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Autore: ladypink88    02/01/2022    3 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Quella mattina Evelyne si sentiva più leggera.
Si era svegliata quasi di buonumore.
Era una sensazione che aveva quasi dimenticato.
Da quanto tempo non si sentiva così contenta?
Pensandoci lo sapeva benissimo : da quando mamma se ne era andata portandosi via Mattia.
Papà era stato cattivo con lui…. Oppure era stato il suo  fratellino ad aver esagerato?

Da quando era rimasta sola con papà quest’ultimo continuava a spiegarle che se Mattia gli avesse dato retta le cose non sarebbero finite in quel modo.
In realtà da quando aveva sentito la voce della sua mamma e si erano date appuntamento per il giovedì poco le importava di capire perché era successa quella cosa.
Evelyne aveva tanta voglia di riabbracciare con la sua mamma e di stare con lei.

Ultimamente il papà era sempre nervoso e lei aveva timore di chiedergli qualsiasi cosa.

Era ormai diventata bravissima a cercare di rendersi il più invisibile possibile. E nonostante questo riusciva sempre in qualche modo a far innervosire papà Alfredo.

“ Come mai così silenziosa?” chiese quest’ultimo mentre la stava accompagnando a scuola come di consuetudine.
“ Sono molto contenta!” si lasciò scappare. E se ne pentì subito.
“ E come mai?” indagò lui.
“ E.. perché oggi c’è il sole e giocheremo a bandiera nel giardino!” si inventò lei.

Lui perse immediatamente interesse e non le rispose neanche.
Lei tirò un sospiro di sollievo.
L’accompagnò nelle vicinanze della scuola e se ne andò.
Almeno prima la salutava prima di lasciarla andare. Ora neanche quello.

Il sorriso sul volto di Evelyne si spense.

Non vedo l’ora di riabbracciare la mia mamma!”pensò mentre alcune lacrime solcavano il suo visino.

A passi lenti e spenti si avvicinò verso l’entrata della scuola.

***

Nei pressi del lago di Como il sole faceva sfoggio dei suoi brillanti raggi che specchiandosi nell’acqua creavano un raggiante effetto.

 Un allegro via vai di persone pullulava per le vie del centro e investiva Romina che si stava avviando verso il supermercato.

 Non si era resa conto di quanto nel giro di poche ore l’espressione del suo volto fosse cambiata : quell’aria spenta e rassegnata era sparita per dare spazio ad un sottile, quasi impercettibile sorriso.
Il suo cambiamento lo si denotava mentre salutava con gentilezza le commesse del supermercato, mentre sorrideva alla cassiera che le dava il resto.
Nella sua mente si dilettava a pensare a cosa avrebbe potuto cucinare a sua sorella Silvia la quale aveva accettato con piacere il suo invito a pranzo per domenica.

Ho agito talmente di istinto che non ho neanche pensato a cosa prepararle.. e poi è da così tanto tempo che non cucino per qualcuno…”

Era esattamente così. Erano secoli che non accendeva un fornello per preparare alcunche. Ne per se stessa, ne tantomeno per gli altri.

“ E dire che una volta mi piaceva così tanto dilettarmi ai fornelli…”

Gli vennerò in mente i manicaretti che era solita preparare per suo marito il quale apprezzava ed era solito mangiare con gusto.
Si chiese cosa ne fosse rimasto di lei e della sua vita.

Giusto in quella rientrò in casa e diede una rapida occhiata alla sua dimora : la luce del sole così sfolgorante era impietosa con il suo arredamento chiaro. Erano secoli che non dava una pulita come si deve e si vedeva.
Romina sospirò.

Direi che mi sono pianta addosso anche fin troppo! Adesso se vedo qualcosa che non mi piace, la sistemo!”

Questo cambio di prospettiva le diede coraggio.
Prese dalle buste della spesa che aveva appena fatto ciò che le serviva per il suo primo round di pulizie e si avviò verso la camera da letto.
Spolverare e mettere in ordine in un certo qual modo era qualcosa che riusciva a farla star meglio. Era l’unica cosa che le desse una certa soddisfazione. Per  il momento in cui la sua mente era occupata a fare qualcosa di utile riusciva a dimenticare quella spiacevole sensazione di sconfitta che si portava dietro.
Sconfitta, inutile, senza meta. Era esattamente così che si sentiva.
Ma la questione non finiva qui.

C’era qualcosa di più. Ad essere del tutto onesta con sé stesso c’era molto di più.
Si portava dietro un senso di colpa che era diventata una sorta di voragine.

Finalmente aveva finito di spolverare i mobili della sua camera da letto : dal colore scuro dello straccetto si notava che era da un po’ che non lo faceva e il rinnovato aspetto della sua stanza le trasmetteva un senso di tranquillità che aveva voglia di prolungare.
Aprì il comodino , preso un quaderno ed una penna e si avviò in cucina.

Voleva prepararsi un tea e prendersi un momento di riflessione tutto per sé. Si preparò un’infusione ai frutti rossi, la stessa che amava tanto anche sua sorella Silvia.
Mentre assaporava la calda bevanda si mise a riflettere e si chiese da quando esattamente aveva iniziato a pensare quelle cose così negative su se stessa.

Sapeva perfettamente quando tutto era iniziato, poiché prima aveva un’idea molto diversa di sé stessa.

Le venne in mente quell’istante lo sguardo di colui che era stata la sua perdizione : Edoardo,bello, carismatico, ma anche calcolatore e manipolatore.
Da quando lo aveva conosciuto era caduta totalmente nella sua rete.

Lei si era convinta che avrebbe potuto costruire qualcosa con lui. Ma l’unica cosa che aveva contribuito a costruire era un fruttuoso conto in banca a nome del bel psichiatra milanese.
Ma Roberto, i miei pazienti si fidano di me, io non sono solita consigliare farmaci in modo così superciale!”cercò lei al principio di farsi valere.

Ma con lui fu tutto inutile. Riuscì a farsi manipolare come una scolaretta.

Romina, non essere così rigida! Sono farmaci di ultima generazione, e poi i guadagni sono estremamente interessanti! Vedrai i tuoi pazienti te ne saranno grati! Vieni, ti mostro le percentuali di guadagno che mi hanno offerto queste due case farmaceutiche…. Dopo se vuoi possiamo andare fuori  a cena!”

Con la promessa di guadagni facili e due paroline dolci era riuscito ad abbindolarla.

Ma il problema più grosso è che il prezzo di questa sua scelta irresponsabile non lo aveva pagato solo lei, ma anche i suoi pazienti, coloro che in lei avevano riposto la sua fiducia.
Riflettendo sulla gravità delle sue azioni le venne un nodo alla gola.

“ Ma che cosa ho fatto?!?”

Il momento peggiore fu quando ripensò a Roberta, una sua cara amica che le aveva affidato sua figlia.

Non era stato facile intavolare la terapia con quella ragazzina così chiusa riservata, ma in qualche modo, con pazienza e dedizione , ci era riuscita.
Ripensando alle fasi successive della loro terapia e al cambiamento della sua condotta, non si stupiva del fatto che Laura si fosse volatilizzata e non si fosse più fatta trovare.
Dentro di sè lei lo sapeva benissimo che non erano necessari farmaci, ma bensì qualcuno che la portasse ad esaminare i fatti e che l’accompagnasse verso una nuova consapevolezza.

Le venne in mente il giorno in cui suggerì a Roberta e a sua figlia di prendere lo xanax.

“ Capisco che tu possa provare delle emozioni altalenanti. Soprattutto viste tutte le cose che mi hai raccontato. Vedrai che con lo xanax riuscirai a sentirti molto più rilassata.” Spiegò con il tono più rassicurante che potesse trovare.

Laura era taciturna. Osservava sua madre con fare interrogativo, quasi come alla ricerca di una persona che potesse appoggiarla.
Roberta invece , nonostante i dubbi della figlia, sembrava essere propensa all’utilizzo del farmaco :
“ Romina, se tu dici che queste pastiglie possono portare beneficio a Laura senz’altro le prenderemo! D’altronde lo sai che mi fido moltissimo di te!”.

Visto che erano due contro uno Laura tentò un’ultima carta :

“ E sia! Solo una domanda : questi farmaci hanno effetti collaterali? Se sì quali? “
Ripensando alla sua risposta di allora Romina si odiò profondamente.
Perché in quel momento mentì spudoratamente :

“ Nessun effetto collaterale particolare. L’unica sensazione che proverai sarà un effetto rilassante che proverai dal primo momento. Vedrai , ti sembrerà quasi di non poterne fare più a meno!” le sorrise.
“ Nel senso che potrei rischiare di divertarne dipendente? “ chiese la ragazza scettica.
“ Ma figurati, sotto la mia supervisione, non correrai certo questo rischio!” esclamò la dottoressa stizzita.

A quel punto intervenne Roberta per placare un attimo l’atteggiamento della figlia :

“ Laura non ti sembra di esagerare con tutte queste domande? Se non sbaglio ti ho detto che mi fido ciecamente di Romina!” la rimproverò.
La brunetta non cedette.

“ No mamma, in realtà no. Quella che deve prendere quelle pastiglie sono io!”.

Ci fu un imbarazzante momento di silenzio nella stanza. La brunetta si sentiva a disagio e sottopressione.

Alla fine cedette:

“ E va bene! Le proverò!”
“ Vedrai che non te ne pentirai!”

Provava tanta vergogna col senno del poi per la sua condotta. Si augurava sinceramente di non aver peggiorato troppo la situazione di quella fragile ragazza, che non solo non era riuscita ad aiutare, ma bensì aveva contribuito in modo assai ipocrita ad aggravare la sua situazione.

Si chiese quale fosse la cosa migliore da fare in questo momento.
“ Probabilmente non posso avere la saccenza di voler aiutare gli altri, se prima non riesco ad aiutare me stessa…”

Se solo ci fosse arrivata prima a questa semplice verità avrebbe evitato tanti problemi.

Guardò fuori dalla finestra. Il cielo era ancora azzurro e lo sforzo introspettivo che aveva appena fatto l’aveva appena lasciata senza forze.

“ Sarà meglio uscire a fare una passeggiata!”

Senza pensarci troppo prese la sua giacca e uscì. Aveva ancora molte cose da processare, ma era il caso di procedere un pezzettino alla volta.
E probabilmente questo non era altro che la punta dell’iceberg di una situazione alquanto pregna e delicata che doveva essere necessariamente processata con estrema calma e consapevolezza.
 
 
 
 

 
   
 
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