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Autore: gli    03/01/2022    0 recensioni
Il capitano Flint era stato, da sempre, una presenza costante nella vita di Emma, era il vicino di casa di lei e sua madre e fin dai primi anni si era in qualche modo preso cura di loro come un padre e come un nonno. Lui, che ad Hogwarts non ci era mai stato ma che la conosceva come le sue tasche, aveva colmato le ingenti lacune che Christina aveva sul mondo magico, aveva raccontato a Christina ed Emma di casate e maghi potenti, giganti, centauri e maghi oscuri e soprattutto aveva raccontato loro di Harry Potter. Harry Potter era il bambino che più Emma aveva odiato nella sua infanzia, il motivo per cui suo padre non si sarebbe permesso di amarla e probabilmente il motivo per cui lei era al mondo.
Storia ripubblicata, rivista e corretta, (Precedente titolo: Rette incidenti)
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dopo aver attraversato il passaggio segreto che conduceva nel suo ufficio Harry si sedette alla scrivania e iniziò a rimuginare su ciò che era appena successo dall’altra parte: aveva appena invitato a pranzo una donna, aveva appena invitato a pranzo una donna bellissima, aveva appena invitato a pranzo una donna bellissima che non era la sua Ginny…aveva appena invitato a pranzo una donna bellissima che non era la sua Ginny e che era, incredibilmente, la figlia di Severus Piton.
Severus Piton aveva una figlia! La figlia di Severus Piton era una bruna e intrigante psicologa londinese. La figlia di Severus Piton non aveva mai frequentato Hogwarts ed era stata cresciuta da uno strambo magonò molto rispettato nel mondo magico e dagli alti funzionari del ministero della magia, con molte amicizie influenti tra cui, evidentemente, Severus Piton stesso.
Provò un attimo ad accostare le due figure, quella graziosa ed elegante di Emma e quella arcigna e inquietante del professore di pozioni. Non si somigliavano affatto eppure c’era qualcosa in Emma che glielo aveva ricordato quasi subito e che anzi, prima ancora di sapere chi fosse in realtà, gli aveva tormentato il cervello ricordandogli qualcuno di estremamente conosciuto. Erano stati gli occhi a pensarci bene ora, quegli occhi, neri, profondi ed esattamente della stessa forma nel padre e nella figlia anche se quelli della ragazza erano sorridenti e maliziosi come quelli di Piton probabilmente non erano mai stati neanche quando era un bambino.
Come aveva potuto non capire, non vedere la doppia, tripla, vita di quell’uomo che aveva sacrificato tutto per ripagare il debito che pensava di avere dei suoi confronti (o in quelli di Lily Evans almeno).
Mille domande gli affollavano la mente, perché Piton aveva rinunciato così drasticamente a tutto e chi era la madre di Emma? C’era la possibilità che fossero fratelli? Sua madre e Piton erano stati amici e di certo l’uomo era stato innamorato di lei, Emma era il frutto di un amore clandestino? Era per questo che si sentiva attratto da lei? Era una specie di richiamo del sangue? Si diede dello stupido e sospirò inconsapevolmente di sollievo un secondo dopo aver formulato questo pensiero, Emma aveva circa due anni meno di lui, quando era nata Lily era già morta.
Una volta di più si rendeva conto di non sapere nulla dell’uomo che l’aveva protetto nell’ombra per 16 lunghi anni e una parte di lui si sentiva in colpa mentre un'altra parte non riusciva a perdonargli molti comportamenti. Lui, come Silente, aveva reso tutto maledettamente difficile a tutti, a volte pensava che se entrambi avessero parlato chiaro tutto si sarebbe risolto più in fretta, forse con un tributo di morti minore e sicuramente con meno rancore.
Pensare al professor Piton e agli anni della guerra gli metteva sempre un gran mal di testa, si alzò e si avvicinò al mobiletto in cui teneva il suo firewhiskey per i giorni difficili. Ne aveva davvero bisogno in quel momento! Si versò un bicchiere e volse i pensieri a cose più piacevoli dell’intricata vita del professore di pozioni.
L’indomani avrebbe rivisto Emma e, anche escludendo le sue origini, questo bastava a renderlo emozionato come uno scolaretto. Aveva provato un’immediata attrazione per la ragazza come mai gli era capitato le aveva chiesto di vedersi a pranzo così, di getto e senza pensare, aveva fatto una cosa molto poco da lui, negli ultimi anni, dopo la fine dell’addestramento da Auror e man mano che la sua esperienza di vita e lavorativa andava avanti, aveva smesso di essere il giovane Grifondoro impulsivo, ora era un uomo riflessivo che pensava sempre a tutte le conseguenze delle sue azioni prima di compierle, invitare una ragazza a pranzo su due piedi era molto lontano da lui, negli anni aveva avuto molte offerte amorose dalle più svariate donne, sapeva che la maggior parte erano per la sua fama, non si era mai fatto illusioni fossero per altri motivi o per reale interesse, e lui aveva sempre gentilmente declinato. Era diventato un uomo un po’ schivo a cui piaceva la compagnia dei soli amici più cari, non gli piaceva apparire e aveva occhi solo per Ginny.
Ora questa donna era arrivata ed aveva stravolto tutto. Voleva rivederla, non vedeva l’ora di passare di nuovo del tempo con lei e non solo perché provava una vera curiosità ma perché gli piaceva davvero e perché aveva sentito di piacerle e non perché era il famoso Harry Potter anzi, a sentire ciò che Emma aveva raccontato, le era piaciuto nonostante fosse il famoso Harry Potter.
Si ritrovò a fantasticare, molto poco da gentiluomo, su di lei: doveva essere così liscia la sua pelle, e i suoi capelli neri e lucidi, come doveva essere passarci le dita attraverso, il suo profumo era sembrato così buono mentre erano seduti uno accanto all’altro alla scrivania, il sapore delle sue labbra doveva essere ancora migliore…
Si risvegliò dalle fantasticherie come da un incantesimo sentendosi mortalmente in colpa, non era successo, e mai sarebbe dovuto succedere, nulla con Emma, lui era un uomo quasi sposato e amava Ginny, il pranzo di domani non era preludio a nulla, lui non era qual tipo d’uomo, era un pranzo tra colleghi proprio come aveva detto Emma, avrebbero parlato del caso e sarebbe stato come chiacchierare con Ron o con Hermione. Certo non aveva mai pensato a quanto fosse morbida la pelle di Ron e non aveva mai pensato a come sarebbe stato passare le dita tra i capelli di Hermione ma comunque gli sarebbe passata presto, era così infatuato solo perché era la prima persona interessante e che non si scioglieva come neve al sole parlando con lui solo perché era il maledetto bambino sopravvissuto ma certo domani sarebbe stato un semplice pranzo e gli sarebbe passata presto.
Quando Harry guardò il suo orologio appartenuto a Fabian Prewett si rese conto che era più tardi di quanto immaginasse e che quella sera Ginny non sarebbe stata in casa impegnata in una trasferta di Quidditch (era una giornalista sportiva) che sarebbe durata altri quattro giorni e lui era invitato a cena nella nuova casa di Hermione e Ron prossimi alle nozze anche loro.
Lui, Ginny, Ron ed Hermione in un primo momento avevano pensato di fare un'unica grade cerimonia ma poi Ginny ed Hermione si erano accorte di essere assolutamente incompatibili nei loro gusti e per evitare una grande litigata avevano ben pensato di dividere le due cerimonie. Entro due mesi sarebbe toccato a Ron ed Hermione e in agosto a lui e Ginny.
Inutile dire che entrambi i matrimoni erano gli eventi mondani più attesi dell’anno nel mondo magico. Lui e Ginny erano LA coppia, il buono che era uscito dalla guerra, un futuro roseo a cui guardare, Ron ed Hermione dal canto loro erano la bellissima coppia emblema della nuova società magica, lei nata babbana, intelligente e i quasi certamente futuro ministro della magia entro massimo 10 anni, attuale sottosegretario del ministro Kingsley Shacklebolt e Ron, la spalla di Harry, il purosangue che aveva combattuto per far cadere Voldemort. Erano a guardar bene due storie d’amore perfette, portatrici di novità e speranza.
Si chiese Harry cosa avrebbe pensato la comunità magica del fidanzamento tra l’unico discendente dell’antichissima casata Malfoy-Black con un babbano, il Profeta ne aveva parlato per un po’ nella pagina del gossip ma la storia era passata veloce come una folata di vento e tutti l’avevano archiviata come una delle tante storie assurde che ogni tanto comparivano tra le pagine del Profeta per essere poi smentite un attimo dopo, lui stesso fino a quel momento era stato sicuro che la storia fosse falsa ma era, in un certo senso, felice di ricredersi, la storia tra Malfoy e un babbano lo faceva ridere ma sembrava anche molto più romantica dei loro matrimoni sfarzosi. Voleva parlare al più presto con Draco Malfoy, voleva provare a capire come le sue idee fossero cambiate così radicalmente, Emma aveva parlato di amore e dolore ma Harry non era sicuro bastasse solo quello.
Era stato così preso da sé stesso in quegli anni che non si era reso conto di ciò che nel mondo era cambiato e di quanto quello stesso mondo fosse andato avanti e di come le persone fossero mutate. Doveva risvegliarsi, cominciare a capire fino infondo i mutamenti che la guerra aveva portato e le conseguenze. Quel caso su cui si trovavano a lavorare era forse un ottimo punto di partenza per valutare quanto fossero ancora profonde le ferite della guerra e quanto e come il mondo magico si stesse adattando ad esse.
Harry si smaterializzò d’avanti alla porta di casa di Ron ed Hermione e bussò alla porta, un’esuberante Hermione corse ad aprire e lo abbracciò stretta
-Sono due settimane che non ti vedo!                                                    
-Se eviti di soffocarlo magari tornerà più spesso da noi- disse ridendo Ron dietro di lei e Hermione mollò la presa.
-Scusa Hermione, il lavoro e il matrimonio mi stanno occupando più tempo del previsto.
-Entra Harry! Flint mi ha regalato una bevanda babbana che secondo lui io e mio padre dovevamo provare assolutamente, si chiama Scotch, secondo lui è meglio del firewhiskey,  papà l’adorerà in ogni caso ma io sono curioso di assaggiare.
-Come sta Arthur?
-Meglio, i figli di Bill e Fleur lo tengono impegnato- sorrise un po’ malinconicamente Ron.
Qualche mese prima Molly Weasley era morta, si era consumata nel dolore, da dopo la morte di Fred non era più stata la stessa e piano piano era sfiorita fino a morire. Nessuno era riuscito a far nulla, neanche la nascita dei suoi nipoti l’aveva riportata alla vita; Arthur si era preso cura di lei fino all’ultimo respiro e aveva cercato di tenere insieme la famiglia. Era riuscito a fare entrambe le cose e si riunivano ancora tutti a casa Weasley almeno una domenica al mese.

- Ron mi stava raccontando di Draco Malfoy e del suo fidanzato babbano.
-Assurdo vero? - Ron era ancora incredulo -Ti ha detto altro la Bale quando sei andato ad aiutarla? Lei conosce il medico babbano!
-È stata criptica, qualcosa sull’amore e il dolore che cambiano le persone. Ho solo capito che l’attuale fidanzato di MAlfoy è tipo il suo ex-marito!- ridacchio Harry
-Oddio scherzi?- Ron si stava sbellicando dalle risate a questo punto- e poi la frase sull’amore e sul dolore, sembra una frase alla Silente, verrà fuori che è la sua figlia segreta!
Harry sbiancò un po’ a quell’affermazione detta per gioco da Ron ma nessuno dei suoi due amici parve accorgersene mentre ridacchiavano, Ron continuò:
-Non capisco se mi sta simpatica. È un po’ strana, ma capisco che non deve avere proprio una vita lineare.
-Kingsley sostiene abbia un gran talento- sostenne Hermione
-Doveva venire ad Hogwarts ed ha scelto di non farlo- disse Harry
-E tu cosa ne sai?
-Abbiamo parlato un po’ mentre lavoravamo al comunicato stampa non potevamo mica rimanere muti- fece Harry un po’ sulla difensiva -comunque non è stata generosa sullo spiegare le motivazioni per cui non ha voluto frequentare.
-Sarebbe interessante saperle effettivamente, non mi sembra a disagio con i maghi quindi non credo ci odi.
-Sua madre si è ammalata poco prima che lei partisse, non c’era nessuno a ad accudirla, se lei fosse partita la donna sarebbe rimasta sola- disse Hermione in tono grave- Kingsley lo ha saputo dal capitano Flint, è una storia così triste!
-Ora davvero è impossibile che mi stia antipatica, è una storia davvero brutta- una delle cose che Ron aveva imparato negli ultimi tempi era l’empatia, soprattutto con chi affrontava la malattia e la morte di un genitore.
-Sarà meglio che ci stia simpatica in ogni modo, il caso è un gran caos non sarà una cosa breve- disse Harry sbrigativo cercando di non far vedere ai ragazzi quanto l’affermazione di Hermione lo avesse colpito. La madre di Emma si era ammalata ed era morta quando era una bambina e Piton a quanto pareva non aveva fatto nulla per la figlia, anzi aveva preferito non frequentasse ad Hogwarts, era stato sollevato dal fatto che non ci sarebbe andata, e nonostante tutto questo Emma non era sembrata rancorosa nei confronti dell’uomo anzi aveva scorto in lei una sorta di rispetto per quel padre assente che non le aveva teso una mano neanche nel momento in cui lei ne avrebbe avuto più bisogno. C’erano così tante cose che non capiva.
-Il ministero gradirebbe se lo fosse però, a nessuno piace rivangare il passato- disse Hermione distraendo Harry dal corso dei suoi pensieri e preparando la tavola- ma adesso mangiamo e basta parlare di lavoro. Questa è la nostra serata e non ce la faremo rovinare da ex- mangiamorte e pazzi vendicatori con la pistola. A tavola. Winky ha cucinato tutto il giorno e non vede l’ora di farci provare il suo arrosto.
Si sedettero tutti e tre a tavola e continuarono a chiacchierare passando ad argomenti più leggeri, per quella sera erano solo Ron, Hermione ed Harry, insieme come ai vecchi tempi e per sempre.
Fu solo quando tornò a casa che Harry, solo nel suo letto, si ritrovò a pensare, con un fremito di impazienza, che l’indomani avrebbe visto di nuovo Emma e nel dormiveglia accennò ad un sorriso.
  
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