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Autore: Angie_Dreyar    02/01/2022    2 recensioni
Raccolta di One-shot su Fried e Laxus. Si passa da quelle più comiche e brevi a quelle più dolci.
1-Scambio corpi «Usa quelle tue maledette rune e vestilo»
2-Draghetto «È così carino»
3-La stanza di Fried «Mi sa che a Fried piace domare a letto!»
4-Regalo di compleanno «Cosa ti ha regalato Juvia?»
5-Missione al ristorante «Non mi sono perso»
6-Una vita da coppia «Tu e Fried vi siete mai baciati?»
7-Febbre «Stai peggio di me»
8-Ubriaco «Andiamo a fare l’amore»
9-Pozione d'amore «Osa toccare ancora una volta Kana e te la vedrai con la mia spada»
10-Blue Pegasus «Sì, flirta con me. Comportati come fai con loro»
11-Questione di capelli «Sei geloso di Rufus?»
12-Fairy Nail «Mi hai sentito cantare?»
13-San Valentino «Perché hai comprato quella roba?»
14-Piscina «Dovrò dirgli di mettersi dei boxer»
15-L'uomo ideale «La descrizione di Laxus mi ricorda proprio te»
16-La lettera «So che sono egoista a chiederlo ma…»
17-Spogliarellisti e confusione «Quanto ha bevuto Freed?»
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Luxus Dreher
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spogliarellisti e confusione

 
Laxus sapeva che quel giorno ci sarebbe stata una festa piena di spogliarelliste a Fairy Tail. Da quando Gildarts era tornato in gilda per restare più di qualche giorno, l’uomo aveva preso i compleanni come una faccenda personale e come una scusa per poter invitare quante più donne sexy possibile. Non importava se al festeggiato del giorno non interessava, Gildarts avrebbe comunque organizzato una festa paragonabile a un addio al celibato. Lo aveva fatto con Natsu -che non aveva mostrato grande interesse per le spogliarelliste nemmeno quando una gli aveva ballato sulle ginocchia- e lo aveva fatto con Gray -la serata non era finita bene dato che Juvia aveva inondato la gilda di lacrime. Ovviamente lo avrebbe fatto anche con Freed. Anche se il mago era dichiaratamente gay, a Gildarts sicuramente non interessava. Quindi Laxus era pronto a entrare in gilda e ritrovarsi davanti una festa piena di donne mezze nude con Gildarts al centro e Freed annoiato in un angolo.
 
Quello che sicuramente non si aspettava era di vedere la sala della gilda piena di uomini mezzi nudi. Uomini che ballavano sui tavoli, sulle sedie e sul palco. Uomini che ballavano attorno alle ragazze, vestiti solo di pantaloni. Ma soprattutto, un uomo con solo un perizoma addosso che ballava strusciandosi su Freed, che era seduto al centro della gilda. Laxus guardò scioccato la scena e una marea di domande gli inondarono la mente. Perché Gildarts aveva invitato degli spogliarellisti? Perché Freed sembrava divertirsi invece di essere in imbarazzo? Perché un uomo stava ballando su di lui? E perché diavolo Freed stava passando le mani sui muscoli dello spogliarellista, mangiandoselo con gli occhi?
 
Laxus si stava già incazzando ma prima che potesse fare qualsiasi cosa sentì qualcuno picchiettargli sulla spalla. Si voltò solo per ritrovarsi davanti Bickslow e Lisanna, con due ampi sorrisi sul volto.
 
«Bella festa, vero?» domandò il ragazzo ridacchiando. Lisanna sembrava essere d’accordo, dal modo in cui il suo sguardo veniva catturato dai muscoli di uno spogliarellista lì vicino.
 
«Gildarts ha dato di matto ed è passato all’altra sponda?» grugnì Laxus senza riuscire a nascondere l’irritazione che provava in quel momento, cercando di non concentrarsi sul modo in cui Freed stava palpando il culo dello spogliarellista. Da quando era così disinibito? E perché diavolo quello spogliarellista doveva stare così vicino a Freed? Non poteva stare vicino alle donne come facevano tutti gli altri, che cazzo?
 
«Nah, è stata un’idea di Cana» rise Bickslow. «Ha vietato a Gildarts di invitare spogliarelliste e ha optato per gli uomini, e tutte le ragazze sono state d’accordo» spiegò. Ah, ecco spiegato il mistero. Laxus avrebbe dovuto arrivarci da solo, dato come Cana stava bevendo in compagnia di quattro uomini, e come Lucy e Levy stavano sbavando sotto a un tavolo su cui un uomo stava muovendo i fianchi a ritmo di musica. In effetti, tutte le ragazze della gilda erano molto contente, al contrario dei ragazzi che si stavano innervosendo.
 
A parte Freed.
Freed si stava divertendo un mondo, a giudicare dal modo in cui sorrideva mentre l’uomo più nudo che vestito si strusciava su di lui. Laxus voleva raggiungerlo e trascinarlo fuori dalla gilda, cazzo. Avrebbe anche voluto strozzare Cana per quella stupida idea che aveva avuto.
 
«Quanto ha bevuto Freed?» domandò Laxus fissando l’amico con il fuoco negli occhi e le mani che tremavano dalla voglia di prendere a pugni lo stronzo che lo stava toccando. Quell’uomo in perizoma lo stava davvero toccando, ma la cosa che infastidiva di più Laxus era che Freed sembrava più che contento. Bickslow ridacchiò.
 
«Abbastanza» rispose con un sorrisetto soddisfatto, come se fosse lui la causa dello stato poco sobrio di Freed. Probabilmente lo era davvero. Laxus tese la mascella, non sapendo quanto ancora avrebbe resistito a quello spettacolo. Poco, sicuramente. Vedere l’amico così preso da un altro uomo lo faceva incazzare come poche cose. Non sapeva nemmeno perché fosse così incazzato -o forse semplicemente non voleva ammetterlo- sapeva solo che tra poco avrebbe raggiunto quello spogliarellista da quattro soldi e lo avrebbe buttato fuori dalla gilda a calci in culo. Laxus si stava già dirigendo verso lo stronzo per mettere fine a quella pagliacciata ma Lisanna lo ridestò dai suoi pensieri.
 
«Finalmente Freed si diverte, ne aveva davvero bisogno!» esclamò a voce abbastanza alta perché Laxus la sentisse da sopra la musica. Il biondo si fermò di colpo, non volendo davvero interrompere il divertimento di Freed. Sapeva da solo che l’amico non si divertiva così spesso, era sempre concentrato sulle missioni e sul lavoro. Meritava sicuramente del sano divertimento. Ma porca miseria, per divertirsi servivano degli spogliarellisti che allungavano le mani?! Non poteva divertirsi come faceva Natsu, picchiando la gente e distruggendo la gilda?
 
Laxus digrignò i denti e decise di portare pazienza, non poteva certo interrompere la festa, anche perché poi come avrebbe spiegato il suo lampo di rabbia? Di certo non dicendo che era fottutamente geloso uno spogliarellista. Fanculo, aveva bisogno di bere.
 
«Dov’è l’alcol?» ringhiò voltandosi per non dover guardare i due uomini. Bickslow e Lisanna lo guidarono al bancone e Laxus cominciò subito a buttare giù tutto il drink che Mirajane gli preparò, con lo sguardo che cadeva fin troppo spesso sui glutei di un uomo che ballava lì vicino. Laxus li odiava tutti, cazzo, dal primo all’ultimo. Anche se doveva ammettere che non erano niente male. Forse anche lui avrebbe dovuto chiedere uomini per il suo compleanno. Ah, fanculo, che diavolo stava pensando?
 
Finì il suo drink troppo velocemente e chiese alla ragazza di fargliene un altro. Si rifiutò di guardare verso Freed, preferendo non mangiarsi le mani dalla gelosia, e cominciò invece a parlare con Bickslow, uno dei pochi uomini non irritato dalla quantità maschile in sala. In effetti Laxus fu abbastanza sorpreso quando vide Max e Warren gioiosi quasi più delle donne della gilda. Sbuffò e prese un terzo drink, senza nemmeno rendersi conto di quanto velocemente stesse bevendo. Quando finì il bicchiere si voltò di nuovo verso il centro della sala e di nuovo il nervosismo salì quando vide Freed ballare non con uno, ma con ben due spogliarellisti!
 
«Freed dovrà veramente ringraziare Cana!» rise Bickslow. Laxus non era affatto d’accordo, e più osservava Freed strusciarsi tra quei due uomini più la presa sul suo bicchiere si stringeva, finché non si spaccò in mille pezzi. Laxus guardò allibito i vetri nel bancone e Bickslow gli lanciò un’occhiata perplessa. «Tutto bene?».
 
«Sì» ringhiò Laxus con la mascella tesa. «Un altro drink» ordinò a Mirajane. Aveva solo bisogno di bere per superare quella serata, e sperare che una cosa del genere non si ripetesse più.
 
***
 
Freed doveva ammetterlo, si stava divertendo. All’inizio aveva pensato che l’idea di Cana sarebbe stata un disastro, che si sarebbe solo sentito a disagio perché generalmente le feste non gli piacevano ma… dannazione, quegli spogliarellisti non erano affatto male. Forse aiutava anche l’alcol che Bickslow lo aveva costretto a bere, Freed non lo sapeva. Sapeva solo che avere due uomini che si strusciavano su di lui non era niente male. Soprattutto se i due uomini erano così muscolosi e così nudi. Soprattutto se gli sorridevano in modo così sensuale, e se muovevano quei fianchi così bene. Dannazione, doveva davvero ringraziare Cana. Era sicuramente il compleanno più divertente degli ultimi anni.
 
«Ehi, ti va di prendere un po’ d’aria?» domandò l’uomo chinandosi verso il suo orecchio e facendogli passare un brivido di eccitazione per tutta la schiena. Freed sorrise e annuì, poi seguì lo sconosciuto fuori dalla gilda.
 
Con la coda dell’occhio vide Laxus ma per la prima volta dopo tanto tempo Freed non si sentì affatto in colpa a lasciarlo da solo al bancone. Insomma, era un uomo anche lui e aveva dei bisogni, e se Laxus non poteva soddisfarli allora fanculo, lo avrebbe fatto quel bocconcino lì. Per la prima volta Freed non si ritrovò nemmeno a pensare a quanto sarebbe stato meglio se al posto dello sconosciuto ci fosse stato Laxus perché lo sconosciuto era tutto ciò che Freed voleva in un uomo. Bello, alto, muscoloso, con le braccia ricoperte di tatuaggi e un sorriso che faceva sciogliere. Inoltre, grazie al perizoma che stava indossando Freed aveva anche potuto vedere che lo sconosciuto aveva un bel culo ed era ben dotato. Molto ben dotato. Dio, quell’uomo a letto doveva essere una bomba.
 
Non appena uscirono all’aria aperta Freed sentì un leggero brivido di freddo e si voltò verso lo spogliarellista.
 
«Stanco?» domandò.
 
«Ci vuole molto per stancarmi» sorrise l’uomo ma un brivido gli passò per i muscoli.
 
«Avrai freddo con solo quello addosso» notò Freed senza vergognarsi di abbassare lo sguardo sul perizoma e fissarlo più di quanto normalmente avrebbe fatto. Colpa dell’alcol di Bickslow. L’uomo rise, probabilmente abituato a molto di peggio dai suoi clienti.
 
«Beh, se vuoi puoi scaldarmi» propose malizioso. Gli occhi di Freed si illuminarono e, probabilmente a causa dell’alcol, non se lo fece ripetere due volte. Praticamente si buttò tra le braccia dello spogliarellista e lo baciò senza nemmeno chiedere il permesso. Non che non lo avesse, dato che l’uomo aveva cominciato a passare le mani sotto la maglia di Freed, scambiando le loro posizioni e spingendo il mago contro al muro. Freed gemette leggermente e non capì più niente, mentre l’uomo gli sfilava la maglia lasciandolo a petto nudo. Un brivido lo percorse ma Freed lo ignorò, sperando che quell’uomo lo avrebbe scaldato in fretta con il suo corpo. Passò le dita tra i capelli scuri, mentre lo spogliarellista si strusciava su di lui mormorando qualche complimento tra un bacio e l’altro. Qualcosa come ‘i maghi sono sempre i più fighi’ o ‘gli spadaccini hanno questi bicipiti pazzeschi’ che però Freed non comprendeva più.
 
Il mago delle rune stava già per togliersi i pantaloni quando lo spogliarellista si allontanò da lui, imprecando ad alta voce. Freed riaprì gli occhi e si rese conto che non era lo spogliarellista ad essersi allontanato, era Laxus che lo aveva afferrato per la testa staccandolo a forza. Lo spogliarellista cadde a terra e Laxus rilasciò delle scariche nell’aria, fissando con sguardo truce l’uomo mezzo nudo.
 
«Se non ti levi dal cazzo ora, ti spacco la faccia» ringhiò in avvertimento. L’uomo stordito non se lo fece ripetere due volte, probabilmente spaventato dall’aura che Laxus stava emanando, e corse via. Freed barcollò in avanti e raggiunse l’amico.
 
«Che stai facendo?» chiese.
 
«Tu che stai facendo» ribatté Laxus in un ringhio. Se Freed fosse stato più sobrio si sarebbe preoccupato, al momento però l’alcol gli annebbiava il cervello, così rise.
 
«Mi sto divertendo» rispose semplicemente. Laxus lo fissò male, con ancora scintille elettriche sulle braccia e lo sguardo scuro. Freed sembrò notarlo e corrugò la fronte. «Non ti stai divertendo?».
 
«No» sbottò Laxus. «E tu sei completamente ubriaco, andiamo a casa» ordinò. Freed fece una smorfia.
 
«Ma mi sto divertendo» si lamentò. Diamine, per una sera lo stava facendo davvero. Per una sera poteva smettere di pensare a Laxus e divertirsi con qualche bell’uomo che ci sarebbe stato. Almeno per una sera poteva dimenticare la sua eterna cotta per il suo amico e lasciare che l’istinto prendesse il sopravvento sulla razionalità.
«Torno dentro» decise Freed avviandosi un po’ storto verso la gilda.
 
Laxus lo fissò ancora più incazzato.
«Che diavolo» imprecò e in due passi raggiunse Freed, lo afferrò per i fianchi e lo sollevò da terra, caricandoselo sulle spalle e avviandosi verso casa. Freed sgranò gli occhi e cercò di liberarsi.
 
«Laxus!» esclamò. «Mollami!» disse cercando di divincolarsi ma la presa del biondo era troppo forte.
 
«Zitto» ordinò Laxus aumentando il passo.
 
«Laxus, voglio divertirmi» si lagnò Freed. «Quell’uomo era perfetto». A quella frase Freed sentì un lampo di elettricità percorrergli il braccio e gemette leggermente. Laxus accorgendosene si impose di calmarsi ma aumentò il passo ancora di più, ben deciso a mettere molta più distanza tra il suo amico e quei maledetti spogliarellisti.
 
«Domani mi ringrazierai» grugnì Laxus.
 
«Non lo farò» obiettò Freed e, rendendosi conto che combattere contro il biondo era inutile, si arrese e sbuffò. Appoggiò la testa avvilito alla spalla di Laxus finché non raggiunsero la casa di Freed.
 
Non appena furono lì Laxus buttò l’amico sul divano, poi andò in cucina e prese una bottiglia di acqua. Freed si sistemò sul divano rendendosi conto di essere ancora a petto nudo e si alzò per cercare almeno una coperta. Quando però Laxus tornò in salotto il biondo lo afferrò la spalla e lo trascinò malamente di nuovo verso il divano, facendolo sedere a forza.
 
«Ma che hai?» chiese Freed
 
«Ti rendi conto che stavi per scopare con uno sconosciuto?» ringhiò Laxus.
 
«Quindi?» chiese Freed confuso. Gli occhi di Laxus ora lanciavano davvero scintille.
 
«Quindi?» ripeté scioccato. «Quindi è un fottuto sconosciuto e tu non vuoi scopare con lui! Bevi» ordinò porgendogli la bottiglia d’acqua. Freed la ignorò e incrociò le braccia, la sua testa ancora ciondolava per l’alcol.
 
«Lo voglio» ribatté. «Voglio scopare con lui. Insomma, chi non lo vorrebbe? Con quei muscoli perfino Loke diventerebbe gay» disse Freed convinto. Non si rendeva conto che più insisteva più il nervosismo di Laxus cresceva. Ormai l’istinto del biondo gli diceva solo di tornare in gilda per spaccare le teste di tutti quei bastardi mezzi nudi che avevano fatto qualcosa al suo Freed. Perché Freed non guardava così nessuno, solo il suo Dio del Tuono, di certo non degli sconosciuti che vedeva solo una sera!
 
«Bevi» ringhiò Laxus al limite della pazienza e Freed sbuffò e prese la bottiglia, apparentemente arrendendosi.
 
«Mi rovini sempre la vita» borbottò a un certo il mago delle rune e Laxus sobbalzò leggermente all’ammissione, posando lo sguardo su Freed e distraendosi per un attimo dalla sua rabbia.
 
«Che intendi?» chiese Laxus pur non essendo sicuro di volerlo sapere.
 
«Intendo che non posso mai divertirmi per colpa tua» sbottò Freed e si distese sul letto, la bottiglia gli scivolò dalle mani ribaltandosi a terra e spandendo tutta l’acqua, ma il mago era troppo ubriaco per preoccuparsene. «Per colpa tua e di questi maledetti sentimenti che non se ne vanno. Ogni volta che provo a uscire con un ragazzo penso a te e non ci riesco, e per una volta, una fottutissima volta che riesco a dimenticarti, tra tutti, tu mi porti via dalla festa» si lagnò Freed sbiascicando. «E quel tipo era davvero figo» mormorò poi.
 
Laxus si sarebbe incazzato di nuovo, ma era fin troppo sorpreso dalla rivelazione di Freed. Non che dovesse esserlo, sapeva che Freed era innamorato di lui, sapeva che si struggeva da tempo. Non sapeva però che Freed aveva provato a uscire con altri ragazzi e l’idea che per una sera lo avesse dimenticato onestamente faceva male, ma avrebbe potuto immaginarlo. Anche se era egoista pensarlo -perché Laxus non aveva fatto nulla per tenere stretto a sé- non voleva che Freed andasse avanti. A dire il vero la sola idea che ci provasse lo faceva incazzare e anche un po’ preoccupare.
 
Fece per dire qualcosa ma in quel momento si rese conto che Freed si era addormentato sul divano, con un braccio a penzoloni e un po’ di bava alla bocca.
 
«Non reggi proprio l’alcol» mormorò, prima di sollevarlo e portarlo a letto.
 
***
 
Freed non si era mai sentito così male in tutta la sua vita. Probabilmente nemmeno dopo una missione si sentiva così stanco e nauseato. Aveva già rimesso tutto, ma la nausea sembrava non placarsi, non importava cosa Bickslow ed Evergreen gli facessero bere per rimettergli a posto lo stomaco. Inoltre, nonostante gli amici cercassero di ricordargli come si era divertito la sera prima, tutto quello che Freed ricordava era ciò che aveva detto a Laxus. Fanculo, si era reso ridicolo e aveva rivelato di essere innamorato di lui e di non riuscire ad andare avanti. Non avrebbe dovuto farlo. Un nuovo conato di vomito gli salì e ringraziò il fatto che Evergreen gli stesse tenendo i capelli, mentre Bickslow gli passava un’altra pozione dall’odore insopportabile.
 
«Se bevo quella roba sbocco ancora di più» ringhiò Freed.
 
«Ti farà bene» promise Bickslow. «E pensa al bel spogliarellista con cui hai ballato ieri sera, a un certo punto sei sparito con lui, ti sei divertito, no?» chiese cercando di tirarlo su di morale.
 
«Tantissimo» fu l’ironica risposta di Freed, che né Evergreen né Bickslow capirono. Freed afferrò la pozione di Bickslow e la buttò giù tutta d’un sorso, con una smorfia di disgusto. Poi sospirò e passò di nuovo il bicchiere all’amico. In effetti forse quella pozione funzionava davvero. Bickslow gli chiese se si fosse divertito, ma prima che Freed potesse rispondere Laxus sbucò dalla porta del bagno.
 
«Ti senti meglio?» domandò. Freed deglutì evitando il suo sguardo, vergognandosi ancora per quello che aveva detto la sera prima.
 
«Sì» disse soltanto alzandosi in piedi e sciacquandosi il viso. «Potete andare, tanto mi metterò a dormire e non mi staccherò dal letto per tutto il pomeriggio» chiarì più calmo. I suoi amici non obiettarono e dopo averlo salutato uscirono. Tranne Laxus. Freed continuò a evitare il suo sguardo, non volendo davvero parlare di ciò che era successo la sera prima. Non voleva sapere perché Laxus lo avesse trascinato via dalla festa, se perché era in qualche modo geloso -dio, perché continuava a illudersi?- o se perché pensava che se ne sarebbe pentito. Non voleva nemmeno parlare della sua cotta insuperabile per lui, voleva solo che Laxus facesse finta di niente, come al solito.
 
«Tu… ehm… ti ricordi cos’è successo ieri sera?» domandò Laxus passandosi una mano tra i capelli, evidentemente a disagio. Freed gli lanciò un’occhiata. Aveva quasi la tentazione di dirgli di sì e di chiedergli spiegazioni, ma non ne aveva davvero la forza. Era stanco e far finta di niente era molto più facile.
 
«Ricordo fino a quando uno spogliarellista mi ha trascinato fuori dalla gilda» mentì impassibile «Non so nemmeno come sono tornato a casa. Immagino siate stati voi». La bugia sembrò funzionare e Laxus annuì piano, senza dire altro. Freed sorrise un po’ amaramente, era la cosa giusta da fare. Laxus avrebbe fatto finta di non sapere dei suoi sentimenti come faceva sempre, e Freed avrebbe finto di non sapere che Laxus sapeva. Le cose sarebbero state meno imbarazzanti e sarebbero continuate come al loro solito.
«Ho fatto qualcosa di tanto imbarazzante?» chiese Freed notando che Laxus non stava dicendo niente.
 
«No» disse subito il biondo. «Non hai fatto niente». Mentiva. Freed non lo biasimava, in fin dei conti lui stava facendo lo stesso. Sospirò avvilito e uscì dal bagno.
 
«Sono stanco, vado a letto» disse sperando che una dormita potesse aiutarlo. Prima che però potesse raggiungere la sua stanza Laxus lo afferrò per il braccio e lo fermò.
 
«Ti va di… uscire a cena… stasera?» domandò il biondo senza guardarlo negli occhi. Freed lo fissò completamente basito. Uscire a cena? Laxus gli stava chiedendo di uscire a cena? Era fin troppo bello per essere vero. E in effetti lo era, perché Freed sapeva perché Laxus lo stava facendo, solo perché gli faceva pena. Dio, aveva di nuovo voglia di spaccare qualcosa. Cos’era, un cucciolo smarrito che accettava qualunque cosa da Laxus anche se era solo per pena?
 
«Sono stanco, non ho le forze di uscire stasera» si limitò a dire, sperando che quello bastasse a far arrendere Laxus. Si avviò verso la sua stanza ma Laxus parlò di nuovo.
 
«Sì, lo so. Intendo… una di queste sere. Quando puoi» borbottò il biondo. Freed sentì le lacrime pungergli agli occhi. Era tutto quello che aveva desiderato, ma non in quel modo. Non voleva che Laxus avesse pena per lui. Non voleva che lo facesse solo perché si sentiva in colpa.
 
«Chiedi a Ever e Bicks quando sono liberi e ci organizziamo» disse atono.
 
«No, cazzo. Intendo… intendo solo noi due» sottolineò Laxus. Freed strinse i pugni e si voltò verso l’amico, sperando solo di non crollare. Le lacrime gli pizzicavano gli occhi ma sperava che la rabbia le superasse alla grande.
 
«Perché?» sibilò. Laxus si congelò sul posto, evidentemente preso alla sprovvista.
 
«Ehm… per… un appuntamento» grugnì ora evidentemente insicuro, come se temesse la sua risposta.
 
«No» disse Freed categorico, poi si voltò ed entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle violentemente. Si buttò sotto le coperte e affondò la testa nel cuscino, sperando solo che Laxus se ne andasse e lo lasciasse da solo. Voleva solo dormire e maledirsi mille volte per quello che aveva detto la sera prima.
 
***
 
Laxus fissò basito la porta davanti a lui, non capendo assolutamente cosa fosse preso al suo amico. Insomma, aveva sempre pensato che Freed fosse innamorato di lui. In realtà, ne aveva proprio avuto la conferma la sera prima quindi… quindi perché Freed rifiutava? Non aveva senso, cazzo. A meno che Laxus non avesse frainteso, ma non c’era niente da fraintendere, Freed aveva detto chiaramente di provare dei sentimenti troppo forti per lui che gli impedivano di andare avanti. Quindi perché lo stava facendo?
 
Con tutte quelle domande in testa Laxus si avvicinò alla porta di Freed e bussò piano. Non ricevendo risposta decise di entrare lo stesso, solo per vedere che Freed era disteso sul letto, e stava palesemente fingendo di dormire.
 
«Possiamo parlare?» chiese Laxus un po’ incerto, per la prima volta nella sua vita non avendo idea di come prendere l’amico. Freed grugnì qualcosa di incomprensibile e Laxus si avvicinò al letto. «Freed, so che non stai dormendo».
 
«Ci sto provando» borbottò Freed.
 
«Dopo ti lascio dormire, spiegami solo perché hai detto di no» disse allora Laxus, non volendo aspettare un minuto di più per capire cosa diavolo passasse per quella sua testolina.
 
«Il grande Laxus Dreyar non è un abituato a un rifiuto?» lo prese in giro Freed.
 
«Sai che non esco con nessuno, Freed» grugnì Laxus un po’ seccato. «E so che tu… insomma, tu sei… fanculo, non vedo motivo per cui dovresti dirmi di no» disse un po’ impacciato non sapendo come fargli capire che lui sapeva.
 
«Semplicemente non mi va. Per favore, voglio dormire» mugugnò Freed nel cuscino. Laxus si immobilizzò all’istante sentendo un leggero odore salato nella stanza. Freed stava… piangendo? Laxus sentì il cuore stringersi, e la confusione incrementare ancora di più. Non sapeva cosa cazzo fare, non sapeva trattare con le persone che piangevano e quello era Freed! Freed Justine, cazzo, quel Freed di ghiaccio che a malapena faceva passare le emozioni, figurarsi piangere. Cosa diavolo era successo? Cosa aveva sbagliato questa volta?
 
Laxus si sedette sul materasso e poggiò una mano sui capelli di Freed, cercando di essere il più possibile delicato. L’ultima cosa che voleva fare era distruggere Freed ancora di più.
 
«Freed, cosa succede?» domandò abbassando il tono e passando le dita per la nuca di Freed. un singhiozzo fu l’unica risposta e poi Freed nascose il volto nel cuscino.
 
«Vattene» mugugnò.
 
«Freed, se è perché l’ho scoperto… guarda, lo so da molto tempo e…» Laxus non sapeva come continuare, perché non capiva assolutamente il motivo per cui Freed dovesse piangere dopo che gli aveva chiesto un appuntamento. «Freed, per favore, sono un idiota ma non riesco davvero a capire cosa sta succedendo» ammise. Sentì l’amico soffocare qualche singhiozzo contro il cuscino e per lunghi secondi Laxus non disse niente, lasciando che si calmasse almeno un po’.
 
Non appena Freed si calmò si mise a sedere sul letto, cacciando malamente la mano di Laxus, che lo guardò dispiaciuto.
 
«Perché mi hai chiesto un appuntamento?» domandò Freed. Laxus lo fissò inebetito, che diavolo doveva dirgli? Stava pensando a una risposta ma ci mise fin troppo tempo perché fu Freed a rispondere per lui. «Hai pena di me, vero? Dopo quello che ti ho detto ieri sera ti senti in colpa e pensi che darmi il contentino mi renderà più felice, o che almeno potresti provarci. Beh, ti svelo una cosa, è il motivo più stupido per cui dovresti chiedermi un appuntamento e fa anche peggio, perciò vattene e basta» ringhiò il mago.
 
Laxus continuò a fissarlo in silenzio pensando alle sue parole e… che cazzo di ragionamento aveva fatto Freed?
 
«Quindi ricordi ieri sera» disse Laxus. Forse la cosa più stupida che poteva dire, perché Freed alzò gli occhi al cielo esasperato.
 
«Sì, lo faccio. Ma possiamo comunque far finta di niente, e far finta che io non provi niente per te e… semplicemente vattene, Laxus. Sono stanco, davvero, e qualunque cosa ti stia passando per la testa semplicemente… no» buttò fuori Freed esausto. «Non sono un cagnolino disperato in cerca della tua attenzione, fa male ma non mi struggerò per amore solo perché tu non mi ricambi».
 
Laxus continuò a fissarlo inebetito.
 
«Quindi tu credi che io voglia uscire con te solo per pena?» chiese giusto per avere una conferma. Freed evitò il suo sguardo.
 
«Non mi hai calcolato fino ad adesso, non vedo per quale altro motivo dovresti voler uscire con me dopo che ho fatto una scena drammatica solo perché ero ubriaco» grugnì, arrossendo leggermente e con amarezza nel tono di voce. Laxus si passò una mano tra i capelli leggermente sollevato. Aveva quasi temuto che Freed avesse davvero voluto andare avanti.
 
«Davvero pensi che io uscirei con qualcuno solo per pena? Cristo Freed, mi conosci, sai che non faccio una cosa se non mi va» sbottò. Freed lo guardò incuriosito e con una minima speranza negli occhi.
 
«Allora perché adesso?» domandò.
 
«Se proprio vuoi saperlo perché quel maledetto stronzo non ti toglieva le mani di dosso» ringhiò Laxus lasciando trasparire tutta la sua rabbia, e Freed corrugò la fronte per un attimo confuso.
«E poi, sono egoista e lo so ma… fanculo, non voglio che vai avanti. Non voglio che esci con altri ragazzi, non voglio nemmeno che ci provi e… bene, sono fottutamente geloso, cazzo. Lo sono stato tutta ieri sera quando ho visto quegli stronzi appiccicati a te e poi tu che parlavi di quel demente in tanga come se fosse il tuo ragazzo ideale» ammise non senza un certo imbarazzo. Laxus sentì le guance leggermente rosse, ma si disse che ne valeva la pena, se così poteva convincere Freed che non provava assolutamente pena per lui e che l’unico motivo per cui voleva uscire con lui era chiarire le cose con quei ragazzi che osavano allungare le mani e gli occhi su di lui.
 
«Sei… geloso?» chiese Freed incredulo con gli occhi spalancati.
 
«Non farmelo ripetere» grugnì Laxus imbarazzato «Quindi, vieni o no a sto dannato appuntamento?»
 
«Sì» fu l’immediata risposta di Freed. Laxus sospirò leggermente sollevato, finalmente quello strazio di conversazione era finito. Si alzò dal materasso contento anche a vedere che l’umore di Freed si era decisamente sollevato, dato il piccolo sorriso che il mago delle rune aveva sul volto e gli occhi luccicanti di felicità. Laxus stava per uscire dalla stanza e lasciarlo riposare, quando cambiò idea. Si voltò, raggiunse il materasso e dopo essersi seduto sopra passò una mano tra i capelli di Freed spingendoselo contro e baciandolo. Sentì subito Freed sobbalzare leggermente dalla sorpresa, ma un attimo dopo stava già ricambiando il bacio. Il bacio più incredibile che Laxus avesse mai dato, morse il labbro inferiore di Freed solo per fargli dischiudere le labbra e subito dopo le loro lingue si incrociarono, in un turbinio confuso di sensazioni che mandavano una scarica elettrica direttamente alla base della schiena di Laxus. Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone e le guance rosse, e Laxus sorrise vedendo come Freed era stordito e adorabilmente carino.
 
«Sono sicuro di baciare molto meglio di quello stronzo in tanga» disse Laxus alzandosi dal letto.
 
«Era un perizoma» lo corresse Freed e mentre Laxus si avvicinava alla porta non fregandosene niente di cosa indossasse quello spogliarellista, Freed si buttò disteso sul letto con un sorriso ebete sul volto, e ridacchiò leggermente.
«Sei davvero geloso» notò con una certa soddisfazione. Laxus non rispose, limitandosi a uscire dalla stanza per lasciarlo dormire. Non gliene fregava niente se aveva fatto la figura del ragazzo geloso, non se Freed era la persona più felice al mondo.
 
 
 
 
 

Nota: Questa doveva essere moooolto più breve e divertente, senza tutto lo struggimento di Freed, poi però ho perso il controllo ed è uscita così. Spero vi piaccia, fatemelo sapere se vi va <3
Angie
   
 
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