza era eccitante, ma voleva stare con Becky alla luce del sole. Voleva poterla baciare senza doversi nascondere negli angoli, camminare mano nella mano ed abbracciarla di fronte a tutti. Senza paura e senza vergogna.

- Non facciamo nulla di male, zucchina.

Le ripeteva giorno dopo giorno con sempre maggiore decisione. Quando iniziava quei discorsi di solito Becky riusciva a arginarlo in parte iniziando a baciarlo nei suoi punti sensibili e a quel punto lui era troppo distratto per occuparsi d'altro.
Così quando quella sera si era unito alla compagnia nessuno aveva trovato niente da ridire. Avevano deciso di dividersi in due macchine: Sarah e Thomas nella ford del ragazzo e i fratelli Jones, Becky e Arthur nella 2CV arancione. Mentre percorrevano le strade Becky e Richard si struggevano stretti nel sedile posteriore. Arthur aveva acceso l'autoradio su una stazione rock e cantava in falsetto una canzone dei Queen. Brenda rideva accanto a lui, avevano abbassato la capottina e i capelli dei ragazzi svolazzavano nell'aria tiepida d'agosto. Ogni tanto Richard si avventurava a stringere la mano di Becky e lei sorrideva con compiacimento.
La radura dove avevano deciso di fermarsi non era molto lontana da Londra ed era già stata colonizzata da diversi gruppi che sdraiati su teli e asciugamani mangiavano e fumavano aspettando lo sciame di stelle cadenti con gli occhi all'insù.

- Che palle: è pieno di gente qui!

Arthur contorse il viso in una smorfia, mentre scendeva dalla macchina e si rendeva conto che non erano stati gli unici ad avere quell'idea.

- Forse dovremmo camminare un po'. Nella foresta ci sono altre radure, magari sono più vuote.

Suggerì Thomas. Tutti accolsero il suggerimento con entusiasmo tranne Richard:

- Guardate che è rischioso andarsene in giro nei boschi di notte.
- Hai paura, Jones? Sarah è stata scout: lei non ci farà perdere, vero?

La ragazza annuì titubante alle parole di Arthur. Aveva dodici anni l’ultima volta che aveva esplorato i boschi e non è che fosse questa guida così esperta, ma sapeva dei trucchetti.

- E poi non ci allontaneremo dai sentieri, tranquillo.

Aggiunse Arthur con fare conciliante: aveva capito da un pezzo che gli conveniva tenersi buono il fratello di Brenda se voleva farsi strada con lei. Ed essere gentile con la sua migliore amica per quanto non la trovasse molto simpatica. Ricordava ancora la mezza litigata che avevano avuto qualche settimana indietro quando avevano fatto il gioco della bottiglia e aveva provocato Richard, ma lui voleva solo divertirsi un po’ per l’amor del cielo! Decisamente i fratelli Jones si prendevano un po’ troppo sul serio. Ma Brenda era così carina e appetibile e Arthur non voleva rovinare le cose con lei. Così faceva buon viso a cattivo gioco e accettava anche di accollarsi il fratello e l’amica della sua ragazza. Alle parole del biondino Richard sollevò le spalle, conosceva quella zona a menadito essendoci stato tante volte in esplorazione, di certo lui non aveva paura e avrebbe tenuto sott’occhio la situazione. Ad ogni buon conto si era portato alcune torce che distribuì agli amici e ammonì Becky di stargli vicino in ogni caso. Per un po' la compagnia camminò ridendo e facendo battute. In effetti non si allontanarono dal sentiero e ben presto trovarono una radura dove poter distendere i propri teli e godersi la nottata. Thomas rollò qualche canna e si sdraiarono a fumare e a bere birra tiepida godendosi il tepore della notte e il cielo stellato. Quell'anno le pleiadi erano particolarmente stizzose nel farsi vedere perché nessuno di loro ebbe grande fortuna nel captare le stelle cadenti. In compenso avevano individuato le costellazioni, un pallone metereologico e forse un satellite. Avevano iniziato a parlare di civiltà aliene e se ci fosse stato per davvero un contatto con i terrestri.

- Certo che gli alieni esistono - la voce di Thomas era sicura - Ma ci evitano.

Sebbene il tono del ragazzo fosse serissimo tutti scoppiarono a ridere. Becky e Richard si erano trovati vicini, le teste a pochi centimetri, i capelli mischiati sparsi su uno dei cuscinetti che una Sara previdente aveva portato con sè. Richard passò la canna a Becky e fu quasi sul punto di baciarla. Lei lo fermò con un'occhiataccia, mentre si assicurava che nessuno degli altri guardasse nella loro direzione. Richard ridacchiò, tornando sulla schiena: era uno di quei momenti perfetti in cui si sentiva in pace con tutto, lì disteso con la ragazza che amava, gli amici, il cielo e dell'ottima erba. Un sorriso enorme gli allargò le labbra. La ragazza che amava, suonava così bene. Il cuore iniziò a battergli veloce nel petto quando si rese conto che era innamorato, per davvero. Non vedeva l’ora di dirlo a Becky, anzi di urlarlo al mondo intero. Si sollevò su un gomito e guardare Becky e le sussurrò:

- Ti sei resa conto che gli altri stanno pomiciando come se non ci fosse un domani? Quasi quasi vado a picchiare Arthur, che dici?
- Che sei fatto come una zucchina.
- No, no. Tu sei la mia zucchina.
- Sssh...Sei proprio un'idiota, vuoi farci scoprire?
- E che male ci sarebbe?
- Te l'ho già spiegato. Zitto ora.

Richard ridacchiò ancora un po' tra se e se, si era fatto e innamorato. Continuava a ripeterselo come se avesse scoperto una grande verità, poi si sollevò a sedere:

- Hey raga, visto che qui di stelle se ne sono viste poche, vi va di vedere una cosa davvero pazzesca?
- Magari dopo Rick.

Gli rispose qualcuno con voce strascicata, erano tutti abbastanza impegnati a fare altro in effetti. Richard fece spallucce e prese la mano di Becky aiutandola ad alzarsi.

- Dai, vieni.

La ragazza lo seguì incerta.

- Tranquilla, abbiamo la torcia e poi conosco benissimo questo posto. Attenta, qui c'è un po' di fanghiglia.

Il ragazzo teneva Becky per la vita, aiutandola nei punti più perigliosi. Lei non era mai stata in quella zona e sentiva una confortante sicurezza nell'affidarsi al ragazzo. La luce delle torce ballonzolava sul terreno soffice, gli alberi secolari si chiudevano intorno a loro nascondendo la volta del cielo. Becky rabbrividì all’aria divenuta più fredda sotto la volta degli alberi e la pelle d’oca le increspò gli avambracci. Richard stava sbuffando:

- Gli altri sono proprio degli stupidi. Beh, tanto peggio per loro: si perderanno uno spettacolo.
- Davvero sei stato tante volte in questo posto?
- Certo...Non dico bugie, io!

Becky si scurì in viso e Richard si rese conto che lei l'aveva preso per l’ennesima volta come un attacco nei suoi confronti. Non aveva tempo per ribattere in quel momento perchè Becky scivolò su una macchia fangosa e lui fu lesto a trattenerla da una caduta rovinosa. Lei si appoggiò al suo torace solido e si dimenticò per il momento delle sue parole. Stavano risalendo ora una collinetta, aiutandosi con le radici degli alberi.

- Dai, mi metto dietro così posso tenerti se cadi.
- Si, si, così non avrai un'ottima visuale del mio sedere vero?

Per tutta risposta Richard ridacchiò:

- Sei tutt'ossa, capirai che visione.

Mentì, perché in effetti il sedere di Becky era una vista di tutto rispetto e lui adorava le sue gambe e le cosce magre ma sode che spuntavano dagli shorts e fu tentato di darle un morso. Era curioso di scoprire se il piccolo marchio che le aveva lasciato all’interno della coscia sinistra fosse ancora visibile. Il ragazzo sogghignò al ricordo: Becky aveva goduto così tanto quel giorno, ma si era arrabbiata terribilmente visto che sarebbe dovuta andare in piscina con Brenda e gli aveva intimato di non marchiarla più a quel modo. Peccato che Richard adorasse invece lasciarle i segni del suo amore e sospettava che la cosa non dispiacesse affatto neanche a Becky. Qualche minuto dopo avevano concluso la scalata e Richard era passato avanti per aiutare la ragazza nel fare gli ultimi metri. Ora erano in cima alla piccola vetta, poco più che un'ondulatura del terreno.

- Oh Rick, ma è magnifico, davvero!

Becky era a bocca aperta alla vista del tremulo mare di minuscole lucine verdi e azzurre che si schiudeva sotto il loro sguardo.

- Lucciole! Anzi lampiridi, per l'esattezza.

Esclamò con orgoglio Richard, tirandosi indietro i capelli con una mano, quasi fosse stato lui stesso ad avere organizzato quello spettacolo disponendo i piccoli insetti sulla radura sotto di loro ad esclusivo beneficio della sua ragazza. Becky era così strabiliata che nemmeno fece caso alla sua pedante puntualizzazione. Rimasero per qualche tempo seduti a godersi lo spettacolo, abbracciati.

- Chi ha bisogno delle stelle cadenti quando hai questo .

Le mormorò all'orecchio allargando il braccio a indicare le lucciole.

- E poi io una stella l'ho proprio accanto a me.

Becky si voltò a guardare il volto di Richard: la sua voce profonda era seria e per una volta non stava scherzando. Lei sapeva che stavano per avvicinarsi a un discorso pericoloso e come faceva sempre si sporse a baciargli le labbra. Lui rispose con entusiasmo stringendola contro il suo torace, le mani carezzevoli sul viso e i capelli. Si fermò solo per guardarla, gli occhi verdi che brillavano così intensi che rivaleggiando con la bioluminescenza sotto di loro. Le soffiò in un sospiro:

- Ti amo.

Ecco, l'aveva detto e gli sembrava così giusto e naturale. Non aveva bisogno di aspettare chissà cosa per essere sicuro, lo sapeva e basta. Invece Becky si scansò da lui con violenza, le labbra strette.

- Zucchina, ma che c'è?
- Non chiamarmi così. Hai rovinato tutto. Andiamo via.

Si alzò e iniziò a scendere la collinetta, Richard non poteva fare altro che seguirla caracollandole dietro, facendo attenzione a che lei non cadesse e non si facesse del male. Non riusciva a capire perché la ragazza avesse cambiato umore così repentinamente.
Ma Becky lo sapeva ed era spaventata a morte. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, lo vedeva che Richard era innamorato e contraccambiava il sentimento con tutto il cuore. La cottarella che aveva iniziato a provare per lui da qualche anno, si era trasformato in un sentimento forte e sincero. E tutto era peggiorato dalla dirompente attrazione fisica tra loro, Becky adorava sentirlo contro di sè, le coccole, i baci. Ma il fatto che lui si fosse innamorato di lei e le avesse confessato il sentimento aveva complicato tutto, voleva dire che le cose erano serie e se lei s’illudeva di poter gestire i propri sentimenti così non poteva essere con quelli del ragazzo. Si era voluta convincere che per Richard la loro fosse solo una semplice infatuazione fisica passeggera e tutto sarebbe finito con l'estate. Becky si era preparata in cuor suo che finita quella storiella , come si ostinava a chiamarla dentro di sè, avrebbe finto di non provare più nulla, come aveva sempre fatto fino ad allora. Perché se Richard non l'amava non avrebbe potuto abbandonarla, come aveva fatto suo padre, non avrebbe potuto accusarla di essere un fastidio o un peso, come aveva fatto suo padre, non avrebbe potuto spezzarle il cuore, come aveva fatto suo padre. Tornarono immusoniti dagli altri e non spiccicarono più parola per il resto della serata.
Dopo pochi giorni Becky aveva lasciato Richard trincerando il suo cuore sbriciolato dietro alla determinazione più irremovibile. Invano Richard aveva chiesto spiegazioni, aveva insistito, le aveva assicurato che l’amava davvero, ma più confessava il suo amore più Becky diventava di ghiaccio. Finché il ragazzo con il cuore a pezzi e l’orgoglio disintegrato se ne era partito per Edimburgo.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cassiana