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Autore: Morebooks    03/01/2022    0 recensioni
Cosa succederebbe se al posto di proporre a Percy di diventare un dio, gli dei gli avessero offerto il ruolo di re dei semidei? Lui avrebbe sicuramente accettato, sicuro di poter così aiutare tutti i mezzosangue figli di dei minori e tutti i ragazzi indeterminati. Ma sarà pronto a tutti i cambiamenti e a tutte le responsabilità? e cosa cambierebbe tra lui e Annabeth? Spero che la mia idea vi piaccia!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Ermes, Gea, I sette della Profezia, Percy/Annabeth
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Reina 

 

Quella seduta del Senato fu terribile. Era come se Jason e Octavian si stessero sfidando a duello a suon di parole. E io ero l'arbitro. “Ma non capite amici?” stava dicendo l’augure “questo é quello che abbiamo sempre temuto, l’esistenza di questi pericolosi barbari greci potrebbe da sola compromettere il Futuro di Nuova Roma, ma un’alleanza con loro? Spazzerebbe sicuramente via la nostra civiltá. E questo sempre che non sia tutto finto: perché questi altri semidei dovrebbero invitarci a casa loro, nel territorio che conoscono meglio di tutti, dove hanno armi, munizioni e chissà quale altra diavoleria greca? Io dico che è una trappola. E come rispondiamo noi romani alle trappole? Attaccando per primi. Ma naturalmente la decisione spetta ai nostri cari pretori.”
Tutti si girarono verso di me e Jason. Potevo quasi vedere come il mio ragazzo analizzava ogni parola di Octavian, cercando tutti i trucchi e i trabocchetti con cui l’augure permeava tanto abilmente ogni sua parola. Jason mi guardó per cercare il mio sostegno come aveva sempre fatto. Il figlio di Giove era perfetto in tutto, nell’aspetto e nel carattere, ed era un leader nato, ma era da quando era stato nominato pretore che continuava a tormentarsi chiedendosi se fosse stato eletto piú per chi era suo padre che per le sue abilitá e cercava conferma in me. Sinceramente anche io avevo a lungo avuto questo dubbio, ma quali che fossero le motivazioni per cui era stato eletto Jason era stato un pretore e un guerriero talmente eccezionale che addirittura io me ne sono innamorata, nonostante dopo l'incontro dell’anno scorso con Venere mi fossi ripromessa di non farlo mai. La dea mi aveva infatti detto che nessun semidio avrebbe mai curato il mio cuore e per questo da quando io e Jason ci eravamo messi insieme dopo la battaglia del monte Otri avevo la sensazione che una catastrofe che ci avrebbe diviso fosse in arrivo. 
Poi era arrivata la lettera dal Campo Mezzosangue che mi fece iniziare a preoccuparmi. Avevo la sensazione che sarebbe successo qualcosa di brutto anche perché la lettera con cui questi mezzosangue invitavano una piccola delegazione di noi a visitarli, specificando che dovevamo parlare di questioni delicate, era firmata Percy Jackson figlio di Poseidone e re dei semidei, e io, che conoscevo questo ragazzo perché aveva distrutto la mia casa, non mi fidavo minimamente.
Nonostante ciò nei giorni precedenti e durante quella seduta del senato avevo sempre tenuto la mia faccia da poker e neppure mentre Jason mi guardava avevo fatto trasparire la minima insicurezza. Così lui inizió a parlare al gruppo di Senatori: "Hai assolutamente ragione Octavian, la decisione spetta a me e Reina e io dico di raggiungere questo altro campo pacificamente. Tu potresti aver ragione come potresti anche non averne e io non voglio che diamo il via ad una guerra inutile per le tue supposizioni. Inoltre sarebbe una mossa avventata dato che come tutti sappiamo gli attacchi di Gea sono iniziati e come dice la Profezia della grande Madre Corona maris iuvenes duos populos ducet: la giovane corona del mare due popoli guiderá. Solo io mi sono chiesto se questa Corona del mare sia il figlio di Poseidone che è stato incoronato re dei semidei? E solo io credo che uno dei due popoli della profezia siamo noi romani?” Tutti i Senatori fecero facce allibite e Octavian prese la parola cavalcando l’onda del disgusto “Come puoi dire una cosa del genere Jason? I romani non saranno mai comandati da un greco!” e poi rivolgendosi ai presenti aggiunse “Il nostro pretore vuole che seguiamo un mezzosangue greco, un barbaro, un usurpatore. Noi romani abbiamo giá dei capi, un Senato e delle tradizioni, siamo completamente in grado di guidarci governarci da soli, non abbiamo bisogno di un dittatore straniero.” Tutti i presenti annuivano in favore di Octavian ma fortunatamente, a differenza mia, pure Jason era bravo con le parole: “Octavian, tu sei l’augure giusto? Quindi dovresti sapere meglio di me che le profezie sono immutabili e che quando si tenta di cambiarle spesso le cose vanno male. Quindi cosa accadrebbe se noi seguissimo il tuo consiglio e attaccassimo i greci e poi scoprissimo che avevo ragione?” Questa volta l’augure non rispose e quindi tutti i senatori si girarono a guardarmi: l’ultima parola spettava a me, ed era fondamentale che io tenessi buoni sia i sostenitori di Jason che quelli di Octavian. “Io dico,” iniziai “che una guerra sarebbe inutile e pericolosa. Ma penso anche che andare lì senza essere preparati a un possibile attacco sarebbe da sciocchi. Quindi insieme a noi pretori e alla delegazione di Senatori partirá anche metà della legione che, in caso l'intera visita fosse una trappola, attaccherá il campo Mezzosangue. Gli altri rimarranno qui in difesa di Nuova Roma.” Tutti sembravano soddisfatti del verdetto a parte Octavian che sibilando aggiunse “Ti stai prendendo una grossa responsabilitá Reina con questa decisione a dir poco avventata: non sapendo come sono i nemici, rischiamo di perdere metá legione” “Io Octavian, non chiamo o tratto nessuno come un nemico prima di averlo incontrato”  Lui mi sorrise sarcasticamente “Non mi sembra un discorso molto romano questo, pretore, dove é finito il buon vecchio ‘la miglior difesa è l’attacco’? Comunque i capi siete voi quindi Ok, ma se qualcosa andrá storto, o se loro ci attaccheranno, non potrete opporvi ad una buona e sana guerra.” Detto questo si sedette di nuovo al suo posto, imitato dal resto dei presenti.
Io e Jason ci guardammo, conoscevamo abbastanza bene Octavian per sapere che ce l’avrebbe messa tutta per far iniziare un conflitto e, per quanto io odiassi Percy Jackson, tra la carenza di armi, la perdita dell’aquila d’oro, il simbolo della legione fulminata e gli scontri sempre piú frequenti contro Gea il campo non poteva proprio permettersi di entrare in guerra. 
Così ci ci prendemmo per mano, e iniziammo a organizzare la partenza.

 

   
 
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