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Autore: kisspiece99    03/01/2022    6 recensioni
|| STORIA AD OC|| (Iscrizioni chiuse)
Di recente le scorte di agalmatolite di cui si serve la Marina sono diventate i bersagli dei furti di una banda di pirati. Il Governo, messo alle strette, è giunto ad un'unica soluzione: formare una squadra di cacciatori di taglie che catturi i colpevoli.
Dal Prologo:
"Quando Ryoko mise piede all’interno del Quartier Generale della Marina non potè negare di essere incuriosita dal motivo per il quale si trovasse lì. Ad essere del tutto sinceri, aveva cominciato ad essere curiosa una settimana addietro quando nella copia del giornale, che solitamente le veniva recapitata via gabbiano, aveva trovato una busta contrassegnata dallo stemma della Marina. Quando ne aveva letto il contenuto per poco non le era andato di traverso il caffè nel leggere che il grand’ammiraglio Sengoku richiedeva la sua presenza al Quartier Generale.,,
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Marine, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bounty Hunter Squad
Capitolo 2


Sengoku si alzò dalla scrivania, evitando di far sfregare le gambe della poltrona contro il legno del parquet perfettamente levigato. Otto paia di occhi seguirono con attenzione i suoi movimenti e l’uomo non potè fare a meno di lanciare un’occhiata nella loro direzione per assicurarsi che ognuno di loro fosse seduto. Era perfettamente consapevole di trovarsi nella stessa stanza con otto dei migliori e più famosi cacciatori di taglie dei sette mari, proprio per questo abbassare la guardia era qualcosa che non poteva permettersi di fare. Si avvicinò alla parete sgombra di scaffali su cui era appesa un’ampia lavagna di sughero. Su una parte erano affisse cartine contrassegnate da alcune croci rosse, dall’altra parte invece erano appesi otto avvisi di taglia.

“Credo sia giunto il momento di rivelarvi il motivo della vostra convocazione. Ma prima credo sia necessaria una premessa”

Si voltò verso le cartine e indicò alcune delle croci.

“Quelle qui contrassegnate sono basi della Marina che sono state saccheggiate. Stiamo parlando di soldi, armi, pirati destinati ad Impel Dawn rimessi in circolazione. Ma ciò che più ha allarmato il Governo Mondiale è stato il furto delle riserve di agalmatolite.”

Nello studio regnò il silenzio per qualche secondo e Sengoku si prese qualche attimo per studiare le espressioni perplesse e dubbiose dei cacciatori. 

“Al momento dei testimoni hanno affermato che dietro a questi attacchi ci siano questi otto pirati.”

Indicò sbrigativamente gli otto avvisi di taglia appesi, avrebbe dato maggiori informazioni su di loro in seguito, ora aveva più urgenza nel far capire agli otto convocati la gravità della situazione. Aveva bisogno che accettassero il compito, che fossero più che motivati a portare quel compito a termine.

“Allo stato attuale la Marina non ha idea dei progetti di questa ciurma, non sappiamo cosa potrebbero fare con tutta quell’agalmatolite, è quindi necessario intervenire prima che entrino in azione e sia quindi troppo tardi. È qui che entrate in gioco voi: dovete trovarli, fermarli e recuperare l’agalmatolite.”

Sengoku vide una mano alzarsi e con un cenno del capo diede il permesso a Kei di parlare

“Perché dai così tanta importanza all’agalmatolite? L’hai nominata sì e no tre volte mentre non hai minimamente parlato dei pirati. Onestamente è strano considerando che siamo cacciatori di taglie, non minatori.”

Il commento fece ridacchiare alcuni dei presenti. Sengoku sorvolò sul fatto che Kei gli avesse dato del tu ignorando la sua carica, anche se con fastidio, e rispose.

“L’agalmatolite in mano a dei delinquenti avrebbe conseguenze gravissime. Se la loro intenzione fosse quella di continuare ad accumulare l’agalmatolite la Marina sarebbe in grande difficoltà, i pirati più temuti in possesso di un frutto del diavolo sarebbero inarrestabili. Se dovessero riusarla per chissà quali scopi di sicuro il Governo Mondiale e la Marina sarebbero i loro obiettivi. In entrambi i casi il crollo di queste istituzioni non è nei vostri interessi, mi sbaglio forse?”

Il ghigno che era apparso sulle labbra dei cacciatori con la domanda di Kei svanì ben presto. Alcuni di loro forse erano già arrivati a quella conclusione ma avevano preferito ignorarla, altri invece non ritenevano che una cosa del genere potesse essere possibile. Molti di loro potevano anche mal sopportare l’ipocrisia del Governo Mondiale e l’inefficienza della Marina ma a causa del lavoro da loro scelto dovevano fare un grande sforzo, ingoiare quella verità amara che avevano scoperto in prima persona durante la loro vita, e fare buon viso a cattivo gioco spalleggiando i nemici giurati della pirateria. E per quanto i cacciatori cercassero di ignorare la verità, agli occhi del mondo loro non erano altro che i cani della Marina e del Governo Mondiale, se affondavano loro sarebbero affondati insieme.

“Quindi, mi dica se ho capito bene.”

Tutti si riscossero dalle loro personali elucubrazioni al sentire il tono serio di Léandre

“Vuole che ognuno di noi scandagli i Sette Mari alla ricerca dei pirati che hanno fatto razzie a casa vostra e faccia di tutto per riportarvi l’agalmatolite? Non credi di aver tralasciato qualche dettaglio, che ne so, per esempio il fatto che l’oceano sia troppo vasto per sole otto persone?”

“Non esattamente. Dovrete scandagliare i Sette Mari, insieme.”

A quelle parole nessuno osò ribattere, tutti intenti a capire se il Grand’Ammiraglio scherzasse o fosse serio come lasciava intendere la sua espressione.

 
§
 
La riunione con Sengoku era appena terminata e il Marine aveva lasciato a ciascuno dei cacciatori un fascicolo contenente le informazioni essenziali riguardo ai saccheggi e ai pirati. Mentre Sengoku li aveva scortati alla porta del suo ufficio, prima di richiudersela alle spalle, aveva dato loro un massimo di due giorni per decidere se accettare l’incarico. Appena varcò l’uscita Ash gettò un occhiata al molo e gli tornarono in mente le ultime informazioni date dal Grand’ammiraglio.

“Se accetterete fatevi trovare all’alba del terzo giorno al molo. Vi sarà fornita un'imbarcazione con cui salpare verso la prima destinazione.”

Con qualche salto il rosso percorse tutta la scalinata e si beò per qualche istante della melodia formata dal tintinnio delle boccette e dallo sciabordio del mare. Due suoni che lo accompagnavano ovunque andasse e che erano in grado di calmarlo e schiarirgli i pensieri in qualsiasi situazione. A volte, nei momenti più critici, si ritrovava a fare inconsciamente qualche saltello sul posto per far scontrare i piccoli contenitori di vetro. E anche in quella circostanza i due suoni ebbero il potere di rilassarlo e di sbrogliare quella grande matassa che erano diventati i suoi pensieri.

Quando aveva ricevuto la lettera aveva immaginato che si trattasse di dare la caccia a qualche pirata che aveva osato pestare i piedi alla Marina o al Governo Mondiale, e quando quella mattina aveva scoperto di non essere l’unico convocato aveva cominciato a riflettere su quale potesse essere il motivo. In fondo aveva avuto a disposizione quattro ore e la riflessione gli era sembrata la scelta più saggia per passare il tempo, certo, più saggia se paragonata a qualsiasi cosa gli fosse stata proposta da Ryoko. Comunque non si poteva dire fosse sorpreso dalla richiesta di Sengoku ma probabilmente nemmeno se gli fosse stato dato un anno di tempo per riflettere si sarebbe potuto preparare a quello che il destino aveva in serbo per lui. Lo sguardo celeste si soffermò per l’ennesima volta sul fascicolo che stringeva tra le dita, come se fissarlo così intensamente avesse potuto cambiarne il contenuto. Ma, sebbene sapesse di sperare invano, Ash di tanto in tanto riapriva il fascicolo, sfogliava i vari avvisi di taglia e quando arrivava all’ultimo sperava che anche solo uno dei dettagli cambiasse. Sperava che le candide onde che incorniciavano quel volto noto fossero di un colore diverso, sperava che quelle iridi color rubino stessero guardando da tutt’altra parte invece che l’obiettivo, sperava che quel sorriso strafottente fosse meno ampio e soprattutto sperava che il nome che occupava la parte inferiore dell’avviso di cattura recitasse tutt’altro che “Olivia “Wave” Roller”.

Dopo l’ennesimo controllo l’uomo si passò seccato una mano sul volto, fece qualche saltello sul posto e riguardò il fascicolo digrignando appena i denti in segno di frustrazione. Non c’era alcun dubbio: era proprio lei. Ash sentì la rabbia ribollirgli nelle vene, ma non c’era solo quello. Agli angoli della bocca sentiva premere un sorriso, finalmente aveva fatto un passo nella direzione giusta.

Il rosso si lasciò scappare una risata sardonica. Dubitava che la richiesta di partecipare alla cattura di quei pirati fosse casuale. Doveva riconoscere a Sengoku di essersi spinto parecchio in là per convincerlo ad accettare. Ciò che lo faceva innervosire ancora di più era che ci era riuscito.

 
§

“Mpfh… Certo che ne aveva di fretta quello! Chissà dove è diretto. Dite che se ne sta andando?”

Chiese Yuri incrociando le braccia al petto e gonfiando le guance indispettita dalla mancata risposta da parte di Ash. Shinichi osservò la scena in silenzio prendendosi qualche istante per studiare gli altri cacciatori. Per lui gli incarichi da svolgere in gruppo erano all’ordine del giorno quindi dal momento in cui la porta dell’ufficio di Sengoku si era chiusa il moro non aveva trovato alcun motivo per rifiutare se non uno: i suoi colleghi. Certo, erano tutti volti noti nel mondo dei cacciatori di taglie, alcuni cacciatori con cui aveva avuto a che fare in passato a volte gli avevano raccontato di aver incontrato alcuni dei presenti ma per quanto lo riguardava le persone che aveva davanti in quel momento erano perfetti sconosciuti. Ora che studiava meglio gli altri Shinichi si soffermò su Kei. Era sicuro di non averlo mai sentito nominare da alcun cacciatore. Il ragazzo davanti a lui era una tela bianca. A giudicare dal volto privo di alcun segno dell’età e dall’aria innocente tipica dei più giovani il ragazzo doveva avere all'ncirca vent'anni. Shinichi si ritrovò a domandarsi da quanto tempo il corvino solcasse i mari come cacciatore di taglie.

Distolse lo sguardo dal ragazzo solo quando Léandre fece un commento riguardo all’incontro appena terminato. Prima di farlo notò però una strana luce nello sguardo di Kei e Shinichi non poté fare a meno di sogghignare per quanto quello sguardo gli fosse familiare. Forse quella tela non era completamente bianca e pura come credeva, forse quel candore nascondeva il color cremisi che caratterizzava l’ardente voglia di mettersi in gioco.

Kei si calcò le mani nelle tasche della felpa turchese e si isolò dalla conversazione che in quel momento stava avvenendo tra gli altri cacciatori di taglie. Troppi pensieri gli affollavano la mente in quel momento, e non si preoccupava quindi dello sguardo color onice di Shinichi che lo stava studiando. Provava un senso di orgoglio e disapprovazione. Da come Sengoku aveva presentato loro il problema sembrava essere qualcosa di incredibilmente arduo, l’idea di essere stato scelto di sicuro lo inorgogliva e in piccola parte anche la sfida che l’incarico portava lo intrigava abbastanza, e di certo non ignorava la grande somma di berry come ricompensa nel caso di successo, Kei già se le sentiva in tasca tutte quelle monetine sonanti. Purtroppo per lui, in mezzo a tutti questi pregi, c’erano anche dei difetti. Il suo sguardo nocciola passò brevemente in rassegna i cacciatori di taglie e si trattenne dallo sbuffare seccato.

Lavorare in gruppo? Passo.

Si era sempre trovato a suo agio nella solitudine e il suo modus operandi era di sicuro poco adatto alla cooperazione con più persone. Una piccola parte di lui inoltre non gli permetteva di essere totalmente calmo: tutti i presenti, bene o male, avevano la loro fama che li precedeva, voci circolavano su ciascuno dei lori conti e ne era perfettamente consapevole. Léandre, conosciuto come il Corvo, si diceva avesse fatto parte dei pirati di Dofflamingo e in molti non ci pensavano due volte a girare i tacchi nel caso avessero incrociato la sua strada (Kei stesso, quando era entrato nello studio di Sengoku, si er
a premurato di occupare la poltroncina più lontana dalla sua). Ryoko, soprannominata Byakko, secondo coloro che l’avevano vista in azione, e non avevano avuto la sfortuna di essere i suoi obiettivi, sostenevano che fosse una belva nel dare la caccia alle sue prede (quando Kei nelle taverne sentiva storie sul suo conto non poteva fare a meno di provare un po’ di ammirazione nei suoi confronti). Yuri, più conosciuta con il soprannome di Rosa Nera, nonostante l’affabile sorriso che stava esibendo a Shinichi in risposta  a chissà che domanda e le maniere gentili che fin ora aveva dimostrato era più pericolosa di quello che dimostrava. Nessuna delle sue vittime aveva la possibilità di difendersi. Si diceva che come la tentazione la donna avesse diverse forme. Non potevi avere idea di quando sarebbe arrivata e quando te ne saresti accorto sarebbe stato troppo tardi. (Kei riconosceva di essere incuriosito da queste dicerie e l’idea di poter lavorare con lei lo stuzzicava. Voleva verificare quanta verità si celasse tra i bisbigli e le malelingue dei civili.)

Kei avrebbe potuto elencare pettegolezzi e storie su ciascuno dei suoi futuri compagni, ma sarebbe stato poco produttivo. Si era reso conto fin da subito che ognuno dei presenti era consapevole di chi fosse la persona che aveva di fianco ( o ad essere più precisi, erano consapevoli di tutte le voci che circolavano sui loro conti). Fu in quel momento che Kei si sentì minuscolo. Era a conoscenza del suo soprannome: The Boy. Il ragazzo, generico e aspecifico, un suono che nei pirati suscitava sì terrore ma solo per sentito dire. The Boy, il fantasma che ti trascina nella viscere più profonde di Impel Dawn. The Boy, lo spirito che non ti lascia vie di scampo. The Boy, il cacciatore senza volto. Certo, Kei non si lamentava affatto della sua fama, anzi ne andava fierissimo, ma rispetto a quelle degli altri presenti gli sembrava non essere abbastanza. Un sorriso sbilenco fece capolino sul suo volto: questo era un altro aspetto da categorizzare come pro. L’unica cosa che doveva fare era accettare e dimostrare di non essere da meno.
§

Nòel si ficcò le mani nelle tasche e si guardò intorno. Erano passati due giorni da quando Sengoku aveva dato a lui e agli altri quel fascicolo. Il tritone aveva studiato quei documenti giorno e notte, ne aveva imparato il contenuto e aveva memorizzato volti e nomi degli obiettivi. Alla sera del secondo giorno, esausto e sdraiato sul letto della stanza della locanda in cui alloggiava, aveva constatato che le informazioni in quei fogli, per quanto li avesse esaminati, non gli davano nessun motivo per rifiutare. Così quella mattina aveva raccolto le poche cose che gli appartenevano, aveva pagato quanto doveva alla locandiera per la stanza e si era diretto al molo come specificato da Sengoku.

Una volta arrivato a destinazione fu sorpreso nel constatare di non essere il primo. Sengoku aveva specificato di farsi trovare lì all’alba, in quel momento il sole a malapena faceva capolino all’orizzonte. Eppure lì al molo, avvolto in un cappotto lungo in pelle nera, c’era Léandre Legrand. Il biondo si avvicinò e si limitò ad un cenno di saluto nella direzione del violetto che, in risposta, gli rivolse un mezzo sorriso.

Squalo Bianco, qual buon vento ti porta qui a quest’ora?”

“Potrei farti la stessa domanda.”

“Mhh, qualcuno qui è sulla difensiva?”

Disse Lèandre in tono canzonatorio con il mezzo sorriso ancora stampato sulle labbra. Il biondo scrollò le spalle e fece vagare lo sguardo all’orizzonte, non aveva nessuna intenzione di intavolare una discussione in primo luogo perché non ne aveva motivo e in secondo luogo perché aveva la sensazione che le parole sbagliate avrebbero potuto ritorcersi contro di lui, il sorriso dell’uomo, a suo parere troppo beffardo per essere un sorriso di cortesia, confermavano la sua preoccupazione.

“Quindi hai accettato. Da come avevi ascoltato tutta la solfa di Sengoku credevo non fossi interessato.”

Nòel scrollò nuovamente le spalle, doveva ammettere che all’inizio il discorso di Sengoku non lo aveva particolarmente colpito. A farlo erano state le implicazioni del suddetto discorso.

“Niente in particolare che ti ha portato ad accettare?”

Léandre continuò nel suo interrogatorio, facendo innervosire il ragazzo. Il Corvo studiò attentamente ogni espressione del biondo, quando lo aveva visto avvicinarsi aveva pensato di poter ingannare il tempo intavolando una conversazione, la mancanza di collaborazione da parte del tritone però non lo avevano fatto desistere, c’era ancora parecchio tempo e una piccola sfida personale era quello che gli serviva.

“Niente in particolare che mi abbia portato a rifiutare.”

Le parole di Nòel erano appena percettibili ma Léandre le udì perfettamente. Improvvisamente il mezzo sorriso si spense e il suo sguardo si fece serio. Le iridi color nocciola incontrarono quelle color smeraldo del più giovane e inconsciamente la mano scivolò al fianco e afferrò l’elsa della sua katana.

“Se saremo compagni, colleghi o semplicemente due persone che lavoreranno per il raggiungimento dello stesso obiettivo c’è una cosa che devi sapere e che è meglio che tu tenga a mente.”

Il violetto fece un passo verso il ragazzo fino a che a separarli non c’erano che pochi centimetri

“Le persone senza motivazione mi danno sui nervi.”

Nòel si ritrovò a ricambiare lo sguardo del Corvo con altrettanta forza.

“Non ho mai detto di non averne.”

L’uomo studiò ancora per qualche secondo l'espressione dell'altro e poi ritornò ad esibire il mezzo sorriso, pigro e malizioso.

“Magnifico.”

“Oh ma andiamo, io la rissa la volevo!”

I due si girarono nella direzione della terza voce e videro Yara a pochi passi da loro, braccia incrociate e un sopracciglio inarcato come ad invitarli a ritornare alla loro conversazione. Léandre rise scuotendo la testa e Yara esalò un gemito deluso, non avrebbe ottenuto quello che voleva.

“Non vedo l’ora di scoprire qual buon vento ti ha portato qui a quest’ora, Squalo Bianco.”

Sussurrò Léandre prima di allontanarsi e avvicinarsi a Yara per salutarla lasciando Nòel confuso. Era solo il secondo giorno in compagna di quei sette cacciatori di taglie ed era già la seconda volta che rimaneva a bocca aperta, con un ghigno si disse che forse accettare non era stata una decisione così tremenda.

 
§

Sengoku aveva tenuto fede alle sue parole e all’alba del terzo giorno si era fatto trovare al molo, mani dietro la schiena in una posa rigida e severa. Quando tutti gli otto cacciatori lo avevano raggiunto poteva dire di aver provato un senso di soddisfazione che sapeva essere prematuro dal momento che la parte difficile stava per arrivare.

“Lieto di sapere che avete preso la decisione migliore.”

Prima di proseguire fece segno ad un paio di soldati di avvicinarsi. Quando questi furono vicini i presenti notarono le borse che stringevano tra le mani e a nessuno sfuggì il suono di più oggetti metallici che sbattevano tra loro proveniente da essa. Sengoku aprì la prima rivelando delle manette di agalmatolite.

“Se avete letto con molta attenzione i fascicoli riguardo i pirati saprete che la maggior parte di loro possiede un frutto del diavolo, queste vi torneranno utili.”

Prese la borsa dalle mani del primo soldato e la passò ad Ash, in quanto uno dei pochi a non aver mangiato un frutto del diavolo. Procedette poi con l’apertura della seconda borsa e da essa ne estrasse un lumacofono che lanciò nella direzione di Yara. La donna acciuffò l’oggetto e se lo rigirò tra le dita, guardò poi con sguardo scettico Sengoku che nel frattempo ne aveva distribuito uno anche agli altri.

“Per qualsiasi tipo di comunicazione userete questi lumacofoni e non i vostri personali. Non mi stupirebbe se i pirati avessero qualche talpa infiltrata nella Marina.”

Il Grand’Ammiraglio congedò i due soldati e poi tornò a rivolgersi ai cacciatori.

“Non voglio ritardare l’inizio della vostra missione, quindi seguitemi, ho fatto preparare una nave che sta aspettando solo voi per partire.”

Un fremito di eccitazione percorse i cacciatori di taglie i quali non vedevano l’ora di lasciare quel posto che pullulava di Marines e di cominciare a fare ciò che sapevano fare meglio: lavorare.
Quando il Marine si fermò davanti ad un’imbarcazione troppo grande per sole otto persone i cacciatori si scambiarono occhiate perplesse e confuse.

“Esattamente quanti cacciatori di taglie avrebbero dovuto presentarsi qui oggi?”

Chiese Yara rivolgendosi a Sengoku.

“Solo voi.”

Rispose l’uomo mentre dava qualche ordine ai suoi sottoposti per far posizionare la passerella e permettere ai cacciatori di taglie di salire e salpare il prima possibile.

“E hai fatto preparare un galeone per otto persone?”

Insistette la donna. Nella vicinanze quella era l’unica imbarcazione e la cosa la insospettiva parecchio.

“Chi ha detto che è solo per otto persone?”

I cacciatori si lanciarono occhiate preoccupate, ciascuno di loro aveva un brutto presentimento, quel tipo di presentimento che preannuncia la scoperta di una realtà che raramente era ben accetta.

“Sarete accompagnati da un plotone di Marines. State per andare incontro ad una ciurma di pirati in piena regola e in possesso di una quantità spropositata di agalmatolite. La maggior parte di voi ha ingerito un frutto del diavolo, senza supporto sareste praticamente inutili.”

Léandre aggrottò le sopracciglia e, notando di non essere l’unico perplesso, capì di non essere stato l’unico a non credere a quella bugia. Il plotone era solo una precauzione, un modo per il Governo Mondiale e la Marina di tenerli sotto controllo, un modo per assicurarsi che svolgessero il compito per cui erano stati assoldati. Il Corvo schioccò la lingua e sussurrò a denti stretti

“Che premurosi.”

Il Grand’Ammiraglio si allontanò dal gruppo lasciandoli da soli.

“Alzi la mano chi non ha intenzione di mettere piede su un veliero stracolmo di Marines.”

Yara accompagnò le sue parole con un’alzata di mano, poi guardò gli altri con le mani ancora abbassate e sbuffò

“Dalle vostre facce si direbbe che la pensate come me, su, alzate le mani, non fate i timidi.”

“Anche se la pensassimo come te non avremmo molte alternative.”

Ragionò Shinichi con un alzata di spalle, con lo sguardo color onice osservava l’ambiente circostante, come se di punto in bianco la soluzione potesse palesarsi davanti ai suoi occhi. Purtroppo però l’unica cosa che poteva vedere erano cappelli di gabbiano in abbondanza.

“Un'alternativa ci sarebbe.”

Il commento di Ryoko fece voltare tutti nella sua direzione e la guardarono speranzosi ad eccezione di Ash. Non appena le iridi dell’uomo si erano posate sul ghigno dell’albina aveva cominciato a pensare al peggio.

 
§

Yuri osservò la base della Marina farsi sempre più piccola all’orizzonte fino a quando non divenne che un misero puntino grigio in contrasto con il verde dell’isola da cui era appena salpata. Tamburellò per qualche secondo le dita guantate contro la superficie legnosa della balaustra della sua imbarcazione prima di fare un mezzo giro su sé stessa, la gonna dell’abito descrisse un ampio cerchio di stoffa nell’aria.

“Ehi, fai attenzione principessa!”

Yuri schioccò la lingua infastidita. Già, solitamente si sarebbe potuta permettere di fare una cosa del genere senza sentire lamentele. Ora però non era così. Il ponte della Thorn ora era occupato dagli altri sette cacciatori di taglie. O meglio dire sei, per qualche strano motivo Yara era sparita sotto coperta non appena aveva messo piede sulla nave e ora non aveva idea di che cosa stesse facendo. L’unica cosa che stava fermando Yuri dall’andare a cercarla era la prospettiva di lasciare da solo sei dei più noti cacciatori di taglie senza la supervisione di un adulto in grado di fare da mediatore. Certo in quei pochi momenti in cui si erano visti anche Ash e Shinichi le aveva dato l’impressione di poterla aiutare in questo arduo compito, il suo lavoro però le aveva insegnato a non fidarsi troppo presto delle persone, in particolare se avevano passato più tempo in mare alle calcagna di pirati che sulla terra ferma.

Ritornando alla realtà Yuri ignorò l’occhiataccia di Ryoko, la quale era stata inavvertitamente colpita dalla sua gonna, e si rivolse agli altri sei occupanti abusivi della sua amata imbarcazione.

“Ricordatemi ancora una volta per quale motivo abbiamo scelto la mia Thorn?”

“Io mi sono fatto dare un passaggio.”

Rispose la voce di Shinichi dall’alto del posto di vedetta.

“Non ho un imbarcazione.”

La risposta di Kei fece comparire sul volto della donna un’espressione scettica, ma non vi prestò più attenzione del dovuto pensando che si trattasse di una scusa campata per aria.

“Nemmeno io, non mi serve.”

La risposta secca di Nòel le fece capire di non dover insistere maggiormente sull’argomento “Lavoro in mare senza un’imbarcazione.”

“La Hyacinth era ancorata dall’altra parte dell’isola, ci avremmo messo troppo tempo per raggiungerla.”

Disse Léandre spostandosi dal volto uno dei due ciuffi corvini che gli incorniciavano il volto.

“La mia nave è troppo piccola per otto persone.”

Rispose semplicemente Ash.

“Stessa cosa del colosso."

Ash roteò gli occhi alla risposta di Ryoko, convinto che ormai l’albina non avrebbe mai usato il suo nome.

“Non so di chi fosse quella barca con cui sono arrivata ma era conciata troppo male per affrontare un altro viaggio.”

Tutti si girarono verso l’unica porta che conduceva sottocoperta e che era appena stata varcata da Yara. Tutti si soffermarono a guardarla per qualche secondo e la donna, sentando le sette paia di occhi fissi su di sé, decise di aggiungere qualcosa, nella speranza di essere capita.

“Che c’è? Guardate che gli ho fatto un favore, mi dovrebbe ringraziare per avergli tolto dal groppone un catorcio simile!”

Yuri cercò in tutti i modi di celare il tic nervoso all’occhio, ma il dettaglio non sfuggì agli occhi attenti di Shinichi, il quale si ritrovò a compatire la povera donna. Doveva ammettere che se la sua nave fosse stata occupata in questo modo da sette sconosciuti anche lui avrebbe avuto qualche problema a controllare il nervosismo. Così, spinto da compassione, provò a farla ragionare

“Non preoccuparti. La Marina prima o poi arriverà alla conclusione che abbiamo usto la Thorn e useranno questa informazione per rintracciarci. Useremo la Thorn semplicemente per arrivare alla prossima isola e trovare un’imbarcazione diversa.”

“E possibilmente in condizioni migliori. Mi stupisce che non ci siano falle.”

Aggiunse Yara guardandosi ancora intorno. Se le parole di Shinichi avevano avuto il potere di calmarla quelle di Yara la fecero tornare al precedente umore. La rossa ricevette un occhiataccia inviperita dalla bionda e una esasperata dall’uomo che si maledì mentalmente per aver pensato che la situazione si potesse risolvere così facilmente.

“Qualcuno invece può ricordare a me per quale motivo ci siamo portati dietro quello.”

Chiese Ryoko con le mani ben piantate sulle orecchie e lo sguardo simile a quello di chi avrebbe voluto fare a pezzi qualcosa. Tutti osservarono il lumacofono, che il quel momento stava trillando per la quarta volta da quando erano salpati.

“Qualcuno lo faccia smettere prima che lo butti in mare!”

Aggiunse l’albina. La sua espressione si rilassò quando finalmente il silenzio tornò a regnare sulla nave. Il tutto durò solo pochi istanti poiché Ryoko si ritrovò a spalancare gli occhi sentendo la voce di Nòel

“Pronto?”

“Quando ho detto di farlo smettere non intendevo in quel modo!”

Il tritone biondo piantò lo sguardo smeraldino sulla figura di Byakko e con un’alzata di spalle disse

“Tra le tue lamentele e Sengoku ho scelto il male minore.”

La donna non fece in tempo a ribattere poiché la voce di Sengoku tuonò dall’altoparlante del lumacofono.

“Non erano questi gli ordini.”

“Avere un plotone alle calcagna non era negli accordi, quindi eccoci qui.”

Fu la risposta del biondo, lo sguardo smeraldino piantato sul lumacofono in attesa di una risposta. Passarono alcuni istanti in cui l’unico suono udibile era quello delle onde. Poi si alzò un sospiro rassegnato.

“Datemi una buona ragione per cui non debba dare l’ordine a quel plotone di inseguirvi e dichiararvi nemici della legge.”

Yuri gettò il capo all’indietro lasciandosi andare ad una risata leggera ma canzonatoria.

“Sengoku, stai cominciando a perdere colpi solo al tuo primo anno come Grande Ammiraglio? Lo hai detto tu stesso no? Il nostro lavoro è a repentaglio. In tutta sincerità, oltre a dare la caccia ai criminali non so fare molto altro, cambiare lavoro quindi è del tutto fuori discussione. Inoltre sarebbe molto complicato trovarne uno redditizio quanto questo.”

Lo sguardo di Yuri si fece improvvisamente serio e taglienti, le iridi celesti simili a lame di ghiaccio.

“Come garanzia dovrebbe bastarti, non credi?”

Il silenzio degli altri membri del gruppo era segno che condividevano la sua motivazione.

“Cinque mesi. Se entro cinque mesi non avrò dei risultati concreti ritenetevi ufficialmente nemici del Governo Mondiale.”

Un sorrisetto comparve sui volti dei cacciatori, sicuri che ne sarebbero bastati solo tre per portare a compimento la missione.

 
§

Sengoku riattaccò la cornetta del lumacofono e tirò un sospiro di sollievo quando gli occhi della lumaca si chiusero e le caratteristiche del volto della Rosa Nera sparirono. Una risata femminile si sollevò nella stanza.

“Non posso crederci che il tuo piano abbia funzionato!”

L’uomo scosse la testa e si passò una mano sul volto stanco, sollevato almeno all’idea che non avrebbe più dovuto preoccuparsi dei cacciatori di taglie per almeno un pezzo.

“Farli collaborare si è dimostrato più facile del previsto, tutto qui, solo semplice fortuna.”

Tsuru scosse la testa.

“Portare degli individualisti come loro a collaborare non è “semplice fortuna”, Sengoku. Devo però ammettere che sono impressionata dall’impegno che ci hai messo.”

Il Grand’Ammiraglio scrollò le spalle e tirò fuori dalla pia di documenti che occupava la sua scrivania un paio di fascicoli con l’intenzione di rimettersi al lavoro.

“Bastava solo dare loro un nemico comune. Sono solo deluso dal fatto che non fossero bastati i pirati.”

 
§

Minuscolo spazio vitale di Kisspiece99:

Innanzitutto Buon anno! un po' in ritardo ma ci tenevo a farvi gli auguri.

Perdonatemi per il ritardo con cui ho fatto uscire il capitolo, ma dare il giusto spazio ad ogni personaggio in un capitolo di assestamento e di spiegazione si è rivelato più difficile del previsto (so di non esserci riuscito appieno, mi farò perdonare nei prossimi capitoli). In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto. ^^

Ringrazio anche quelle persone che nel mio periodo di assenza mi hanno scritto per controllare che non fossi morta. Vi chiedo scusa per non avervi risposto ma solitamente entro nel profilo di EFP solo per pubblicare. ^^”
In ogni caso già si iniziano a vedere alcune dinamiche e trapelano i primi segreti dei personaggi. Fatemi sapere se ho rappresentato correttamente i vostri OC.

Per questo capitolo non ho domande, immagino la vostra gioia. XD
Ci rivediamo con il prossimo capitolo dove finalmente vedremo all’opera i nostri cari cacciatori!
A presto
By
Kiss
   
 
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