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Autore: Deirdre_BB    03/01/2022    1 recensioni
Breve storia triste.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zoro era allo stremo delle forze, il combattimento era andato avanti per quella che gli sembrava un’eternità e ora non riusciva più nemmeno a reggersi in piedi. Alla fine era capitato, avevano trovato degli avversari più forti di loro ed erano stati sconfitti.

Nami, Chopper e Franky erano già stati battuti dai loro rispettivi avversari, non sapeva neanche se erano ancora in vita, gli altri componenti della ciurma erano dispersi in qualche altra parte dell’isola ad affrontare il loro destino. Solo le eco del combattimento del cuoco gli giungevano alle orecchie, ma non aveva idea di come stesse andando.

Il suo nemico si stava avvicinando inesorabile, anche lui visibilmente affaticato, ma Zoro un po’ di più. Cercò di tirarsi in piedi, di girarsi verso di lui e combattere ancora, o per lo meno di non essere colpito alla schiena, ma ogni volta che cercava di issarsi sulle gambe finiva per ruzzolare di nuovo a terra.

Non c’è niente di più disonorevole per uno spadaccino che essere colpito alla schiena.

Era finita per lui, accettò il suo destino, e di essere sconfitto da qualcuno più forte, che si era impegnato di più, che aveva avuto una volontà maggiore della sua; lui ce l’aveva messa tutta, aveva usato ogni tecnica che aveva appreso nel corso della sua vita, ma non era stato sufficiente.

Sentì il nemico dietro di se, lo sentì caricare il colpo con l’enorme flamberga, poi un forte botto, e poi ancora il rumore della carne trafitta e l’odore del sangue, ma non percepì alcun dolore.

Si girò e vide in piedi sopra di se il cuoco guardare in basso verso di lui, e le tre punte di un tridente fuoriuscire dal suo addome.

*****

Sanji era ad un passo dallo sconfiggere il proprio avversario, un grasso uomo-pesce che combatteva usando un tridente; era provato dallo scontro, ma ancora un paio di calci ben assestati e l’avrebbe spuntata e una volta sistemato l’uomo-pesce sarebbe corso dai suoi compagni caduti, sperando di trovarli ancora in vita.

Sapeva che Zoro stava combattendo non distante da lui, lo sentiva, ma non aveva idea di come stesse andando, fin quando non guardò in quella direzione e vide lo spadaccino disteso a terra e il suo avversario pronto a trafiggerlo.

Corse verso la sua direzione, non curandosi dell’uomo-pesce che poteva ancora essere pericoloso, raggiunse l’avversario di Zoro e lo allontanò con un potente calcio, ma facendo così si rese vulnerabile e l’uomo-pesce lo seguì e ne approfittò per colpirlo alle spalle con il suo tridente.

*****

– Noooo!!!! – urlò Zoro quando vide il sangue cominciare a sgorgare dalle ferite di Sanji.

L’uomo-pesce estrasse il tridente e il cuoco cadde in ginocchio di fronte a Zoro, che accecato dalla rabbia lanciò un fendente contro l’avversario abbattendolo definitivamente.

Prese in spalla Sanji e si allontanò in fretta, prima che l’altro nemico tornasse alla carica.

Corse a perdifiato fino a raggiungere la costa e si fermò in prossimità di un gruppo di grosse rocce che potevano offrire un riparo.

– Cosa ti è saltato in mente! Perché lo hai fatto! – gridò Zoro verso Sanji, con un misto di rabbia e disperazione.

Sanji lo guardò sorridendo, – Ho pensato che non c’era niente di più disonorevole per uno spadaccino che essere colpito alle spalle. –

Zoro cercò di premere sulle ferite, ma ormai della camicia azzurra a fiori gialli non c’era più traccia, solo un pezzo di stoffa intriso di sangue.

– Credo che stavolta per me il viaggio finisca qui, non riuscirò a tornare sulla Sunny con le mie gambe. – disse in un soffio il cuoco.

– Non dire cazzate! Troverò una soluzione. Tornerai per mare con noi! Con me! – rispose Zoro testardo.

– Va bene Marimo. Ma se invece non dovessi farcela, avrei una cosa da chiederti. –

Zoro lo guardò in attesa.

– Dì il mio nome. –

– No! – urlò lo spadaccino.

– Ti prego, Zoro. Voglio sentirtelo pronunciare almeno una volta. –

Zoro lo abbracciò con forza, si rendeva benissimo conto anche lui che quelli erano gli ultimi istanti che avrebbero passato insieme.

– Vivrai per sempre in me, Sanji – disse piangendo.

Lasciò andare il corpo del cuoco, sul suo viso c’era un’espressione felice, ma lui ormai non c’era più.
   
 
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